(Adnkronos) - Una coppia con figli e altri due piccoli criminali. E' questo il ritratto della banda che ha messo a segno il clamoroso colpo al museo del Louvre il 20 ottobre scorso rubando i gioielli della corona francese. A tracciarlo è la procuratrice capo di Parigi, Laure Beccuau, che sta conducendo l'inchiesta che ha portato all'arresto dei quattro che, ha spiegato, niente avrebbero a che fare con gruppi criminali strutturati, dato che i loro profili non corrispondono a quelli "generalmente associati ai livelli superiori del crimine organizzato". Per quanto riguarda la coppia, un uomo di 37 e una donna di 38 anni, Beccuau ha parlato del fatto che hanno figli insieme: i due hanno "negato qualsiasi coinvolgimento", con l'uomo che "si è rifiutato di rilasciare qualsiasi dichiarazione", ha aggiunto. L'uomo, la cui fedina penale contiene 11 condanne precedenti, la maggior parte per furto, è stato accusato di furto organizzato e cospirazione criminale. La sua compagna è stata accusata di complicità in furto organizzato e cospirazione criminale, ed era in lacrime quando è comparsa ieri in un tribunale di Parigi, dicendo di temere per i suoi figli e sé stessa. La coppia è stata arrestata dopo che il loro dna è stato rinvenuto nella cesta elevatrice utilizzata durante la rapina, tracce "significative" che collegano l'uomo al crimine, ha dichiarato la procuratrice. Sono state trovate anche tracce del dna della sua compagna, ma potrebbero essere state trasferite lì attraverso il contatto con una persona o un oggetto, ha aggiunto, spiegando che tutto ciò dovrà essere indagato. Anche i primi due uomini arrestati in precedenza avevano precedenti per furto. Secondo la ricostruzione della polizia, si tratta della coppia che ha fatto irruzione nella galleria mentre i loro due complici aspettavano all'esterno. Almeno un altro autore rimane latitante, affermano i funzionari francesi, e i gioielli rubati non sono ancora stati recuperati.
(Adnkronos) - "Serve avere una visione per il futuro del Paese e secondo noi la storia industriale che ci ha contraddistinto è quello su cui bisogna puntare, il famoso Made in Italy che ci ha resi conosciuti in tutto il mondo. E oggi qui abbiamo 25 delle nostre maggiori eccellenze a livello mondiale che hanno ritenuto di legare questo loro brand a questo momento celebrativo. Servono investimenti che non devono andare solo sulle macchine, come già si sta parlando in questa prossima legge di bilancio, ma noi sosteniamo che altrettanta attenzione vada data alle competenze". Così, a margine dell'assemblea per gli 80 anni di Federmanager, Mario Cardoni, direttore generale della Federazione, conversando con Adnkronos/Labitalia. "Abbiamo bisogno -ha ribadito Cardoni- di imprese maggiormente managerializzate, oggi ne abbiamo solo un 5%. Perché è questo che fa la differenza, quindi le macchine da solo non danno quella crescita valoriale che invece un sistema organizzato, guidato, in modo consapevole e professionale può dare". Così, a margine dell'assemblea per gli 80 anni di Federmanager, Mario Cardoni, direttore generale della Federazione, conversando con Adnkronos/Labitalia. E ancora, secondo il direttore generale di Federmanager, serve "uno Stato più leggero, in cui la fiscalità sia meno pesante e sia più equamente distribuita. Abbiamo un problema dell'evasione che continua ad essere molto serio, molto importante e questo mette un po' in difficoltà anche il sistema dei servizi pubblici, come la sanità e potremmo avere in prospettiva anche dei seri problemi sul piano previdenziale".
(Adnkronos) - Endiale, il Sistema Collettivo Nazionale per la Gestione Alternativa degli Oli Lubrificanti Esausti in Grecia, ha ospitato il Consorzio Conou per una collaborazione di tre giorni, che si è svolta ad Atene dal 20 al 22 ottobre 2025. Scopo dell’incontro - si spiega in una nota - lo scambio di esperienze e know-how sui temi della gestione della filiera degli oli usati e dell'economia circolare. All'ordine del giorno sono stati discussi tre argomenti principali: da una parte, le attività necessarie per promuovere e mostrare gli effetti benefici della rigenerazione degli oli lubrificanti usati sull'ambiente, sulla salute pubblica e sull'economia, per sensibilizzare i decisori politici e i cittadini. Dall’altra, come rafforzare la ricerca e la tecnologia in collaborazione con istituti di istruzione e ricerca per la tutela ambientale basata sulle buone pratiche dell'economia circolare, per una produzione industriale sostenibile e per l'estrazione di dati scientifici affidabili. E, infine, si è parlato di cooperazione per intraprendere congiuntamente l'iniziativa di creare una rete di sistemi alternativi europei di gestione dei rifiuti. Il Ceo di Endiale, George Deligiorgis, ha dichiarato: "Il dialogo, la cooperazione e lo scambio di buone pratiche sono una condizione necessaria per un successo ancora maggiore nella gestione alternativa degli oli lubrificanti esausti. In questo contesto, abbiamo avuto l'opportunità di un produttivo incontro di tre giorni con uno dei sistemi europei di rigenerazione dei lubrificanti di maggior successo, come il CONOU italiano, la cui delegazione desidero ringraziare calorosamente per questa costruttiva collaborazione. Continuiamo a impegnarci quotidianamente per la massima efficienza possibile nella gestione alternativa degli oli lubrificanti esausti, con benefici per tutti e l'attuazione concreta dell'Economia Circolare." Il Presidente del Conou, Riccardo Piunti, ha aggiunto: "Sono particolarmente grato di aver avuto l'opportunità di incontrare e discutere con il management di Endiale dei principi, degli standard e del modello organizzativo dell'economia circolare, nonché della sua applicazione agli oli lubrificanti di scarto nei nostri Paesi, che sono ai vertici d'Europa. Siamo concordi nel ritenere che la circolarità non sia un processo spontaneo e possa essere raggiunta solo attraverso un modello organizzativo come quello che entrambe le parti stanno implementando".