(Adnkronos) - I The Kolors sono rimasti bloccati in aeroporto a causa dell'uragano Milton. La band italiana si trova in Svizzera, a Zurigo, e con grande delusione ha dovuto annullare il primo concerto negli Stati Uniti, precisamente a Miami in Florida, proprio dove l'uragano sta tenendo tutti bloccati nelle proprie abitazioni. Il volo per Miami è stato cancellato: "La compagnia aerea ci ha riferito che se non è strettamente necessario, non è possibile volare verso la Florida", racconta ai fan il frontman dei The Kolors, Stash. "Siamo bloccati qui a Zurigo, dove avevamo lo scalo. Stamattina siamo partiti speranzosi di raggiungere gli Stati Uniti, dove avremmo dovuto suonare per la prima volta in concerto a Miami, concerto sold out", ha esordito Stash nelle Instagram stories. Dispiaciuto aggiunge: "Uso il condizionale perché, purtroppo, questa cosa non si potrà fare. L'uragano Milton di cui avrete letto, sentito e visto ha fatto sì che questa non sarà la nostra prima volta negli States", spiega ancora Stash. I The Kolors avrebbero dovuto esibirsi a Miami per l'Hit Week, il Festival della musica italiana nel mondo. L'evento si svolge in contemporanea a Los Angeles, dove è già arrivata Emma Marrone, che sarà la protagonista del Festival nella costa occidentale. La cantante salentina è riuscita ad arrivare in California senza alcun intoppo. I The Kolors delusi dal sogno americano infranto hanno fatto ritorno a casa, ma prima hanno mandato un messaggio di solidarietà a tutte le persone colpite dall'uragano Milton: "Siamo vicini alle famiglie delle vittime e a tutte le persone che stanno vivendo questo momento difficile in Florida".
(Adnkronos) - La passione per la meccanica tramandata attraverso 4 generazioni. Così, in un'intervista all'Adnkronos/Labitalia, Dino Boicelli, corporate manager BD plast, parla dell'azienda. "Plast filtering systems srl - racconta - nasce nel giugno 1986 a Bondeno, un piccolo paese alle porte di Ferrara. La passione per la meccanica tramandata appunto attraverso quattro generazioni ha permesso ad una piccola realtà famigliare di creare una gamma di prodotti fortemente specializzati e personalizzati in un settore di nicchia ma molto importante come quello della lavorazione dei polimeri. Partendo dalla collaborazione con i principali costruttori italiani di linee di estrusione, BD plast ha ampliato considerevolmente i propri orizzonti avviando collaborazioni con i più importanti costruttori ed utilizzatori finali europei e mondiali, arrivando a coprire una produzione annua di circa milleduecento macchine suddivise su diverse tipologie". "Lo scopo dei sistemi di filtrazione proposti da BD plast - spiega - è quello di garantire la purezza dei polimeri vergini o, nel caso di materiali da riciclare, di offrire il più alto grado di qualità del prodotto finito perché poi questo possa essere riutilizzato in un secondo nuovo ciclo vitale per lo stesso fine per cui era stato inizialmente utilizzato dando reale impulso alla logica dell’economia circolare. I sistemi di filtrazione prodotti da BD plast si collegano direttamente agli impianti di estrusione permettendo la filtrazione a caldo del polimero attraverso l’utilizzo di reti metalliche filtranti che trattengono le impurità o i copri estranei contenuti nel polimero lasciando quindi passare a valle della macchina stessa materiale totalmente esente da inquinanti o corpi estranei e, quindi, virtualmente puro". BD plast è focalizzata già da diversi anni sul tema di una tangibile sostenibilità ambientale. Nel 2016 - sottolinea - BD plast ha installato un impianto fotovoltaico della potenza di 200Kw per ridurre considerevolmente i consumi di energia elettrica, favorendo contemporaneamente l’immissione nelle reti pubbliche energia pulita. Ad oggi, BD Plast con il suo impianto ha prodotto 1755Mw di corrente elettrica proveniente da una fonte rinnovabile certa e ha contribuito ad una riduzione di 1228 tonnellate di CO2. In chiave di ingegnerizzazione dei propri prodotti, da sempre viene prestata particolare attenzione ai consumi energetici dei propri prodotti, sia attraverso uno studio meticoloso da parte dei nostri tecnici mirato all’ottimizzazione delle masse riscaldate, sia tramite la più recente implementazione di elementi termoisolanti che contribuiscono ad una ulteriore riduzione del consumo energetico stimata attorno al 30%". "La plastica di per sé - dice Dino Boicelli - non è un materiale inquinante. Come spesso accade, è il modo in cui viene smaltita dopo l'uso a risultare problematico. Spesso mancano il senso civico e il rispetto delle corrette modalità di smaltimento. Tuttavia, la plastica può avere un ruolo ecologico importante, ad esempio nella conservazione degli alimenti e nello stoccaggio dei liquidi. I polimeri trovano impiego in numerose applicazioni, e l'introduzione di un'economia circolare consentirebbe di prolungarne il ciclo di vita, riducendo l'impatto ambientale rispetto ad altri materiali riciclabili come carta e vetro. BD plast è fortemente convinta del potenziale del riciclo della plastica, tanto da aver investito recentemente in una tecnologia automatizzata e avanzata, già brevettata nell'UE e negli Stati Uniti". "A partire dallo scorso anno - ricorda - BD plast ha avviato un ampio processo di ammodernamento, iniziato con la completa ristrutturazione della palazzina uffici. Questo intervento è stato realizzato seguendo principi ergonomici innovativi, con l'obiettivo di creare un ambiente di lavoro che favorisca il benessere dei dipendenti. La stessa attenzione viene ora rivolta ai reparti produttivi. A inizio settembre è stato inaugurato un nuovo reparto di assemblaggio macchine, progettato secondo i principi Lean e la metodologia 5S. Nei prossimi mesi, lo stesso approccio di ammodernamento sarà esteso al magazzino, al reparto spedizioni, e ai settori di produzione e lavorazione meccanica. Quest'ultimo beneficerà anche dell'installazione di macchinari Cnc di ultima generazione, che sostituiranno quelli più datati". "Parallelamente - continua - BD plast sta aggiornando e modernizzando i propri sistemi informatici. A inizio 2025, verrà introdotto un nuovo sistema gestionale Sap, basato sulla tecnologia Hana, che permetterà di ottimizzare e migliorare in modo significativo i flussi operativi aziendali".
(Adnkronos) - In un mondo sempre più orientato verso l'e-commerce, molti si chiedono se fare acquisti online sia più o meno sostenibile rispetto allo shopping in negozio. Un’indagine Altroconsumo, condotta su oltre 1.000 partecipanti attraverso la piattaforma ACmakers e che rientra nel progetto 'Sceglilo Sfuso o Riciclabile', finanziato dal Mimit (D.M. 6/5/2022 art. 5), con l’obiettivo di promuovere l’informazione e la formazione dei consumatori e sensibilizzarli rispetto alla riduzione degli imballaggi attraverso il riutilizzo, il riciclo, la semplicità di smaltimento e la comprensione delle etichette, ha approfondito questa tematica, esplorando e quantificando i reali impatti ambientali degli acquisti digitali. Utilizzando un paio di auricolari bluetooth come esempio, è stato percorso l'intero ciclo di vita del prodotto, dalla fabbrica fino alla consegna, analizzando le emissioni di CO2 e gli imballaggi utilizzati. "Alla domanda 'con quanti imballaggi entra in contatto un paio di auricolari prima di essere venduto online?', solo 1 partecipante su 10 ha scelto, tra le quattro opzioni disponibili, quella giusta, cioè 'tra 9 e 11 imballaggi'. Oltre agli imballaggi necessari per il trasporto dalla fabbrica al magazzino di competenza, infatti, gli auricolari venduti online richiedono un packaging singolo o comunque personalizzato anche per la spedizione dal magazzino al destinatario finale. La vendita dello stesso prodotto in negozio richiede invece un numero di componenti di imballaggio inferiore, circa 6-8", spiega Altroconsumo in una nota. Restando all’esempio degli auricolari, alla domanda 'quale tipo di acquisto produce più CO2?', la maggior parte ha risposto che è l’acquisto online il più nocivo per l’ambiente. "Mentre - dice Altroconsumo - la risposta da indicare era un’altra, 'l’outlet fuori città'. Questo perché i grandi punti vendita extraurbani, oltre a essere causa di elevate emissioni di CO2 (dovute al riscaldamento, al raffrescamento e all’illuminazione dell’outlet), sono fonte di ulteriore inquinamento, dal momento che i clienti per raggiungerli devono percorrere lunghe distanze perlopiù col proprio mezzo privato". Alcuni recenti studi evidenziano il ruolo chiave che il comportamento dei consumatori gioca a favore o meno della sostenibilità ambientale, primo tra tutti il modo in cui avvengono gli spostamenti per raggiungere il negozio o il punto di ritiro del bene acquistato. "È emerso che i magazzini automatizzati che compongono la filiera degli acquisti online riescono a essere generalmente più efficienti in termini di energia per unità di prodotto. Sono sempre di più, infatti, le aziende di logistica che investono in flotte di consegna elettriche e magazzini a basse emissioni", osserva l'organizzazione dei consumatori. L’indagine Altroconsumo mette in evidenza che "anche i consumatori hanno un ruolo attivo nel ridurre il proprio impatto, ad esempio evitando resi, preferendo il ritiro in un punto fisico vicino a casa e differenziando correttamente gli imballaggi. Per ridurre l'impatto ambientale è essenziale, infatti, che i cittadini gestiscano correttamente il packaging tramite la raccolta differenziata. Ad esempio, le buste di carta imbottite vanno di solito nell'indifferenziato, ma se le parti di carta e plastica sono facilmente separabili, è possibile differenziarle. Inoltre, per un riciclo ottimale, è consigliabile rimuovere le etichette adesive e altri elementi come nastri e graffette dalle scatole di carta prima di smaltirle".