INFORMAZIONIMedia Consultants srl Comunicazione e Marketing Ruolo: General Manager & Chief Scientist Officer Area: Top Management Ferdinando Aldè |
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(Adnkronos) - I vestiti che indossiamo possono essere tossici? "Per produrre i tessuti si utilizzano diverse sostanze chimiche. Il processo industriale è in continua innovazione: oggi alcune sostanze sono state vietate e sostituite con composti più sicuri. In particolare, esistono restrizioni all'utilizzo di metalli come mercurio, cadmio, piombo, nichel, cromo. E sono vietati coloranti, solventi e pigmenti che sono classificati come cancerogeni. Tuttavia, non è semplice capire se i vestiti che acquistiamo siano privi di sostanze tossiche. Sull'etichetta è obbligatorio segnalare la composizione del tessuto con ogni tipo di materiale in percentuale, ma non sono elencati gli additivi chimici né la quantità di sostanze che, oltre una certa soglia, diventano pericolose". E' l'analisi degli esperti del sito anti-fake news 'Dottore ma è vero che...?' della Fnomceo, Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri. Nel focus si mette in guardia sul rischio di venire a contatto con sostanze tossiche, rischio che "si nasconde anche nei tessuti naturali e negli articoli creati per i più piccoli", spesso prodotti a ritmi vertiginosi all'altro capo del mondo e a prezzi bassissimi. "Sta al singolo produttore scegliere se dare ulteriori informazioni sulle etichette - spiegano gli esperti - per esempio per i soggetti allergici. Sono nate etichette 'nickel free', cioè senza nichel, elemento che si può trovare in alcuni coloranti e che può provocare allergie. Ad oggi, non esiste una legislazione unica a tutela di chi acquista abbigliamento, ma molteplici norme, a seconda del luogo di produzione e di vendita. L'Europa tutela i consumatori con un regolamento sui tessili. Spesso però vengono immessi nei mercati internazionali capi di vestiario che sfuggono ai controlli". Alla domanda "Quali i rischi per la nostra salute?", i medici anti-bufale non hanno dubbi: "Occorre distinguere tra reazioni immediate ed effetti a lungo termine. Diverse sostanze impiegate nella produzione di abbigliamento - sottolineano - possono causare dermatiti da contatto e dermatiti da contatto su base allergica. In questo caso, la reazione della pelle è la risposta del sistema immunitario che riconosce la sostanza come estranea. La dermatite è più frequente nelle donne rispetto agli uomini (67,8 contro 32,2%), probabilmente anche perché le donne utilizzano un’ampia varietà di tessuti, compresi i sintetici, e di colori scuri. Le dermatiti, comunque, sono un disturbo semplice da trattare: il medico di medicina generale o il dermatologo possono prescrivere la terapia più adeguata". Per essere sicuri che la reazione sia dipesa dall'abbigliamento, "esistono degli esami specifici, come il patch test (o test epicutaneo), in cui si applicano sulla pelle piccoli campioni di sostanze potenzialmente sensibilizzanti", proseguono gli esperti anti-fake news. "Tra le sostanze considerate nel patch test ci sono alcuni dei componenti dei tessuti che potrebbero scatenare reazioni: nichel, cromo, coloranti. Si tratta di un esame indolore, occorre solo pazienza per mantenere i cerotti con gli allergeni per 48-72 ore sul dorso; al termine, il medico valuterà le reazioni cutanee e indicherà le eventuali allergie". Tra i rischi a lungo termine, la Fnomceo pone l'accento sui materiali cancerogeni, i cosidetti 'Pfas'. "Sono gruppi di migliaia di sostanze, note come 'forever chemicals' ('chimici per sempre'), perché non si degradano o decompongono. Solo dopo mille anni, la loro concentrazione sul suolo comincia a ridursi del 50%. Uno studio, condotto dall’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente e della salute, ha approfondito le conseguenze che coinvolgono i bambini, i soggetti più in pericolo, soprattutto quando sono esposti a sostanze tossiche nell’età dello sviluppo". L'esposizione ai Pfas "può compromettere il sistema immunitario e la funzionalità renale. La presenza di quelle sostanze nel sangue modifica anche l'età delle prime mestruazioni e potrebbe portare a future malattie cardiovascolari", concludono.
(Adnkronos) - “Il titolo scelto per il Congresso nazionale degli ingegneri, Visioni, evoca la capacità di essere visionari, di immaginare nuovi scenari, nuovi scenari per l’ingegneria. L’ingegneria è il cuore delle trasformazioni del Paese. Per decenni ha significato costruzioni materiali, ponti, fabbricati, opere pubbliche, ma oggi è anche una riflessione che avvolge il digitale, l’intelligenza artificiale, la gestione dei dati, la cybersecurity”. A dirlo il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, in un videomessaggio inviato al 69° Congresso nazionale degli al 69° Congresso nazionale degli ordini degli ingegneri d’Italia che si è aperto oggi ad Ancona. “Voi - ha detto rivolgendosi alla categoria degli ingegneri - garantite la continuità della vita civile in un tempo di rischi che sono certamente inediti. Questo è il vero passaggio generazionale, anagrafico, culturale e tecnologico. Un salto che state compiendo in modo consapevole e che il Paese e il governo devono saper riconoscere e accompagnare. In questo quadro i giovani hanno un ruolo decisivo, portano un approccio diverso, parlano la lingua dei dati e dell’Intelligenza artificiale, sono più esigenti verso le istituzioni, meno parole, più strumenti e opportunità. E’ per loro che il governo ha varato le misure per l’autoimpiego, perché il lavoro libero e autonomo ha la stessa dignità di quello dipendente”. “L’innovazione - ha sottolineato - è il terreno decisivo del passaggio generazionale. L’intelligenza artificiale deve essere alleata del lavoro umano. Qui la sicurezza non è un capitolo separato. Processi affidabili, reti protette, comunità difese da tecnologie mirate a ridurre il rischio. L’ingegnere diventa garante della qualità della vita collettiva. Abbiamo bisogno delle vostre idee, delle vostre critiche, dei vostri dati, delle vostre proposte. Il Paese deve sapere che il cambiamento tecnologico può essere governato e la vostra professionalità è garanzia di affidabilità". “Le donne stanno - ha continuato-mai riscrivendo il volto dell'ingegneria italiana. Non è più una professione maschile, non deve più esserlo neanche nelle retribuzioni e nelle carriere”. “Gli ingegneri italiani possono davvero guidare la transizione tecnologica e il passaggio generazionale, che non sia un mero ricambio ma un cammino di miglioramento sostanziale del ruolo dei professionisti all’interno della società. Anche per questo ci stiamo impegnando per costruire insieme un sistema ordinistico più moderno e attrattivo. Per tutto questo, come sempre, sapete di poter contare su di me, sul Ministro del Lavoro, sulla vostra collega professionista”. Ha concluso
(Adnkronos) - Molti gli spunti emersi dall’annuale conferenza Fire 'Servizi energetici: modelli, contratti e misura e verifica delle prestazioni'. Ad aprire i lavori è stato Dario Di Santo (Fire) che ha tracciato una panoramica sui servizi energetici e sui contratti di rendimento energetico o di prestazione energetica, evidenziando che adottare le migliori soluzioni non è sufficiente per conseguire i risultati auspicati. Le prestazioni energetiche degli edifici, dei processi e degli impianti dipendono, infatti, dall’uso degli stessi, da variabili esterne e da una corretta regolazione e gestione, prima ancora che dalle tecnologie adottate. “Conviene sempre partire dall’individuazione di sprechi e usi impropri dell’energia, come quelli dovuti alla regolazione non efficiente degli impianti e dei processi - ha evidenziato Di Santo - Un energy manager e un sistema di monitoraggio e automazione possono aiutare a conseguire le prestazioni ottimali e sono quindi consigliati. D’altra parte, esistono barriere agli investimenti in efficienza energetica come la mancanza di competenze, di confidenza nelle soluzioni proposte dai fornitori o di risorse economiche. Servizi energetici e contratti Epc possono consentire di superare queste problematiche e di liberare risorse economiche di imprese ed enti, tramite la garanzia sulle prestazioni e il finanziamento tramite terzi”. A seguire Piergabriele Andreoli (Renael) ha parlato di strategie per la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e degli incentivi a disposizione, focalizzando sul Partenariato Pubblico-Privato (Ppp) che può rappresentare uno strumento strategico sia per il know-how e le competenze che il privato può apportare, che per completare il finanziamento dei progetti in ambito di sviluppo sostenibile e infrastrutturale. Insomma, può rappresentare una soluzione per realizzare progetti che, altrimenti, potrebbero rivelarsi opportunità mancate. Conto termico 3.0 e misura Pnrr M.7 - I.17 sono stati i temi affrontati da Manuela Maliardo (Gse). La 'Misura Pnrr M7.I17' è un sostegno finanziario per l’efficientamento dell’edilizia residenziale pubblica (Erp), per un miglioramento dell’efficienza energetica almeno del 30%. Essa ha una dotazione finanziaria di 1,331 milioni di euro erogabile in forma di sovvenzione. Si sono quindi susseguiti gli interventi di Michele Grassi (Centrica Business Solution) che ha trattato il tema dei servizi energetici a investimento zero, Lorenzo Gaio (Maps Group) che in sala ha parlato di servizi energetici e ottimizzazione data-driven, presentando casi studio in contesti terziario/ospedaliero e di Giorgia Maschera e Camilla Franceschi (Rödl&Partner), che hanno approfondito gli aspetti giuridici legati alle diagnosi e alle misurazioni. Dalla tavola rotonda moderata da Dario Di Santo a cui hanno partecipato Mario Nevali (Assistal), Deborah De Angelis (Assoege), Francesco Ricciardi (Assoesco), Federico Zizzini (CdP), Claudio Ferrari (Federesco) Pietro Torretta (Italia Solare), Piergabriele Andreoli (Renael) sono emersi diversi spunti di interesse, riguardanti i fattori che frenano la riqualificazione del patrimonio pubblico, le strategie e i modelli di finanziamento alternativi al Pnrr, utili a sostenere e portare avanti la riqualificazione energetica degli edifici. Si è parlato anche del ruolo dell’Ege nel mercato della riqualificazione degli edifici e delle Esco, nonché delle modalità in cui si può concretamente supportare la Pa nel passare dall’identificazione del fabbisogno di investimento alla realizzazione degli interventi di riqualificazione. La possibilità di attivare risorse private esiste, ma sono necessarie politiche stabili, con un orizzonte di almeno cinque anni, e regole pensate per favorire gli investimenti. La seconda sessione si è aperta con l’intervento di Daniele Forni (Fire) sulla misura e verifica dei risparmi energetici (M&V). “Il piano M&V è essenziale per qualsiasi Epc - commenta Forni - e idealmente dovrebbe essere completato al momento della consegna della diagnosi energetica. Le parti interessate dovrebbero approvare il piano M&V prima dell'implementazione del progetto e quindi allegarlo al contratto. Il coinvolgimento di un revisore di terza parte fa parte delle attività di garanzia della qualità”. Fire ha introdotto in Italia il protocollo Ipmvp, che garantisce che i risparmi e l’impatto dei progetti di efficienza energetica e sostenibilità siano determinati attraverso un’appropriata misura e verifica (M&V), e ha dato vita ad una ampia comunità di professionisti certificati, grazie ai corsi di formazione. L’Ipmvp è il principale riferimento internazionale per la misura e verifica delle prestazioni energetiche di edifici, impianti e trasporti, e che Fire è il training partner di Evo - Energy Valuation Organisation, il soggetto che gestisce a livello internazionale il Protocollo. A seguire si è tenuta la sessione con focus sulla misura e verifica nella riqualificazione edifici pubblici, durante la quale sono intervenuti Stefano Dotta (Environment Park), Massimiliano Pancani (certificato Pmva) e Giulia Prampolini (Aess). I relatori hanno evidenziato l’esperienza sul campo, le attività portate avanti e gli aspetti utili per chi opera nel settore pubblico.