GLI EVENTI DOVE IL BUSINESS SOCIAL NETWORK DIVENTA REALE



GLI EVENTI DOVE IL BUSINESS SOCIAL NETWORK DIVENTA REALE
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(Adnkronos) - Ama il caldo e l'umidità e predilige condutture idriche e condizionatori, dove si riproduce più rapidamente. La legionellosi è un'infezione, causata dal batterio Legionella pneumophila, di cui sono note più di 60 specie diverse suddivise in 71 sierotipi, responsabile di una forma di polmonite battezzata come morbo dei legionari nel 1976, dopo che un'epidemia si diffuse tra i partecipanti al raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quell'occasione la malattia fu contratta da 221 persone, con 34 morti. La fonte di contaminazione fu identificata nel sistema d'aria condizionata dell'albergo. La patologia torna ora a far parlare di sé a Milano, dove in zona San Siro sono stati registrati 11 casi, (tutte persone che presentano fattori di rischio predisponenti per l'infezione, ha precisato l'Ats), una persona è deceduta e, attualmente, 8 sono ricoverate. In Italia, come riporta l'Istituto superiore di sanità in un focus online, negli ultimi trent'anni il numero di casi di legionellosi è aumentato costantemente, sebbene sia una malattia sottostimata. Nel 2022 sono stati notificati complessivamente 3.111 casi di legionellosi, con un incremento del 14% rispetto all'anno precedente, e un ritorno, dopo 2 anni, ai valori pre-pandemia Covid. L'anno successivo, nel 2023, secondo una pubblicazione sul bollettino epidemiologico nazionale, le segnalazioni pervenute al Dipartimento di malattie infettive dell'Iss erano cresciute ulteriormente: 3.911 le schede di sorveglianza relative ad altrettanti casi di legionellosi (in crescita del 25% rispetto al precedente anno). Il 74,9% di queste infezioni è stato notificato da 6 Regioni: Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lazio e Piemonte, e il 25,1% dalle rimanenti 15 Regioni/Pa. L'incidenza grezza della legionellosi a livello nazionale nel 2023 è risultata pari a 66,3 casi per milione di abitanti, con un incremento rispetto all'anno precedente (52,8/1.000.000), superiore anche ai valori precedenti la pandemia di Covid. E si continua a osservare un gradiente Nord-Sud con valori di incidenza grezza pari a 96,6 casi per milione al Nord, 67,5 per milione al Centro e 19,9 per milione al Sud. Oltre il 70% dei pazienti ha almeno 60 anni, il 69,2% è di sesso maschile e il rapporto maschi-femmine è di 2,2 a 1. Dei 3.911 casi notificati, il 7,8% presentava almeno un pernottamento in luoghi diversi dall'abitazione abituale (alberghi, campeggi, navi, abitazioni private), il 3,2% era stato ricoverato in ospedale, il 2,7% apparteneva a comunità chiuse (case di riposo per anziani, residenze sanitarie assistenziali, strutture di riabilitazione), l'1,4% aveva viaggiato e soggiornato all'estero. L'84,4% dei casi è stato classificato come di origine comunitaria, cioè di origine non nota. Il 66% dei pazienti presentava comorbilità, prevalentemente di tipo cronico-degenerativo. Fra i casi del 2023, ne sono stati segnalati anche 125 nosocomiali (3,2% del totale), cioè infezioni ospedaliere. Le legionelle - ricorda l'Iss - sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana. La legionellosi viene normalmente contratta per via respiratoria, mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente legionella, oppure di particelle derivate per essiccamento. "Le goccioline si possono formare sia spruzzando l'acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide", ricordano gli esperti. E la pericolosità di queste particelle d'acqua è inversamente proporzionale alla loro dimensione (gocce di diametro inferiore arrivano più facilmente alle basse vie respiratorie). Sono stati inoltre segnalati in letteratura casi di legionellosi acquisita attraverso una ferita. In generale la malattia umana rimane rara; "i tassi d'attacco nel corso di focolai epidemici sono bassi, inferiori al 5%", dicono gli esperti. Il tasso di mortalità correlata all'infezione, infine, dipende da alcuni fattori specifici (come la gravità della malattia, l'appropriatezza del trattamento antibiotico iniziale, il luogo in cui è stata contratta l'infezione stessa, le condizioni pregresse del paziente) e può variare dal 40-80% nei pazienti immunodepressi non trattati, al 5-30% in caso di un appropriato trattamento della patologia. Complessivamente la letalità della legionellosi si aggira tra il 5% e il 10%, conclude l'Iss. Due le forme con cui si può manifestare la legionellosi: la malattia del legionario vera e propria, che include frequentemente una forma più acuta di polmonite, e la meno grave febbre di Pontiac. La prima, dopo un'incubazione che varia da 2 a 10 giorni (in media 5-6), nei casi più gravi può insorgere bruscamente con febbre, dolore toracico, dispnea, cianosi, tosse produttiva, mentre nei casi meno gravi può avere un andamento insidioso con febbre, malessere, dolori, tosse lieve non produttiva. A volte possono essere presenti sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci, e sono comuni alterazioni dello stato mentale. La febbre di Pontiac, dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore, si manifesta in forma acuta simil-influenzale senza interessamento polmonare, e si risolve in 2-5 giorni. I prodromi sono: malessere generale, mialgie e cefalea, seguiti rapidamente da febbre, a volte con tosse e gola arrossata. Possono essere presenti diarrea, nausea e lievi sintomi neurologici quali vertigini o fotofobia. Il trattamento della legionellosi, essendo una malattia di origine batterica, passa soprattutto attraverso terapie antibiotiche. Quanto alla prevenzione, è importante una "corretta progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici che comportano un riscaldamento dell'acqua o la sua nebulizzazione (impianti a rischio)", evidenziano gli esperti Iss, e "l'adozione di misure preventive (manutenzione e, all'occorrenza, disinfezione)" per contrastare la moltiplicazione e la diffusione del batterio negli impianti a rischio.
(Adnkronos) - Uno strumento per superare la frammentazione degli obblighi dichiarativi in capo ai datori di lavoro e una semplificazione significativa dei flussi informativi. Sono alcuni degli effetti del potenziamento della piattaforma Siisl, previsto dal decreto legge n.159/2025, secondo il Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, ascoltato in audizione al Senato sul decreto lo scorso 12 novembre. Nel documento, depositato oggi in Parlamento e contenente le osservazioni della categoria, si sottolinea grande soddisfazione per il provvedimento, che rappresenta un passo importante verso una nuova stagione della cultura della sicurezza, più moderna, digitale e integrata. Forte apprezzamento, dunque, viene espresso per l’ammodernamento del mercato del lavoro attraverso la pubblicazione delle offerte sul Siisl, da parte dei datori di lavoro che richiedono benefici contributivi e delle agenzie per il lavoro, e l’utilizzo della piattaforma come canale d’invio delle comunicazioni obbligatorie. “Un passo fondamentale verso la costruzione di un sistema basato sull’evidenza, nel quale le decisioni pubbliche e private possono poggiare su basi documentali solide e non contestabili”, si legge nel documento. Secondo la categoria, la produzione di dati affidabili e interoperabili costituisce un presidio di legalità, trasparenza e correttezza amministrativa, con effetti benefici sulle politiche del lavoro. Positivi, inoltre, l’ampliamento della tutela assicurativa agli studenti impegnati in percorsi di formazione scuola-lavoro (con l’estensione della copertura assicurativa anche agli incidenti in itinere) e la previsione di risorse ingenti e programmate su un orizzonte pluriennale, che consente di superare l’approccio frammentato del passato. Bene anche l’inserimento di misure per contrastare le molestie e le violenze nei luoghi di lavoro, che ampliano il concetto di salute anche alla sfera psicosociale. Ma affinché la riforma possa dispiegare a pieno i suoi effetti è necessaria, secondo i consulenti, un’attuazione tempestiva dei decreti attuativi e degli accordi Stato-Regioni; il coinvolgimento effettivo delle parti sociali e degli Ordini professionali, in particolare nei processi formativi e nella definizione delle misure di prevenzione; e un coordinamento unitario tra Ispettorato del Lavoro, Inail, Regioni e Carabinieri, con interoperabilità dei sistemi informatici e condivisione delle banche dati
(Adnkronos) - In Italia la sostenibilità sociale ha il volto della fragilità: quasi nove cittadini su dieci guardano con paura al futuro del pianeta, oltre l’80% teme per quello del Paese e più di sette su dieci vivono con ansia il proprio domani. È uno dei segnali più forti che emergono dall’indagine realizzata da Eikon Strategic Consulting Italia in occasione della Social Sustainability Week, che racconta un Paese consapevole della connessione tra salute e ambiente (92%), ma allo stesso tempo schiacciato da preoccupazioni globali - guerre, clima e deterioramento ambientale - e dalla sensazione che il proprio destino dipenda soprattutto da fattori economici incontrollabili (62,4%). L’indagine, condotta su un campione di oltre 2000 intervistati tra i 16 e i 75 anni, delinea un quadro in cui gli italiani individuano con chiarezza le priorità della sostenibilità sociale: la lotta alla povertà, indicata dal 49% del campione, la tutela della salute e del benessere, considerata essenziale dal 48%, e la garanzia di un lavoro dignitoso, ritenuto importante dal 33%. Questi tre elementi rappresentano la base su cui i cittadini costruiscono la propria idea di sviluppo sostenibile, ponendo la qualità della vita e la protezione delle persone al centro dell’agenda del Paese. “Una visione problematica, segnala Enrico Pozzi, presidente e Ceo di Eikon Strategic Consulting Italia. La sostenibilità sociale rischia di essere ridotta a questione privata e atomizzata: salute e benessere rimandano al 'me', non al 'noi'. È una visione profondamente individualistica che ha perso il radicamento collettivo. L'ansia per il futuro - personale, nazionale, planetario - non trova più aggancio con dimensioni sociali concrete. Quando la percezione dominante è di non poter influenzare il proprio futuro, resta solo la cura ossessiva del corpo vulnerabile". La sostenibilità sociale tocca direttamente anche il rapporto con il sistema sanitario nazionale. Il 46% degli italiani dichiara di avere fiducia nel Ssn, mentre il 54% esprime scetticismo o sfiducia; una criticità che non riguarda la qualità del personale, considerato preparato dal 58% degli intervistati, ma piuttosto la capacità organizzativa e la carenza di risorse, tanto che l’81% ritiene che il numero degli operatori sanitari sia insufficiente. Questa percezione porta oltre la metà del campione (53%) a considerare indispensabile una assicurazione integrativa e spinge il 67% a ritenere inevitabile il ricorso alla sanità privata, segnale di un bisogno crescente di sicurezza e accessibilità nelle cure. “La nostra indagine mostra un Paese che chiede più protezione e accesso alla salute - commenta Paola Aragno, vicepresidente di Eikon - In questo quadro, il dialogo tra sistema pubblico e privato non è più un’opzione, ma una responsabilità condivisa. Significa mettere a fattor comune competenze, capacità organizzative e prossimità ai cittadini, senza sovrapporsi ma rafforzandosi reciprocamente. Solo così possiamo costruire un ecosistema della salute sostenibile, capace di rispondere alle fragilità emergenti e di garantire quella continuità di cura che oggi gli italiani chiedono con forza”. In un contesto in cui le istituzioni e i soggetti collettivi sono percepiti come meno efficaci, si ampliano le aspettative nei confronti delle imprese, chiamate sempre più a svolgere un ruolo sociale. Quando organizzazioni e aziende parlano di sostenibilità trasmettono speranza o interesse (54%). Solo l’8% si dichiara indifferente. Al mondo del lavoro si chiedono innanzitutto stabilità contrattuale, considerata prioritaria dal 53%, relazioni positive tra colleghi, indicate dal 47% e flessibilità e smart working (34%). L’attenzione alla salute e la domanda di un’ampia offerta di welfare aziendale (26%) superano, anche se di poco, la rilevanza attribuita all’assenza di discriminazione e pari opportunità (23%) e alla formazione (22%). Il 60% ritiene tuttavia insufficiente l'attuale impegno aziendale per il benessere e il 61% del campione pensa che le aziende dovrebbero promuovere servizi psicologici, ma solo il 16% conosce aziende che li offrono. “La crescente vulnerabilità e la carenza dei presìdi collettivi spingono le persone a rivolgere alle imprese aspettative un tempo rivolte alle istituzioni - dichiara Cristina Cenci, antropologa e Senior Partner di Eikon - Il lavoro diventa il luogo in cui si cercano stabilità, relazioni sane e tutela del benessere. Questa trasformazione segnala un cambiamento profondo nei bisogni comunitari. Le aziende che sapranno accoglierlo contribuiranno a rafforzare nuove forme di sicurezza condivisa”. E proprio l’attenzione verso le persone, il benessere e la sostenibilità sociale è emersa con forza anche dalle testimonianze delle aziende. Lo hanno raccontato, durante l’evento di presentazione, i rappresentanti delle organizzazioni partner: Fabrizia Bottiroli, Head of Health Offering, Services and Uw Retail Axa Italia, Cristiano Gianni, Chief Health Officer, Axa Italia; Giampaolo Montesano, Distribution&Transport Director, Logista Italia; Claudia Rutigliano, Coordinatrice Scientifica della Fondazione Msd. Le loro esperienze mostrano come innovazione, servizi integrativi, educazione alla salute e pratiche sostenibili possano diventare leve concrete per generare valore sociale e contribuire a una sostenibilità che metta al centro le priorità delle persone.