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(Adnkronos) - “Laura ha festeggiato la vittoria che le ha permesso di fare il fine-vita a casa, accanto a me. Quel che resta del percorso è il ‘Non rassegnatevi mai’ e deriva dal fatto che Laura, nonostante avesse avuto il via libera a procedere, non ha smesso di combattere anche per tutti noi. Il diritto di autodeterminazione spetta a tutti, contrariamente a quanto il Governo e parte della Chiesa vuole farci credere”. Sono le parole al XXII congresso dell'Associazione Luca Coscioni di Stefano Massoli, marito di Laura Santi, a Orvieto. L’incontro è stato l’occasione per fare il punto sui nuovi obiettivi e le azioni politiche del 2026. “Il percorso è stato lungo e farraginoso, perché si è trattato di aspettare quasi 3 anni, dopo cause e ricorsi di cui non entro in dettaglio e dopo due prenotazioni in Svizzera che sono poi state disdette, in quanto Laura, seppur allo stremo, con sofferenze non più curabili con cure palliative, ogni tanto aveva una risposta positiva e decideva di attendere oltre. A differenza di quello che tanti pensano in riferimento a chi sceglie il percorso di fine-vita - prosegue Massoli - nessuno rifiuta a priori le cure palliative, è importante che questo si sappia. Laura ha festeggiato la vittoria che le ha permesso di fare il fine-vita a casa, accanto a me. Resta la sua testimonianza di caparbietà e di lotta che non verrà mai dimenticata. Tante persone sono vicine a noi e continuano a combattere per questi diritti: questo è il testimone che ci lascia”, ha concluso il marito della giornalista perugina Laura Santi.
(Adnkronos) - Donne e uomini presentano notevoli differenze nell’uso del tempo. Nel nostro Paese, a prestare assistenza e cura non retribuita ad un familiare, amico o conoscente è circa il 24% della popolazione di 15 anni e più. In questa quota le donne caregiver sono il 10% in più degli uomini, valore più alto, insieme a Polonia e Slovenia, tra tutti i paesi europei considerati. Tale percentuale si amplia quando l’onere della cura supera le 10 ore settimanali ed arriva al 42% circa (contro la media europea del 28% circa). Emerge dal Rapporto nazionale sul Round 11 realizzato dall’Inapp. Il carico di cura per le donne cresce progressivamente con l’età: si passa dalla generazione sandwich over 40, che gestisce simultaneamente bambini ed anziani, alla fascia di passaggio tra la terza e la quarta età (tra i 60 e i 74 anni, ove gli uomini caregiver sono circa il 18% e le donne caregiver il 38%).
(Adnkronos) - “Credo che le aziende in Europa abbiano il grande compito di attrezzarsi per collegare i processi creativi che hanno luogo fuori dalle imprese con la capacità di tradurre l’innovazione in prodotti e servizi che possono modificare il nostro modo di vivere e anche la redditività delle imprese”. Lo ha detto il presidente di A2a, Roberto Tasca, alla presentazione di A2a Life Ventures, il primo veicolo societario in Italia creato da una corporate per integrare tutte le leve dell’open innovation. “Sono entusiasta perché il messaggio che passa è di progresso e sviluppo dell’umanità”, ha detto Tasca. “Vedo in Italia e in Europa - ha aggiunto - una nuova attitudine a sviluppare ricerca in stretta connessione con l’industria. E questo secondo me è un modo importante per attrarre i nostri giovani. Credo che dare un’aspirazione ai giovani sia fondamentale per poterli trattenere. E io attribuisco in questo processo un ruolo fondamentale alle imprese”. Infine la raccomandazione dal presidente di A2a: “Non possiamo lasciare al processo di riarmo, l’unico driver forte di innovazione”. "Credo che le imprese siano un grande stimolatore e un grande finanziatore potenziale" per l'innovazione. Una società che s'inserisce nel gruppo con l'obiettivo di sostenere i pilastri del piano strategico 2035, economia circolare e transizione energetica. "Siccome non siamo in grado di poterlo fare totalmente all'interno, abbiamo internamente sviluppato queste competenze e adesso le portiamo all'esterno, per poter ampliare l'ecosistema di riferimento. E questo è l'obiettivo che abbiamo con A2a Life Ventures. Credo che sarà portatrice di innovazione non solo per il gruppo A2a, ma anche per il Paese", ha detto Tasca. Il rapporto tra imprese e innovazione - ha sottolineato il presidente della life company - "dev'essere virtuoso", anche perché al giorno d'oggi "i fondi per il finanziamento dell'innovazione sono molto più disponibili presso le imprese che non presso gli Stati sovrani, vedendo la situazione dei debiti pubblici dei Paesi europei. Quindi credo che imprese siano un grande stimolatore e un grande finanziatore potenziale e il filtro che consente di trasformare un'idea in un prodotto o in un servizio nuovo. E credo dall'altra parte che sia imprescindibile questo passaggio: se noi non diamo possibilità a grandi idee di diventare prodotti e servizi anche gli inventori sono meno stimolati. E qui invece noi vogliamo farlo, ecco perché abbiamo anche attrezzato A2a Life Ventures in questo senso".