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(Adnkronos) - "La scritta apparsa in Corso Europa a Genova, con l’inquietante messaggio 'Salvini come Kirk', è l’ennesimo atto d’odio politico che non può essere minimizzato o derubricato a semplice gesto vandalico". È quanto dichiarano i consiglieri comunali della Lega Paola Bordilli e Alessio Bevilacqua, intervenendo dopo la segnalazione di oggi, venerdì 3 ottobre, per quello che viene definito un "vile episodio che ha preso di mira il ministro Matteo Salvini". "Quando si arriva ad auspicare la morte di un avversario politico – aggiungono – non siamo più nel campo del confronto democratico, ma della barbarie. È tempo che il centrosinistra smetta di voltarsi dall’altra parte e prenda una posizione chiara e netta, dissociandosi senza mezze misure da chi diffonde odio e violenza". Bordilli e Bevilacqua sottolineano come "in situazioni così gravi il senso di unità non possa essere opzionale: è un dovere morale e politico. La democrazia si difende con le idee e con il rispetto, non con slogan intimidatori che nulla hanno a che vedere con il dibattito civile. Per questa scritta, come per quella apparsa nell'ex edicola di piazza Santa Fede contro la Polizia che recitava 'gli unici stranieri, gli sbirri nei quartieri', il Gruppo Lega in Consiglio comunale ha chiesto la cancellazione". Non si è fatta attendere la risposta di Salvini, affidata ai suoi canali social: "'Salvini come Kirk'. Genova, Corso Europa. Se il buongiorno si vede dal mattino… Non saranno minacce e violenza a fermare le nostre battaglie di libertà. Paura mai, avanti a testa alta!", ha scritto il ministro. La sindaca di Genova, Silvia Salis, "stigmatizza la scritta ingiuriosa contro Matteo Salvini, comparsa in corso Europa", come denunciato sui social dallo stesso ministro e vicepremier. "Genova vuole essere una città di pace - afferma la prima cittadina - questi messaggi violenti e minacciosi non ci appartengono e li condanniamo con fermezza. Piena solidarietà al ministro'". Così il Comune di Genova in una nota sulla scritta 'Salvini come Kirk' apparsa in corso Europa.
(Adnkronos) - Passaggio generazionale, operazioni societarie, digitalizzazione: sono tre momenti cruciali che segnano la trasformazione di un’impresa, quelli che ne ridefiniscono l'identità e aprono nuove sfide. Ed è proprio per sostenere i dirigenti delle pmi italiane impegnate in queste fasi evolutive che Fondirigenti, il fondo interprofessionale leader per la formazione continua del management promosso da Confindustria e Federmanager, ha lanciato l'Avviso 2/2025 con un finanziamento complessivo di 1,5 milioni di euro. "Ciascuno di questi passaggi rappresenta un punto di svolta che prefigura una vera e propria metamorfosi dell’impresa - che richiede consapevolezza, coraggio e capacità di adattamento", spiega il direttore generale Massimo Sabatini. "Questi cambiamenti non sono solo operativi, ma anche culturali e valoriali, incidendo profondamente sul dna dell'impresa e aprendo nuove sfide che devono essere sostenute con competenze manageriali e strumenti formativi adeguati", continua. Queste trasformazioni assumono un significato particolarmente rilevante per il tessuto imprenditoriale italiano, caratterizzato da una forte presenza di imprese familiari. I numeri parlano chiaro: oltre il 90% delle aziende italiane è a controllo familiare, e circa 35.000 di queste aziende affrontano ogni anno un passaggio generazionale ma solo il 30% delle imprese familiari supera la prima transizione. Si tratta di fenomeni imponenti anche dal punto di vista finanziario. Il trasferimento di ricchezza previsto nei prossimi quindici anni – è stimato infatti in circa 2000 miliardi di euro – che interesserà soprattutto il passaggio dai baby boomer ai loro eredi. Il passaggio generazionale non è però solo una questione di successione. Si tratta di tramandare visione, valori e competenze, spesso confrontandosi con resistenze legate all'identificazione dell'imprenditore con l'azienda. Per affrontare questa fase delicata, molte pmi scelgono di affiancare alla transizione familiare un’evoluzione organizzativa più ampia, evolvendo verso una gestione manageriale, aprendo il capitale a terzi o collaborando con altre realtà attraverso fusioni e acquisizioni. In questo scenario, la digitalizzazione può giocare un ruolo chiave, migliorando l'efficienza dei processi, abilitando nuovi modelli di business e facilitando la trasmissione del sapere aziendale tra generazioni. L'Avviso 2/2025 prova a rispondere a queste esigenze offrendo alle pmi aderenti o neo-aderenti a Fondirigenti un finanziamento fino a 12.500 euro per azienda, destinato a piani formativi che accompagnino l'impresa e i suoi dirigenti in uno dei tre ambiti chiave. Per il passaggio generazionale, si punta a rafforzare competenze di governance, gestione finanziaria, strategie di continuità e compliance. Per le operazioni societarie, il focus è su finanza aziendale, diritto societario, fiscalità e gestione delle risorse umane. Per la trasformazione digitale, i piani dovranno puntare sull'intelligenza artificiale, l'integrazione di sistemi gestionali, la sicurezza informatica e la condivisione del know-how, e sull’uso mirato di tali competenze per favorire le citate trasformazioni. "La capacità di affrontare e superare i momenti di discontinuità dipende in modo decisivo dalla presenza di manager preparati e capaci di porsi alla guida del cambiamento con le giuste competenze - sottolinea il presidente Marco Bodini, richiamando le evidenze delle ricerche condotte da Fondirigenti - siamo certi che le pmi sapranno cogliere la grande spinta che la formazione manageriale può garantire a tali processi di trasformazione”. I piani formativi potranno essere presentati attraverso l'area riservata sul sito del Fondo dalle ore 12:00 del 13 ottobre alle ore 12:00 del 13 novembre 2025. Sono escluse le grandi aziende e le pmi che hanno già ottenuto un finanziamento con il precedente avviso 1/2025. Il testo integrale dell'Avviso e le Linee guida sono disponibili sul sito fondirigenti.it, dove è possibile registrarsi anche al webinar nazionale in programma il 6 ottobre alle ore 15 per approfondire le caratteristiche dell'iniziativa
(Adnkronos) - “Non è più il tempo di attendere. È quello di agire 'Nisi caste, caute', dicevano i Latini. Se non puoi essere casto, almeno sii cauto. Così oggi per noi. Il clima è cambiato, incontestabilmente e dati alla mano. Trasformiamoci, con le strategie della nuova ingegneria e del monitoraggio predittivo”. Così Marco Lombardi, Ceo di Proger, prima società italiana indipendente di ingegneria, a margine dell’evento “Strategie Di Adattamento Per Un Cambiamento Climatico Che Non Aspetta: Ingegneria Per I Territori E Per Il Patrimonio Culturale” organizzato da Soft Power Club e sostenuto da Proger che si è svolto presso la 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia oggi all’Arsenale. Un vasto e profondo giro di orizzonte tra i protagonisti italiani: ingegneri, imprenditori, esperti di Itc e filosofi. Perché è proprio il connubio tra la scienza dei materiali e delle costruzioni, le innovazioni tecnologiche e l’intelligenza artificiale e il pensiero di quello che siamo che innerva e sostanzia la modernità e il futuro che vogliamo. È stato Francesco Rutelli, Presidente di Soft Power Club a ricordare che sono gli italiani gli inventori del concetto di Città, degli acquedotti (il primo fu di Appio Claudio il Cieco, nel IV secolo a.C.) e che la responsabilità che sul nostro paese grava è quella di tenere fede alla sua eredità culturale e scientifica. “A noi spetta comprendere come poter adattare città e imprese e, soprattutto, il patrimonio culturale ai cambiamenti climatici del pianeta.” Il Ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, in un articolato tele intervento ha sottolineato come la vera sfida che ci attende sia quella energetica, con un fabbisogno nazionale destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni e la gestione intelligente dell’eccesso di acque: piove troppo, ma non si conservano le acque e quando arriva la siccità non si sa da dove prenderla. Il tema della gestione idrica è stato il centro dell’intervento di Erasmo D’Angelis, presidente della Earth Water Agenda Foundation: “Senza controllo degli eccessi idrici e senza un ripensamento ed una manutenzione di acquedotti e dighe non c’è futuro”, mentre il tema delle città è stato il cuore del ragionamento sviluppato dalla presidente dei costruttori edili (Ance), Federica Brancaccio. “La rigenerazione urbana è modernità e chiediamo alle istituzioni regole nuove e fondi certi per affrontare la sfida che noi siamo pronti a sostenere, con le competenze e le responsabilità che gli imprenditori sanno di avere”. Ma è l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica a farla da padrona nella ingegneria predittiva: “Attendere che le catastrofi si verifichino per poi intervenire e rimediare è troppo costoso e inutile”, come ha detto Alberto Tripi, Presidente di Almaviva, il gruppo leader italiano della Ict “Oggi siamo spesso in grado di capire cosa accadrà prima che accada. Questo risparmi vite umane, patrimoni e ingenti quantità di denari”. In questa direzione che anche il Direttore scientifico del Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici, Giulio Boccaletti ha evidenziato come l’incontestabilità del cambiamento climatico e i nuovi fenomeni catastrofali siano affrontabili con la competenza e la ricerca scientifica. Ma è stata Paola Darò, ingegnere del Consorzio Proger Mens-Sacertis, a rafforzare con la forza dei numeri “che a noi ingegneri danno conforto”, la quantità impressionante di chilometri di reti ferroviarie e autostradali, di ponti e gallerie che vanno manutenuti. Soprattutto perché sono opere che in gran parte risalgono al dopoguerra e le infrastrutture, anche loro, hanno una vita utile. Un programma di manutenzioni efficace ed efficiente è in grado di allungarla e consentire di evitare tragedie e costi. “I tempi sono maturi per affrontare la sfida dell’adattamento. Parlarne solo qualche anno fa sarebbe stata una bestemmia. A noi interessa relativamente se il cambiamento climatico sia opera dell’antropizzazione selvaggia o se sia un ciclo naturale. A noi serve capire per intervenire e per adattare noi e le nostre vite, le nostre opere e la nostra salute a un clima che è cambiato. E mentre ci adattiamo, procedere ad attendere gli effetti delle immancabili azioni di mitigazione degli interventi dell’uomo sulla natura”, ha concluso Chicco Testa, già presidente di Enel e vicepresidente di Proger. “Idee, riflessione, dialogo, proposte e progetti: la Biennale 2025 si apre a qualcosa di più dell’arte e delle esposizioni. Una filosofia della natura e della tecnologia che ci aiuti nella difficoltà di vivere un mondo nuovo” ha concluso il presidente della Fondazione Biennale, Pietrangelo Buttafuoco.” E soprattutto, fedeli al vecchio adagio, meno avvocati, più ingegneri.”