INFORMAZIONIDaniele PocePiazza Copernico Gestione Risorse Umane e Formazione Aziendale Ruolo: Senior partner e Digital Learning Systems and Services Director Area: Digital Communication Daniele Poce |
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(Adnkronos) - "L'Italia è tornata una nazione seria, affidabile, leale". Così la premier Giorgia Meloni, intervenendo a Padova durante il comizio del centrodestra per sostenere la candidatura di Alberto Stefani alle elezioni regionali in Veneto. "E' tornata una nazione che guarda gli altri consapevole di quello che rappresenta ed è accaduto non solo perché noi difendiamo l'interesse nazionale italiano, ma anche perché siamo consapevoli della grande nazione che rappresentiamo e non consentiamo a nessuno di metterle i piedi in testa". Con "questa sala stracolma" dimostrate "di volere ancora continuare a camminare insieme a noi per portare questa bella e operosa terra ancora più in alto nei prossimi anni. Io vedo qui la fierezza per la vostra identità, vedo l'entusiasmo per accompagnare questo cammino. Vedo la determinazione di continuare a difendere le nostre idee". "Grazie per accompagnare in questa corsa Alberto Stefani e i candidati che si sono messi in gioco. Grazie per voler garantire al Veneto altri anni di buon governo, di risposte efficaci", ha proseguito Meloni rivolgendosi alla platea. "Non consentiremo che il Veneto diventi una banlieue. Non vogliamo arretrare sulla sicurezza, stiamo preparando nuove iniziative e faremo di tutto per ripristinare l'ordine, per difendere chi lavora, chi studia e chi vive onestamente rispettando le regole". "I nostri avversari sperano che le cose vadano male, non importa se gli italiani lo pagheranno: loro sperano che le cose vadano male perché alla fine preferiscono, magari, avere l'opportunità di governare sulle macerie piuttosto che stare all'opposizione". "L'opposizione non sa più cosa inventarsi per avvelenare i pozzi. Alcuni giornalisti si sono dovuti inventare le finte dichiarazioni di Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino. A chi, anche legittimamente, si oppone alla riforma (della giustizia, ndr.), io voglio dire: fate la vostra battaglia, fatelo a viso aperto, senza sconti, ma non strumentalizzate gli eroi di questa nazione". "Dicevano che noi avremmo favorito gli evasori e invece sono due anni che registriamo dati record nel recupero dell'evasione fiscale" sottolinea Meloni. "Però non l'abbiamo fatto vessando i cittadini onesti come invece si faceva ai tempi della sinistra: lo abbiamo fatto con una riforma fiscale che era attesa da 50 anni". "Oggi ci parlano di equità" ma "non dimentichiamo i decreti salva-banche o il superbonus. Non dimentichiamo neanche misure con le quali si è consentito di ristrutturare la seconda casa a persone che potevano farlo anche con i soldi di chi una casa neanche ce l'ha. Quindi, per favore, almeno la sinistra non ci venga a parlare di equità". Meloni punta, poi, il dito contro "la sinistra autoreferenziale" da "salotto" e "con la quella puzza sotto al naso, alla quale il popolo dà fastidio". E lo fa citando Romano Prodi. "Il professore qualche settimana fa ha dovuto ammettere che la sinistra non vince le elezioni perché ha voltato le spalle all'Italia. E se lo dice lui, che sul voltare le spalle all'Italia c'ha una cattedra all'università... chi siamo noi per smentirlo" ha ironizzato la leader di FdI. Giorgia Meloni punge ancora la Cgil. "Siamo intervenuti di nuovo sui redditi più bassi portando al 5% la tassazione sugli gli aumenti legati ai rinnovi contrattuali, una misura che ci chiedevano i sindacati, che ci chiedeva anche la Cgil" e "la Cgil ha risposto con un nuovo sciopero generale, il settimo in tre anni, rigorosamente convocato di venerdì. Perché si sa che la rivoluzione nel weekend esce meglio...". "Dicevano che con noi le donne sarebbero state un passo dietro agli uomini... Abbiamo il tasso di occupazione femminile più alto di sempre: la parità che la sinistra invocava la stiamo costruendo noi" rileva la premier. "In questi tre anni abbiamo lavorato molto anche per modernizzare questa nazione con riforme che erano attese da anni, alcune addirittura da decenni" dice dal palco la presidente del Consiglio. "Penso anche alla riforma del premierato, l'elezione diretta del capo del governo: una riforma con la quale vogliamo dire basta agli inciuci, ai giochi di Palazzo, ai governi che passano sulla testa dei cittadini e sui quali i cittadini non possono dire la loro, per rimettere il potere nelle mani degli italiani e garantire una stabilità che è una precondizione per qualsiasi crescita e qualsiasi sviluppo". "Consentitemi di ringraziare un veneto doc che si chiama Carlo Nordio e che siamo fieri di avere nella nostra squadra", ha detto la premier Giorgia Meloni, parlando della riforma della Giustizia. "Dopo decenni di tentativi falliti, siamo riusciti ad approvare una riforma che può cambiare le cose e che prevede la separazione delle carriere tra giudici e pm: questo significa rafforzare la terzietà del giudice e quindi un processo più giusto", ha scandito Meloni. "Agli italiani voglio dire: non vi fate fregare, andate a votare guardando il contenuto della riforma. Cercheranno di convincervi di tutto, che è un referendum sul governo 'la Meloni Sì la Meloni No'. Guardate, il governo rimane in carica fino alla fine della legislatura: metteremo anche questo record".
(Adnkronos) - “Vogliamo dare un segnale, affermare che sul nucleare gli ingegneri hanno molto da dire. Vogliamo mettere a disposizione tutti i dati di cui disponiamo, in modo che chi di dovere possa prendere le decisioni più corrette in merito al nucleare italiano”. Con queste parole Remo Giulio Vaudano, vicepresidente vicario del Cni, ha dato avvio al convegno 'La nuova stagione nucleare. Prospettive di ripresa produttiva alla luce della Legge Delega 27/02/2025', un’occasione per riflettere su un tema di rilevanza strategica come l’energia, in particolare quella nucleare civile. “Nell’ambito della transizione energetica - ha affermato Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni - il nucleare è fondamentale. Ancora oggi paghiamo le conseguenze delle decisioni del passato che hanno indotto il nostro Paese ad abbandonare questa fonte di approvvigionamento. Abbiamo condiviso la scelta del Ministero di ricominciare a discutere di nucleare e come Cni abbiamo deciso di dedicarvi uno specifico gruppo di lavoro. In tutte le attività umane il rischio zero non esiste ma può essere minimizzato. Il discorso vale anche per il nucleare che occorre perseguire riducendo il più possibile i rischi”. Nel corso della mattinata è intervenuto, in rappresentanza del Mase, Nicola Ippolito (coordinatore della Piattaforma nazionale per il nucleare sostenibile-Pnss) che ha ricordato come il Paese venga da quasi quaranta anni di assenza di produzione nucleare, sebbene abbia conservato tutte le competenze necessarie: si pensi che l’Italia sforna il 10% degli ingegneri nucleari europei. “Abbiamo messo assieme tutti i soggetti interessati - ha detto - al fine di fare il quadro della situazione e nel luglio dello scorso anno abbiamo inviato a Bruxelles il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima dal quale si evince che, relativamente alla domanda di energia elettrica, abbiamo la potenzialità per far sì che tra l’11 e il 22% di quel fabbisogno provenga dal nucleare. A quel punto mancava un quadro normativo organico che ora si è concretizzato attraverso la legge delega. Puntiamo a far sì che l’Italia torni ad essere protagonista”. Alberto Taglioni (gruppo di Lavoro del Cni sul nucleare, già funzionario Enea) che ha richiamato la stesura di un position paper sullo stato del nucleare italiano. Massimo Sapielli (gdl nucleare del Cni, già funzionario Enea) si è soffermato sul Programma nazionale per la produzione di energia nucleare sostenibile nell’ambito degli obiettivi di neutralità carbonica del 2050. Ha sottolineato come il nuovo approccio parta dal superamento delle esperienze nucleari precedenti con l’obiettivo di giungere ad un mix di produzione elettrica che comprenda anche l’elettronucleare. Ha richiamato, infine, il ruolo che possono svolgere in materia il Cni e gli ordini degli ingegneri, con particolare riferimento alla formazione. Roberto Ranieri (già funzionario Ispra) ha illustrato il quadro formativo e il licensing di nuovi impianti, soffermandosi sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Quest’ultimo tema ha caratterizzato anche l’intervento di Angelo Papa (già direttore generale impianti nucleari del ministero dell’Ambiente) che si è soffermato sulle tecnologie e le procedure di smaltimento dei rifiuti radioattivi e il Deposito nazionale. Nella sessione dedicata alla progettualità ingegneristica e alla sicurezza del nucleare Franco Baretich (esperto ingegneria nucleare) ha approfondito la fonte di energia nucleare dall’emergenza energetica alla transizione ecologica. Ha rilevato che, tra gli elementi che hanno ostacolato lo sviluppo nel nostro paese, c’è il tema dei costi e alcune componenti psicologiche quali la paura di incidenti e lo smaltimento delle scorie che in realtà comportano un livello di rischio assai inferiore a molte altre attività umane. Ha sottolineato che il recupero della soluzione nucleare diventa necessario col crescere in maniera esponenziale del fabbisogno di energia, anche a causa dello sviluppo dell’uso delle criptovalute e dell’Ia. Massimo Sapielli, nel ricordare come l’Italia sia stata la pioniera a livello mondiale in tema di nucleare, a partire dal gruppo di via Panisperna guidato da Enrico Fermi, ha ripercorso l’evoluzione tecnologica nella costruzione dei reattori, sottolineando i vantaggi e l’efficacia dei moderni impianti. Gian Piero Bisceglie (già funzionario Ispra) ha illustrato il tema della protezione dalle radiazioni e del monitoraggio ambientale, soffermandosi su alcuni casi di scuola. Alberto Taglioni, poi, ha illustrato i programmi e le proposte del Cni in tema di formazione tecnica sul nucleare e di comunicazione. Infine, Sonia Bertocci (Ordine ingegneri di Torino) e Fosco Bianchi (Ordine ingegneri di Arezzo) hanno proposto il punto di vista sul tema dal loro osservatorio territoriale.
(Adnkronos) - "Asvis ha deciso di lanciare un progetto che si chiama Ecosistema Futuro. Con un vasto programma, cioè quello di mettere il futuro al centro della riflessione culturale, politica, sociale del Paese". Così Enrico Giovannini, direttore scientifico Asvis, nel suo intervento a 'Salute e benessere come priorità sociale', evento di apertura della Social Sustainability Week che si è svolto questa mattina presso il Palazzo dell’Informazione a Roma. "Come Asvis è attuatore dell'Agenda 2030, Ecosistema Futuro, che è un spin-off di Asvis, è l'attuatore del Patto sul futuro, una decisione delle Nazioni Unite di settembre 2024 con la quale viene chiesto a ogni Paese, tra le altre cose, di dotarsi di strutture di governance anticipante", spiega. Giovannini ricorda, poi, la modifica dell'articolo 9 della Costituzione del 2022, "che cita l'interesse delle future generazioni". Conseguentemente "il governo ha adottato la nostra proposta di creare la valutazione di impatto generazionale. Il Parlamento ha votato il testo definitivo qualche settimana fa, la Vig entrerà in vigore dopo il decreto attuativo e dice due cose: la prima è che bisognerà valutare l'impatto di tutte le nuove leggi in termini sociali e ambientali". Dopodiché, aggiunge, "il governo ha scritto il primo comma che dice: le leggi della Repubblica promuovono l'equità tra generazioni. Lo sottolineo perché capiate la potenza teorica, sperando che non diventi qualcosa di puramente burocratico, della rivoluzione: il combinato disposto del cambio della Costituzione e dell'adozione di questa legge". Dunque, conclude Giovannini, "se questi due passi che sono in linea con il Patto sul futuro verranno realizzati concretamente, forse recupereremo anche un po' di fiducia, dei giovani in particolare, nel sentire che chi è al comando ha un'idea di dove vuole andare ma soprattutto si sottopone alla valutazione pubblica dei propri atti. Una potenziale rivoluzione e spetta a tutti noi aiutare il governo ad attuarla nei prossimi mesi".