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(Adnkronos) - La vendetta è un piatto freddo. Un proverbio che, a guardare date e tempi, sembra aver inspirato Jonella Ligresti che, come annunciato ieri dall'Adnkronos, ha fatto causa ad Alberto Nagel e a Mediobanca chiedendo oltre 20 milioni di euro per il mancato rispetto del cosiddetto 'papello', il patto con i costosi desiderata per l'addio a Fonsai. L'atto di citazione è stato notificato alle due parti lo scorso 18 settembre, giorno in cui era in programma l'ultimo consiglio di amministrazione targato Nagel. Una coincidenza volutamente beffarda e che potrebbe aver reso l'addio doppiamente doloroso. Le strade di Jonella Ligresti e dell'ex amministratore delegato di Piazzetta Cuccia si incroceranno di nuovo, ora che la primogenita dell'Ingegnere ha deciso - sola in famiglia - di battere cassa sull'accordo scritto a mano il 17 maggio 2017 - siglato da Nagel e sottoscritto dal padre Salvatore Ligresti - poi custodito in una cassaforte dall'avvocata Cristina Rossello, allora segretaria del patto di sindacato di Mediobanca. La prossima volta l'incontro potrebbe avvenire davanti ai giudici della X sezione civile del Tribunale di Milano dove il 28 gennaio 2026 è stata fissata l'udienza di prima comparizione, quando le parti dovranno presenziare personalmente. Le tappe prima sono tutte 'private', cioè i documenti verranno inoltrati via pec al giudice del processo civile. Il 19 novembre 2025 è fissato il termine per la costituzione dei convenuti, quando gli avvocati di Mediobanca e Nagel devono presentare le proprie memorie rispetto alle pretese di Jonella Ligresti. La riforma Cartabia ha quindi introdotto tre memorie integrative con termini decrescenti: la prima scadenza è fissata per il 19 dicembre 2025, quindi l'8 gennaio 2026 e infine il 16 gennaio 2026. Ogni memoria ha una funzione specifica: la prima consente di rispondere alle difese iniziali, la seconda di replicare e indicare prove contrarie, e la terza per indicazioni probatorie. La causa dovrà stabilire se è lecita la pretesa, ma anche quantificarla in modo esatto: se nel 'papello' ci sono cifre precise, non mancano beni che dovranno essere singolarmente valutati. Un contenzioso dove Mediobanca e l'ex banchiere faranno valere le loro armi. 'L'arte della guerra' è uno dei libri preferiti di Alberto Nagel e potrebbe darne prova.
(Adnkronos) - Ribadire la centralità dei giovani professionisti nel tessuto economico italiano, promuovendo un modello di consulenza avanzata, interdisciplinare e orientata alla crescita delle imprese. Si è concluso a Cagliari il convegno nazionale 2025 dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec). Quasi mille professionisti hanno partecipato a un evento che per la prima volta in sessant’anni ha fatto tappa in Sardegna. “Il messaggio che vogliamo lanciare è di guardare oltre la figura classica del dottore commercialista affiancandola a molte altre specializzazioni”, afferma Francesco Cataldi, presidente Ungdcec, a margine della due giorni. “Per l’Unione è stato un evento straordinario, che ha acceso i riflettori sulla figura del dottore commercialista, sempre più strategica per le imprese e la pubblica amministrazione; e quando un professionista è strategico, diventa funzionale all’intero sistema Italia”, aggiunge. Sul fronte dell’evoluzione professionale, Cataldi sottolinea come l’innovazione stia cambiando la professione: “L’intelligenza artificiale accelera i processi, ci aiuta negli adempimenti ripetitivi e porterà a una forte selezione nel mondo dei professionisti. Resteranno sul mercato coloro che sapranno utilizzarla restando al centro della consulenza”. 'Oltre la maschera' è il titolo che ha guidato i lavori e ne riassume la visione: “Offre un’immagine visiva del messaggio che vogliamo trasmettere: bisogna andare oltre la maschera che la società ci ha messo addosso. Dietro quella maschera ci sono tanti commercialisti competenti e specializzati, che accompagnano le imprese nella crescita. E quando crescono le imprese, cresce l’intero sistema Paese”, conclude Cataldi. Per Jacopo Deidda Gagliardo, delegato Ungdcec per la Sardegna, il convegno “ci lascia la consapevolezza di quello che siamo oggi e che saremo domani. "'Togliere la maschera' è stato uno strumento comunicativo per dire ad alta voce qualcosa che sapevamo già: molti colleghi sono già andati oltre lo stereotipo, con specializzazioni diverse e competenze ibride. Dalle nostre ricerche emerge che l’attività 'classica' pesa per circa il 50 per cento: l’altra metà del tempo dei commercialisti si riempie con nuove aree come sostenibilità, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Questo sta erodendo l’etichetta tradizionale del nostro ruolo. Sta a noi continuare, anche sul piano della comunicazione, a valorizzare ciò che c’è dietro quella maschera”, spiega. Guardando all’azione di categoria, Deidda Gagliardo aggiunge: “C’è molto da fare: penso all’equo compenso, ma anche alla necessità di rendere più efficiente e meno ridondante la formazione richiesta dai diversi albi ed elenchi, che rappresentano il viatico giuridico delle specializzazioni. Serve un’armonizzazione efficace”.
(Adnkronos) - “Oggi è stato impressionante sentire dai più grandi esperti e scienziati che noi rischiamo di perdere il patrimonio culturale che abbiamo ereditato. Se non ci adattiamo al cambiamento climatico, e non adottiamo le misure necessarie, verranno travolte o cancellate non solo le memorie ma i luoghi viventi di ciò che siamo". Lo ha spiegato Francesco Rutelli, Presidente Soft Power Club durante l'evento 'Strategia di adattamento per un cambiamento climatico che non aspetta: ingegneria per i territori e per i patrimoni culturali' organizzato in collaborazione con il Soft Power Club e sostenuto da Proger, in corso alla Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia "La scienza, la tecnologia e la politica devono mettersi a lavoro perché dentro alla lotta contro i cambiamenti climatici travolgenti e per l’adattamento razionale ci sia subito un impegno importante per il patrimonio culturale”, ha aggiunto Rutelli.