INFORMAZIONIFederica Di LauroItalgas Energia, Acqua e Ambiente Ruolo: Responsabile Compensation & Benefit Area: Human Resource Management Federica Di Lauro |
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(Adnkronos) - Nessun '6' né '5+1' al concorso del Superenalotto di oggi, martedì 4 novembre 2025. Centrati quattro '5' che vincono 36.733,58 euro ciascuno. Il jackpot per il prossimo concorso sale a 73,9 milioni di euro. La schedina minima nel concorso del SuperEnalotto prevede 1 colonna (1 combinazione di 6 numeri). La giocata massima invece comprende 27.132 colonne ed è attuabile con i sistemi a caratura, in cui sono disponibili singole quote per 5 euro, con la partecipazione di un numero elevato di giocatori che hanno diritto a una quota dell'eventuale vincita. In ciascuna schedina, ogni combinazione costa 1 euro. L'opzione per aggiungere il numero Superstar costa 0,50 centesimi.La giocata minima della schedina è 1 colonna che con Superstar costa quindi 1,5 euro. Se si giocano più colonne basta moltiplicare il numero delle colonne per 1,5 per sapere quanto costa complessivamente la giocata. Al SuperEnalotto si vince con punteggi da 2 a 6, passando anche per il 5+. L'entità dei premi è legata anche al jackpot complessivo. In linea di massima: - con 2 numeri indovinati, si vincono orientativamente 5 euro;- con 3 numeri indovinati, si vincono orientativamente 25 euro; - con 4 numeri indovinati, si vincono orientativamente 300 euro; - con 5 numeri indovinati, si vincono orientativamente 32mila euro; - con 5 numeri indovinati + 1 si vincono orientativamente 620mila euro. E' possibile verificare eventuali vincite attraverso l'App del SuperEnalotto. Per controllare eventuali schedine giocate in passato e non verificate, è disponibile on line un archivio con i numeri e i premi delle ultime 30 estrazioni. Ecco la combinazione vincente del concorso di oggi del Superenalotto: 5, 18, 28, 38, 44, 76. Numero Jolly: 23. Numero SuperStar: 89.
(Adnkronos) - I dati del report Insight Lab di Webidoo lo dimostrano con chiarezza: in Italia solo il 6,9% delle pmi e il 14,7% delle medie imprese utilizza soluzioni di intelligenza artificiale, ma si stima che la loro introduzione possa generare un aumento della produttività superiore al 40%. Le aziende che adottano l’Ai crescono più velocemente, innovano prima e rispondono meglio al cambiamento. "Sono dati eloquenti eppure dobbiamo constatare che l’uso dell’Ai è ancora troppo spesso tattico, frammentato, non sempre consapevole”, commenta Giovanni Farese, Ceo di Webidoo Spa, tech company che sviluppa piattaforme Ai based per la trasformazione digitale e che, con la propria divisione Webidoo Insight Lab, pubblica il report 'Intelligenza Artificiale e produttività nelle pmi' . "Perché la tecnologia diventi davvero un motore di competitività, serve costruire una cultura dell’Ai 'umana' e pragmatica: occorre aiutare le imprese a costruire modelli di adozione sostenibili, accessibili e orientati al risultato, capaci di trasformare la semplice automazione in vero cambiamento organizzativo. L’Ai oggi è un’opportunità concreta che genera valore tangibile per le imprese e muoversi prima degli altri è strategico per guadagnare un vantaggio competitivo reale. Perché in un contesto come quello attuale, non vince chi osserva ma chi sperimenta", spiega. Il report evidenzia che, nelle pmi che già utilizzano l’Ai, gli ambiti prevalenti sono marketing e vendite (36%), ricerca e sviluppo(24,2%) e processi produttivi (21%). Un segnale chiaro: l’Ai non è futuro, ma presente. E giustifica la necessità di un quadro normativo che parli anche alle imprese, non solo ai big tech. Michela Pancaldi, Ceo di Tecnocupole Pancaldi, realtà italiana di riferimento nel settore delle strutture e macchine industriali, sottolinea il valore concreto di questa evoluzione: “L’automazione basata su Ai ha rivoluzionato il modo in cui le macchine dialogano con l’operatore. Le nuove interfacce sono intuitive, guidano l’utente passo dopo passo e riducono drasticamente i tempi di formazione e persino la necessità di operai iperspecializzati. Questo si traduce in maggiore produttività, meno errori e una gestione più sostenibile delle risorse in fabbrica: al punto che stiamo pensando di trasformare il nostro stabilimento in un polo in cui ospitare anche una parte di produzione altrui, di settori e parti completamente diverse dai nostri, ma adatti alla linea intelligente di Industria 4.0 in cui abbiamo investito". Le imprese che utilizzano l’Ai possono beneficiare di un incremento della produttività oltre il 40%. Le attività ripetitive, come l’inserimento dati o l’elaborazione documentale, possono essere svolte fino al 40% più velocemente; il supporto clienti può essere automatizzato fino all’80%, riducendo i tempi di risposta; l’automazione dei processi può migliorare l’efficienza fino al 65%. L’Ai va regolamentata, quindi, ma anche incentivata, perché il suo impatto sulla competitività è tangibile. Anche nel procurement il cambiamento è già realtà. Come spiega Daniele Civini, Head of Sales Jaggaer Italia, player globale in soluzioni source-to-pay e di collaborazione con i fornitori: “Sistemi come gli Ai agents possono aiutare i team di acquisto a ottimizzare i processi grazie a funzionalità di Q&A, rilevamento delle anomalie delle fatture Po e generazione e sintesi di contenuti tramite Gen Ai. Una tecnologia che offre agli utenti un’esperienza intuitiva ed efficiente su tutta la piattaforma di procurement, mantenendo ‘l’uomo al centro’, ma liberando tempo per attività strategiche ad alto valore". Il report evidenzia che le principali difficoltà nell’adozione dell’Ai riguardano la mancanza di competenze interne (55%) e la scarsa chiarezza normativa (41%). Due ostacoli che rallentano l’innovazione e confermano quanto una legge, se ben scritta, possa educare oltre che regolare. Le Pmi chiedono chiarezza, strumenti e orientamento, non solo vincoli. Sul fronte della gestione dei rischi e della sostenibilità, interviene Azzurra Gollotta, Sales Manager per Italia e Spagna di Achilles, leader globale nella gestione del rischio e delle performance della catena di fornitura che propone soluzioni basate su Ai per aiutare le aziende a comprendere e anticipare le proprie vulnerabilità Esg: “Il nostro sistema, per esempio, basa la propria analisi su dati strutturati e disponibili pubblicamente piuttosto che su input diretti forniti dai fornitori. Raccoglie e monitora informazioni provenienti da database normativi e di conformità, notizie e resoconti dei media, documenti societari e informative sulla sostenibilità, database Esg e di rischio di terze parti, nonché dati sui rischi geopolitici o a livello nazionale. Aggregando queste fonti, l'intelligenza artificiale è in grado di identificare modelli, anomalie e rischi emergenti, fornendo informazioni tempestive sulle potenziali vulnerabilità Esg lungo tutta la catena di fornitura, anche per i fornitori che non hanno inviato direttamente alcun dato”. La diffusione dell’Ai passa anche dalle persone. Perché non esiste trasformazione digitale senza trasformazione delle competenze. Come sottolinea Laura Basili, fondatrice di Women at Business, la piattaforma italiana che mette in rete donne e imprese: “Le skill legate all’intelligenza artificiale sono eterogenee, ovviamente per tantissimi aspetti sono legate ad ambiti tecnico informatici, ma non solo. Con l’evolversi delle tecnologie devono evolvere anche le competenze che si possono acquisire in itinere, anche partendo da carriere lontane dal mondo tech. Nella nostra piattaforma offriamo corsi gratuiti per svilupparle e inserirle nel proprio cv, perché oggi conoscere l’AI è una chiave di accesso al lavoro di domani”. Il quadro che emerge è chiaro: l’Ai non è più una prospettiva, ma una condizione competitiva. Perché generi vero valore, però, deve diventare parte integrante della cultura d’impresa: una cultura che unisca tecnologia, formazione e responsabilità. Solo così l’intelligenza artificiale potrà smettere di essere una promessa e diventare un motore reale di crescita per le pmi italiane.
(Adnkronos) - In occasione di Ecomondo 2025, la startup innovativa Etrash svela Mida, la nuova generazione di cestini intelligenti che automatizza la raccolta differenziata grazie all'Intelligenza Artificiale. Una soluzione che promette di aumentare la differenziazione fino al 95% e di ridurre i costi operativi del 30%, offrendo alle aziende dati per la rendicontazione Esg. Secondo un'analisi Etrash, la contaminazione delle raccolte in luoghi ad alta affluenza (come aeroporti, centri commerciali, hotel, complessi abitativi, sedi aziendali ed eventi) aumenta i costi di smaltimento fino al 60% rispetto a quanto avviene in scenari più efficienti; introdurre tecnologie avanzate per la raccolta automatizzata dei rifiuti differenziati aiuta a ridurre questi costi, migliorando l’efficienza e la sostenibilità dei processi di gestione dei rifiuti urbani. Il cestino intelligente Mida è infatti caratterizzato da un avanzato sistema di riconoscimento delle immagini basato su Ai: nel momento in cui un rifiuto viene inserito, Mida identifica automaticamente il materiale di cui è composto e lo smista nel compartimento corretto al suo interno. Inoltre, Mida è un sistema integrato e connesso in rete capace di inviare dati in tempo reale alla piattaforma cloud Etrash, che analizza le informazioni per offrire una panoramica completa e dettagliata della gestione dei rifiuti. Questo permette di ottimizzare l'intero processo, portando a una diminuzione media del 30% dei costi operativi. Tale risparmio deriva non solo dall'ottimizzazione delle operazioni di svuotamento (basate sui reali livelli di riempimento), ma anche dalla riduzione del rifiuto non riciclabile prodotto, il cui smaltimento ha un costo maggiore rispetto alle frazioni riciclabili. Il risultato è un miglioramento dei tassi di corretta differenziazione, che può raggiungere il +95%, riducendo i rifiuti indifferenziati e i relativi costi di smaltimento. Inoltre, la piattaforma di Etrash genera automaticamente report Esg e di sostenibilità, fornendo alle aziende dati precisi e trasparenti, essenziali per i bilanci e le certificazioni ambientali. Disponibile sia in acciaio inox che in ferro zincato rivestito da pellicola con grafica o verniciato, Mida è dotato di quattro compartimenti interni automatizzati ed è pensato per spazi ad alta affluenza come centri commerciali, aeroporti, fiere, stadi e grandi complessi. “Con Mida vogliamo semplificare un gesto quotidiano trasformandolo in valore misurabile. La nostra tecnologia permette alle aziende di migliorare la raccolta differenziata e, allo stesso tempo, di monitorare efficacemente il proprio impatto ambientale”, dichiara Filippo Casellato, Founder&Ceo di Etrash. "Abbiamo voluto creare una soluzione capace di generare, attraverso la tecnologia, un impatto positivo tangibile -aggiunge Sebastiano Felicetti, Founder&Cmo di Etrash - Mida non è solo un dispositivo tecnologico, ma un simbolo concreto dell’impegno ambientale delle aziende che scelgono i nostri prodotti: un elemento visibile e riconoscibile che racconta la sostenibilità attraverso il design, i dati e la trasparenza”. “Con Mida non stiamo solo presentando un prodotto, ma stiamo aprendo una strada completamente nuova verso una gestione intelligente dei rifiuti. In oltre trent’anni nel mondo dell’imballaggio industriale, ho visto il potere trasformativo dell’innovazione applicata a settori tradizionali. Credo che Etrash possa fare lo stesso nel mondo della raccolta differenziata, generando un impatto misurabile e concreto nella sostenibilità urbana”, sottolinea Enrico Corsini, vicepresidente di Etrash e presidente di Ecovera Holding (Corsini Global Holding).