INFORMAZIONI3M Italia spa Immobiliare ed Ingegneria Civile, Commercio e Distribuzione Ruolo: Manager Resp. Corporate Communication Area: (responsabile) Communication Management Daniela Aleggiani |
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(Adnkronos) - Rimborsata in Italia la prima compressa a doppia azione a base di niraparib, inibitore di Parp, e abiraterone acetato, inibitore della biosintesi degli androgeni, per il tumore della prostata. Il farmaco, a somministrazione orale, sfrutta le caratteristiche di entrambe le molecole, impedendo alle cellule tumorali di riparare il Dna e, allo stesso tempo, bloccando la produzione di testosterone, necessario alle cellule tumorali per crescere. La nuova terapia è indicata in associazione con prednisone o prednisolone (predniso(lo)ne) per il trattamento di pazienti adulti con cancro della prostata metastatico e resistente alla castrazione (mCRPC) e con mutazioni Brca 1/2 (germinali e/o somatiche), per i quali la chemioterapia non è clinicamente indicata. Si tratta della prima terapia a doppia azione a racchiudere due principi attivi ad essere disponibile per il tumore della prostata in Europa e nel nostro Paese. Secondo il rapporto Aiom-Airtum, il tumore alla prostata è la neoplasia maschile più frequente: nel nostro Paese sono circa 485.000 le persone che convivono con una pregressa diagnosi di tumore della prostata e, solo nel 2024, si sono contati circa 40.000 nuovi casi, con numeri in aumento negli ultimi anni. Seppur al primo posto per incidenza, grazie ai continui progressi della ricerca scientifica, rappresenta la terza causa di mortalità oncologica. La fase mCRPC rimane una malattia inguaribile e mortale, soprattutto se sono presenti mutazioni dei geni Brca1/2, una tipologia di alterazioni genetiche della riparazione mediante ricombinazione omologa (Hrr), che rappresentano il 10-15 per cento dei casi, rendendo questi pazienti più suscettibili a sviluppare una malattia aggressiva, con esiti negativi e prognosi sfavorevoli. "Quando ci troviamo davanti a un paziente con carcinoma prostatico metastatico, il test Brca è uno step fondamentale - afferma Elena Verzoni, dirigente medico Dipartimento di Oncologia Genito-urinaria e Programma Prostata, Fondazione Irccs, Istituto nazionale dei tumori di Milano -. È importante che venga eseguito tempestivamente in tutti i pazienti in quanto l’identificazione di varianti nei geni Brca permette non solo di indirizzare la scelta terapeutica più adatta, ma anche di intraprendere un percorso di consulenza oncogenetica nei familiari per identificare i portatori ad alto rischio. Questo approccio può portare a una reale personalizzazione del percorso terapeutico di questi pazienti". La valutazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) si è basata sui risultati dello studio di fase 3 Magnitude - riporta una nota - dove la terapia con niraparib in combinazione con abiraterone acetato ha migliorato significativamente la sopravvivenza libera da progressione radiografica (rPFS), endpoint primario dello studio, rispetto allo standard terapeutico, abiraterone e predniso(lo)ne da soli, in pazienti con mCRPC non trattati con mutazioni Brca1/2. Nello specifico, la nuova combinazione ha migliorato significativamente la rPFS in tutti i pazienti HRR-positivi, con un miglioramento ancor più pronunciato nel caso delle mutazioni del gene Brca1/2, dove è stata osservata una riduzione del rischio di rPFS statisticamente significativa del 45%. Il farmaco - si legge - è inoltre in fase avanzata di studio anche per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma prostatico metastatico sensibile agli ormoni (mHSPC) Hrr-positivi, tanto che a luglio di quest’anno Johnson & Johnson ha sottomesso la richiesta di estensione di indicazione all’Agenzia europea per i medicinali (Ema). La richiesta è stata supportata dai dati dello studio di fase 3 Amplitude che ha valutato l'efficacia e la sicurezza di niraparib e abiraterone acetato più predniso(lo)ne nel trattamento di questo sottogruppo di pazienti rispetto al placebo più abiraterone e prediso(lo)ne da soli, evidenziando i benefici clinici di questa terapia nel ritardare sia la progressione del cancro che il peggioramento dei sintomi rispetto all'attuale standard di cura. È inoltre il primo studio a dimostrare l'efficacia della combinazione di un inibitore di Parp e di un inibitore della via del recettore degli androgeni in questa popolazione di pazienti, come ricorda Marco Maruzzo, direttore dell’Uoc Oncologia 3, Irccs Istituto Oncologico Veneto: "Per anni l’unica strategia disponibile in Italia in questa fase di malattia e per questa fase specifica di tumore prostatico è stata rappresentata dall’aggiunta della chemioterapia con docetaxel alla terapia di deprivazione androgenica. Già l’introduzione di apalutamide nella pratica clinica tre anni fa ha rappresentato un passo avanti che ha consentito ai nostri pazienti di affrontare con maggiore serenità la loro malattia: si tratta tuttora di un farmaco ben tollerato, anche in fase avanzata, con un chiaro beneficio in termini di sopravvivenza, oltre che di qualità di vita. I risultati dello studio Amplitude costituiscono un ulteriore tassello fondamentale nel trattamento di questa neoplasia, che ci permetterà di offrire ai pazienti con mHSPC con mutazioni Hrr un’alternativa terapeutica specificamente mirata alla biologia sottostante della malattia stessa, con una chiara efficacia e con un profilo di tollerabilità favorevole". "Europa Uomo è l’associazione italiana dedicata alla tutela del diritto alla prevenzione e alla cura del tumore della prostata, il più diffuso tra gli uomini e con un impatto importante sulla qualità di vita. La nostra missione - spiega Ferruccio Buora, Consigliere di Europa Uomo - è prima di tutto promuovere la diagnosi precoce, per evitare cure invasive e aumentare le probabilità di guarigione. E in secondo luogo far sì che ogni paziente abbia accesso alle innovazioni prodotte dalla ricerca, per ottenere un incremento non solo dell’aspettativa di vita ma anche della sua qualità, come la nuova terapia presentata oggi promette agli uomini affetti da una forma di tumore della prostata particolarmente aggressiva. Europa Uomo è in prima linea per assicurare che queste cure innovative, sempre più mirate ed efficaci, siano disponibili in tempi rapidi per tutti i pazienti che ne hanno bisogno". L’arrivo in Italia - conclude la nota - di una nuova promettente terapia per una forma di carcinoma prostatico non solo apre nuove possibilità per migliaia di pazienti oncologici nel nostro Paese, ma enfatizza anche quanto la medicina di precisione sia una realtà clinica comprovata, non più una promessa per il futuro. "Da oltre 30 anni Johnson & Johnson investe nella ricerca scientifica per lo sviluppo di farmaci innovativi che rispondano ai bisogni di cura dei pazienti e per essere al fianco dei medici nel trattamento dei tumori ematologici e solidi. L’arrivo in Italia della compressa a doppia azione a base di niraparib e abiraterone acetato non solo è la riprova del nostro costante impegno, ma sottolinea anche il valore della medicina di precisione, ormai vero e proprio caposaldo della ricerca e sviluppo di Johnson & Johnson. Medicina di precisione, tuttavia, non significa solo effettuare i test genetici, laddove necessario, ma è anche costruire un percorso terapeutico personalizzato affinché tutti i pazienti ricevano il trattamento più giusto e più efficace, cucito sui bisogni di ciascuno. In Johnson & Johnson, continuiamo a impegnarci per soddisfare le esigenze dei singoli pazienti, spingendo i confini della scienza e dell'innovazione per offrire opzioni terapeutiche più personalizzate ed efficaci in ogni fase del cancro alla prostata, con l’idea di costruire una medicina del futuro basata sulla personalizzazione delle cure", chiosa Alessandra Baldini, Direttrice medica Johnson & Johnson Innovative Medicine Italia.
(Adnkronos) - "Si tratta di un passo significativo che sembra accogliere alcune tra le più rilevanti istanze evidenziate dal Forum. Ridurre l’impatto della prima casa sul computo dell’Isee, in quanto bene non disponibile perché necessario a garantire la vita familiare e non facilmente alienabile in caso di necessità, è una richiesta che portiamo da diversi anni". Così, con Adnkronos/Labitalia, Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari, commenta quanto previsto dalla manovra del governo sull'Isee. E Bordignon ricorda che "la battaglia sulla inappropriatezza dell‘Isee per le politiche familiari che non sono politiche di lotta alla povertà, ma politiche promozionali e di investimento, è stata il filo rosso dell’impegno del Forum in questi anni". "Oggi ci troviamo di fronte ad una prima fase di correzioni delle numerose storture di questo strumento. Siamo perciò soddisfatti che il Mef abbia confermato quanto ipotizzato nel corso delle interlocuzioni avvenute con diversi ministeri nel corso di questo anno", sottolinea Bordignon che oggi partecipa al convegno 'Sostiene la cultura. Consumi culturali e leva fiscale: verso una proposta di detrazione'. Secondo Bordignon, "modificare le attuali scale di equivalenza supererebbe l’ingiustizia degli attuali criteri che considerano i figli successivi al primo in misura gravemente decrescente". "Ora è necessario procedere sempre più sulla strada di individuare strumenti di politiche familiari e di natalità caratterizzate da strutturalità, generosità e universalità", sottolinea. Per Bordignon, "inoltre è importante operare affinché alcune misure non ne cannibalizzino altre compiendo l’errore di aggiungere risorse con una mano nella tasca delle famiglie e togliendone una parte al contempo con l’altra mano”, sottolinea. Ma dal Forum arriva anche un'altra richiesta ben precisa al governo. "Auspichiamo che venga accolta anche la proposta del Forum delle Associazioni Familiari di una detrazione Iva al 19% per l’acquisto dei libri scolastici perché rappresenta una misura concreta di sostegno alle famiglie, indispensabile per accompagnare l’accrescimento dei figli e rafforzare l’alleanza educativa tra scuola e famiglia, contribuendo alla tenuta sociale e culturale dell’Italia in un contesto segnato dall’inverno demografico", sottolinea. E anche sull'annuncio intervento sulle aliquote fiscali Bordignon è chiaro. "Crediamo che andrebbe valutata la nostra proposta di attivare, sull’ipotizzato taglio di due punti dell’Irpef, una proporzionalità coerente al numero dei figli a carico delle famiglie, spingendo così una politica verso la natalità e avviando una prospettiva che ci avvicini alla filosofia del quoziente familiare che rientra tra le linee politiche promosse dal nostro governo", conclude.
(Adnkronos) - “Come mondo agricolo siamo convinti che il concetto della dieta mediterranea rispecchi completamente il tema della sostenibilità che deve essere visto come un’opportunità, non come elemento penalizzante. Secondo noi, la sostenibilità arricchisce il processo produttivo e consente di valorizzare il prodotto finale”. Per far passare questo messaggio “abbiamo bisogno di lavorare sulla consapevolezza del consumatore riguardo tutto ciò che si può fare dal punto di vista agricolo, in modo da dare un quadro completo di informazioni sulle quali potrà compiere le sue scelte finali”.Lo ha detto all’Adnkronos Nicola Gherardi, componente di giunta di Confagricoltura, nell’ambito del XV edizione dello Human&Green Retail Forum. Per Gherardi, lavorare sulla consapevolezza del consumatore “valorizza al meglio le nostre produzioni”, agricole. Il consumatore non è a conoscenza, ad esempio, che “nel corso degli ultimi venti anni abbiamo progressivamente ridotto di oltre il 26% il consumo e l'utilizzo degli agrofarmaci - fa sapere - Siamo passati da oltre 156mila tonnellate a poco più di 115mila. L'altro elemento che troppo poco viene diffuso - aggiunge - è la qualità dei nostri prodotti. Hanno tracce di residui per una percentuale a cavallo dell'1%, molto meno rispetto a quella che è la media europea che è sopra al 3%. Abbiamo inoltre migliorato le tecniche di lavorazione - continua- abbiamo applicato la precision farming. Interventi che ci hanno consentito di passare dagli otto chili di principio attivo per ettaro ai poco più di sei attuali. L'obiettivo - conclude - è quello di lavorare in questa direzione, con la consapevolezza che serve conoscenza e competenza, da parte degli agronomi, nel valorizzare al massimo i dati che oggi la sensoristica e l'intelligenza artificiale ci propongono”.