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(Adnkronos) - E' laburista, ha preso il posto dell''amico' Rishi Sunak a Downing Street mandando a casa il conservatore con cui Giorgia Meloni aveva stretto un asse di ferro. Eppure è il primo ministro inglese Keir Starmer a servire alla premier italiana l'assist che non ti aspetti, perché regge su uno dei dossier più invisi alla sinistra italiana, ovvero il modello Albania e l'apertura dei due hotspot per migranti nati da un accordo stretto nel novembre scorso con Edi Rama. Chiuso in un cassetto il modello Ruanda di Sunak, per lo più a causa dei costi e dei dubbi sull'efficacia del suo potenziale dissuasivo, Starmer vola a Roma per capire come il governo di centrodestra abbia innescato "le riduzioni piuttosto drastiche" di flussi immigratori irregolari. "Voglio capire come è successo", afferma prima di incontrare la premier. A prova del suo interesse, Starmer - al fianco di Martin Hewitt, guida della task force voluta dal governo laburista per contrastare gli sbarchi illegali sulle coste del Regno Unito in un'iniziativa alternativa al piano Ruanda - visita in mattinata il Centro di coordinamento per l'immigrazione di Roma. E ripropone lo stesso 'registro' comunicativo battuto dalla presidente del Consiglio: "Credo da tempo che impedire alle persone di viaggiare sia uno dei modi migliori per affrontare” il problema. Dunque giunge a Villa Doria Pamphilj per il colloquio con Meloni, che si prolunga mezz'ora più del previsto. Colazione di lavoro e dichiarazioni congiunte alla stampa, durante le quali la premier rimarca la piena intesa con il nuovo inquilino di Downing Street, dal dossier migranti a quello ucraino, in giorni resi 'caldi' dal dibattito sull'uso di missili a lungo raggio contro il territorio russo. Con Starmer, spiega la presidente del Consiglio ai cronisti, "abbiamo parlato del protocollo Italia-Albania su cui il governo britannico ha molta attenzione, abbiamo offerto elementi per comprendere meglio questo meccanismo". Non solo. Con il leader laburista "siamo anche d'accordo suol fatto che non bisogna avere timore ad esplorare soluzioni nuove" per fronteggiare l’emergenza migranti, si dice convinta Meloni, sostenendo che, se il modello Albania funzionerà, "può diventare una chiave di volta per tutti". Per vedere i due hotspot di Shengjin e Gjader operativi, tuttavia, servirà ancora del tempo, "qualche settimana", profetizza Meloni, tornando a ribadire la necessità di fare le cose al meglio: "Abbiamo gli occhi del mondo puntati". A rallentare l'avvio dei due centri per migranti, spiegano fonti di governo, le forti grandinate che si sono abbattute nelle ultime settimane sul territorio albanese, e che avrebbero fermato la posa dell'asfalto a Gjader, dove già si registravano problemi di tenuta del terreno. Il timore, piuttosto diffuso, è che per avviare i due hotspot serva più tempo. "Si rischia di arrivare a novembre", ammette una fonte di governo interessata dal dossier all'Adnkronos, nonostante lo sforzo in atto per accelerare con un avvio quanto meno parziale, ovvero 400 posti da rendere operativi entro fine mese, seppur la strada al momento appaia in salita. I tempi lunghi rispetto alle premesse iniziali sembrano tuttavia non scoraggiare affatto Meloni, che difende a spada tratta il progetto. Negli hotspot che l'Italia si appresta ad avviare in Albania si applicherà la legge italiana, con personale di polizia e giudici italiani, e dunque "non c'è alcuna violazione dei diritti umani dei migranti", mette in chiaro con foga ribattendo alla domanda di una giornalista inglese che chiedeva conto a Starmer di possibili violazioni: "Non so a quale violazione di diritti umani lei si riferisca. In Albania si applica una giurisdizione italiana ed europea: o lei ritiene che sia una giurisdizione che violi i diritti dei migranti o questa accusa non trova fondamento". I migranti che saranno portati in Albania, rimarca, "avranno lo stesso trattamento che avrebbero a Lampedusa o in qualsiasi altro hotspot italiano, solo in una porzione di territorio che non si trova in Italia. Questo perché ci aiuta a decongestionare una situazione difficile, e perché pensiamo che garantendo la piena tutela e realizzazione della giurisdizione italiana ed europea, con nostre forze di polizia, nostri giudici, nostri modelli, non si possa sostenere che quello che fa l'Italia violi i diritti umani dei migranti". E dopo aver incassato i ringraziamenti di Starmer per "la sua leadership così forte soprattutto per quanto riguarda l'Ucraina", Meloni chiarisce che l'Italia non intende indietreggiare sul sostegno a Kiev, e che, su questo, la sua maggioranza è compatta. Una puntualizzazione resa necessaria dal dibattito - che vede protagonista proprio Londra - sull'uso di missili a lungo raggio in territorio russo. "Queste sono decisioni che prendono le singole nazioni - ha chiarito Meloni ai cronisti -, i singoli Paesi che forniscono questi armamenti anche tenendo in considerazione quelle che sono le loro legislazioni di riferimento, la loro Costituzione. In Italia, come voi sapete, questa autorizzazione oggi non è in discussione ma sono tutte decisioni che noi condividiamo ovviamente con i nostri alleati. Lo dico semplicemente per dire che non va letto, come invece mi è sembrato che in alcuni casi si facesse, come un indietreggiare rispetto al sostegno all'Ucraina". "Del resto - rimarca Meloni - quando il presidente Zelensky è venuto in Italia non più tardi di due settimane fa ha detto: non chiediamo all'Italia nulla di più di quello che sta già facendo. Chiaramente ognuno ha i propri riferimenti per prendere queste decisioni e noi abbiamo preso la nostra, ma penso che si veda e si continui a vedere come il sostegno italiano all'Ucraina sia un sostegno a 360 gradi che andrà avanti fin quando è necessario che ci sia". L'incontro a Villa Pamphilj si chiude con la sigla di una dichiarazione congiunta dei due leader che conferma l'ambizione di entrambi "a continuare a rafforzare e approfondire il partenariato strategico tra le due Nazioni in ogni ambito di comune interesse". E la promessa di rivedersi presto, molto presto. Del resto Meloni mostra con chiarezza la volontà di non voler perdere il rapporto privilegiato con Londra, al netto dell'addio di Sunak a Downing Street. "L'Italia - afferma la premier - vuole continuare in questo solido rapporto che ha costruito e che continua a implementare con il Regno Unito e vuole anche accompagnare il Regno Unito, sostenerlo, in questo lavoro molto importante che sta facendo per favorire una nuova e più stretta cooperazione con l'Unione Europea, nel rispetto chiaramente delle intese che disciplinano i rapporti del post Brexit".
(Adnkronos) - Con l’obiettivo di preservare la bellezza naturale delle nostre coste e promuovere la sostenibilità ambientale, oltre 400 dipendenti di Msd Italia - provenienti da tutte le regioni - e i volontari Retake si sono uniti come una grande squadra per ripristinare la pulizia della spiaggia di Coccia di Morto presso il comune di Fiumicino (Roma), raccogliendo quasi 2 tonnellate di rifiuti grazie a un Team Building di dimensioni senza precedenti. Molto impegnata nella Csr (Corporate social responsibility) per la quale eroga ogni anno oltre 3 miliardi di dollari, in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Sdgs), la multinazionale farmaceutica Msd, fondata più di 130 anni fa e presente in oltre 140 Paesi con più di 70 mila dipendenti - si legge in una nota - sia a livello globale, che come affiliata italiana, ha raggiunto risultati importanti in 4 aree di interesse - accesso alla salute, persone, sostenibilità ambientale, etica e valori, tutti evidenziati all’interno dell’Impact Report recentemente pubblicato. La responsabilità sociale parte da una grande attenzione nei confronti delle persone - pazienti, caregiver, dipendenti - e si traduce, allo stesso tempo, in impegno concreto nei confronti della comunità e dell’ambiente in cui l’azienda opera, che passa attraverso le diverse iniziative che sostiene e promuove da sempre. “L’attività di volontariato che ci ha visti coinvolti al fianco di Retake per ripulire le spiagge del litorale laziale - afferma Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata Msd Italia - non solo è in linea con il nostro impegno Esg, ma incarna i valori nei quali noi di Msd crediamo. Essa rappresenta un’importante occasione per apportare benefici tangibili all'ambiente che ci circonda e per promuovere una cultura di solidarietà e responsabilità sociale dentro e fuori la nostra azienda. Il nostro purpose di salvare e migliorare la vita delle persone è, per noi, infatti una missione che non si limita a scoprire, sviluppare e rendere disponibili farmaci e vaccini, ma è una continua fonte di ispirazione che ci spinge a non lasciare mai nessuno indietro e a rendere il mondo un posto migliore, più in salute sotto tutti i punti di vista, anche ambientale. Un ringraziamento speciale va al cuore grande di tutte le persone di Msd Italia che hanno partecipato e hanno reso questa giornata così significativa”. La collaborazione tra Msd Italia e Retake prosegue ormai da tempo con iniziative volte a riqualificare spazi e contesti di degrado presenti sul territorio romano e che ha visto, nel corso degli anni, la partecipazione di numerosi dipendenti e volontari uniti da uno stesso unico grande obiettivo: promuovere la bellezza, la vivibilità e la rigenerazione urbana, incoraggiando la diffusione del senso civico e la responsabilità di ogni cittadino nel contribuire alla crescita civile ed economica del nostro Paese. “La collaborazione con aziende come Msd Italia è fondamentale per sostenere le nostre attività e promuovere la consapevolezza ambientale - conclude Cristiano Tancredi, presidente Retake Roma - Solo con l’impegno congiunto di cittadini, associazioni e imprese possiamo affrontare efficacemente le sfide poste dai cambiamenti climatici e dall'inquinamento ambientale”.
(Adnkronos) - Si terrà a Napoli alla Città della Scienza tra il 24 e il 25 settembre l’evento “Energy Transition Days” organizzato da Sonepar Italia per fare il punto sulle novità e le opportunità offerte da un mercato in continua evoluzione come è quello della transizione energetica. Tre i macro-temi che l’azienda intende esplorare: “Quadri intelligenti e Industria 5.0”, analizzando le più recenti innovazioni tecnologiche che continuano a migliorare l’interazione uomo-macchina; “Smart City e Soluzioni per il terziario” tra gestione del traffico, internet delle cose ed efficientamento degli ambienti urbani; “Comunità energetiche e Agrivoltaico”, per cogliere tutte le opportunità offerte dal Pnrr ed approfondire le agevolazioni fiscali e di finanziamento esistenti utili a ottenere ritorni tangibili sugli investimenti fin da subito. Imprenditori, manager ed esperti di settore potranno visitare all’interno del complesso della Città della Scienza un’ampia agorà espositiva con trenta stand, all’esterno troveranno invece quattro truck di altrettante aziende che esporranno i loro prodotti e un vasto parco di mezzi commerciali elettrici per approfondire le novità più interessanti sul fronte dell’e-mobility. “Energy Transition Days non è una semplice fiera per quanto il nostro focus sia l’offerta di opportunità commerciali ai nostri ospiti” chiarisce Paola Ercolano, Responsabile Marketing & Customer Experience Business Area Centro-Sud e Isole Sonepar Italia, che aggiunge “All’interno dello spazio espositivo abbiamo organizzato convegni con tavole rotonde in cui discuteremo delle prospettive del mercato e potremmo scambiarci esperienze e suggestioni, ma anche momenti formativi con sei corsi tenuti da autorevoli esperti nei settori delle energie rinnovabili, della climatizzazione, della domotica, dei cavi e dell’illuminazione”. “Energy Transition Days sarà una vetrina delle ultime innovazioni tecnologiche nel campo dell'energia sostenibile e riunirà professionisti, ingegneri, periti industriali e rappresentanti leader nel settore energetico” così Salvatore Longobardi, Responsabile vendite Campania e Basilicata Sonepar Italia. “Un ambiente ideale per stabilire nuove collaborazioni e partnership strategiche, per incontrare i clienti di persona, facilitando la chiusura delle vendite”. L’evento è organizzato in partnership con Marevivo, associazione ambientalista impegnata nella difesa dei nostri mari, cui verranno devoluti tutti gli introiti derivati dall’acquisto da parte dei partecipanti di una “Transition Card”, oltre a un contributo ulteriore stanziato da Sonepar Italia.