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(Adnkronos) - "Le infrastrutture spaziali e sottomarine sono nuovi territori sovrani e dobbiamo difenderli con la stessa determinazione con cui difendiamo gli spazi terrestri". Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale, Alessio Butti, ha richiamato così la natura strategica di spazio extra-atmosferico e dominio subacqueo, sottolineando come questi ambiti "non ricadano sotto una piena tradizionale sovranità statale" e siano regolati da "regimi giuridici internazionali" ormai inadeguati. Lo ha fatto nell’ambito del suo intervento alla conferenza Space&Underwater – Space Economy, Submarine Cables & Cybersecurity, ospitata nei Saloni di Rappresentanza della Caserma dei Carabinieri “Salvo D’Acquisto” a Roma. In questo quadro, ha ricordato l’incontro del 17 luglio al Dipartimento per la trasformazione digitale con la vicepresidente della Commissione europea Henna Virkunnen, centrato in particolare sulle strategie europee per i cavi sottomarini: “Per la prima volta c’è un afflato diverso a livello europeo, un approccio più pratico e pragmatico, non è più tempo di ritardi rispetto a Stati Uniti e altre aree del mondo”. Sui cavi, Butti ha richiamato i numeri globali – “1 milione e 300mila chilometri di cavi sottomarini sparsi per il mondo” – e i rischi collegati: fondali “inflazionati” da più dorsali, danni dovuti alla pesca a strascico, aree di atterraggio come punti sensibili fisici e informatici, poche navi dedicate alla riparazione. Da qui il sostegno all’idea europea di “costituire una flotta di pronto intervento” e la proposta di “rafforzare la collaborazione internazionale”, a partire da “un patto operativo a livello mediterraneo”, con paesi “quantomeno like minded” sul piano democratico. Il sottosegretario ha poi rivendicato il ruolo dell’Italia come hub strategico della connettività: Palermo con il Sicily Hub di Sparkle, “punto di gravità per l’IP del Mediterraneo”, Genova con il Genova Landing Platform, La Spezia come polo per la sicurezza delle infrastrutture subacquee, il Piano Mattei che include le infrastrutture digitali tra le priorità e l’ondata di investimenti in data center da parte delle big tech. Su questo punto, Butti ha legato semplificazione autorizzativa, pianificazione energetica e scelte di lungo periodo: “Se pensiamo di far vivere tutte queste strutture solo con eolico e fotovoltaico qualche problema l’abbiamo. La parolina magica è energia nucleare”, ha osservato, citando gli Smr come possibile soluzione. Un passaggio centrale è stato dedicato alla necessità di aggiornare il quadro giuridico internazionale sullo spazio: la distinzione del 1967 tra spazio aereo e spazio extra-atmosferico è “obsoleta”, ha detto, mentre le orbite terrestri sono diventate “una risorsa economica limitata” come le frequenze per le telecomunicazioni. Da qui la richiesta di “definire un sistema di allocazione, concessione e autorizzazione” per regolare accesso, uso, responsabilità e convivenza delle costellazioni satellitari, evitando che le orbite diventino “proprietà di fatto di soggetti economici privati”. Butti ha legato questi temi all’evoluzione di intelligenza artificiale e calcolo quantistico. Ha ricordato la legge italiana sull’Ai, la strategia nazionale sul quantum e gli accordi con player come IonQ e D-Wave, con condizioni di “tecnologia aperta”, assunzione di ricercatori e presenza in Italia. Il 17 dicembre, ha annunciato, il governo presenterà la strategia quantum in una sorta di “stati generali del quantum”. Obiettivo: integrare AI e quantum in “una rete delle reti che consenta resilienza e connettività”. Infine, un avvertimento sul fronte telecomunicazioni e spazio: l’evoluzione del direct-to-cell e delle tecnologie satellitari come complemento alla fibra cambierà profondamente equilibri e modelli di business. “Il problema del direct-to-cell esiste: non è sempre un problema, può essere anche un grande beneficio”, ha detto, ricordando la sperimentazione in Lombardia e la necessità per gli operatori di adattarsi. “Dobbiamo lavorare meglio a livello europeo: l’Europa ha un ritardo di consapevolezza su cloud, cavi sottomarini e intelligenza artificiale, ma oggi abbiamo strumenti nuovi – dall’Ai Act al nuovo Edih sul cloud – che dobbiamo usare per parlare di spazio, cavi e nuove tecnologie di connettività, da europei, adesso”, ha concluso.
(Adnkronos) - "Quello che emerge dal settimo rapporto è che le imprese ce la possono fare, specialmente le piccole imprese, se stanno in filiera. Non è solo un discorso di catena produttiva, ma è una circolazione di dati, mettere in comune delle competenze, lavorare insieme sulla conoscenza aumentata". Lo ha dichiarato Stefano Cuzzilla, presidente di 4.Manager, intervenuto oggi a Roma alla presentazione del settimo rapporto dell’Osservatorio 4.Manager, 'Le filiere produttive nell’era della conoscenza aumentata'. Cuzzilla ha evidenziato come l’evoluzione digitale renda necessario un investimento deciso sulle competenze manageriali e sull’innovazione delle piccole e medie imprese. "Per affrontare questa nuova era digitale - prosegue - servono anche delle competenze, perciò un lavoro importante su un reskilling di manager, un lavoro sulle piccole e medie imprese italiane che devono avere il supporto, ma nello stesso tempo devono stare più in rete perché ancora hanno paura di affrontare l'intelligenza artificiale che, invece, deve essere vista come una risorsa". Il presidente di 4.Manager ha richiamato la necessità di valorizzare il patrimonio di conoscenza del sistema produttivo italiano, mettendo in relazione imprese di dimensioni diverse: "Dobbiamo mettere a fattore comune tutti i nostri vantaggi, tutto il nostro sapere, la conoscenza che è la nostra forza: non solo dei prodotti, ma anche della gestione del dato. Dobbiamo costruire un dialogo sulla fornitura e sulle competenze per affrontare le sfide esterne perché il mondo fuori dall'Europa è sempre più competitivo. Tutto questo va fatto in un’ottica di sistema, perché dopo una crisi pandemica, una crisi energetica e una crisi bellica, un’impresa da sola, anche se forte, non ce la può fare ad affrontare le sfide future".
(Adnkronos) - “Per noi, come Deloitte, è fondamentale e molto significativo sponsorizzare il Rewriters Fest. Infatti siamo impegnati da anni, attraverso diverse attività e collaborazioni, attraverso il nostro programma di volontariato aziendale, a promuovere la sostenibilità economica, sociale e ambientale all’interno del nostro Paese, l’Italia. Questo entra propriamente in linea con il nostro purpose aziendale, Making impacts on matters, ovvero fare la differenza generando un impatto positivo e duraturo per la società, per le nostre persone, per i nostri clienti e per le generazioni future”. Lo ha detto Chrystelle Simon, Diversity, Equity & Inclusion Leader di Deloitte, a margine del panel “Le organizzazioni alla guida della sostenibilità sociale italiana” al Rewriters Fest 2025, in corso alla Mondadori Bookstore della Galleria Alberto Sordi, a Roma. Simon è intervenuta con uno speech dal titolo “Un futuro sostenibile: cultura, ambiente e inclusion”, prima del dibattito “Oltre l’impresa, riscrivere la comunità”, che ha visto protagonisti Diego Pisa, Ceo Tp Italia, Gianluca Bilancioni, Direttore Hr Tp Italia, e don Alessandro Argentero, parroco della Chiesa SS. Angeli Custodi di Taranto. L’evento, dedicato alla sostenibilità sociale e ai temi dell’inclusione, dei diritti e della responsabilità collettiva, ha riunito professionisti, istituzioni e associazioni impegnate a “riscrivere” visioni e pratiche della contemporaneità nel cuore della capitale.