(Adnkronos) - Brutta avventura oggi pomeriggio per l'assessore all'Industria della regione Sardegna Emanuele Cani che, mentre si trovava nel ministero delle Imprese e del Made in Italy, è scivolato finendo per rompere la parte inferiore destra della vetrata 'La carta del Lavoro', realizzata da Mario Sironi e finita nel 1932. A confermarlo all'Adnkronos lo stesso Cani: "Sono scivolato sulla scala, sono caduto e sono andato a finire contro una parte della vetrata, che è andata in frantumi a seguito dell'urto". L'assessore si è detto addolorato per l'episodio: "Sto bene, ho solo qualche contusione, ma nulla di grave. Sono molto dispiaciuto per il danno". L'infortunio si è verificato intorno alle 15 di oggi all'interno del palazzo Piacentini Vaccaro, sede del Mimit. L'assessore Cani è stato medicato sul posto dal personale del 118 per le lievi ferite che si è procurato nell'urto che ha causato la rottura della vetrata di Sironi. Nato a Sassari nel 1885, Mario Sironi è stato anche scultore, architetto, illustratore, scenografo e grafico. Negli anni Trenta ha teorizzato e praticato il ritorno alla pittura murale. Tra le sue opere più illustri c'è anche 'L'Italia tra le Arti e le Scienze', realizzata nel 1935 sui 100 mq di parete di fondo dell’Aula Magna del Rettorato dell'università La Sapienza di Roma. "Sono molto dispiaciuto per l'accaduto e, augurando pronta guarigione all'assessore Cani, spero si intervenga al più presto per il restauro di una delle opere più significative dell'arte monumentale di Sironi" dice all'Adnkronos Giorgio Enea Sironi, nipote di Mario, che da anni si occupa della sua figura attraverso l'archivio Mario Sironi, a commento della notizia dell'incidente. Dopo un meticoloso intervento di restauro, la monumentale vetrata 'La Carta del Lavoro' di Mario Sironi (Sassari, 1885 - Milano, 1961) nel 2014 è tornata a mostrare tutta la sua forza espressiva nello scalone d'onore dl Palazzo Piacentini a Roma, realizzato tra il 1928 e il 1932 dagli architetti Marcello Piacentini e Giuseppe Vaccaro come sede del ministero delle Corporazioni. Nel Dopoguerra è divenuto sede del ministero dell'Industria, del commercio e dell'artigianato, dal 1999 del ministero delle Attività produttive, dal 2006 del ministero dello Sviluppo economico e dal 2022 del ministero delle Imprese e Made in Italy. Realizzata nel 1932 su commissione del ministro delle Corporazioni, Giuseppe Bottai, per celebrare la riforma del lavoro del governo fascista del 1927, l'opera monumentale di Sironi copre circa 75 metri quadri e rappresenta arti e mestieri con figure possenti e simboli industriali, dagli stormi di aerei alle ciminiere, esaltando la fatica e il valore del lavoro. Il restauro del 2014, finanziato da Acea in occasione della grande mostra monografica, dedicata a Sironi al Complesso del Vittoriano, ha riportato alla luce le cromie originali della vetrata e consolidato le superfici danneggiate attraverso tecniche avanzate come spugnature, infiltrazioni di araldite e protezione con silicati. In occasione della retrospettiva i visitatori ebbero modo di ammirare non solo l'opera restaurata, ma anche i cartoni preparatori e la corrispondenza tra Sironi e Bottai, che documentano il processo creativo e i tempi serrati della commissione ministeriale. 'La Carta del Lavoro' rappresenta una delle più alte espressioni della stagione monumentale di Sironi - fra gli iniziatori del movimento artistico del Novecento - con un linguaggio visivo potente che unisce il rigore delle forme statuarie alla celebrazione della modernità industriale caro al canone apologetico fascista. (Scheda di Paolo Martini)
(Adnkronos) - "La scelta di partire da Ancona è un riconoscimento all’impegno delle istituzioni marchigiane nella diffusione della cultura della sicurezza e della prevenzione". E' quanto ha dichiarato Piero Iacono, direttore regionale Inail Marche, in occasione della prima tappa del progetto nazionale Si.in.pre.sa.. L’iniziativa, ha spiegato, "non è solo un’esibizione: all’interno dell’unità mobile si svolgono attività concrete, con servizi alle imprese e agli assistiti, oltre a momenti di formazione rivolti a studenti, lavoratori e rappresentanti aziendali". Nelle Marche, ha ricordato Iacono, "nei primi nove mesi del 2025 si sono registrati 19 infortuni mortali, in crescita del 60% rispetto allo scorso anno, e oltre 12.000 denunce di infortunio. Sono dati che ci impongono di non abbassare mai la guardia", conclude.
(Adnkronos) - Oltre 9.700 eventi meteorologici estremi tra il 1995 e il 2024, con più di 830mila vittime e oltre 4.500 miliardi di dollari di danni diretti. E' quanto registra l'Indice di rischio climatico (Climate Risk Index, Cri) 2026, che l'organizzazione per l'ambiente e lo sviluppo Germanwatch ha presentato oggi alla Cop30 di Belém. Il paese più colpito è la Dominica. L'Italia è nella 'top 30' e occupa la 16esima posizione. Secondo l'analisi, circa il 40% di tutte le persone nel mondo, oltre tre miliardi, vive attualmente negli undici Paesi che negli ultimi 30 anni sono stati più duramente colpiti da eventi climatici estremi come ondate di calore, tempeste e inondazioni. Tra questi Paesi figurano l'India (9° posto) e la Cina (11°), e altri come la Libia (4°), Haiti (5°) e le Filippine (7°). Allo stesso tempo, i Paesi dell'Ue e le nazioni industrializzate come la Francia (12° posto), l'Italia (16°) o gli Stati Uniti (18°) sono tra i 30 Paesi più colpiti da fenomeni meteorologici estremi. "Le ondate di calore e le tempeste rappresentano la più grande minaccia per la vita umana quando si tratta di eventi meteorologici estremi - afferma Laura Schäfer, una delle autrici del Cri - Le tempeste hanno anche causato i danni monetari di gran lunga maggiori, mentre le inondazioni sono state responsabili del maggior numero di persone colpite da eventi meteorologici estremi". Alcuni Paesi che si sono classificati molto in alto nell'indice hanno sofferto principalmente di singoli eventi meteorologici ma estremamente devastanti, mentre altri sono stati colpiti ripetutamente da condizioni climatiche estreme. "Paesi come Haiti, le Filippine e l'India, tutti tra i dieci Paesi più colpiti, devono affrontare sfide particolari. Sono colpiti da inondazioni, ondate di calore o tempeste con una tale regolarità che intere regioni riescono a malapena a riprendersi dagli impatti fino all'evento successivo", spiega Vera Künzel, coautrice dell'indice. In cima all'indice per il periodo 1995-2024 c'è la Dominica, una piccolissima nazione insulare caraibica che è stata colpita più volte da uragani devastanti. Nel 2017, il solo uragano Maria ha causato danni per 1,8 miliardi di dollari, quasi tre volte il prodotto interno lordo (Pil) del Paese. È stato il più distruttivo dei sette cicloni tropicali degli ultimi 30 anni. Un altro esempio è il Myanmar, al secondo posto. Nel 2008, il ciclone Nargis ha ucciso quasi 140mila persone e ha causato danni per 5,8 miliardi di dollari. Le forti piogge e le conseguenti inondazioni hanno avuto gli effetti più devastanti. L'indice mostra che i Paesi del Sud globale sono particolarmente vulnerabili e hanno bisogno del sostegno dei Paesi ricchi. Tuttavia, anche queste nazioni sono sempre più colpite dagli impatti della crisi climatica. "I risultati del Cri 2026 dimostrano chiaramente che la Cop30 deve trovare modi efficaci per colmare il divario di ambizione globale. Le emissioni globali devono essere ridotte immediatamente, altrimenti si rischia un aumento del numero di morti e un disastro economico in tutto il mondo. Allo stesso tempo, gli sforzi di adattamento devono essere accelerati. È necessario implementare soluzioni efficaci per le perdite e i danni e fornire finanziamenti adeguati per il clima", spiega David Eckstein, co-autore Cri. Il Climate Risk Index ha condotto anche una valutazione dell'anno passato. L'arcipelago caraibico di St. Vincent e Grenadine e Grenada, devastati da un uragano di categoria 5 nell'estate del 2024, si posizionano al primo e al secondo posto di questa classifica. Il Ciad segue al terzo posto, colpito da devastanti inondazioni durate mesi.