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Calendario Mondiali 2026, quando giocherebbe Italia in caso di qualificazione

(Adnkronos) - Svelato oggi, sabato 6 dicembre, il calendario dei Mondiali di calcio 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti. Tra le squadre impegnate nel torneo potrà esserci anche l'Italia, che in caso di vittoria ai playoff esordirà il 12 giugno contro i padroni di casa ...

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Startup, Pichetto Fratin: "Decarbonizzazione e tecnologia chiave per modernizzare Paese"

(Adnkronos) - "Il filo conduttore delle startup è ambientale e tecnologico. L’obiettivo ambientale deve permeare le nostre azioni, perché significa essere più moderni, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, ma gli obiettivi di decarbonizzazione per ...

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Il futuro dell'Italia? Solo il 22% è ottimista

(Adnkronos) - Il 46% degli italiani (quasi uno su due) è pessimista sul futuro del Paese e solo il 22% immagina un’Italia migliore nei prossimi dieci anni. Un giudizio severo che si affianca a un paradosso evidente: il 79% degli italiani, soprattutto i più giovani, dichiara di pensare al domani, ma ...

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Calendario Mondiali 2026, quando giocherebbe Italia in caso di qualificazione

(Adnkronos) - Svelato oggi, sabato 6 dicembre, il calendario dei Mondiali di calcio 2026 in Canada, Messico e Stati Uniti. Tra le squadre impegnate nel torneo potrà esserci anche l'Italia, che in caso di vittoria ai playoff esordirà il 12 giugno contro i padroni di casa del Canada alle 21. Gli azzurri affronterebbero poi la Svizzera alla seconda giornata e il Qatar nella terza. Ecco le date dei possibili impegni degli azzurri ai Mondiali 2026. Ecco quando giocherebbe l'Italia ai Mondiali 2026 se riuscisse a qualificarsi a marzo: venerdì 12 giugno a Toronto, ore 21 Canada-ev.Italia giovedì 18 giugno a Los Angeles, ore 21 ev.Italia-Svizzera mercoledì 24 giugno a Seattle, ore 21 ev.Italia-Qatar

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Startup, Pichetto Fratin: "Decarbonizzazione e tecnologia chiave per modernizzare Paese"

(Adnkronos) - "Il filo conduttore delle startup è ambientale e tecnologico. L’obiettivo ambientale deve permeare le nostre azioni, perché significa essere più moderni, raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, ma gli obiettivi di decarbonizzazione per un Paese come l'Italia sono anche opportunità, perché è un'opportunità di qualificazione. Noi siamo importanti nel mondo, essendo il quarto Paese esportatore, avendo un terzo del nostro prodotto interno lordo, quindi della nostra ricchezza italiana, legato all'esportazione. Perché facciamo i prodotti migliori, non perché facciamo i prodotti che costano meno. E questo, automaticamente, è l'innovazione, la tecnologia, la genialità di questo Paese". E' quanto ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, in occasione della cerimonia di premiazione delle migliori startup italiane che hanno partecipato al bando '7 idee per cambiare l’Italia', promosso da L’Espresso. Il ministro, durante l’evento ospitato presso la sala della Protomoteca in Campidoglio, ha poi commentato la questione controversa del costo energetico delle nuove tecnologie: “Questo aspetto non è risolvibile da un giorno all'altro. Noi siamo, purtroppo, un Paese che dipende ancora tanto dai combustibili fossili, anche se devo dire che dopo tre anni di governo noi abbiamo raggiunto un punto di equilibrio importante, che è quello di avere metà rinnovabile e metà da gas, di non avere più la produzione da carbone, tolto una piccola quantità in Sardegna, e di avere le rinnovabili che hanno raggiunto anche un punto per stare in piedi da sole senza incentivi da parte dello Stato. Questo è il grande goal che dobbiamo valorizzare e naturalmente far crescere e modernizzare. Quindi la tecnologia, la modernizzazione, l'innovazione sono il contributo che viene dato, in questo caso, all'energia, che è un veicolo di sfida per il Paese”. Per Pichetto Fratin il tema della sicurezza è molto importante ma anche molto vasto: non solo sicurezza fisica del lavoratore ma anche sicurezza nel prezzo. “Certo, noi siamo un Paese ancora abbastanza vulnerabile ma abbiamo fatto passi avanti”.

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Il futuro dell'Italia? Solo il 22% è ottimista

(Adnkronos) - Il 46% degli italiani (quasi uno su due) è pessimista sul futuro del Paese e solo il 22% immagina un’Italia migliore nei prossimi dieci anni. Un giudizio severo che si affianca a un paradosso evidente: il 79% degli italiani, soprattutto i più giovani, dichiara di pensare al domani, ma il 63% continua a sentirsi 'ancorato' al presente. Questa è la fotografia che emerge dal 'Barometro del Futuro', l’indagine demoscopica presentata oggi dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) e realizzata dall’Istituto Piepoli, nel corso dell’evento 'Un patto sul futuro, anche nell’interesse delle future generazioni', svoltosi all’Auditorium del Museo dell’Ara Pacis, in occasione della Giornata Mondiale dei Futuri dell’Unesco. L’incontro è stato l’occasione per presentare e discutere i primi risultati del progetto 'Ecosistema Futuro' (www.ecosistemafuturo.it), la partnership lanciata dall’ASviS un anno fa per mettere il futuro, o meglio 'i futuri', al centro della riflessione culturale, politica, economica e sociale del nostro Paese e che riunisce oltre 40 organizzazioni del mondo dell’istruzione, della cultura, dell’economia e dell’innovazione (tra cui i partner strategici Entopan, Intesa Sanpaolo, Iren, Randstad Research e Toyota Material Handling). “Come mostrato dall’indagine, gli italiani chiedono futuro, ma la gran parte di loro ritiene che nessuno se ne stia occupando seriamente, tanto meno i politici - ha commentato Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS - tant’è vero che solo il 25% degli intervistati pensa che i governi agiscono anche nell’interesse delle future generazioni e il 65% ritiene che in Italia non si parli abbastanza di futuro. Ecosistema Futuro intende invertire questa tendenza, in linea con il ‘Patto sul Futuro’ approvato dall’Onu un anno fa, portando l’educazione ai futuri nelle scuole e nei musei, promuovendo riforme politiche come la Valutazione d’Impatto Generazionale delle nuove leggi, valorizzando la ricerca orientata al futuro e dando maggiore spazio alle giovani generazioni nelle scelte politiche”. Il 'Barometro del futuro', presentato da Livio Gigliuto, presidente dell’Istituto Piepoli, evidenzia un divario profondo tra percezione personale e collettiva: il 37% degli italiani è ottimista riguardo al proprio futuro, ma il 34% percepisce un vuoto di visione sul futuro del Paese. La politica è considerata orientata al futuro solo dal 4% dei rispondenti, la scuola dal 7%, con un pessimismo più marcato nel Centro e nelle Isole, e più attenuato nel Nord Ovest. Tra le preoccupazioni principali emergono l’aumento del costo della vita e delle diseguaglianze (44%), l’intelligenza artificiale (36%), i rischi globali per la sicurezza e la pace (32%) e la crisi climatica (30%). La fiducia degli italiani si concentra nella scienza (80%), mentre scende drasticamente per istituzioni (29%), media tradizionali (24%) e social media (21%). Il Barometro evidenzia inoltre una chiara domanda di giustizia intergenerazionale: sette italiani su dieci chiedono una Legge sul Clima e quasi due su tre sostengono un’imposta sulle grandi ricchezze per finanziare i giovani. Nel corso dell’incontro, organizzato in collaborazione con Icom Italia, Officine Italia, Save the Children e la Fondazione Italiana per gli Studi sul Futuro nell’ambito delle celebrazioni giubilari, sono state presentate le principali linee di azione di Ecosistema Futuro. Il Barometro del Futuro mostra una richiesta chiara: per il 75% degli italiani è urgente introdurre un’educazione al futuro nel sistema scolastico: da qui la prima linea di azione che riguarda l’introduzione della Futures Literacy proposta dall’Unesco nelle scuole e nei percorsi universitari, lungo le linee contenute nel Future Paper presentato oggi nel corso dell’evento. La seconda concerne le politiche pubbliche, attraverso l’applicazione della nuova normativa che impone la Valutazione d’Impatto Generazionale (Vig) delle nuove leggi, così da orientare le decisioni in una prospettiva di lungo periodo. La terza riguarda la partecipazione civica, con l’avvio del percorso verso la prima Assemblea Nazionale sul Futuro nel 2027. Nel corso dell’evento è stata annunciata anche la creazione del 'Network dei Musei dei Futuri', realizzato nell’ambito di Ecosistema Futuro da Icom Italia, rappresentata da Michela Rota (architetta esperta di sostenibilità), un’iniziativa che coinvolge già oggi oltre 40 istituzioni culturali apripista, che nel 2026 realizzeranno attività dedicate ai futuri possibili, con l’obiettivo di trasformare musei e istituzioni culturali in spazi di immaginazione civica e alfabetizzazione ai futuri. L’obiettivo è anche quello di realizzare un 'Museo dei Futuri' italiano, fisico e digitale, sulla falsariga delle esperienze internazionali esistenti. "Attuare il Patto sul Futuro in Italia vuol dire trasformare il modo in cui il sistema Paese prende le decisioni - ha commentato Luca Miggiano, responsabile del progetto Ecosistema Futuro - Per realizzare tale obiettivo è necessario confrontarsi sull’Italia che vogliamo nel futuro, migliorare i processi politici e creare una cultura orientata al futuro per navigare la complessità del presente. Ecosistema Futuro è nato per contribuire a creare un Paese per giovani, dando voce a chi già oggi lavora concretamente sul futuro e alle giovani generazioni, schiacciate tra debito climatico, precarietà e incertezze economiche".

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