• FAQ
  • MAPPA DEL SITO
  • A A A
Ricerca avanzata linkedin logo facebook logo facebook logo rss
  • Persone
  • Aziende
  • Agenda
  • Notizie
Persone arrow down |
Comunicazione Italiana by For Human Relations Srl

ENTRA NEL NETWORK

  • Home
  • Chi siamo
  • Agenda
  • Edizioni
  • Servizi
  • Eventi
  • Atlante
  • Il mio network
Username: Password:  
| Ho dimenticato la password
Non sono ancora iscritto, vorrei registrarmi

ENTRA NEL NETWORK

| Ho dimenticato la password
Non sono ancora iscritto, vorrei registrarmi

ultimora | internazionale/esteri

Israele-Hamas, oggi al via i colloqui a Sharm El Sheikh. Trump ottimista: "Un paio di giorni" per l'accordo

(Adnkronos) - Al via oggi, lunedì 6 ottobre, a Sharm El Sheikh, in Egitto, il nuovo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas sul piano di pace per Gaza fortemente voluto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.  Trump si è ...

rss-lavoro-pay | lavoro/norme

Sciopero, il giuslavorista: "Legge tutela anche diritti utenti allo stesso modo"

(Adnkronos) - "Dobbiamo ricordare che la disciplina di legge" sul diritto di sciopero, "che fu fatta con l'approvazione delle grandi confederazioni sindacali nel 1990, fu realizzata proprio per tenere conto del contemperamento con i diritti degli utenti, perché ci sono ...

rss-sostenibilita-pay | sostenibilita

Energia, industria Gpl-Gnl: "Abilitare tutte le tecnologie"

(Adnkronos) - Incertezza, conflitti e sistema di regole ancora incompleto; ma anche parziali aperture e segnali da parte istituzionale di voler trovare soluzioni e chiarire il percorso da intraprendere. Questi gli elementi con i quali negli ultimi mesi si stanno confrontando i mercati e che ...

  • Privacy
  • Condizioni d’uso
  • Contattaci
  • Feedback
  • Credits

IL BUSINESS SOCIAL CROSS-MEDIA

134975 Iscritti Newsletter

91092 Manager in Atlante Online

55590 Manager pubblicati in Atlante

38462 Partecipanti agli Eventi

622 Eventi gestiti

3753 Speaker

Comunicazione Italiana

FOR HUMAN RELATIONS SRL
P. IVA 14395231005

FOR HUMAN COMMUNITY
P.IVA 14828671009

> ROMA
via Alessandro Trotter 3
Cap 00156
tel: 06.835.499.86 - fax: 06.835.499.87

info@comunicazioneitaliana.it
skype: comunicazioneitaliana
close

Israele-Hamas, oggi al via i colloqui a Sharm El Sheikh. Trump ottimista: "Un paio di giorni" per l'accordo

(Adnkronos) - Al via oggi, lunedì 6 ottobre, a Sharm El Sheikh, in Egitto, il nuovo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas sul piano di pace per Gaza fortemente voluto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Trump si è mostrato ottimista sull'esito dei colloqui affermando già alla vigilia che i negoziati "stanno andando molto bene" e che per le trattative "ci vorranno un paio di giorni". "Non abbiamo bisogno di flessibilità - ha affermato il presidente Usa - perché tutti hanno praticamente accettato'' il piano, tuttavia ''ci saranno sempre dei cambiamenti'', ha detto aprendo a possibili modifiche. Ma su alcuni pilastri del piano 'The Donald' non è disposto a fare concessioni. Hamas rischia di andare incontro al "completo annientamento" se si rifiuta di cedere il potere e il controllo della Striscia di Gaza, ha ammonito ai microfoni della Cnn. Se Hamas non rispetta i termini dell'accordo "Israele può finire il lavoro", ha ribadito il capo del Pentagono Pete Hegseth affermando che "Israele può intervenire e assicurarsi che Hamas venga annientato". Trump ha confermato tuttavia anche l'impegno di Israele a porre fine ai raid per favorire l'accordo di cessate il fuoco, come chiesto da Hamas. "Penso che gli israeliani e tutti gli altri siano consapevoli che non è possibile rilasciare gli ostaggi nel bel mezzo di un attacco, quindi gli attacchi dovranno cessare", ha chiarito il Segretario di Stato americano Marco Rubio. "La priorità numero uno, quella su cui pensiamo di poter ottenere qualcosa molto rapidamente, è il rilascio di tutti gli ostaggi in cambio del ritiro di Israele" verso la linea gialla, dove l'Idf si trovava a Gaza a metà agosto, ha detto Rubio alla Nbc. Hamas oltre a un cessate il fuoco completo, con la sospensione di tutte le operazioni militari israeliane e la sospensione delle attività dell'aviazione e dei droni per dieci ore al giorno, dodici ore nei giorni in cui si svolgono gli scambi di prigionieri, chiederà di liberare alcuni dei più noti detenuti palestinesi nelle carceri israeliane in cambio degli ostaggi ancora nella Striscia di Gaza, riporta l'emittente israeliana Channel 12 citando fonti di Hamas. Tra i nomi che Hamas citerà nei colloqui che inizieranno oggi ci sono quelli di Marwan Barghouti, capo di Fatah Tanzim, incarcerato per molteplici omicidi commessi durante la Seconda Intifada, Ahmad Sa'adat, segretario generale del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, Ibrahim Hamed, condannato a 45 ergastoli per aver orchestrato l'uccisione di numerosi israeliani come comandante di Hamas in Cisgiordania durante la Seconda Intifada; Abbas al-Sayed, che orchestrò l'attentato del 2002 al Park Hotel di Netanya, in cui morirono 39 israeliani, e Hassan Salameh di Hamas, condannato a 48 ergastoli per molteplici attentati suicidi. Channel 12 cita una fonte di Hamas che afferma che il gruppo "non rinuncerà" a garantire il rilascio di questi e altri detenuti condannati all'ergastolo, "anche a costo di compromettere l'accordo". Israele aveva posto il veto su questi nomi nei precedenti accordi. Attualmente in Israele ci sono 303 detenuti in stato di libertà vigilata che stanno scontando l'ergastolo. Channel 12 riferisce inoltre che la delegazione di Hamas guidata da Khalil al-Hayya negozierà contemporaneamente anche con una squadra dell'Autorità Nazionale Palestinese, nel tentativo di garantire che il meccanismo "del giorno dopo" a Gaza includa l'Anp. L'emittente israeliana afferma che il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas sta promettendo delle riforme all'interno dell'Anp, tra cui una costituzione temporanea entro tre mesi ed elezioni entro un anno, alle quali Hamas potrebbe partecipare solo se accettasse il diritto di Israele a esistere. Fonti di Hamas hanno anche sostenuto che il gruppo starebbe chiedendo un ritiro iniziale delle Idf più ampio di quello mostrato sulla mappa pubblicata da Trump. Saranno inoltre chieste garanzie che alla fine le Idf si ritireranno completamente da Gaza, con un calendario preciso. Intanto una fonte di Hamas ha fatto sapere ieri attraverso all Arabiyache il gruppo islamico avrebbe già iniziato a recuperare i corpi degli ostaggi uccisi per lo scambio. Tuttavia i media affiliati ad Hamas hanno negato la notizia diffusa da al Arabiya, di proprietà saudita. Organi di informazione come Al-Aqsa Radio di Hamas affermano che si tratta di notizie false, prive di fondamento. Smentita anche la notizia secondo cui Hamas avrebbe accettato di consegnare le sue armi a un organismo sotto supervisione internazionale. "Non posso garantire che Hamas accetterà di rilasciare gli ostaggi. Credo sia possibile. Spero che accada, ma non posso garantirlo''. A poche ore dai negoziati il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu resta scettico. "Se non dovesse accadere" che Hamas accetti l'accordo, ''il presidente Trump ha dichiarato che sosterrà pienamente Israele in un'azione determinata contro Hamas", ha ribadito Netanyahu. "Speriamo di poter concludere questa situazione nel modo più semplice e non in quello più difficile", ha aggiunto. "Non passeremo ad alcuna delle 21 clausole finché la prima, il rilascio di tutti gli ostaggi, vivi e morti - ha ammonito il premier - finché l'ultimo ostaggio, ognuno di loro, non sarà entrato in territorio israeliano. Solo allora passeremo ad altre clausole", ha ammonito. Il suo scetticismo su una possibile intesa del resto Netanyahu l'aveva già manifestato venerdì quando aveva interpretato come risposta negativa il sì condizionato di Hamas al piano, tanto da far scattare una reazione stizzita di Trump. "Non capisco perché sei sempre così negativo. Questa è una vittoria. Accettala. - gli avrebbe detto al telefono il presidente Usa, secondo il sempre ben informato sito di Axios - Questa è la tua occasione di vittoria". E spera nella vittoria ma restando freddo anche il capo della diplomazia israeliana Gideon Sa'ar. "Spero che ci siamo vicini. Siamo determinati a raggiungere un accordo il più rapidamente possibile per riportare a casa i nostri ostaggi", ha dichiarato il ministro degli Esteri al quotidiano tedesco Bild. "Quando si tratta di Hamas, le cose che sembrano semplici possono diventare molto complesse. Non credo a Hamas, credo a Trump. Credo agli Stati Uniti e agli attori internazionali coinvolti negli sforzi per porre fine alla guerra".

close

Sciopero, il giuslavorista: "Legge tutela anche diritti utenti allo stesso modo"

(Adnkronos) - "Dobbiamo ricordare che la disciplina di legge" sul diritto di sciopero, "che fu fatta con l'approvazione delle grandi confederazioni sindacali nel 1990, fu realizzata proprio per tenere conto del contemperamento con i diritti degli utenti, perché ci sono due diritti costituzionali protetti ad un pari livello. Da un lato, il diritto di sciopero e, dall'altro lato, il diritto degli utenti. Qui non stiamo parlando di contemperamento tra esigenze del lavoratore e esigenze dell'impresa. La legge voleva realizzare un bilanciamento tra utenti e lavoratori. E la legge non prevede proprio lo sciopero generale. Dopo di che, a nessuno viene in mente di dire che in Italia non si può fare uno sciopero generale, quindi la legge va interpretata". Così, con Adnkronos/Labitalia, il giuslavorista Giampiero Proia, professore ordinario di diritto del lavoro presso l'Università di Roma Tre e la Luiss, sulla decisione della commissione di garanzia sugli scioperi di considerare illegittimo lo sciopero generale di domani proclamato da Cgil e Usb su Gaza. Proia spiega che "lo sciopero generale non è previsto autonomamente come istituto a se stante dalla disciplina della Commissione di Garanzia, che invece prevede l'obbligo di rispettare determinate condizioni, quali, ad esempio, la non coincidenza dei settori in cui si svolge lo sciopero, oltre che gli obblighi di proclamazione e tutte le altre prestazioni essenziali. Ad esempio, c'è un cosiddetto obbligo di 'rarefazione', in modo da impedire che contemporaneamente vengono meno tutti i servizi pubblici utilizzabili. Questo sul piano formale", sottolinea il giuslavorista. Secondo Proia, "su un piano sostanziale, invece, c'è un tema che è stato sempre oggetto di forte e vivace discussione, perché si lamenta da parte sindacale che in questo modo non sarebbe mai consentito lo sciopero generale". "In realtà, si può anche dire - sottolinea - che lo sciopero generale si può fare, ma facendo in modo che non ci siano sovrapposizioni. Quindi, come è stato fatto in altri casi, differenziando gli orari in cui lo sciopero viene fatto da tutte le categorie. In sostanza, secondo la disciplina formale, dovrebbe essere consentito, se non si può prendere l'aereo, di prendere il treno. Se invece si fa tutto insieme, secondo la disciplina generale c'è una compromissione dei diritti degli utenti", sottolinea. E in conclusione Proia ricorda che "la Commissione di Garanzia fece una delibera per sottolineare che per consentire comunque di fare uno sciopero generale andavano osservate determinate condizioni che miravano a contemperare questo diritto a fare lo sciopero generale con il diritto degli utenti", conclude.

close

Energia, industria Gpl-Gnl: "Abilitare tutte le tecnologie"

(Adnkronos) - Incertezza, conflitti e sistema di regole ancora incompleto; ma anche parziali aperture e segnali da parte istituzionale di voler trovare soluzioni e chiarire il percorso da intraprendere. Questi gli elementi con i quali negli ultimi mesi si stanno confrontando i mercati e che sono al centro del dialogo delle imprese italiane dei settori del Gpl e Gnl, rappresentati da Assogasliquidi-Federchimica oggi in Assemblea nazionale. Al centro del dibattito tra le imprese dell’industria dei gas liquefatti la direttiva 'Case Green' sul riscaldamento domestico e i bandi alle auto e ai veicoli per trasporto pesante. "Si tratta di provvedimenti che, ad oggi, escluderebbero per cittadini e imprese europee la possibilità in un futuro ormai vicino di continuare a utilizzare due alternative pronte, disponibili e servite da adeguate infrastrutture come Gpl e Gnl che, nelle loro versioni bio e rinnovabili sempre più diffuse, potrebbero continuare a soddisfare bisogni industriali, residenziali e di mobilità ben oltre la transizione energetica", avvertono le imprese del settore. Secondo i dati forniti da Assogasliquidi-Federchimica, oggi quasi una nuova auto su 10 acquistata in Italia è alimentata a Gpl, il riscaldamento di 7 milioni di famiglie è possibile grazie a questo combustibile mentre, sul fronte del trasporto pesante stradale e marittimo, il Gnl è unanimemente considerato alternativa già pronta e disponibile sulla quale puntare. Nel 2024 si è registrato un +22,4% di nuove immatricolazioni di veicoli pesanti anche se nel 2025 sono in calo. Ottime prospettive sul fronte marittimo: a livello globale il 50% dell’orderbook di nuove navi a combustibili alternativi è costituito da unità a Gnl. “Sì alla decarbonizzazione ma da portare avanti nel rispetto della neutralità tecnologica - afferma Matteo Cimenti, presidente di Assogasliquidi - tutelando quindi contestualmente l’ambiente, il consumatore e l'industria, attraverso soluzioni concrete, non ideologiche e condivise da tutti. Per questo ci rivolgiamo alle istituzioni nazionali ed europee per chiedere di eliminare i bandi alle auto a motore endotermico per il 2035 e per i mezzi pesanti al 2040, e consentire la valorizzazione dei biocarburanti, come il bioGpl ed il bioGnl la cui produzione deve essere sostenuta anche attraverso un apposito quadro incentivante. Allo stesso modo va superato il divieto di commercializzazione per le caldaie a partire dal 2040 per quegli immobili - e sono moltissimi - per cui non è possibile installare l’impianto a pompa di calore. In questi casi, le caldaie di ultima generazione alimentate in maniera crescente da gas rinnovabili rappresentano la soluzione già disponibile". "Ricordiamo anche che l’abbattimento delle emissioni del trasporto pesante sia stradale che marittimo non può prescindere dal Gnl e, in prospettiva di lungo periodo, dal bioGnl. Chiediamo quindi misure - già nella prossima legge di Bilancio - a sostegno dell’autotrasporto che sceglie l’alimentazione a Gnl e dell’armamento chiamato a rinnovare il proprio naviglio in senso ambientale potendo contare sulla propulsione a gas. Infine, a livello nazionale - conclude Cimenti - più controlli per garantire che tutte le imprese che distribuiscono Gpl, in particolare negli impieghi domestici del prodotto, sia in piena compliance con le norme del settore e ciò a garanzia del nostro consumatore finale, oltre che della corretta competitività tra gli operatori”. Tra gli altri argomenti in discussione, il recepimento della direttiva Ets2 - con gli impatti che deriveranno ai consumatori finali - e le attese per quello della direttiva sulle energie rinnovabili (Red3) per le quali l’associazione sta dialogando con il ministero dell’Ambiente. Per questo Assogasliquidi ribadisce "l’esigenza che le risorse derivanti dai nuovi oneri vadano a beneficio dei settori che le hanno generate per sviluppare le molecole gassose rinnovabili bioGpl, rDme e bioGnl".

Questo sito utilizza i cookies. Utilizzando il nostro sito web l’utente dichiara di accettare e acconsentire all’utilizzo dei cookies in conformità con i termini di uso dei cookies espressi in questo documento. Privacy Policy.