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Cina, Follini: "D’Alema non si traveste, sua tenacia merita rispetto"

(Adnkronos) - "Conosco Massimo D’Alema dal lontano 1975. Nel frattempo è passato mezzo secolo. All’epoca lui era il segretario della Fgci, l’organizzazione giovanile del Pci. Due anni dopo io sarei stato eletto segretario del Movimento Giovanile della Dc. In tutti questi ...

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Manovra, Cida: "Finalmente una tutela per chi paga Irpef ma restano ombre su rottamazioni"

(Adnkronos) - "Fino a qualche settimana fa i dati sull’Irpef che abbiamo presentato hanno fatto scalpore. Oggi, invece, a far notizia è una manovra che sembra andare in favore proprio di chi l’Irpef la paga". Lo afferma Stefano Cuzzilla, presidente di ...

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Africa Green Growth Forum, focus su energia pulita e sostenibile

(Adnkronos) - La quinta edizione dell’Africa Green Growth Forum, a Ecomondo 2025, si è focalizzata sulle iniziative per l’energia pulita e sostenibile nel continente africano nell’ambito del Piano Mattei e dal programma 'Mission 300'.   Dopo i saluti iniziali di Fabio Fava, ...

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Cina, Follini: "D’Alema non si traveste, sua tenacia merita rispetto"

(Adnkronos) - "Conosco Massimo D’Alema dal lontano 1975. Nel frattempo è passato mezzo secolo. All’epoca lui era il segretario della Fgci, l’organizzazione giovanile del Pci. Due anni dopo io sarei stato eletto segretario del Movimento Giovanile della Dc. In tutti questi anni ci è capitato un’infinità di volte di incrociarci. Più spesso in contrasto. Qualche volta in sintonia. Sempre con rispetto e con una certa curiosità. Un intreccio di politica e di vita che ognuno di noi ha svolto nei modi più diversi. Fino a perdere la consuetudine che oggi magari si affida alle cose che diciamo e che scriviamo. Ma che in qualche modo prosegue un confronto e perfino -a modo nostro- una sorta di amicizia a distanza. D’Alema è la tenacia, io sono la rinuncia. Lui adora la polemica, io faccio più fatica nel conflitto. Lui è stato comunista, e per certi versi lo è rimasto. Io mi considero democristiano anche a distanza di anni dalla fine della Dc. Insomma, se anche per qualche tempo le nostre storie politiche si sono intrecciate, sono molto più le differenze a parlare di noi. Differenze di cui credo siamo orgogliosi, tutti e due. Quando l’ho visto in quel di Pechino, nei giorni scorsi, mi sono trovato, letteralmente, all’altro capo del mondo. E quando ho letto due sue dense interviste, a Fabio Martini e ad Aldo Cazzullo, ho provato il brivido antico della distanza politica che ci separa. Una distanza a cui credo che siamo affezionati tutti e due. Occidentali, certo. Ma con un’idea di Occidente assai diversa. D’altra parte la storia non è mai acqua che passa sulla pancia delle anatre, come diceva Keynes. Essa fa parte del futuro quanto e più di tutti i progetti che coviamo nel nostro animo cercando di avvicinarci a quel traguardo che resta sempre così lontano dalle nostre immaginazioni. E però, da avversario antico, mi viene da dire: la politica è così, e proprio questo è il bello. E’ la tenacia con cui si resta legati a se stessi, alle proprie convinzioni. E’ la capacità di affermare un punto di vista che suona impopolare e risulta quasi sempre assai meno conveniente della facile resa al conformismo. E’ il carattere di chi resta se stesso anche quando sarebbe prudente mimetizzarsi. E’ quel tanto di coerenza che unisce il come eravamo e quello che nel frattempo siamo diventati. Figure di altre stagioni, che appaiono desuete. Credo anche a noi stessi -almeno qualche volta. Così oggi mi viene di criticarlo in nome di una geopolitica che ci divide. E anche di una storia così lungamente diversa. Ma poi mi dico che è proprio la rivendicazione che ognuno di noi fa della propria storia a dar conto di un mondo e di una generazione. La nostra è stata forse l’ultima generazione che è cresciuta dentro un sistema politico che ancora faceva scuola. Dove ci insegnavano a tenere il punto, a non inseguire le mode più di tanto, a collegare idealmente il passato di cui eravamo eredi e il futuro che ci illudevamo di padroneggiare. Siamo stati figli di partito -sia pure di partiti che non esistono più. Il tempo che è passato -tanto, forse troppo- non ci consente grandi illusioni. Il mondo è un altro, e altri ne sono i protagonisti. Ma se c’è un dovere a cui la nostra generazione è tenuta è proprio quello di evitare travestimenti. Per discutibili che siano le storie che abbiamo alle spalle, per discutibilissimi che siamo noi, ciascuno di noi, per quanti errori si siano commessi e per quanti dissensi anche aspri ci portiamo dietro, noi siamo quella storia lì. Lo siamo testardamente, mi viene da dire. Lo siamo portandoci dietro un retaggio che è forse la parte più importante di noi. La tenacia con cui D’Alema resta tale merita rispetto. Non si traveste, non compiace. E’ ostico, ostinato. E autentico. Non è cosa da poco. Anche per quanti, come me, si trovano agli antipodi di molti dei suoi pensieri di ieri e di oggi". (di Marco Follini)

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Manovra, Cida: "Finalmente una tutela per chi paga Irpef ma restano ombre su rottamazioni"

(Adnkronos) - "Fino a qualche settimana fa i dati sull’Irpef che abbiamo presentato hanno fatto scalpore. Oggi, invece, a far notizia è una manovra che sembra andare in favore proprio di chi l’Irpef la paga". Lo afferma Stefano Cuzzilla, presidente di Cida. Il riferimento è ai dati, elaborati da Cida e Itinerari previdenziali, che hanno evidenziato come il 27% dei contribuenti versi quasi l’80% dell’Irpef, mentre il 43% della popolazione non versi un solo euro di imposta diretta. Numeri che avevano acceso il dibattito sul peso sproporzionato che grava su una platea ristretta di cittadini e lavoratori, quelli che reggono il sistema”. In questo scenario, la scelta della manovra 2026 di alleggerire leggermente l'Irpef per questa stessa fascia di contribuenti rappresenta un segnale importante: chi contribuisce di più viene finalmente riconosciuto e non penalizzato. Cuzzilla precisa: "E' curioso che la critica più forte, come ricordato anche dall’Istat, sia che il taglio dell’Irpef favorisca chi paga l’Irpef. Una polemica che si commenta da sola. Ma qui non stiamo parlando di privilegi: si tratta semplicemente di ristabilire un principio di equità". Per capirlo basta un confronto semplice:un dirigente con 105mila euro di reddito paga in Irpef e addizionali 13,5 volte più di un lavoratore che guadagna 30mila euro, pur avendo un reddito solo 3,5 volte più alto. E' evidente chi sostiene davvero il sistema. Restano tuttavia ombre sulle rottamazioni e sulle nuove ipotesi di sanatoria fiscale: "Cida - ricorda - ha già espresso la propria contrarietà alle rottamazioni. La Corte dei Conti, nelle audizioni parlamentari, ha sollevato obiezioni puntuali: abbattere sanzioni e allungare i tempi di pagamento significa far perdere allo Stato gettito certo e favorire chi non ha rispettato le regole. In fondo, è un premio a chi ha eluso, un ulteriore peso su chi ha sempre pagato". Chiude Cuzzilla: "La manovra mostra un primo segnale di giustizia per il ceto medio e i contribuenti fedeli, ma se continueremo con il meccanismo delle rottamazioni, rischiamo di svuotare quel patto fiscale che dovrebbe unire e responsabilizzare. La vera equità si costruisce premiando chi fa la sua parte, non garantendo scappatoie a chi si sottrae".

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Africa Green Growth Forum, focus su energia pulita e sostenibile

(Adnkronos) - La quinta edizione dell’Africa Green Growth Forum, a Ecomondo 2025, si è focalizzata sulle iniziative per l’energia pulita e sostenibile nel continente africano nell’ambito del Piano Mattei e dal programma 'Mission 300'. Dopo i saluti iniziali di Fabio Fava, Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico di Ecomondo, e con la moderazione di Silvia D’Ovidio di Res4Africa, il Forum ha visto gli interventi di Fabio Massimo Ballerini, direttore Struttura di Missione per l'attuazione del Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei Ministri, di Fabrizio Lobasso (Maeci) e di Giulia Pinna (Mase). Subito dopo, Robin Hendrix del Gruppo della Banca Mondiale e Davinah Milenge Uwella della Banca Africana di Sviluppo hanno fornito una panoramica sull’impatto del Piano Mattei e della 'Mission 300'. Nella successiva tavola rotonda, esponenti di Confindustria Assafrica Mediterraneo, Res4Africa, Cdp, Sace, Simest e Banca Europea degli investimenti hanno dialogato sulle opportunità per promuovere partnership e investimenti verdi in Africa. Ha chiuso l’evento un’ultima sessione, moderata da Angela Giordano di Confindustria Assafrica Mediterraneo, che ha messo in risalto le best practices delle imprese che operano in Africa nel campo 'green and technology'.

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