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Witkoff e Kushner in Egitto per colloqui su Gaza. Media: "Possibile fine prima fase piano pace entro venerdì"

(Adnkronos) - L'inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero e consigliere per il Medio Oriente, Jared Kushner, sono arrivati a Sharm el Sheikh, in Egitto, per partecipare ai ...

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Vino, in un libro la pr Maddalena Mazzeschi racconta il lato 'spirit...oso' della comunicazione

(Adnkronos) - 'Tappi, tacchi e miracoli', ovvero: il lato 'spirit... oso' della comunicazione del vino. E' il curioso titolo del libro appena pubblicato da Maddalena Mazzeschi, da 40 anni pr nel settore enologico, che ha deciso di mettere insieme ...

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Il ghiaccio delle Alpi in viaggio verso l'Antartide

(Adnkronos) - La rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs, è salpata dal porto di Trieste e raggiungerà l’Antartide a dicembre passando per la Nuova Zelanda. La nave parte con un nuovo assetto grazie a un piano di ...

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Witkoff e Kushner in Egitto per colloqui su Gaza. Media: "Possibile fine prima fase piano pace entro venerdì"

(Adnkronos) - L'inviato del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il Medio Oriente, Steve Witkoff, e il genero e consigliere per il Medio Oriente, Jared Kushner, sono arrivati a Sharm el Sheikh, in Egitto, per partecipare ai colloqui indiretti tra Israele e Hamas volti a raggiungere un accordo di cessate il fuoco a Gaza. Lo ha reso noto Barak Ravid di Axios. Witkoff e Kushner sono stati gli ideatori del piano in 20 punti di Trump, che prevede, tra le altre condizioni, un ritiro graduale di Israele e il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti entro 72 ore dall'inizio di una tregua. Il tycoon li ha incontrati martedì, prima della partenza ha riferito Axios, precisando che Witkoff e Kushner hanno fatto il punto sulle trattative in corso a Sharm el-Sheikh nel corso di una riunione allargata anche al vice presidente Jd Vance, al segretario di Stato americano Marco Rubio, e al capo di gabinetto, Susie Wiles. Intanto Trump ha dichiarato che esiste una "reale possibilità" di un accordo di pace a Gaza, mentre i negoziatori di Hamas e Israele hanno tenuto colloqui indiretti nel secondo anniversario dell'attacco del 7 ottobre. "C'è una reale possibilità che possiamo fare qualcosa", ha detto Trump ai giornalisti nello Studio Ovale parlando insieme al primo ministro canadese Mark Carney e aggiungendo che anche i negoziatori statunitensi sono coinvolti nei colloqui. "Abbiamo molto potere, faremo tutto il possibile per garantire che tutti aderiscano a questo accordo", ha aggiunto, rispondendo a una domande sulle garanzie che eventualmente possono essere attuate affinché, in caso di accordo, Israele non riprenda l'offensiva nella Striscia di Gaza dopo il rilascio degli ostaggi israeliani. Hamas dal canto suo chiede la restituzione, nell'ambito dei negoziati in corso in Egitto per il rilascio degli ostaggi, dei corpi di Yahya Sinwar, l'ideatore dell'attacco del 7 ottobre, e di suo fratello Muhammad, anch'egli eliminato dopo aver assunto il ruolo di leader dell'organizzazione nella Striscia di Gaza secondo il Wall Street Journal, che cita mediatori arabi, sottolineando che si tratta di una richiesta che Israele ha già respinto in passato. Secondo quanto ha detto il principale negoziatore del gruppo islamista, Khalil El-Hayya, Hamas "vuole garanzie dal presidente Donald Trump e dai Paesi sponsor che la guerra finirà una volta per tutte". "Non ci fidiamo dell'occupazione, nemmeno per un secondo", ha dichiarato al media egiziano Al-Qahera News, riferendosi a Israele. "L'occupazione israeliana nel corso della storia non mantiene le sue promesse, e lo abbiamo sperimentato due volte in questa guerra. Pertanto, vogliamo garanzie reali", ha continuato, accusando Israele di aver violato due cessate il fuoco nella guerra in corso.

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Vino, in un libro la pr Maddalena Mazzeschi racconta il lato 'spirit...oso' della comunicazione

(Adnkronos) - 'Tappi, tacchi e miracoli', ovvero: il lato 'spirit... oso' della comunicazione del vino. E' il curioso titolo del libro appena pubblicato da Maddalena Mazzeschi, da 40 anni pr nel settore enologico, che ha deciso di mettere insieme aneddoti, racconti ed esperienze di questa sua decennale carriera iniziata in un momento in cui, soprattutto per una donna, non era né facile né frequente parlare di vino e farlo con professionalità. Maddalena Mazzeschi ha intrapreso questo percorso nel 1984, appena ventenne, da neodiplomata Perito agrario iniziando a lavorare a Montepulciano presso il Consorzio della prima Denominazione di origine controllata ad essere uscita sul mercato con l’aggiunta della classificazione 'garantita', cioè la più alta prevista per il vino italiano, e fino al 1990 ha contribuito alla sua conoscenza e valorizzazione. Grazie alla notevole esperienza acquisita, nel 1991 ha aperto una sua agenzia di comunicazione, marketing e pubbliche relazioni specializzata in questo settore. All'epoca, parlare di comunicazione nel mondo del vino era del tutto futuristico, nessuno sapeva di cosa si trattasse e ancora meno cosa si potesse fare. Maddalena si è trovata a dover avere o acquisire alcune caratteristiche fondamentali per superare la prova: un carattere deciso, una buona professionalità o almeno il desiderio di acquisirla, una grande autoironia per ridere dei propri errori e, spesso, pure di quelli degli altri. Questa raccolta di aneddoti è il frutto proprio dell’autoironia già iniziata a maturare alle scuole superiori dove si era trovata, come è lei stessa a dire, “ad avere tre caratteristiche inaccettabili per i miei colleghi studenti tutti maschi: ero donna, brutta e secchiona”. La raccolta parte proprio da alcuni episodi legati ai cinque anni di scuola superiore dove già si trova a dover superare i suoi tre 'handicap' e a farne pedana di lancio per arrivare ad essere addirittura la prima donna eletta dagli studenti nel Consiglio di Istituto. Prosegue con aneddoti relativi al periodo della collaborazione con il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano e quindi a quello di libero professionista. In più alcuni ricordi della vita privata: su tutti, la scelta di essere una laica consacrata nella Chiesa Cattolica e da qui alcuni esilaranti episodi "perché - confessa - la cosa è spesso frutto di equivoci non presentandosi con le apparenze che tutti si aspetterebbero e facendo un lavoro che non sembra proprio confacente alla scelta". "La raccolta - sottolinea l'autrice - nasce dal desiderio di sdrammatizzare un po’ l’impatto con il settore vino che spesso si dà troppa importanza rischiando di allontanare i consumatori quasi impauriti davanti alle mille regole da seguire prima di potersi godere un buon sorso: temperature, abbinamenti, bicchieri, decantazione, ecc.. L’intento è quello di dire: è importante conoscere il vino per poterlo apprezzare meglio, però che resti un piacere e un divertimento. Allo stesso tempo, c’è il desiderio di far conoscere la bellezza e ricchezza di questo mondo a chi è subissato di articoli, inchieste, ricerche mediche e via di questo passo, che vanno quasi demonizzando un prodotto con invece dietro millenni di storia, cultura, fatiche e ingegno umano". "La prima parte è stata scritta in un periodo di grande crescita dell'immagine del vino in generale e l'intento era quello di far conoscere ciò che vi ruota intorno smitizzando un po' l'aurea troppo esclusiva creatasi intorno al suo consumo", spiega e prosegue: "Oggi scrivo anche per contribuire a raccontare il vino per ciò che è: uno dei pochi prodotti in positivo nella bilancia commerciale dell'agricoltura italiana e contemporaneamente capace di portare in tutto il mondo l'immagine del made in Italy". La copertina, e il titolo, non vuole mostrare solo i tacchi alti dei suoi primi anni di lavoro: le scarpe rosse, infatti, sono ormai un simbolo universale di denuncia, memoria e lotta per i diritti delle donne che anche nel settore del vino hanno vissuto, e a volte vivono ancora, situazioni di disparità. Gli aneddoti sono rigorosamente veri ma, ovviamente, non bisogna aspettarsi di trovare i nomi di coloro cui si riferiscono, perché - è sempre l’autrice a parlare - “dirlo non sarebbe una buona azione di pubbliche relazioni almeno se, come me, hai ancora un bel po’ di anni di lavoro davanti”.

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Il ghiaccio delle Alpi in viaggio verso l'Antartide

(Adnkronos) - La rompighiaccio Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Ogs, è salpata dal porto di Trieste e raggiungerà l’Antartide a dicembre passando per la Nuova Zelanda. La nave parte con un nuovo assetto grazie a un piano di ammodernamento e manutenzione straordinaria, reso possibile dai 4 milioni di euro stanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca (Mur) nell’ambito del Fondo per l’edilizia e le infrastrutture di ricerca. L’arrivo della nave Laura Bassi in Nuova Zelanda è previsto per metà novembre, mentre il rientro a Trieste avverrà nella seconda metà di aprile 2026, al termine di una missione di oltre 190 giorni. “La spedizione della N/R Laura Bassi nell’estate australe 2025-2026 si dividerà in due fasi: la prima, dedicata all’approvvigionamento della base Mario Zucchelli, inizierà a fine novembre - spiega Franco Coren, direttore del Centro Gestione Infrastrutture Navali dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - Faremo poi un convoglio con la nave rompighiaccio del progetto antartico coreano, la Araon. Le due imbarcazioni si alterneranno lungo la rotta per supportarsi reciprocamente nella navigazione, l’appuntamento è all’inizio di dicembre al limite del ghiaccio. Successivamente, rientreremo in Nuova Zelanda per la seconda parte della missione, focalizzata su 5 progetti scientifici, che durerà fino ai primi di marzo”. Quest’anno, oltre alla strumentazione scientifica e ai materiali per la 41esima campagna del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), la nave trasporterà a bordo anche le carote di ghiaccio raccolte nell’ambito dell’iniziativa internazionale Ice Memory, guidata dalla Ice Memory Foundation. Riconosciuta dall’Unesco, l’iniziativa ha tra i suoi fondatori l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isp) e l’Università Ca’ Foscari Venezia, oltre ad altre quattro istituzioni europee. A supporto del progetto anche il Programma Nazionale di ricerche in Antartide (Pnra). L’obiettivo è creare un archivio mondiale di campioni da ghiacciai minacciati dal cambiamento climatico, una sorta di banca dati del clima a disposizione delle prossime generazioni di scienziate e scienziati. Il ghiaccio custodisce, infatti, preziose informazioni sull’atmosfera del passato - gas serra, aerosol, polveri e inquinanti - fondamentali per comprendere l’evoluzione del clima e dell’ambiente terrestre. Ad essere trasferite dalla Laura Bassi saranno le carote di ghiaccio estratte nel maggio 2025 sul Grand Combin (Svizzera) e nel 2016 sul Monte Bianco (Francia). I campioni attraverseranno due emisferi con un viaggio di oltre cinquanta giorni da Trieste fino all’Antartide. “Il trasporto dei campioni in Antartide realizza un sogno sul quale abbiamo lavorato per un decennio - ricorda Carlo Barbante, professore all’Università Ca’ Foscari Venezia, cofondatore del progetto Ice Memory e vice-presidente della Ice Memory Foundation - reso possibile dal team scientifico internazionale, dalle istituzioni e dalle organizzazioni che hanno sostenuto questo impegno per le future generazioni”. “Il Cnr-Isp, tra i fondatori di Ice Memory, è orgoglioso di contribuire a questa missione internazionale che salvaguarda gli archivi naturali del clima, un patrimonio prezioso per la comunità scientifica del futuro", dichiara Giuliana Panieri, direttrice dell’Istituto di scienze polari del Cnr. Una volta arrivate in nave presso la base costiera Mario Zucchelli, le carote saranno trasferite in aereo presso la stazione italo-francese Concordia nel plateau antartico. Il volo, della durata di quasi 5 ore, sarà operato in assenza di riscaldamento anche nella carlinga per garantire il mantenimento della temperatura a -20°C, condizione essenziale per preservare l’integrità dei campioni. Giunte a Concordia, le carote verranno alloggiate presso l’Ice Memory Sanctuary, una galleria lunga 35 metri, alta e larga 5. L’ice cave è stata scavata a circa 4 metri di profondità sotto la neve e realizzata senza l’impiego di alcun materiale da costruzione, per assicurare un impatto ambientale minimo. “Le operazioni di trasporto e conservazione vedono coinvolti tutti e tre gli enti attuatori del Pnra. Nello specifico, Enea si occuperà della gestione della catena del freddo e della logistica, coadiuvata a Concordia dall’Istituto polare francese Paul Émile Victor (Ipev) con il quale viene cogestita la Stazione. Uno sforzo logistico importante considerato il contesto ambientale tra i più difficili del pianeta”, spiega Elena Campana, responsabile dell’Unità tecnica Antartide Enea.

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