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(Adnkronos) - "Sono trascorsi due anni dall’ignominia del massacro compiuto dai terroristi di Hamas contro migliaia di civili inermi e innocenti israeliani, donne e bambini compresi. Crimini indicibili che fanno del 7 ottobre una delle pagine più buie della storia". Così la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. "Oggi - aggiunge la premier - rinnoviamo la vicinanza ai famigliari delle vittime e torniamo a chiedere la liberazione degli ostaggi, che ancora oggi attendono di tornare a casa dopo due anni di prigionia, vessazioni, sofferenze. La violenza di Hamas ha scatenato una crisi senza precedenti in Medio Oriente. La reazione militare di Israele è andata oltre ogni principio di proporzionalità, e sta mietendo troppe vittime innocenti tra la popolazione civile di Gaza". "L’anniversario di oggi cade in un momento in cui si intravede la concreta possibilità di porre fine a questa guerra. Il Piano di pace presentato dal presidente Trump - che ha incontrato il convinto sostegno non soltanto delle Nazione europee, ma anche dei Paesi arabi e islamici - offre una opportunità che non deve andare sprecata, per giungere a una cessazione permanente delle ostilità, riportare a casa gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e avviare un processo verso un quadro di pace e di sicurezza in tutto il Medio Oriente", sottolinea la premier che conclude: "Abbiamo tutti il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità affinché questa preziosa e fragile occasione abbia successo. L’Italia non ha mai fatto mancare il suo contributo in questa direzione, e continuerà a fare la propria parte".
(Adnkronos) - I nostri porti rappresentano dei nodi infrastrutturali strategici per il Paese, basti pensare che di lì transita oltre il 50% del volume delle merci importate ed esportate dall’Italia. Al tempo stesso i porti in genere sono inseriti all’interno di importanti contesti urbani, il che rende determinante il dibattito finalizzato a rendere più efficienti i porti e le aree urbane in cui essi insistono, in una prospettiva di innovazione e rigenerazione degli spazi esistenti. Le misure previste dal Piano complementare al Pnrr sembrano muoversi peraltro nel rispetto della filosofia su cui sono state elaborate le ultime linee guida per la redazione dei Piani regolatori portuali. Tali linee guida, in particolare, hanno cercato di incentivare un dialogo più stretto, rispetto al passato, tra l’Autorità portuale e l’amministrazione comunale affermando due principi: il primo, per il quale il porto è un nodo logistico incardinato in una area vasta, capace di assolvere alle necessità non solo del sistema urbano in cui è collocato ma del tessuto produttivo di un territorio vasto; il secondo, che la pianificazione dell’area portuale non può essere avulsa dalle scelte urbanistiche della città in cui essa si trova. Questi temi sono stati al centro del convegno 'Città e porti: sviluppo, rigenerazione e innovazione' tenutosi a Trieste, organizzato dal Consiglio nazionale degli ingegneri, con la collaborazione di Assoporti, Consiglio superiore dei lavori pubblici e l’Ordine degli ingegneri della Provincia di Trieste. Un evento caratterizzato da una forte partecipazione considerando che, oltre alle circa 120 presenze nell’area congressi della Stazione Marittima di Trieste, erano più di 1100 gli ingegneri collegati in streaming. I lavori sono stati preceduti dai saluti istituzionali. Roberto Dipiazza, Sindaco di Trieste, ha sottolineato l’importanza dei progetti per l’area portuale della città. Un saluto è arrivato anche dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga che ha richiamato il momento di grande rilancio per la regione e che sviluppo, rigenerazione e innovazione sono parole che rappresentano stelle polari per ogni amministratore pubblico. A fare da padrone di casa è stato Giovanni Basilisco (presidente dell’Ordine degli ingegneri di Trieste), il cui Ordine nel 2026 ospiterà il Congresso nazionale degli ingegneri. Irene Sassetti, consigliera del Cni con delega a porti, ingegneria del mare e urbanistica, dopo aver ringraziato il gruppo di lavoro di ingegneria del mare del Cni, coordinato da Andrea Ferrante, si è espressa così: “Per Cni è fondamentale parlare di queste tematiche e confrontarsi con le istituzioni (comuni ed autorità di sistema portuali) e le università, professionisti del settore ed imprese che trattano questi argomenti. Questo è il secondo appuntamento che dedichiamo ai porti dopo quello del 7 maggio scorso che si è tenuto al Maxxi di Roma. Colgo l’occasione per ringraziare anche il Consiglio superiore dei lavori pubblici e Assoporti per la collaborazione alla realizzazione di questo evento”. “Abbiamo deciso - ha proseguito Sassetti - di introdurre il tema della rigenerazione urbana all’interno delle riflessioni sui progetti relativi ai porti perché il Cni è molto attento a questo argomento, come dimostra il contributo in termini di proposte ed emendamenti che stiamo dando, grazie anche al contributo del Censu, alla discussione sulla nuova legge sulla rigenerazione urbana. L’incontro di oggi fa parte di una serie di appuntamenti che stiamo dedicando ai porti e all’ingegneria del mare, ciascuno declinato attraverso un tema specifico. In questa occasione abbiamo scelto, appunto, la rigenerazione urbana nelle città portuali. La tavola rotonda vuole essere l’occasione per illustrare una serie di progetti significativi che coinvolgono le nostre città portuali”. La prima sessione dei lavori, dal titolo 'Pnrr e sviluppo dei porti' è stata coordinata e introdotta da Andrea Ferrante, presidente della sezione speciale Pnrr del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Nel corso della presentazione degli interventi, Ferrante ha sottolineato come Trieste faccia parte del lotto dei più importanti porti italiani e che è interessato da attività di recupero di vecchie aree e di sviluppo di nuovi moli da dedicare alle attività commerciali. Nell’illustrare l’attività della sezione speciale Pnrr da lui presieduta, ha riferito che sono stati esaminati progetti per oltre 27 miliardi di euro. Tra i 10 più grandi progetti, due sono relativi ai porti (potenziamento moli di Trieste e la diga Genova). Ha poi illustrato il contesto di riferimento, a partire dalle linee guida del 2021 del Pnrr, con la disciplina per la redazione in chiave di sostenibilità (sociale, economica e ambientale) del Pnr e del Pnc con i vari passaggi che portano al Pfte (Progetto di fattibilità tecnico-economica). Rodolfo Giampieri (Assoporti) nel corso del suo intervento si è espresso così: “Occorre trovare punti forti di contatto tra porti, città e la popolazione. Ci vuole visione per proporre cose nuove e coraggio per superare gli ostacoli, avendo come obiettivo comune lo sviluppo della comunità. Dobbiamo mettere in campo una strategia unica nazionale, nel rispetto delle realtà locali, per consentire al paese di fronteggiare, come sistema paese, la concorrenza internazionale”. Eric Marcone (direttore Direzione tecnica, ambiente, pianificazione e efficientamento energetico Adsp Mare Adriatico Orientale) ha illustrato gli interventi Pnrr sul 'Molo VIII' del Porto di Trieste. Adria gateway è un progetto strategico, una visione, dello sviluppo del porto di Trieste basata su diversi elementi: potenziamento delle infrastrutture del porto di Trieste; rigenerazione urbana dell’area dello stabilimento siderurgico; potenziamento delle infrastrutture di collegamenti; risanamento ambientale. Marco Vaccari (direttore staff programma straordinario Adsp Mar Ligure Orientale) ha illustrato il progetto della nuova diga di Genova, un’opera unica al mondo per complessità, dimensioni, ricadute positive sulla città e sul sistema paese, oltre ad essere il più grande intervento di sempre per il potenziamento della portualità italiana. Un'infrastruttura marittima fondamentale per la protezione del porto, la riduzione del moto ondoso e l'ampliamento dei fondali, consentendo l'approdo di navi cargo e da crociera di grandi dimensioni. Fabio Maletti (segretario generale Adsp Mare Adriatico Settentrionale), infine, ha illustrato il nuovo impianto per la produzione dei materiali di dragaggio del Porto di Ravenna. Nel pomeriggio si è tenuta la seconda sessione dedicata alla rigenerazione nelle città portuali. Il Rosario Pavia ha incentrato il suo intervento sull’assunto 'l’Italia è il mare'. Passando in rassegna le grandi città portuali italiane, ha sottolineato lo stretto rapporto tra città e porto, a partire dalle diverse strutture portuali che facevano e fanno ancora parte integrante del tessuto urbano. Michele Astone del gruppo di lavoro di Guendalina Salimei, curatrice del Padiglione Italia della Biennale di architettura di Venezia, ha proposto un cambio di prospettiva: come appaiono le città guardate dal mare. A sostegno di questa prospettiva ha illustrato alcuni dei progetti più interessanti in corso, tra cui quelli relativi ai porti di Napoli e Taranto. In seguito, si è svolta una tavola rotonda caratterizzata da un focus sui progetti dei porti di Catania, Taranto e Trieste. A coordinarla Irene Sassetti. Ad illustrare il caso Catania sono stati Paolo La Greca, vicesindaco di Catania e presidente del Censu, e Biagio Bisignani, direttore direzione urbanistica del Comune di Catania. La Greca ha ripercorso la storia del rapporto di Catania col suo porto: le colate laviche che si sono susseguite nei secoli hanno privato la città del suo porto o comunque ne hanno fortemente ristretto l’area. Con la costruzione della ferrovia costiera, oltre tutto, si è creata una cesura tra città e mare, sollevando il tema della frattura. Tra i diversi progetti che possono ristabilire la relazione tra porto e città, La Greca ha citato quello di Italferr che prevede l’interramento di un tratto dei binari. Bisignani ha ricordato che il nuovo piano del porto è stato appena approvato e trasmesso al Consiglio superiore dei lavori pubblici. Ha sottolineato come quello di Catania sia nato come porto peschereccio, mentre ora governa quasi la metà del flusso di traffico per la logistica. Problemi ambientali, urbanistici e di sicurezza ambientale: questi i temi che si propongono di risolvere i progetti attualmente in essere a Catania. Il porto può diventare il perno centrale per lo sviluppo turistico ed economico della città. Per quanto riguarda Taranto, sono intervenuti Mattia Giorno, vicesindaco di Taranto, e Laura Cimaglia, dell’Autorità del sistema portuale del Mar Ionio. Giorno ha sottolineato come il progetto di rigenerazione urbana relativa al waterfront debba essere posto all’interno di un sistema più ampio che preveda, ad esempio, un piano urbanistico che manca da troppi anni, da quando le nostre città erano qualcosa di completamente diverso da oggi. Cimaglia ha illustrato i termini del progetto 'Cluster del mar Ionio: Taranto'. Il caso Trieste, infine, è stato illustrato da Giulio Bernetti, direttore del dipartimento Territorio ambiente lavori pubblici patrimonio del Comune di Trieste, ha approfondito una serie di progetti relativi alla sua città, tra cui: rigenerazione in corso dell’area Sacchetta; un mini Mose per la protezione dall’innalzamento del livello del mare; vasche di espansione per la protezione da eventi atmosferici estremi; recupero della riviera Barcolana. Per quanto riguarda il porto vecchio, l’accordo di programma prevede: variante urbanistica, aree pubbliche da non alienare, consorzio Ursus che si occupa, tra l’altro, del coordinamento dei vari progetti (parco lineare, viale monumentale, il passaggio libertà, cabinovia metropolitana). L’ultimo intervento è stato quello di Luca Giovanni Zambardieri che ha illustrato Robogo, un sistema robotico semisommergibile per la manutenzione delle banchine portuali. Deborah Savio, consigliera del Cni, ha portato i saluti del Consiglio nazionale e al termine dei lavori è intervenuto anche il presidente Angelo Domenico Perrini che, commentando la giornata di confronto, ha detto: "Quello della rigenerazione urbana è un tema che sta molto a cuore al Cni. Attualmente è in discussione la relativa legge. Queste esperienze raccolte sul territorio saranno utili per segnalare al legislatore gli interventi più opportuni".
(Adnkronos) - Otto italiani su dieci ritengono importante spostarsi con forme di mobilità alternative, e il 38% identifica nell'auto elettrice il mezzo del futuro. Tuttavia, oltre tre quarti degli italiani continua a spostarsi principalmente in automobile, segno che il cammino verso alternative più sostenibili è ancore lungo. Ma come fotografare il grado di avanzamento delle politiche locali e valorizzare i comuni che hanno già imboccato la strada giusta? Con questo intento torna Urban Award, il premio che dal 2017 valorizza le amministrazioni capaci di introdurre progetti innovativi di ciclabilità, trasporto integrato e mobilità dolce, e che anche quest’anno selezionerà le esperienze di mobilità sostenibile più virtuose del Paese. Ed è già partita la call rivolta alle amministrazioni italiane che si vogliono candidare per la nona edizione del riconoscimento, nato per iniziativa di Ludovica Casellati direttrice di Viagginbici.com e Luxurybikehotels.com e promosso insieme ad Anci, può contare anche quest'anno sul sostegno di intesa Sanpaolo come main partner. Le candidature resteranno aperte fino al 30 ottobre, e il riconoscimento sarà consegnato a Bologna, in occasione della 428 Assemblea Nazionale Anci di novembre. “Negli anni abbiamo ricevuto 400-500 candidature di comuni e c’è stato una progressione del lavoro compiuto dai comuni nell'ambito della mobilità sostenibile", ha detto all'Adnkronos Ludovica Casellati, ideatrice del premio, in occasione della presentazione della nona edizione nelle sede dell'Anci a Roma - Siamo partiti con alcuni progetti di spicco, ne cito uno: la Bicipilitana di Pesaro, una best practice che ha fatto scuola ed è stato preso come modello in altre realtà. Questo per dire che Urban Award ha innescato una competizione virtuosa tra le amministrazioni stimolando iniziative e incoraggiando a fare meglio. Il comune di Massarosa, per esempio, è stato il primo a creare l'incentivo chilometrico per chi va a lavorare in bicicletta, un modello copiato da altri comuni tra cui Bari. E poi la Smart Move di Genova, i buoni mobilità, Pedibus e Bicibus, perché i bambini vanno educati fin da piccoli ad andare a scuola in modo sostenibile, insomma tanti progetti che negli anni sono stati copiati incidendo in maniera concreta sulla qualità delle vita urbana". L’edizione 2025 del premio si apre in un momento di forte attenzione verso il tema. Secondo l’ultima indagine commissionata da Eco Festival, l’indice della mobilità sostenibile degli italiani - che monitora, con un indicatore sintetico, l’evoluzione delle abitudini di spostamento - si attesta quest’anno al 66%. Il valore è trasversale ai diversi target, con leggere differenze: più sostenibili le donne (67%), i giovani tra i 18 e i 34 anni (68%) e i residenti nei centri abitati oltre i 30.000 abitanti. Il dato conferma che, rispetto ad altri Paesi europei dove la mobilità sostenibile è ormai assimilata dalla popolazione, l’Italia ha ancora margini significativi di crescita. Risultati incoraggianti emergono anche sull’utilizzo del trasporto ferroviario: il 30% della popolazione lo utilizza abitualmente e quasi la metà valuta positivamente l’integrazione con altri mezzi, pur chiedendo una maggiore accessibilità delle stazioni, un migliore coordinamento degli orari e sistemi di bigliettazione unificata. Secondo gli intervistati, sostegni economici più incisivi e un ampliamento della rete di trasporto pubblico rimangono le leve fondamentali per stimolare un reale cambiamento nelle abitudini di mobilità. Solo un italiano su tre giudica sufficienti gli incentivi attualmente disponibili. In questo scenario, Urban Award 2025 vuole riconoscere e diffondere le esperienze comunali che hanno reso la mobilità sostenibile un’alternativa praticabile, andando oltre le barriere economiche e infrastrutturali. "La mobilità sostenibile è prima di tutto una questione di salute pubblica e le amministrazioni comunali, chiamate a rendere più efficienti le città, devono metterci nelle condizione di utilizzare meno le auto", ha sottolineato Casellati. "Di iniziative virtuose ce ne sono tantissime ma non bastano. C'è ancora tanto da fare, specie sul piano della sicurezza: ad agosto sono morte una trentina di persone che andavano in bicicletta. Dobbiamo fare in modo di far funzionare un ecosistema in cui ciascuno fa la propria parte", ha evidenziato Silvia Livoni, vicepresidente dell'Osservatorio Bikeconomy invitando gli amministratori a rendere la bicicletta sempre più protagonista. Da parte sua, Simone Nuglio, coordinatore nazionale mobilità Legambiente, ha messo in luce l'inquinamento derivante dal traffico veicolare; il pregio dell'Urban Award 2025 è quello di "promuovere un paradigma di mobilità diverso, dando piena dignità alla bici e aumentando uno storytelling capace di contaminare l'opinione pubblica". Parlando di sicurezza, Riccardo Capecchi, esperto unità missione Ministero delle Infrastrutture, ha affermato che "ci sono regole che stanno evolvendo, ma la strada è quella di continuare ad aumentare la sensibilità in più realtà. Ora dovremmo dare corso alla nuova edizione del Piano Generale della Mobilità Ciclistica in cui sarà definito un quadro di regole coerente e condiviso con tutti i soggetti che promuovono delle visioni". "La bici fa bene e il ciclista non è un birillo da buttare giù", ha ricordato Vittorio Brumotti, pioniere del ciclismo sostenibile e testimonial di Intesa Sanpaolo, invitando gli automobilisti ad essere più accorti sulle strade. “Promuovere una mobilità sostenibile - ha aggiunto - significa investire concretamente nel futuro delle nostre città e nel benessere delle persone. Per me, che da sempre vivo la bicicletta come simbolo di libertà e di rispetto per l’ambiente, è un piacere poter contribuire a un premio che valorizza l’impegno dei comuni italiani". A valutare i progetti in gara ci sarà una giuria che riunisce competenze di alto profilo dal mondo delle istituzioni, dell'informazione, della ricerca e dell'innovazione: Marino Bartoletti, giornalista sportivo e Ambassador del premio; Vittorio Brumotti, pioniere del ciclismo sostenibile e testimonial di Intesa Sanpaolo; Riccardo Capecchi, esperto unità missione Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; Antonella Galdi, vicesegretario generale di Anci; Chiara Giallonardo, giornalista di Rai Isoradio; Maria Rita Grieco, vicedirettore Tg1; Stefano Laporta, presidente di Ispra; Silvia Livoni, vicepresidente Osservatorio Bikeconomy; Piero Nigrelli, direttore di Ancma Settore Ciclo; Simone Nuglio, coordinatore nazionale mobilità Legambiente; Roberto Pella, deputato della Repubblica Italiana, presidente lega ciclismo professionistico e vicepresidente Anci; Monica Sala giornalista di Radio Montecarlo; Pierangelo Soldavini, giornalista de Il Sole24Ore.