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(Adnkronos) - Intuire l'andamento dei mercati finanziari nei prossimi mesi, nonostante l'incertezza generata dalle tensioni geopolitiche e dai dazi di Donald Trump, e individuare soluzioni di investimento che possano contribuire a cogliere le opportunità che ci sono. E' l'esercizio che gli analisti e le società di gestione del risparmio aggiornano continuamente. L'analisi degli ultimi report prodotti da Amundi, leader nel mercato europeo, restituisce uno scenario per i prossimi sei mesi: in estrema sintesi, ci sono le condizioni per investire andando oltre l'incertezza. Si parte da una premessa. L'approccio degli Stati Uniti al commercio e alle relazioni internazionali "segnala cambiamenti strutturali che persisteranno oltre l'attuale amministrazione". Ci si muove in un quadro in cui "l'imprevedibilità delle politiche crea un contesto sfavorevole per l'economia e i mercati". Nonostante questa indicazione di fondo, si intravedono anche "opportunità legate ai prezzi dei diversi asset". E, nonostante l'elevata incertezza e le deboli prospettive di crescita, "le principali economie e le imprese hanno finora dato prova di resilienza" e il quadro globale "rimane positivo per i mercati del credito". Vincent Mortier, Group CIO di Amundi, fa questa sintesi: “I mercati obbligazionari governativi sono scossi dalla minaccia di un aumento dei livelli di indebitamento e dai timori di un'inflazione in crescita, che mantengono alta la volatilità. Gli investitori richiederanno probabilmente premi di rischio più elevati per le obbligazioni a lungo termine, i cui rendimenti dovrebbero diventare più interessanti. La strategia vincente consisterà nel diversificare gli investimenti fuori dagli Stati Uniti e orientarsi verso le obbligazioni europee e dei mercati emergenti”. Monica Defend, Head of Amundi Investment Institute, aggiunge, più in dettaglio: “Nonostante l'imprevedibilità delle decisioni politiche, la resilienza delle imprese, il riorientamento delle catene di approvvigionamento e i previsti tagli dei tassi da parte delle banche centrali creeranno opportunità nei mercati azionari globali. Ci stiamo concentrando su temi come la spesa europea per la difesa, la deregolamentazione negli Stati Uniti, la riforma della governance aziendale in Giappone e l'iniziativa “Make in India”. Incertezza - L'elevata incertezza che circonda la politica e il percorso fiscale statunitense determinerà le prospettive economiche e dei mercati nei prossimi 12 mesi. Il rischio geopolitico, gli elevati livelli di indebitamento e il limitato margine di manovra in ambito fiscale aumentano le vulnerabilità. Divergenze - Le principali economie mostrano resilienza ma anche percorsi divergenti, con un rallentamento previsto per gli Stati Uniti, una crescita moderata per l'Europa e un ruolo di primo piano per l'India. Le differenze in termini di crescita, inflazione e tendenze fiscali determineranno divergenze, in particolare nelle politiche monetarie. Allocazione moderatamente orientata al rischio - Questo 'riassetto' dell'economia globale e dei mercati finanziari porterà a un proseguimento della rotazione azionaria verso l'Europa e i mercati emergenti. Allo stesso tempo, è probabile che diventino più ripide le curve dei rendimenti, con gli investitori che richiederanno premi di rischio più elevati per le obbligazioni a lungo termine, mentre quelle a breve termine beneficeranno di tassi di interesse più bassi. Resilienza e diversificazione – La posizione di Amundi è moderatamente propensa al rischio, con coperture rafforzate contro i rischi d'inflazione e di cambio. Concentrarsi su temi a lungo termine e avere un'esposizione selettiva agli asset reali e alternativi potrebbe consentire agli investitori di affrontare meglio le oscillazioni quotidiane e i cambiamenti delle correlazioni. L’impatto dei dazi e della politica fiscale sull’economia USA. Amundi prevede che nel 2025 la crescita del PIL reale negli Stati Uniti rallenterà, passando dal quasi 3% nel 2023-2024 all’1,6% nel 2025, soprattutto a causa dell’indebolimento della domanda privata. I prezzi saliranno per via dei dazi più alti, deprimendo il sentiment e la spesa dei consumatori, mentre il clima di forte incertezza peserà sugli investimenti. Le misure fiscali e la deregulation potrebbero avere un effetto positivo, ma il loro impatto sarà probabilmente circoscritto. Se i dazi finiranno con l’attestarsi attorno al 15% (questo è lo scenario di base), l’economia ne risentirà e l’inflazione risalirà, perlomeno temporaneamente. In questo contesto di rallentamento della crescita, la previsione è che nel secondo trimestre la Fed ridurrà tre volte i tassi di interesse. I maggiori rischi politici richiedono una maggior diversificazione. Attualmente ci troviamo in un contesto geopolitico conflittuale in cui l’amministrazione statunitense getta benzina sul fuoco introducendo dazi e riducendo il suo impegno per la sicurezza europea. Un simile scenario potrebbe avere l’effetto di rinsaldare l’Europa, spingendo i leader dei singoli Stati ad apprezzare i vantaggi delle contrattazioni collettive mentre sono alla ricerca di partner commerciali alternativi e in attesa di siglare nuovi accordi commerciali. Si prevede che i rapporti tra Stati Uniti e Cina possano peggiorare ancora, anche se i due Paesi cercheranno di evitare un’escalation. In questo contesto, proseguirà la ricerca di diversificazione, con una rotazione dagli attivi statunitensi verso altri asset, tra cui quelli europei. Asset allocation e coperture contro l’inflazione. Nonostante le previsioni di una crescita inferiore alla media, Amundi tende a escludere una recessione degli utili perché le aziende stanno dando prova di buona tenuta. Questo dato, unitamente ai tagli dei tassi attesi da parte della Fed, induce a puntare su un’asset allocation leggermente costruttiva, dotata di coperture contro l’inflazione. Vengono preferite le azioni globali mantenendo il focus sulle loro valutazioni e sulla loro capacità di dettare i prezzi nonché su materie prime, oro e coperture contro il rischio di crescita negativa e d’inflazione derivanti da un mondo dominato dall’incertezza geopolitica. Gli investimenti nelle infrastrutture possono offrire flussi di cassa stabili. La diversificazione valutaria sarà fondamentale in un contesto in cui stanno cambiando le correlazioni tra dollaro USA, azioni e obbligazioni. Favorito il credito europeo e le obbligazioni dei Paesi emergenti. In un contesto caratterizzato dall’incertezza relativa alle politiche commerciali, dall’aumento del debito pubblico e da una consistente offerta di obbligazioni, gli investitori richiederanno un premio più elevato per i Treasury statunitensi. Nei Paesi sviluppati, i rendimenti di lungo termine rimarranno sotto pressione. Il taglio dei tassi di interesse da parte delle banche centrali continuerà a supportare le obbligazioni a breve termine, favorendo una curva dei rendimenti più ripida. Gli investitori cercheranno di diversificare gli investimenti a livello globale, privilegiando l’Europa e il debito dei Paesi emergenti. Meglio puntare quindi sulle obbligazioni societarie di qualità, con una preferenza per le obbligazioni investment grade in euro (obbligazioni finanziarie e credito subordinato) Nell’azionario, l’impatto dei dazi guiderà la selezione settoriale. Nel secondo semestre le azioni potrebbero generare rendimenti ampiamente inferiori al 10%, ma le rotazioni proseguiranno. L’attrattività dell’Europa diventerà probabilmente un tema strutturale, con una possibile preferenza per le azioni a bassa e media capitalizzazione le cui valutazioni continuano a essere molto interessanti. A livello globale sarà fondamentale la selezione settoriale. Vanno privilegiati i settori domestici e orientati ai servizi per ridurre i rischi legati ai dazi, con un focus su temi come la deregulation statunitense, la difesa europea e le infrastrutture, nonché la riforma in corso della Borsa di Tokyo che sta creando un contesto più favorevole agli investimenti. L’India e i Paesi emergenti vincitori del riassetto mondiale. Nel secondo semestre saranno favorite le azioni dei Paesi emergenti, trainate dalla ripresa macroeconomica e dalla stabilizzazione dell’inflazione. Con il venir meno dell’eccezionalismo statunitense, l’India e i Paesi facenti parte dell’ASEAN appaiono i vincitori del riassesto della catena mondiale di fornitura. La strategia promozionale “Made in India” sta attirando società multinazionali soprattutto nel settore della difesa e in quello informatico. Questi Paesi, con un focus sui settori rivolti al mercato interno, non sono solo degli hub manifatturieri, ma centri di una crescita dinamica che beneficeranno dei cambiamenti strutturali e dell’ampliamento della base dei consumatori. Continuare a diversificare con attivi alternativi e reali. Visto l’aumento del capitale investito in questi segmenti, è necessario essere ancora più selettivi. In generale, un contesto geoeconomico complesso spingerà gli investitori ad aumentare la diversificazione attraverso gli asset privati, privilegiando gli investimenti domestici con una buona resilienza. Si prevede che il private debt e le infrastrutture rimarranno i segmenti più interessanti. Il private debt potrebbe beneficiare di un robusto direct lending e di una solida raccolta fondi, mentre le infrastrutture attireranno gli investitori alla ricerca di una protezione dall’inflazione.
(Adnkronos) - Nella giornata di oggi si è tenuto un incontro istituzionale tra Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Italia, appartenente al sistema di Federturismo Confindustria ed il suo direttore Antonio Barreca, e Base Balneare e il commissario europeo al Turismo, Apostolos Tzitzikostas. Durante il colloquio è stata consegnata una memoria illustrativa ufficiale contenente le istanze del comparto balneare italiano in merito alla corretta applicazione della Direttiva Bolkestein e lo stato del contenzioso italiano approdato alle Sezioni Unite sul tema della scarsità della risorsa naturale. Il documento, elaborato da Assobalneari Italia e Base balneare, evidenzia la necessità di un approccio più equilibrato e realistico parte delle istituzioni europee, che tenga conto delle peculiarità storiche, economiche e sociali del modello balneare italiano e della tutela dei diritti acquisiti dai concessionari che da decenni operano e investono nel settore. Durante l’incontro, il Presidente di Assobalneari e l'Avvocato Nicolò Maellaro per Base Balneare hanno formalmente richiesto un tavolo di confronto con le istituzioni europee competenti, con l’obiettivo di individuare soluzioni normative che garantiscano certezza giuridica, continuità imprenditoriale e salvaguardia dell’occupazione lungo le coste italiane. "Abbiamo ribadito con forza - hanno dichiarato Licordari e Maellaro - che non si può applicaE'È fondamentale che l’Europa ascolti la voce dei territori e comprenda che il sistema balneare italiano così come quello degli altri Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, rappresenta una risorsa strategica per l’economia del turismo nazionale, fatta di imprese familiari, lavoro, identità e presidio ambientale". Assobalneari Italia e Base Balneare auspicano che questo confronto possa essere il primo passo verso una nuova fase di dialogo e collaborazione con la nuova dirigenza politica dell’Unione Europea, affinché le future scelte in materia siano il frutto di una volontà politica consapevole e non delle scelte di oscuri tecnocrati che, con la loro influenza proveniente da loro ruolo di intoccabili, riescono ad indirizzare decisioni che sono più il frutto di pressioni di poteri forti a discapito dell’interesse comune, e che tengano conto della specificità e della sostenibilità del comparto balneare italiano e di quello degli altri Paesi che hanno le loro coste sul mar Mediterraneo, valorizzando coloro che nel corso degli anni hanno investito e creato occupazione inventando il modello di turismo balneare che oggi viene esportato come modello in altri Paesi del mondo.
(Adnkronos) - "La priorità è coniugare la sicurezza energetica con la resilienza ambientale e la competitività. La grande sfida che le utilities avranno nei prossimi 5-10 anni è quella di fare in modo che le reti elettriche, in particolare, possano resistere alle onde climatiche, quindi al riscaldamento globale, alla richiesta di maggiore energia, ad esempio da parte dei condizionatori e dei data center, e quindi rendere le reti più resilienti, più solide.” Così Luca Dal Fabbro, vicepresidente vicario Utilitalia, in occasione dell'Assemblea generale “Utilitalia 2035: Costruiamo insieme i prossimi 10 anni di futuro” organizzata a Roma in occasione del decennale della Federazione. “Oggi abbiamo reti italiane che vanno aggiornate alle nuove sfide. Occorre produrre energia in maniera più competitiva ed aumentare il peso delle rinnovabili. Il gas continuerà ad essere molto importante ma le rinnovabili devono crescere. Il motivo per cui la Spagna ha un prezzo più basso dell'Italia dell'energia è perché hanno molto eolico e solare. Noi abbiamo la fortuna di avere molto sole, abbiamo la possibilità di sviluppare ancora 60 gigawatt di solare e 20 gigawatt di eolico. Abbiamo 5-10 anni di grande sviluppo e investimenti su questo settore, su cui le utilities giocheranno una partita importante.”