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(Adnkronos) - George Russell vince il Gp di Singapore di Formula 1 oggi, domenica 5 ottobre, a Marina Bay. Il pilota della Mercedes domina la gara e chiude davanti alla Red Bull di Max Verstappen, che ha provato fino alla fine a superarlo. Terzo posto per la McLaren di Lando Norris, davanti al leader del Mondiale Oscar Piastri. La McLaren conquista il titolo costruttori. Quinto posto per l'altra Mercedes di Kimi Antonelli, seguito dalle due Ferrari di Charles Leclerc e Lewis Hamilton, che ha preceduto in volata sul traguardo l'Aston Martin di Fernando Alonso. Nono posto per Bearman e chiude la top ten Carlos Sainz, partito ultimo. Ecco l'ordine di arrivo del Gp di Singapore e la classifica piloti aggiornata. Ecco l'ordine di arrivo del Gp di Singapore di oggi, domenica 5 ottobre: 1. George Russell (Mercedes) 2. Max Verstappen (Red Bull) 3. Lando Norris (McLaren) 4. Oscar Piastri (McLaren) 5. Kimi Antonelli (Mercedes) 6. Charles Leclerc (Ferrari) 7. Lewis Hamilton (Ferrari) 8. Fernando Alonso (Aston Martin) 9. Oliver Bearman (Haas) 10. Carlos Sainz (Williams) 11. Isack Hadjar (Racing Bulls) 12. Yuki Tsunoda (Red Bull) 13. Lance Stroll (Aston Martin) 14. Alexander Albon (Williams) 15. Liam Lawson (Racing Bulls) 16. Franco Colapinto (Alpine) 17. Gabriel Bortoleto (Kick Sauber) 18. Esteban Ocon (Haas) 19. Pierre Gasly (Alpine) 20. Nico Hulkenberg (Kick Sauber) Ecco la classifica piloti aggiornata dopo il Gp di Singapore: 1 Oscar Piastri – 336 punti 2 Lando Norris – 314 punti 3 Max Verstappen – 273 punti 4 George Russell – 237 punti 5 Charles Leclerc – 173 punti 6 Lewis Hamilton – 127 punti 7 Kimi Antonelli – 88 punti 8 Alex Albon – 70 punti 9 Isack Hadjar – 39 punti 10 Nico Hulkenberg – 37 punti 11 Lance Stroll – 32 punti 12 Carlos Sainz – 32 punti 13 Fernando Alonso – 34 punti 14 Liam Lawson – 30 punti 15 Esteban Ocon – 28 punti 16 Pierre Gasly – 20 punti 17 Yuki Tsunoda – 20 punti 18 Gabriel Bortoleto – 18 punti 19 Oliver Bearman – 18 punti 20 Franco Colapinto – 0 punti 21 Jack Doohan – 0 punti
(Adnkronos) - Ribadire la centralità dei giovani professionisti nel tessuto economico italiano, promuovendo un modello di consulenza avanzata, interdisciplinare e orientata alla crescita delle imprese. Si è concluso a Cagliari il convegno nazionale 2025 dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (Ungdcec). Quasi mille professionisti hanno partecipato a un evento che per la prima volta in sessant’anni ha fatto tappa in Sardegna. “Il messaggio che vogliamo lanciare è di guardare oltre la figura classica del dottore commercialista affiancandola a molte altre specializzazioni”, afferma Francesco Cataldi, presidente Ungdcec, a margine della due giorni. “Per l’Unione è stato un evento straordinario, che ha acceso i riflettori sulla figura del dottore commercialista, sempre più strategica per le imprese e la pubblica amministrazione; e quando un professionista è strategico, diventa funzionale all’intero sistema Italia”, aggiunge. Sul fronte dell’evoluzione professionale, Cataldi sottolinea come l’innovazione stia cambiando la professione: “L’intelligenza artificiale accelera i processi, ci aiuta negli adempimenti ripetitivi e porterà a una forte selezione nel mondo dei professionisti. Resteranno sul mercato coloro che sapranno utilizzarla restando al centro della consulenza”. 'Oltre la maschera' è il titolo che ha guidato i lavori e ne riassume la visione: “Offre un’immagine visiva del messaggio che vogliamo trasmettere: bisogna andare oltre la maschera che la società ci ha messo addosso. Dietro quella maschera ci sono tanti commercialisti competenti e specializzati, che accompagnano le imprese nella crescita. E quando crescono le imprese, cresce l’intero sistema Paese”, conclude Cataldi. Per Jacopo Deidda Gagliardo, delegato Ungdcec per la Sardegna, il convegno “ci lascia la consapevolezza di quello che siamo oggi e che saremo domani. "'Togliere la maschera' è stato uno strumento comunicativo per dire ad alta voce qualcosa che sapevamo già: molti colleghi sono già andati oltre lo stereotipo, con specializzazioni diverse e competenze ibride. Dalle nostre ricerche emerge che l’attività 'classica' pesa per circa il 50 per cento: l’altra metà del tempo dei commercialisti si riempie con nuove aree come sostenibilità, digitalizzazione e intelligenza artificiale. Questo sta erodendo l’etichetta tradizionale del nostro ruolo. Sta a noi continuare, anche sul piano della comunicazione, a valorizzare ciò che c’è dietro quella maschera”, spiega. Guardando all’azione di categoria, Deidda Gagliardo aggiunge: “C’è molto da fare: penso all’equo compenso, ma anche alla necessità di rendere più efficiente e meno ridondante la formazione richiesta dai diversi albi ed elenchi, che rappresentano il viatico giuridico delle specializzazioni. Serve un’armonizzazione efficace”.
(Adnkronos) - “Non è più il tempo di attendere. È quello di agire 'Nisi caste, caute', dicevano i Latini. Se non puoi essere casto, almeno sii cauto. Così oggi per noi. Il clima è cambiato, incontestabilmente e dati alla mano. Trasformiamoci, con le strategie della nuova ingegneria e del monitoraggio predittivo”. Così Marco Lombardi, Ceo di Proger, prima società italiana indipendente di ingegneria, a margine dell’evento “Strategie Di Adattamento Per Un Cambiamento Climatico Che Non Aspetta: Ingegneria Per I Territori E Per Il Patrimonio Culturale” organizzato da Soft Power Club e sostenuto da Proger che si è svolto presso la 19. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia oggi all’Arsenale. Un vasto e profondo giro di orizzonte tra i protagonisti italiani: ingegneri, imprenditori, esperti di Itc e filosofi. Perché è proprio il connubio tra la scienza dei materiali e delle costruzioni, le innovazioni tecnologiche e l’intelligenza artificiale e il pensiero di quello che siamo che innerva e sostanzia la modernità e il futuro che vogliamo. È stato Francesco Rutelli, Presidente di Soft Power Club a ricordare che sono gli italiani gli inventori del concetto di Città, degli acquedotti (il primo fu di Appio Claudio il Cieco, nel IV secolo a.C.) e che la responsabilità che sul nostro paese grava è quella di tenere fede alla sua eredità culturale e scientifica. “A noi spetta comprendere come poter adattare città e imprese e, soprattutto, il patrimonio culturale ai cambiamenti climatici del pianeta.” Il Ministro per l’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, in un articolato tele intervento ha sottolineato come la vera sfida che ci attende sia quella energetica, con un fabbisogno nazionale destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni e la gestione intelligente dell’eccesso di acque: piove troppo, ma non si conservano le acque e quando arriva la siccità non si sa da dove prenderla. Il tema della gestione idrica è stato il centro dell’intervento di Erasmo D’Angelis, presidente della Earth Water Agenda Foundation: “Senza controllo degli eccessi idrici e senza un ripensamento ed una manutenzione di acquedotti e dighe non c’è futuro”, mentre il tema delle città è stato il cuore del ragionamento sviluppato dalla presidente dei costruttori edili (Ance), Federica Brancaccio. “La rigenerazione urbana è modernità e chiediamo alle istituzioni regole nuove e fondi certi per affrontare la sfida che noi siamo pronti a sostenere, con le competenze e le responsabilità che gli imprenditori sanno di avere”. Ma è l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica a farla da padrona nella ingegneria predittiva: “Attendere che le catastrofi si verifichino per poi intervenire e rimediare è troppo costoso e inutile”, come ha detto Alberto Tripi, Presidente di Almaviva, il gruppo leader italiano della Ict “Oggi siamo spesso in grado di capire cosa accadrà prima che accada. Questo risparmi vite umane, patrimoni e ingenti quantità di denari”. In questa direzione che anche il Direttore scientifico del Centro Euro-Mediterraneo per i cambiamenti climatici, Giulio Boccaletti ha evidenziato come l’incontestabilità del cambiamento climatico e i nuovi fenomeni catastrofali siano affrontabili con la competenza e la ricerca scientifica. Ma è stata Paola Darò, ingegnere del Consorzio Proger Mens-Sacertis, a rafforzare con la forza dei numeri “che a noi ingegneri danno conforto”, la quantità impressionante di chilometri di reti ferroviarie e autostradali, di ponti e gallerie che vanno manutenuti. Soprattutto perché sono opere che in gran parte risalgono al dopoguerra e le infrastrutture, anche loro, hanno una vita utile. Un programma di manutenzioni efficace ed efficiente è in grado di allungarla e consentire di evitare tragedie e costi. “I tempi sono maturi per affrontare la sfida dell’adattamento. Parlarne solo qualche anno fa sarebbe stata una bestemmia. A noi interessa relativamente se il cambiamento climatico sia opera dell’antropizzazione selvaggia o se sia un ciclo naturale. A noi serve capire per intervenire e per adattare noi e le nostre vite, le nostre opere e la nostra salute a un clima che è cambiato. E mentre ci adattiamo, procedere ad attendere gli effetti delle immancabili azioni di mitigazione degli interventi dell’uomo sulla natura”, ha concluso Chicco Testa, già presidente di Enel e vicepresidente di Proger. “Idee, riflessione, dialogo, proposte e progetti: la Biennale 2025 si apre a qualcosa di più dell’arte e delle esposizioni. Una filosofia della natura e della tecnologia che ci aiuti nella difficoltà di vivere un mondo nuovo” ha concluso il presidente della Fondazione Biennale, Pietrangelo Buttafuoco.” E soprattutto, fedeli al vecchio adagio, meno avvocati, più ingegneri.”