INFORMAZIONICristina Baraviera |
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(Adnkronos) - Mario Adinolfi, ricoverato ieri d'urgenza dopo il suo rientro dall'Isola dei famosi, è già tornato a casa. Tanto spavento dunque, ma nulla di grave per il giornalista e politico come ha raccontato lui stesso all'Adnkronos: "Mi hanno rimesso in piedi", afferma in un'intervista, dove spiega cosa è successo. "Ieri pomeriggio ho iniziato ad avvertire dei dolori che si sono poi molto intensificati e allora sono andato nell'ospedale dove è nata la mia ultima figlia, che è il Santo Spirito in Sassia. Lì hanno visto che la situazione era un pochino fastidiosa, il mio corpo aveva assunto una serie di novità dalla mia performance in Honduras. Non mangiavo quasi niente e ho perso moltissimo grasso che è stato poi processato da fegato e reni in maniera sempre più faticosa". A complicare la situazione il suo viaggio transoceanico: "E' stato interminabile, poi la calura romana mi ha accolto con temperature inaspettate e umidità clamorosa. In più, il mio corpo non era più abituato a mangiare, quindi alla prima colazione con cappuccino e cornetto evidentemente qualcosa deve essere saltato per aria e hanno trovato dei valori molto sballati". Adinolfi racconta di aver avuto "una notte molto paurosa perché i dolori erano atroci. Il corpo evidentemente ha deciso di darmi un segnale definitivo che lo stress aveva raggiunto un punto di non ritorno". "Devo dire grazie ai medici, agli infermieri del Santo Spirito che per tutta la notte mi hanno curato con cinque flebo, rimettendomi in piedi. Poi questa mattina mia moglie e mia figlia sono venute a prendermi". "Ora sono a casa a letto. Adesso bisogna frenare un attimo perché sono stati mesi e complicati. Ora bisogna respirare un po' e riposare", conclude .
(Adnkronos) - “In un contesto in cui il fattore tecnologico e l'innovazione sono ormai alla base di tutte le attività umane, è fondamentale che gli ingegneri cambino pelle. Non devono essere solo tecnici e progettisti, ma degli elementi di indirizzo per società, istituzioni ed enti. Noi come Ordine abbiamo la responsabilità di aiutare i nostri iscritti in questo senso, favorendo le competenze e il loro inserimento nei momenti istituzionali. E' fondamentale che l'Ordine utilizzi le proprie risorse proprio per sviluppare questo nuovo modo di concepire l'essere ingegnere”. Così Carmelo Iannicelli, consigliere tesoriere dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Milano, all’assemblea ordinaria degli iscritti 2025, tenutasi presso la sede dell’Ordine di Palazzo Montedoria a Milano, un’occasione d’incontro e dibattito sul presente ed il futuro della professione. Nel corso della giornata, sono stati condivisi il bilancio consuntivo dell’esercizio 2024 ed il conto economico preventivo 2025. Tra i temi al centro dell’incontro la formazione, il dialogo con le istituzioni, la condivisione e la collegialità. “Quando si parla di bilancio - prosegue Iannicelli - si pensa sempre a qualcosa di tecnico, però, dietro i numeri ci sono indirizzi politici e scelte future. È fondamentale che agli iscritti venga ben spiegato quelle che sono state le attività che abbiamo svolto e quali sono stati gli indirizzi cercando di orientarci con questi numeri”. Infine, Iannicelli sottolinea i punti di svolta: “Le ingegnerie tradizionali ormai stanno cambiando modo di essere. Ci sono novità, come l’intelligenza artificiale, che impongono di cambiare il passo di marcia degli ingegneri e cercheremo di fare questo proprio grazie al bilancio, anche coinvolgendo le istituzioni in questo percorso”.
(Adnkronos) - “Nell’accingermi a partecipare a Ecoforum per raccontare della nostra filiera circolare per “l’industria pulita” ho avuto l’opportunità, grazie all’indagine IPSOS, di raccogliere le percezioni dei cittadini, poco ottimistiche rispetto alle performance dell’Italia circolare. Lo sottolinea Riccardo Piunti, presidente del Conou ricordando come "gli Italiani, ad esempio, ritengono mediamente che circa il 50% dell’olio minerale usato sia destinato a combustione, molti pensano che la raccolta del rifiuto sia un compito del meccanico vicino di casa, che il processo complessivo sia affidato a singole aziende specializzate senza un coordinamento; addirittura, un 6% pensa che l’olio usato finisca in fogna". Piunti aggiunge che "credono tuttavia che, quando si rigenera, l’olio sia mediamente di buona qualità dando credito alla tecnologia e non all’organizzazione. Vorrei, al contrario, che fossero informati e fieri dei risultati del nostro Paese, consci del ruolo del modello consortile che porta a raccogliere l’olio a titolo gratuito e rigenerare tutto". "La coscienza dei buoni risultati - conclude - aiuterà il conseguimento di ulteriori traguardi che potranno essere raggiunti, nelle filiere più diverse, solo con il contributo informato di tutti".