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(Adnkronos) - Produrre più armi, a costi più bassi e più velocemente. Il segretario generale della Nato Mark Rutte, il suo esordio a livello operativo, presenta in conferenza stampa a Bruxelles la ministeriale Difesa di domani e dopodomani. Nel campo dell'industria della difesa nella Nato, ha spiegato Rutte, "negli ultimi due anni abbiamo fatto progressi significativi nella produzione di munizioni, navi, veicoli da combattimento e motori, ma non produciamo abbastanza e i costi restano troppo alti. Dobbiamo produrre di più e a costi più bassi, rapidamente". Gli alleati della Nato "hanno deciso che il percorso dell'Ucraina verso la Nato è irreversibile. Molti alleati hanno siglato trattati di sicurezza bilaterali con Kiev. Credo che tutto questo lavoro costituisca un ponte verso l'Alleanza. L'Ucraina entrerà nella Nato al momento giusto", ha detto ancora Rutte, aggiungendo: "E' mia ferma convinzione che l'Ucraina un giorno sarà un membro della Nato". Per Rutte tuttavia "non è possibile delineare ora" con precisione quando Kiev si unirà all'Alleanza. Il piano del presidente ucraino Volodymyr Zelensky per arrivare alla fine della guerra con la Russia "ha molti aspetti: dobbiamo vedere che cosa si può fare e cosa no", dice ancora il segretario generale. "Vogliamo impedire a Vladimir Putin di fare ciò che vuole" in Ucraina. "E' inaccettabile: non si può invadere un altro Paese, nel mondo del 2022, 2023 e 2024. Abbiamo superato il colonialismo: abbiamo decolonizzato gran parte del mondo e non ricolonizzeremo un altro Paese", aveva detto stamani il segretario generale della Nato, incontrando a Bruxelles la prima ministra della Lettonia Evika Silina. "Putin - aveva sottolineato Rutte - non riuscirà a fare quello che vuole in Ucraina: questo significa che sosterremo massicciamente Kiev, con aiuti militari, per fare in modo che siano in grado di contrattaccare. Al momento vediamo che sul fronte orientale i russi stanno realizzando piccoli avanzamenti, ma un costo considerevole".
(Adnkronos) - La disabilità è al centro delle attività della Fondazione in memoria di Giovan Battista Baroni, che da oltre 50 anni si impegna direttamente con proprie risorse per sostenere progetti di assistenza e ricerca nel campo della salute e del sociale. Per il 2024 la Fondazione Baroni ha previsto uno stanziamento di quasi mezzo milione di euro, di cui 350 mila euro tramite bandi pubblici, destinati a progetti per l’assistenza e la solidarietà sociale di persone affette da disabilità motoria e neuromotoria, 50 mila euro per progetti speciali, oltre ai fondi per iniziative dirette di sostegno. Quest’anno la Fondazione ha stabilito di sostenere progetti dedicati a sport inclusivi, assistenza e solidarietà, ricerca scientifica. "È con particolare orgoglio - dichiara Giuseppe Signoriello, presidente della Fondazione Baroni - che apriamo i bandi 2024 della Fondazione nei giorni in cui si organizza in Italia il G7 sulla Disabilità, previsto il prossimo 14-16 ottobre ad Assisi. Siamo convinti che l’inclusione sia al centro di ogni società civile; una società capace di riconoscere il valore di ogni persona è una società non solo più solidale, ma più ricca, viva e forte". Per i bandi 2024 possono presentare richiesta di contributo le Onlus, Organizzazioni senza fini di lucro ed Enti del Terzo Settore, operanti prevalentemente nel centro Italia. La Fondazione Baroni selezionerà i progetti più meritevoli, sostenendoli con contributi congrui per la realizzazione delle attività previste. Dal 2019 sono tre le aree tematiche di interesse dei bandi: la prima è quella degli 'sport inclusivi', per sostenere le attività motorie e sportive. Fra gli Amici della Fondazione, infatti, anche Edoardo Giordan - campione paralimpico Parigi 2024 nella scherma, Luca Pancalli, attuale presidente del Cio, Comitato Paralimpico Italiano e Giovanni Malagò, presidente del Coni. Altro tema di interesse è 'assistenza e solidarietà', per promuovere e sostenere progetti di associazioni, enti, onlus che aiutano chi ha difficoltà a inserirsi nel mondo del lavoro o nell’affrontare le difficoltà quotidiane fornendo assistenza adeguata in casi di particolari gravità. Infine, non meno importante, il tema della 'ricerca scientifica', con 150 mila euro destinati al progresso scientifico: progetti di ricerca di organizzazioni che operano su tutto il territorio nazionale per promuovere attività di ricerca sulle malattie debilitanti o rare e sulle disabilità dal punto di vista medico e tecnologico. La ricerca scientifica riveste un ruolo cruciale nella sfida agli ostacoli delle persone con disabilità. Lo scorso anno, tra gli altri, è stato finanziato l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, con un importo 35 mila euro, per il progetto 'OPBG Sport per tutti' in cui un team di ricercatori studia come l'attività fisica adattata (AFA) può migliorare la vita dei bambini con disabilità neuromotoria. Così come è stato finanziato 'Aieop - associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica', con un importo di 35 mila euro, per un progetto volto a migliorare la diagnosi e il trattamento di patologie rare, creando una piattaforma digitale per la centralizzazione e l'analisi dei dati. È il 22esimo anno consecutivo che la Fondazione Baroni finanzia progetti per la disabilità a diretto sostegno delle associazioni, della ricerca, delle famiglie coinvolte. Un totale di undici associazioni e organizzazioni hanno ricevuto contributi diretti nel 2023. Per partecipare si dovrà compilare il modulo nella sezione “Bandi 2024” sul sito www.fondazionebaroni.it allegando la documentazione richiesta. Le domande potranno essere presentate entro il 30 novembre 2024. La Fondazione Giovan Battista Baroni è stata costituita nel 1972. Sin dai primi anni ha sostenuto numerosi progetti ed iniziative di solidarietà a favore di enti, associazioni e persone affette da deficit e lesioni neurologici e motori. In cinquant'anni di attività la Fondazione Baroni ha destinato circa 7 milioni euro tra opere di bene e ricerca scientifica. La Fondazione promuove e sostiene iniziative e progetti volti a migliorare la qualità della vita delle persone svantaggiate per favorire il loro diritto ad una vita di inclusione piena e consapevole. La Fondazione Baroni è sostenuta da risorse proprie e dall’attività di ambasciatori per le attività e le iniziative, gli Amici della Fondazione fra i quali: Matilde Bernabei, Giornalista; Massimo Fabbricini, Presidente Circolo Canottieri Aniene; Vittoria Belvedere, Attrice; Edoardo Giordan, Atleta Paralimpico; Martino Iannone, Giornalista Ansa; Francesca Di Rocco, Autrice televisiva; Giancarlo Leone, Giornalista Rai; Giovanni Malagò, Presidente Coni; Massimo Martinelli, Giornalista; Greta Mauro, Giornalista TV; Federico Palmaroli (Osho), Autore satirico; Luca Pancalli, Presidente Comitato Italiano Paralimpico; Eugenia Roccella, Ministro per la famiglia; Orazio Schillaci, Ministro della Salute; Stefania Trapani, Giornalista Sky Tg24.
(Adnkronos) - Un'analisi unica nel suo genere di 1.500 supermercati alimentari rivela la morsa che gli imballaggi in plastica hanno sugli acquisti di cibo e bevande. La ricerca Material Change Index, commissionata da DS Smith e condotta da Retail Economics, ha identificato che quasi la metà (46%) degli articoli di cibo e bevande presenti nei supermercati italiani sono inutilmente confezionati in plastica che può essere rimossa o sostituita con alternative. Questa montagna di plastica ammonta a 27,3 miliardi di pezzi evitabili in un anno in tutta Italia. La maggior parte degli imballaggi proviene da: pane, riso e cereali (87%); carne e pesce (86%); bevande analcoliche (85%); e latticini (81%). Secondo i risultati della ricerca condotta tra produttori e distributori di beni alimentari, quasi tutti gli intervistati (98%) si sono attivati per ridurre gli imballaggi in plastica. Tre su cinque (60%) hanno due anni o meno per raggiungere i propri obiettivi, ma un quarto (25%) afferma di essere fuori strada per raggiungerli. Due su cinque (40%) hanno identificato il costo delle materie prime come il più grande ostacolo, seguito da vicino dalla paura che i consumatori non accettino i cambiamenti (39%). I produttori e i rivenditori di alimenti temono che i cambiamenti negli imballaggi li renderebbero non competitivi. Sette su dieci (72%) ritengono che gli acquirenti non vorrebbero pagare di più per un imballaggio sostenibile e quasi due terzi (65%) pensano che non vorrebbero sacrificare la praticità per ridurre la plastica. Il Material Change Index ha analizzato i materiali di imballaggio in 25 dei supermercati più popolari in sei paesi europei: Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna e Polonia. I risultati hanno mostrato che i tassi di imballaggio in plastica dell'Italia si aggirano intorno al 66%, classificandosi al terzo posto a pari merito con la Germania. Il Regno Unito è il Paese che fa più affidamento sugli imballaggi in plastica, con il 70% di tutti gli articoli alimentari e bevande sugli scaffali britannici che contengono plastica, davanti a Spagna (67%), Polonia (62%) e Francia (59%). La Francia è l'unico Paese in cui meno della metà (49%) dei generi alimentari utilizza la plastica come materiale di imballaggio principale. Ciò è dovuto in parte alla più ampia presenza di banchi freschi (ad esempio boulangerie e fromagerie) dove i prodotti vengono venduti non confezionati e di sezioni biologiche "bio" che offrono opzioni di acquisto alla rinfusa e di ricarica per articoli come cereali e granaglie. L’eccellente performance della Francia è stata anche guidata dal divieto graduale del paese sugli imballaggi in plastica per frutta e verdura fresca. Anche includendo le opzioni pre-preparate e lavorate (ad esempio frutta e verdura essiccate e lavorate), ciò ha portato al più basso utilizzo di plastica in questa categoria al 44% rispetto al 78% del Regno Unito. Si prevede che questo valore scenderà ulteriormente prima di un divieto assoluto che entrerà in vigore a metà del 2026 in Francia. Come sottolinea Paolo Marini, Managing Director di DS Smith Packaging Italia, "le aziende alimentari stanno compiendo passi avanti nella sostituzione degli imballaggi in plastica, ma per ottenere un cambiamento importante è necessario creare norme condivise a livello globale. L'Unione Europea ha già avviato questo percorso, ma la strada per la deplastificazione è ancora lunga. Per garantire una trasformazione sostenibile e competitiva è fondamentale un Trattato globale sulla plastica che unisca gli sforzi di tutti, con l'UE e gli Stati Uniti a guidare il cammino. Non tutta la plastica può essere sostituita subito, ma regolamentare per ridurne l'uso è la chiave per un futuro senza rifiuti inutili”. DS Smith stima che il 90% della plastica non necessaria in Italia possa essere sostituita o significativamente ridotta da alternative basate sulle fibre, e l'azienda continua a investire nella ricerca di nuove soluzioni. Ciò include il finanziamento di un centro globale di ricerca, sviluppo e innovazione, progettato per accelerare l'innovazione radicale nel packaging e gestire programmi pilota con alcune delle più grandi aziende FMCG.