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(Adnkronos) - Nuovo round di colloqui indiretti tra negoziatori israeliani e di Hamas oggi a Doha, in Qatar, sul rilascio degli ostaggi e un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha confermato all'Afp una fonte ufficiale palestinese. In precedenza l'ufficio del premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva annunciato che oggi si sarebbe recata in Qatar una squadra di negoziatori israeliani. Resta lo scoglio delle modifiche che Hamas ha chiesto rispetto alla proposta elaborata dall'inviato americano Steve Witkoff e che secondo Netanyahu sono ''inaccettabili''. Hamas ha chiesto il ritiro delle Idf e la gestione degli aiuti da parte di agenzie delle Nazioni Unite. Secondo quanto riporta il Times of Israel, l'ufficio di Netanyahu ha reso noto che il primo ministro israeliano incontrerà domani il presidente americano Donald Trump alla Casa Bianca alle 18:30 ora di Washington, mezzanotte e mezza in Italia. Oggi il presidente israeliano Isaac Herzog ha incontrato Netanyahu prima della sua partenza per gli Stati Uniti. ''Il viaggio del primo ministro a Washington è una missione importante finalizzata a raggiungere un accordo per la liberazione degli ostaggi'', ha dichiarato Herzog, che ha riconosciuto la necessità di ''decisioni difficili, complesse e dolorose'' per arrivare a un ''accordo per riportare a casa tutti i nostri ostaggi. Questo è un imperativo morale supremo'', anche se ''i costi non sono facili''. Herzog ha aggiunto di essere ''fiducioso che il governo e i servizi di sicurezza affronteranno queste sfide come hanno fatto finora''. Herzog ha poi voluto ''ringraziare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il suo sostegno nell'eliminazione della minaccia nucleare iraniana e per il suo incrollabile sostegno a Israele. Invito i leader mondiali e i nostri partner internazionali a usare tutta la loro influenza per raggiungere una svolta. Questa è una missione umanitaria, morale e nazionale, e non abbiamo tempo da perdere''. Il presidente israeliano ha poi espresso il suo sostegno ''alla squadra negoziale che si recherà a Doha e auguro al primo ministro ogni successo nella sua missione cruciale'' a Washington. ''Un'intera nazione sta osservando, sperando e pregando che tutti i nostri ostaggi tornino a casa il prima possibile'', ha concluso. La proposta elaborata dall'inviato americano Steve Witkoff prevede il rilascio di circa la metà degli ostaggi vivi e circa la metà degli ostaggi morti da Gaza nell'arco di 60 giorni, in cinque step diversi. Secondo una fonte coinvolta negli sforzi di mediazione, Hamas ha proposto tre emendamenti. Hamas vuole che l'accordo stabilisca che i colloqui su un cessate il fuoco permanente continueranno finché non verrà raggiunto un accordo per la fine della guerra, che gli aiuti riprenderanno pienamente attraverso meccanismi sostenuti dalle Nazioni Unite e da altre organizzazioni umanitarie internazionali, e che le Idf si ritirino sulle posizioni che mantenevano prima della fine del precedente cessate il fuoco a marzo. In risposta, l'Ufficio del Primo Ministro ha affermato che le modifiche proposte sono state presentate venerdì sera e "non sono accettabili per Israele", ma che una delegazione si sarebbe comunque recata a Doha oggi. Sono intanto almeno 80 i palestinesi che sono stati uccisi, otto dei quali vicini a centri di distribuzione aiuti, e 304 quelli rimasti feriti nella Striscia di Gaza nelle ultime 24 ore. Lo ha reso noto il ministero della Sanità della Striscia di Gaza, che ha aggiornato a 57.418 il numero dei palestinesi uccisi e a 136.261 quello dei feriti dall'inizio della guerra. Il gabinetto di sicurezza di Israele ha deciso durante la notte di consentire la distribuzione di aiuti umanitari nella parte settentrionale della Striscia di Gaza. Lo rende noto l'emittente Channel 12. La tv non chiarisce se le operazioni di distribuzione degli aiuti saranno svolte dalla Gaza Humanitarian Foundation, sostenuta da Stati Uniti e Israele, oppure da gruppi sostenuti dalle Nazioni Unite, come ha chiesto Hamas. Secondo Channel 12 il ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smotrich e quello della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir hanno votato contro la misura, sostenendo che avrebbe ostacolato gli sforzi per trasferire la popolazione palestinese di Gaza nel sud della Striscia. Hezbollah ha annunciato che non si arrenderà a Israele, né deporrà le armi sotto minaccia. Lo ha dichiarato il leader di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, dicendo che il gruppo è pronto a ''qualsiasi scontro per difendere il Libano''. Qassem ha aggiunto che Hezbollah ''non accetterà alcuna normalizzazione con Israele''. ''Le minacce non ci faranno arrendere e non ci faranno deporre le armi. Siamo sorpresi dalla richiesta di consegnare i missili, che sono il fondamento delle nostre capacità di difesa'', ha proseguito. "Non importa se il mondo intero si unisce contro di noi, le braci della resistenza ardono e noi faremo in modo che continuino a bruciare", ha aggiunto il successore di Hassan Nasrallah in un discorso televisivo durante la commemorazione religiosa sciita dell'Ashura. In merito all'accordo con Israele per la fine della guerra in Libano, Qassem ha affermato che "la firma dell'accordo di cessate il fuoco aveva lo scopo di fermare l'aggressione israeliana, ma ciò che è accaduto è stato l'opposto, e tutto questo con il sostegno americano".
(Adnkronos) - “Il 30 giugno la Regione Emilia-Romagna ha varato l’ordinanza che determina lo stop all’attività lavorativa in esterno nelle ore calde. Mentre la normativa entrava in vigore, Ait El Hajjam Brahim, quarantasettenne titolare dell’impresa 'Veneto pavimenti Sas' di Treviso si accasciava al suolo stendendo il calcestruzzo nel parcheggio di una scuola in provincia di Bologna lasciando orfani 3 figli e vedova la moglie. Il Veneto ha emanato il decreto che mira a tutelare la salute dei lavoratori che svolgono attività all’aperto nella giornata di ieri. Sempre in Veneto e sempre ieri, precisamente a Tezze sul Brenta (Vicenza), intorno alle ore 15.00 due operai sono stati colti da malore mentre lavoravano dentro una buca. Uno dei due è in coma all’Ospedale di Bassano del Grappa. Ad oggi sono 13 le Regioni italiane che hanno consentito l’entrata in vigore delle norme anti-calore: Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana, Abruzzo, Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. Le vittime citate sono solo le ultime in ordine cronologico ma invito tutti a riflettere su quanti, in questo momento, continuino a lavorare nei campi del nostro Paese sottotraccia, nella voragine silenziosa del sommerso". Lo dice all'Adnkronos/Labitalia il presidente nazionale Anmil, Antonio Di Bella, commentando l'entrata in vigore delle norme anti calore "Morire sul lavoro - sottolinea - è un dramma che mai troverà giustificazione. Una notizia, un moto di denuncia che, con cadenza giornaliera, anima l’indignazione e la protesta di quanti, come Anmil, lottano ogni giorno per porre fine alla strage. Invito ancora tutti a riflettere sul fatto che dietro le vittime accertate dalla cronaca, oltre al silenzio destinato al mondo del sommerso, esiste ancora un altro tipo di silenzio: quello relativo a quanti, a causa dell’esposizione ad agenti altamente nocivi – quali le temperature altissime che sentiamo sulla nostra pelle in questi giorni – contraggono malattie professionali tra le più lesive". "Come Associazione - avverte - che da oltre 80 anni tutela le vittime degli incidenti sul lavoro e i loro superstiti, non smetteremo mai di ribadire quanto le normative anti-caldo dovrebbero diventare un automatismo all’arrivo della stagione estiva, scrivendo – una volta per tutte – un piano strutturale". "Com’è possibile si chiede il presidente Di Bella - che lo scorso 27 giugno, solo per citare un esempio, non fosse in vigore alcuna normativa in una Regione come la Sardegna che, in alcune zone, ha raggiunto picchi di 41°? Sono settimane che il termine 'bollino rosso' è tornato a troneggiare in quotidiani e telegiornali". "E ancora - aggiunge - la fascia oraria di stop lavorativo più largamente diffusa, quella tra le ore 12.30 e le ore 16.00, si ritiene realmente efficace? Crediamo, invece, che una norma che consenta il ricorso agli ammortizzatori sociali per i dipendenti delle realtà che operano in esterno nel periodo estivo rappresenti un atto doveroso per favoreggiare la rapidità dell’attuazione di questi meccanismi di prevenzione e di tutela della salute dei lavoratori sostenendo il lavoro delle aziende". "In serata - ricorda - il ministro Calderone ha convocato le parti sociali per la sottoscrizione di un 'protocollo caldo' contenente misure di attenzione per i lavoratori esposti ad alte temperature. Un atto necessario e doveroso ma che arriva con un ritardo che uccide".
(Adnkronos) - “Gli italiani hanno una percezione distorta della filiera degli oli minerali usati: pensano che siano in parte bruciati, in parte smaltiti impropriamente o raccolti in modo spontaneo dalle officine, ma la realtà è un’altra. L’Italia è un’eccellenza in Europa: raccoglie e rigenera la quasi totalità (98%) dell’olio usato mentre la media dell’Unione si ferma intorno al 60%. Al centro di questo sistema c’è il modello consortile del Conou, che organizza in modo efficiente tutta la filiera. È un peccato che i cittadini non conoscano questi risultati: la consapevolezza dell’efficacia dell’economia circolare italiana può rafforzarne il successo, anche grazie al ruolo attivo dei cittadini”. Queste le parole di Riccardo Piunti, presidente Conou, in occasione dell’Ecoforum 2025, organizzato a Roma da Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club.