(Adnkronos) - Volodymyr Zelensky ha incontrato oggi Papa Francesco in Vaticano. Il Pontefice e il presidente ucraino hanno avuto un colloquio di 35 minuti. Il faccia a faccia è iniziato alle 9.45 per terminare alle 10.20. Al momento dello scambio dei doni, Francesco ha donato a Zelensky una fusione in bronzo di un fiore che nasce con la scritta ‘la pace è un fiore fragile’; i documenti papali e il volume ‘Perseguitati per la verità, i greco- cattolici ucraini dietro la cortina di ferro’. Zelensky, che incontra il Pontefice in Vaticano per la terza volta, ha omaggiato il Pontefice con un dipinto ad olio raffigurante ‘il massacro di Bucha: la storia di Maricka’. La delegazione ucraina, è poi uscita da piazza San Pietro al termine degli incontri in Vaticano. Zelensky, dopo avere incontrato il Papa, ha avuto colloqui in segreteria di Stato con il cardinale Pietro Parolin, accompagnato da mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali della Segreteria di Stato. “I colloqui in Segreteria di Stato - spiega il Vaticano in una nota - sono stati dedicati allo stato della guerra e alla situazione umanitaria in Ucraina, nonché alle vie che potrebbero metterle fine, portando ad una pace giusta e stabile nel Paese. Inoltre, sono state esaminate anche alcune questioni relative alla vita religiosa nel Paese”. Il Papa nel corso del faccia a faccia ha dato voce alla sua preoccupazione per la guerra con particolare riferimento alla sofferenza dei bambini che hanno perso “la gioia di sorridere”, riferisce la Sala stampa vaticana al termine dell’incontro. Un aspetto, questo, che addolora molto il Papa sul quale si sofferma spesso in tante occasioni. Il Pontefice, congedandosi da Zelensky, come si è potuto sentire in un frammento dell’incontro diffuso dalla Sala stampa vaticana, ha detto al presidente ucraino: "Good luck". “La questione del riportare a casa il nostro popolo dalla prigionia è stata l’obiettivo principale del mio incontro con Papa Francesco. Contiamo sull’aiuto della Santa Sede per riportare indietro gli ucraini catturati dalla Russia”, ha poi scritto il presidente ucraino su X al termine dei colloqui in Vaticano. “Per tutti noi in Ucraina, - scrive - la questione delle persone catturate e deportate rimane incredibilmente dolorosa. Si tratta di adulti e bambini, molti civili che ora sono detenuti nelle carceri e nei campi in Russia.Ieri è stato riferito che la giornalista ucraina Viktoria Roshchyna è morta durante la prigionia russa. Per molti giornalisti ucraini che conoscevano Victoria, la sua morte è un duro colpo. Molti altri giornalisti, personaggi pubblici, capi di comunità dei territori occupati e persone comuni catturate durante l'occupazione russa rimangono prigionieri in Russia”. Il presidente ucraino volerà ora a Berlino. Dopo l'incontro di ieri sera con la premier Giorgia Meloni a Roma, incontrerà oggi nella capitale tedesca il cancelliere Olaf Scholz e poi il presidente Frank-Walter Steinmeier. I colloqui si concentreranno sul continuo sostegno all'Ucraina da parte della Germania, in particolare sulla consegna di armi a Kiev per difendersi dalle forze armate russe. Sul tavolo anche il piano mirato a trovare una soluzione pacifica alla guerra, come spiega la Dpa. Zelensky avrebbe dovuto partecipare domani a un vertice a livello di leader del Gruppo di contatto per l'Ucraina presso la base aerea statunitense di Ramstein nella Germania sud-occidentale. Il vertice è però stato posticipato dopo che il presidente americano Joe Biden ha deciso di rimanere negli Stati Uniti per affrontare gli effetti dell'uragano Milton. Quella odierna è la seconda visita di Zelensky in Germania nel giro di cinque settimane. Il Cremlino conferma intanto che a breve si terrà un incontro fra Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan a Kazan, dopo che il Presidente russo ha avuto un breve scambio con il Presidente dell'Assemblea nazionale turca, Numan Kurtulmus ad Ashgabat. "Putin ha anche detto di aspettarsi un incontro bilaterale con Erdogan la prossima settimana a Kazan", a margine del vertice Brics previsto fra il 22 e il 24 di questo mese. Erdogan avrebbe proposto informalmente, in ambito Nato, un piano di pace per l'Ucraina che prevederebbe il congelamento del conflitto e la protezione della Nato del resto del territorio ucraino. La giornalista ucraina Viktoria Roshchyna, detenuta in Russia dall'agosto del 2023, è morta all'età di 27 anni, ha confermato Petro Yatsenko, il direttore del Centro di coordinamento per i prigionieri di guerra a Kiev, sottolineando che al momento non sono ancora chiare le circostanze della morte. Roshchyna era stata catturata dall'Fsb mentre lavorava nei territori occupati dalla Russia. Il deputato Yaroslav Yurchyshyn aveva reso noto che le autorità russe avevano informato la famiglia della giornalista della sua morte, avvenuta durante un trasferimento da un carcere a un altro. Roshchyna era stata inclusa in una lista per il prossimo scambio di prigionieri fra Russia e Ucraina. Il suo trasferimento da Taganrog a Mosca avveniva nel quadro di questo suo imminente rilascio, ha precisato il portavoce dell'intelligence militare ucraina, Andriy Yusov La Russia ha intanto lanciato un attacco missilistico balistico contro la città costiera ucraina di Odessa, uccidendo almeno quattro persone, tra cui una ragazza di 16 anni. Lo ha riferito il governatore Oleh Kiper, aggiungendo che dieci persone sono rimaste ferite, quattro delle quali in gravi condizioni. Nell'attacco è stato distrutto un edificio a due piani. Secondo Kiper, vi sarebbero persone intrappolate sotto le macerie. I soccorritori del Servizio di emergenza statale ne hanno salvate quattro, altre tre sono morte sotto le macerie dell'edificio, tra cui una donna di 43 anni, un uomo di 22 anni e una ragazza di 16 anni. Un'altra donna è morta in ospedale per le ferite riportate. Mosca ha trasferito circa 50.000 soldati da altri settori del fronte nell'oblast di Kursk. Lo ha dichiarato il comandante in capo dell'esercito ucraino Oleksandr Syrsky alla televisione nazionale. L'Ucraina ha lanciato l'offensiva nel Kursk all'inizio di agosto, sostenendo di aver conquistato fino a 1.300 chilometri quadrati e 100 insediamenti. La leadership ucraina ha affermato che uno degli obiettivi principali dell'operazione era distogliere le forze russe dai campi di battaglia ucraini.
(Adnkronos) - Il ranking per l’anno 2025 di The Times Higher Education (The) riguardo le università di tutto il mondo è online e Roma Tor Vergata conferma il suo posizionamento generale, con un importante avanzamento riguardo l’indicatore International Outlook. L’ateneo, che lo scorso anno era passato dalla fascia 351-400 alla fascia 301-350, nonostante le 185 nuove università inserite in classifica (2.092 quest’anno contro le 1.907 della scorsa edizione) mantiene il proprio posizionamento, nonché il 9° posto ex-aequo tra gli atenei italiani (a pari merito con l’Università Cattolica, Milano, Pavia e Trento). Inoltre, complessivamente il numero delle unità censite, che comprendono sia quelle inserite nella classifica THE che quelle che non hanno raggiunto i requisiti minimi di classificazione, è passato da 2.673 a 2.875. L’Ateneo ottiene, secondo le stime dell’ufficio statistico di Roma Tor Vergata, performance superiori rispetto alla media mondiale in quattro aree su cinque, che sono: teaching, research environment, industry, international outlook. Per questo ultimo settore, l’internazionalizzazione, rispetto all’anno precedente Roma Tor Vergata passa dal terzo al secondo posto in Italia. Secondi solo all’università di Bolzano e, quindi, primi in questo settore tra le università romane statali. L’ateneo si mantiene nella media per l’area Research Quality. In Italia, intanto, la classifica generale Censis 2024/2025 tra i grandi atenei statali, ci posiziona all’ottavo posto con un punteggio di 84,5, subito dopo l’università di Salerno (85,8) e l’università di Milano Bicocca (85,7), rispettivamente sesta e settima. La classifica dei grandi atenei statali prende in considerazione le università che possono contare su un numero di iscritti che va da 20.000 a 40.000 unità. “Il mantenimento del nostro posizionamento nel The World University Rankings 2025 è motivo di grande soddisfazione, soprattutto considerando l’aumento del numero di università valutate”, afferma il rettore Nathan Levialdi Ghiron, che prosegue, “questo traguardo riflette l’impegno costante di Roma Tor Vergata nel campo della ricerca, della didattica e dell’internazionalizzazione. Continueremo a migliorare e a investire nelle nostre aree di forza, per offrire ai nostri studenti e ricercatori un ambiente competitivo e di alta qualità a livello internazionale”. Dal 2004 The Times Higher Education fornisce dati affidabili sulle prestazioni delle università agli studenti, agli accademici, ai dirigenti universitari, ai governi e all'industria. Stila World University Rankings sul mondo universitario per valutare le prestazioni a livello globale e per fornire ai lettori una risorsa per comprendere le diverse missioni e i successi degli istituti di istruzione superiore. Queste classifiche coprono le tre aree principali dell'attività universitaria: ricerca, impatto e insegnamento.
(Adnkronos) - L’agricoltura biologica in questi giorni è in primo piano nel dibattito europeo. La Corte dei Conti europea, infatti, ha posto l’accento su un nervo scoperto della politica agricola comune, in attesa di una riforma complessiva del sistema agricolo a cui sarà chiamata la nuova legislatura europea. La Fondazione Farming for Future "guarda con attenzione alla relazione della Corte perché ha messo a fuoco l’importanza di prevedere politiche di lungo respiro che tengano conto anche degli obiettivi ambientali e di mercato". La Corte, infatti, ricorda la Fondazione, "ha espresso preoccupazioni riguardo al sostegno di Bruxelles all’agricoltura biologica, evidenziando le carenze strategiche e l’assenza di obiettivi definiti per il 2030, in un mercato che rimane ancora confinato a una nicchia. In tale scenario, anche la PAC è stata posta sotto i riflettori della Corte, accusata di non soddisfare a pieno gli obiettivi ambientali e climatici dell'Ue, in particolare per quanto riguarda i piani nazionali. In risposta, la Commissione ha confermato il proprio sforzo nel perseguire gli obiettivi legati allo sviluppo dell’agricoltura biologica, nonostante i fattori esterni, come la guerra in Ucraina, che ne stanno rallentando il progresso". In questo contesto, partendo da un’analisi di ciò che serve per definire una politica agricola europea davvero efficace per sviluppare il settore primario, la Fondazione Farming for Future, nata con il supporto del CIB-Consorzio Italiano Biogas, offre una strada che si propone di integrare agricoltura, industria e ricerca attraverso un percorso condiviso con tutti gli attori chiamati ad attuarla. “La Fondazione si concentra sugli strumenti concreti che permettono all’agricoltura di abbattere le emissioni piuttosto che le produzioni, chiamando in causa tutti coloro che dovranno farsi carico della sfida.”, commenta la Presidente Diana Lenzi. “Se tutti siamo d’accordo con l’obiettivo di ridurre le emissioni e l’uso della fertilizzazione di sintesi, la ricetta per raggiungere questa sfida a mio avviso non risiede tanto ad esempio nell’estensione delle aree dedicate al biologico, ma in un cambio di paradigma nella gestione del suolo e nella filiera di produzione agricola che, come propone la Commissione, deve guardare tutto il percorso, dal campo alla forchetta”. Le sfide del settore primario sono molteplici e su più campi: quello alimentare, energetico e digitale. Come ogni “transizione multipolare” bisogna valorizzare tutte le risorse già esistenti per poter accelerare il percorso con il minor costo per coloro che devono attuarla. In questo senso, il modello proposto dalla Fondazione può essere letto da diverse angolazioni. Partendo da ciò che residua, ad esempio, dal processo di digestione anaerobica per la produzione di biogas e biometano otteniamo il digestato. Un sottoprodotto che ha dimostrato di essere un ottimo fertilizzante organico e di svolgere un ruolo cruciale per la fertilità dei suoli, che potrebbe fornire un supporto prezioso anche in agricoltura biologica. Per questo motivo nel monito della Corte, la Fondazione riconosce anche un richiamo all’impianto generale su cui la Farm to Fork pone la sua ratio. “La sfida per l’agricoltura biologica europea per svilupparsi efficacemente deve considerare le agricolture che si svolgono nei diversi Stati, proponendo misure che rappresentino davvero una sintesi delle esigenze, attraverso approcci replicabili. Partendo dall’esperienza italiana e dal modello che abbiamo costruito possiamo davvero ridurre le emissioni, preservando la competitività del settore. Il digestato, in questo senso, così come la diffusione di pratiche innovative che consentono di ridurre gli input per unità di prodotto finito, rappresentano una soluzione chiara. Con il lavoro della Fondazione che spinge sulla ricerca e sul trasferimento tecnologico e di esperienze in ambito agricolo, auspichiamo di poter diffondere e ampliare la voce degli agricoltori italiani affinché la prossima Commissione europea e il lavoro del nuovo Commissario Hansen portino a importanti passi in avanti e un cambio netto di rotta. Solo partendo da ciò che c’è e funziona si possono costruire politiche efficaci, volano per gli investimenti e per lo sviluppo. La riforma della PAC non è esclusa da questa riflessione. E’ fondamentale che l’agenda europea adotti una visione strategica di lungo periodo, che guardi ai diversi mercati a cui si rivolge l’agricoltura per costruire un settore efficiente ed equo, in grado di affrontare le sfide future”, conclude Lenzi.