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Vannacci 'riscrive' le leggi razziali, bufera sul generale. Lui replica: "La verità è scomoda"

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Vannacci 'riscrive' le leggi razziali, bufera sul generale. Lui replica: "La verità è scomoda"

(Adnkronos) - "Spesso la verità è scomoda e i fatti da me riportati, peraltro fornendo anche fonti verificabili, sono poco contestabili. Consiglio la storiografia di Mussolini fatta da Renzo De Felice a chiunque voglia approfondire". Così Roberto Vannacci commenta all'Adnkronos le polemiche scaturite dopo il suo post sui social in cui spiega la storia del Ventennio fascista. "Se continuano queste polemiche il mio prossimo libro sarà intitolato 'La storia al contrario'", dice ancora il vicesegretario della Lega che poi precisa: "La mia non è altro che una cronologia di fatti storicamente avvenuti e non una esaltazione o critica di un periodo storico". Vannacci, l'ex generale dei parà, oggi numero due della Lega di Matteo Salvini, ha deciso di riaprire il dibattito sul Ventennio, postando la sua lezione di storia del fascismo. Per Vannacci è giunto il momento di dare "ripetizioni per chi la storia l'ha studiata nei manuali del partito democratico", come si legge nel titolo del lungo post pubblicato su Fb dall'eurodeputato della Lega. Una riflessione che non passa inosservata - visto il boom di commenti che si moltiplicano - sotto le copertine di tre dei volumi che lo storico Renzo De Felice scrisse sul Fascismo ('Mussolini il rivoluzionario' e poi i due 'Mussolini il fascista' sono quelli selezionati da Vannacci). Innanzi tutto - viene ricordato dal generale nella sua lectio - "il 15 maggio 1921, Benito Mussolini viene eletto in Parlamento con i Fasci italiani di combattimento. Fu il terzo deputato più votato d’Italia". Ecco il valore dei voti e dei numeri, per riportare tutto alla realtà. Inoltre la marcia su Roma dell'ottobre del '22 "non fu un colpo di stato ma 'poco più di una manifestazione di piazza'", scrive Vannacci citando un altro storico, Francesco Perfetti. Mussolini poté arrivare a Roma "comodamente in treno" e fu il Re a dargli il potere. Vannacci rammenta che l'esecutivo Mussolini era all'inizio una coalizione di più forze: quello nato "il 17 novembre 1922" guidato da Mussolini fu un governo "composto non solo da fascisti, ma anche da liberali, popolari e nazionalisti" e ottenne "la fiducia della Camera dei Deputati con 306 voti favorevoli, 116 contrari e 7 astenuti". "Il fascismo - allunga lo sguardo l'ex capo della Folgore - almeno fino alla metà degli anni Trenta, esercitò il potere attraverso gli strumenti previsti dallo Statuto Albertino, cioè all’interno dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia". Non solo: "Tutte le principali leggi - dalla riforma elettorale del 1923 alle norme sul partito unico, fino alle stesse leggi del 1938 - furono approvate dal Parlamento e promulgate dal Re, secondo le procedure previste dalla legge", conclude l'ex capo dei parà, citando anche l'anno delle leggi razziali. Quanto basta per scatenare il dibattito sulla sua pagina, seguita da circa mezzo milione di utenti. Alcuni apprezzano la lezione di storia, una sorta di Bignami da social del generale. Qualcuno trae spunto per puntare l'indice: "Sei peggio di Salvini...", "mi sento male a sapere che ti paghiamo lo stipendio...", "Paracul...". La maggior parte delle centinaia di post sono durissimi, attaccando frontalmente il generale. Uno posta pure foto di piazzale Loreto, altri accusano Vannacci di revisionismo ("oscenità storiche"). "Pure le leggi razziali.... vergogna", si legge ancora. Molti ricordano invece Matteotti, non citato da Vannacci. I post di chi dissente sono preponderanti, rinfacciando al generale chi i crimini della dittatura instaurata da Mussolini, chi la sua alleanza con Hitler, chi la guerra. A dargli man forte - mentre il generale pare accerchiato - si fa notare il pronipote di Mussolini stesso, Caio Mussolini, nipote del figlio primogenito del Duce, Vittorio. "E' tutto corretto - scrive confermando la linea Vannacci -. Per quanto possa dispiacere a molti. E aggiungo che la violenza dopo la prima guerra mondiale nasce a sinistra (volevano fare 'come in Russia', con attentati, bombe, uccisioni, bastonature, 'biennio rosso' e 'grande paura'...) e che il fascismo fu una reazione a queste violenze". Poi il discendente Mussolini aggiunge qualche altro apprezzamento: "La donna si è emancipata proprio durante il fascismo". E il Duce "ha protetto Gramsci" e Amendola "non è morto dopo essere stato picchiato ma è deceduto per un tumore sette mesi dopo". Scagiona il fondatore del fascismo anche sulla vicenda Matteotti, che in tanti hanno citato su Fb: "Mussolini con c'entrava nulla con la morte di Matteotti". Era invece un leader riconosciuto anche all'estero "sino al '36 era idolatrato all'estero (vedi film Mussolini's speaks)" e tra i fan Caio Mussolini annovera anche "la comunista" Margherita Hack che disse che 'le conquiste sociali del fascismo oggi ce le sogniamo...'. Poi l'ultimo affondo - con parole simili a quelle della chiusa di Vannacci -: "Tutte le leggi a partire da quelle 'fascistissime', anche le famigerate e odiose leggi razziali, erano approvate dal Parlamento e firmate dal re". "La rivendicazione del fascismo che il vice segretario della Lega Vannacci porta avanti è qualcosa di vergognoso - commenta il senatore Pd Francesco Verducci - Un revisionismo sul fascismo falso, subdolo e inaccettabile. Vannacci non è un passante: è il numero due della Lega, a sua volta secondo partito della coalizione del governo Meloni. È imbarazzante il silenzio di Salvini sulle provocazioni fasciste di Vannacci. Se la Lega è ancora un partito antifascista, come sempre orgogliosamente dichiarato dal suo fondatore Umberto Bossi e da numerosi attuali dirigenti e parlamentari, allora intervenga e tolga a Vannacci un ruolo che è un'offesa per la nostra Repubblica, per la nostra Costituzione, per la nostra democrazia". "Il generale Roberto Vannacci, eurodeputato e numero due della Lega, ha deciso di riscrivere la storia del fascismo e delle leggi razziali del 1938. Attacca la 'storia studiata sui manuali del Pd' e arriva a sostenere che il Duce fu 'votato' e che le leggi razziali del ’38 ebbero 'l’ok del Parlamento e la firma del re', come se il richiamo alle forme bastasse a ripulire la sostanza di un regime dittatoriale e razzista - afferma Sandro Ruotolo, responsabile Memoria nella segreteria nazionale Pd ed eurodeputato - Le leggi razziali non sono un dettaglio di procedura: sono state il cuore di una persecuzione che ha privato cittadini italiani di diritti, lavoro, libertà e, per molti, della vita". "Non è una lezione di storia: è un’operazione di revisionismo che mette in discussione il senso stesso dell’antifascismo su cui si fonda la Repubblica. A completare il quadro, arriva ora anche l’endorsement di Caio Mussolini. Come volevasi dimostrare", conclude l'esponente dem. Per la capogruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella, il generale "ormai non sa più a che santo votarsi. Roberto Vannacci, sconfitto alle urne in Toscana, straparla di fascismo aizzando il popolo dei social. Non è un uomo pericoloso quanto ridicolo ma sarebbe bella una rivolta all’interno di quella Lega che fu federalista e antifascista".

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Imprese, Giuliano Amato: "Competenze non bastano, serve senso della missione"

(Adnkronos) - “La formazione della classe dirigente è un percorso complesso: le competenze sono indispensabili, ma non bastano. L’università è nata per dare le competenze, ma una vera classe dirigente deve avere anche il senso di una missione che va oltre la tecnica, la capacità di convincere gli altri a perseguirla e il coraggio di andare controcorrente quando la direzione è sbagliata”. Lo ha dichiarato Giuliano Amato, professore emerito dell’università degli Studi di Roma La Sapienza e dell’Istituto Universitario Europeo che, in occasione dell'inaugurazione dell'Anno Accademico 2025/2026 dell’Universitas Mercatorum, l’università delle camere di commercio italiane del Gruppo Multiversity, ha tenuto la lectio magistralis sull’educazione come fondamento della democrazia. “Oggi - ha spiegato - molti di coloro che acquisiscono competenze non sentono più la responsabilità verso la comunità e preferiscono dedicarsi ad altro, dalle imprese alla finanza” Amato ha poi ricordato che “i grandi momenti storici nascono quando si fondono il saper fare e il finalizzarlo al benessere collettivo”, aggiungendo: “Ci sono stati tempi in cui i grandi personaggi sapevano trasmettere il senso di una missione agli altri. Dovremmo chiederci chi, oggi, ha ancora questa capacità”.

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Sostenibilità, Pichetto Fratin: "Green economy in crescita, ma non si impone per decreto"

(Adnkronos) - “La green economy non si raggiunge per decreto”. Lo ha dichiarato il ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, a Ecomondo di Rimini. “Siamo al 49% di rinnovabili, un risultato impensabile solo pochi anni fa. Ora serve continuità, investimenti e un mosaico di azioni, anche a supporto dei settori energivori. La sfida climatica resta globale e l’Europa da sola non basta”, ha detto. “Possiamo dirci tra i primi Paesi al mondo nella capacità di riciclo: si parla tanto di terre rare e materie prime critiche ma il più grande giacimento che abbiamo è la nostra immondizia. La capacità di riciclo - ha aggiunto - si manifesta pienamente proprio in questa fiera, simbolo di innovazione e sostenibilità”.

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