ENTRA NEL NETWORK |
ENTRA NEL NETWORK |
(Adnkronos) - ''Il Fare (Football Against Racism in Europe) è come un osservatorio contro la discriminazione e non c'entra nulla con la comunità ebraica. Si tratta di un'organizzazione inglese di Londra, che ha una serie di compiti, tra cui vigilare sulle discriminazioni, l'omofobia e il razzismo, e ha una convenzione con la Uefa. Quindi i suoi componenti vanno ad assistere alle partite della Uefa per indicare e segnalare se ci sono comportamenti o gesti razzisti o discriminatori''. Lo dice all'Adnkronos il legale della Lazio Gianmichele Gentile il cui nome, nei giorni scorsi, è rimbalzato sul web e soprattutto sui social network. Il motivo? Secondo la Rete Gentile avrebbe sostenuto che il Fare fosse legato alla comunità ebraica. Un'affermazione che in pochissimo aveva scatenato polemiche e offese feroci nei confronti della comunità. Ma ora Gentile precisa il contrario: "Non sono stato io a dirlo, sono stato chiamato da un'emittente durante una trasmissione di tifosi laziali nella quale qualcuno aveva sostenuto questa tesi". ''Sono assolutamente severi perché la Lazio a livello di Uefa è un soggetto con tanti precedenti e quindi la tifoseria è particolarmente osservata - spiega ancora l'avvocato - Si vanno a mettere sotto la curva e fanno foto e filmati, predisponendo dei dossier che poi inviano alla Uefa che stabilisce poi la sanzione''.
(Adnkronos) - Si è svolta oggi presso la sede del Centro Svizzero a Milano la presentazione della nuova ricerca dal titolo 'Corporate reputation: tendenze emergenti e implicazioni strategiche', realizzata da Icch e Università Iulm. La ricerca esplora le tendenze emergenti sulla reputazione aziendale, fornendo importanti strumenti a manager, accademici e studenti. Il modo in cui si forma la reputazione aziendale, infatti, ha subìto profondi cambiamenti negli ultimi 10 anni, principalmente a causa della rapida evoluzione tecnologica, della crescente interconnessione globale e delle mutevoli aspettative della società nei confronti delle imprese. L’ascesa delle tecnologie digitali, la globalizzazione e una maggiore consapevolezza degli stakeholder hanno reso la gestione della reputazione più complessa e critica, garantendo un accesso senza precedenti alle informazioni e una capacità di condividere le proprie esperienze e opinioni in modo ampio e rapido. Maggiore trasparenza che implica però anche più vigilanza e reattività nella gestione della propria reputazione. Pierangelo Fabiano, Segretario generale di Icch, ha dichiarato: "Crediamo che riflettere sulla gestione della propria corporate e brand reputation, in un contesto sempre più interconnesso, attento ai temi sociali e di sostenibilità e in rapido mutamento come quello odierno, in cui l’avvento dell’Ai crea nuove opportunità ma pone anche sfide e interrogativi, sia fondamentale per il nostro network e siamo felici di ospitare questo dibattito". "Con la presentazione di oggi -prosegue Fabiano- festeggiamo anche i tre anni di attività di Icch. Solo qualche numero: in 3 anni abbiamo riunito più di 45 manager oggi membri del Comitato Scientifico, 7 docenti internazionali membri del Comitato accademico, prodotto 7 ricerche e 12 magazine tematici, che abbiamo presentato in eventi molto partecipati, punto di partenza per riflessioni sul futuro della comunicazione e del mondo corporate. Siamo entusiasti dei tanti progetti in cantiere per il 2025, tra cui il nono Premio Giovani Comunicatori Icch, il nostro nuovo podcast, il sito e il magazine bilingue. In lavorazione anche le nuove ricerche e i nuovi numeri della rivista. Così Icch sta diventando un osservatorio a tutto tondo, punto di riferimento per tanti stakeholder del mondo aziendale e accademico, anche a livello internazionale". Il dibattito introdotto da Fabio Bocchiola, presidente Swiss Chamber e Pierangelo Fabiano, Segretario generale di Icch, è proseguito con la presentazione della ricerca a cura della professoressa Stefania Romenti, coordinatrice del Comitato accademico di Icch e professore ordinario di comunicazione strategica e sostenibilità dell’Università Iulm che ha illustrato i risultati. "Negli ultimi 10 anni sono state pubblicate circa 1000 ricerche scientifiche l'anno sui processi sociali che sottendono la valutazione delle aziende e della loro reputazione. Stigma, status e prestigio organizzativi, legittimità e impatto sociale si intrecciano per formare un tessuto reputazionale complesso e dinamico", ha dichiarato la professoressa Stefania Romenti, presentando le analisi elaborate dal Centro di ricerca per la comunicazione strategica (CEcoms) dell’Università Iulm. A seguire, due tavoli di lavoro con la presenza di importanti manager della comunicazione. Protagonisti del primo, sul tema della crisi della reputazione e di come proteggere il brand, Cristina Camilli, direttore relazioni istituzionali, comunicazione e sostenibilità di Coca-Cola Italia e Albania, Erika Mandraffino, direttrice comunicazione esterna di Eni, Stefano Tassone, head of group communications di Mediobanca, e Fabio Ventoruzzo, corporate communications & sustainability director di Sisal. Al secondo invece, sull’attuale tema di come sviluppare una buona reputazione attraverso le nuove piattaforme digitali, hanno partecipato Alessandra Bianco, corporate communication director di Lavazza Group & Lavazza eventi sole director, Enrico Bocedi, global public affairs, communications & sustainability senior director di Campari Group, Luca Di Persio, managing director marketing, innovation and business services dell’agenzia Ice - Italian trade & investment agency e Alicia Lubrani, chief marketing officer di Axpo Italia e amministratore delegato di Pulsee Luce e Gas.
(Adnkronos) - "Oggi condividere i temi della Csr e della sostenibilità con un pubblico sempre più ampio, per noi, parte dalla scuola e dal campo". Così all'Adnkronos Gabriele Mongardi, Education and Csr Specialist di Image Line, in occasione del Salone della Csr e dell'innovazione sociale, a Milano. "Dalla scuola, perché attraverso il progetto 'Cap4AgroInnovation - AgriFood Edition' condividiamo con le nuove generazioni il valore della sostenibilità e l'impegno per la valorizzazione delle produzioni ortofrutticole che le misure della Politica Agricola Comune supportano - spiega - Lo facciamo attraverso momenti di formazione, workshop e master class. Dal campo, perché attraverso la community dell'agricoltura digitale di Image Line, che oggi conta di 300mila persone, mettiamo in comune conoscenze e soluzioni digitali per supportare percorsi di trasformazione ecologica dell'agricoltura. Un esempio di queste iniziative è il progetto Life VitiCaSe dedicato al Carbon Farming in viticoltura, di cui Image Line è capofila".