(Adnkronos) - L’urgenza ineludibile della ricostruzione delle decine di migliaia di edifici crollati o lesionati dalla sequenza sismica 2016-2017 nel Centro Italia “ci ha fatto comprendere che c’è bisogno anche di una rigenerazione sociale, economica e culturale delle comunità coinvolte nella tragedia di otto anni fa”. Lo afferma Guido Castelli, Commissario straordinario alla ricostruzione sisma 2016, durante la presentazione del volume “Mediae Terrae. Dopo il terremoto: la rinascita dell’Italia centrale oltre la fragilità del territorio” (edito da Giubilei). L’anteprima del libro, dalla prossima settimana nelle librerie e sulle piattaforme online, si legge in una nota, si è svolta presso lo stand della Regione Lazio al Roma Convention Center, in occasione della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria “Più libri, più liberi”, con il Ministro della Cultura Alessandro Giuli e l’editore Francesco Giubilei, Guido Castelli, Commissario Straordinario Sisma 2016. Il ministro Giuli ha commentato l’opera di Guido Castelli, come autore del libro, così come amministratore pubblico: sindaco, assessore regionale, oggi Commissario per la ricostruzione. “Ho avuto modo di frequentare Castelli sin da quando era sindaco di Ascoli Piceno – ha detto Giuli - e con lui abbiamo spesso parlato dei temi che oggi vedo nel suo volume: l’emergenza spopolamento delle aree interne, la necessità di ridare vita ai borghi dell’Italia centrale, non per rigenerare il passato, ma per costruire quell’Appennino contemporaneo fatto di innovazione e di tradizione, di radici e di futuro”. Il terremoto è l’habitat di questi territori, “nella tragedia si sprigiona sempre una nuova consapevolezza del nostro posto nella geografia e nella storia”, ha aggiunto il ministro. “La ricostruzione dopo il sisma 2016-2017, dopo molte false partenze – ha commentato Castelli – ha segnato un cambio di passo e sta diventando un laboratorio capace di offrire un percorso di sviluppo e di rinascita a tutto il Centro Italia. Il cantiere più grande d’Europa propone innovazione, sicurezza e sostenibilità, rilanciando il ruolo e il presidio umano in una delle più vaste “aree interne” del Paese: l’Appennino centrale”. “Bisogna attrezzarsi, mai arrendersi e in questi capitoli – scrive Stefano Zurlo nella prefazione al volume - ci sono gli antidoti contro i nemici più subdoli e velenosi: l‘ingessatura burocratica, l’ideologia green, l’antropologia dal guinzaglio corto. La polvere dello scetticismo che si deposita sulle aspettative”. Ridisegnare un habitat contemporaneo è la missione di questa grande opera di ricostruzione in corso. “Il simbolo dell’altopiano di Castelluccio – ha commentato l’editore, Francesco Giubilei – è stato scelto per la copertina del volume: simbolo della biodiversità di un territorio dove il rapporto uomo-natura è fatto di un’abitudine millenaria”. “Innovazione, contrasto alla crisi demografica, adattamento al cambiamento climatico, ipotesi di sviluppo per rilanciare il ruolo dei borghi dell’Appennino centrale, puntando sul rilancio dell’agricoltura di precisione così come sulla nuova evoluzione della rivoluzione digitale” commenta Castelli: nei nove capitoli del volume si dà spazio alla ricostruzione e alla rigenerazione post-sisma 2016 e si tracciano le linee per rifondare un Appennino contemporaneo, ricco di arte e cultura millennaria e aperto alle nuove reti, fisiche e virtuali. Una terra di mezzo, tra passato e futuro.
(Adnkronos) - “E' importante che si dedichi un ricordo in memoria di colui che ha gettato il seme di quel grande movimento sportivo che oggi è diventato lo sport paralimpico. Il professor Maglio, insieme a Ludwig Guttmann, sono stati coloro che hanno avuto l'intuizione di dedicare percorsi riabilitativi utilizzando anche lo sport. Hanno gettato sostanzialmente le basi per l'avvio di un grande percorso che negli anni è diventato il Movimento Paralimpico che oggi noi conosciamo. Questa è importante, perché bisogna sempre riconoscere il passato, conoscere il passato per sapersi proiettare nel futuro”. Così Luca Pancalli, presidente del Comitato italiano paralimpico, in occasione della cerimonia di intitolazione dell'Auditorium Inail al professor Antonio Maglio, ha sottolineato l’importanza di ricordare i personaggi del passato che hanno costruito il nostro presente. Maglio, infatti, consolidò un nuovo metodo riabilitativo per il trattamento delle persone mielolese, introducendo i concetti di presa in carico dei pazienti, di terapia occupazionale e di reinserimento socio-lavorativo. Prendendo spunto dall'esperienza del neurologo Ludwig Guttmann, il primo ad avviare alla pratica sportiva i reduci britannici ricoverati presso la Spinal Injuries Unit di Stoke Mandeville, piccola città alle porte di Londra, nel Centro paraplegici di Ostia, iniziò a utilizzare lo sport come strumento terapeutico, intuendone le straordinarie potenzialità e l'effetto benefico che avrebbe avuto sui pazienti, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
(Adnkronos) - Il consumo di suolo rimane ancora troppo elevato, anche se con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, e continua ad avanzare al ritmo di circa 20 ettari al giorno (2,3 metri quadrati ogni secondo), ricoprendo altri 72,5 km2 (una superficie estesa come tutti gli edifici di Torino, Bologna e Firenze). Una crescita inferiore rispetto al dato dello scorso anno, ma che risulta sempre al di sopra della media decennale di 68,7 km2 (2012-2022) e solo in piccola parte compensata dal ripristino di aree naturali (poco più di 8 km2, dovuti in gran parte al recupero di aree di cantiere). A descrivere l’andamento nazionale del fenomeno, il rapporto Snpa (Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente) 'Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici' che in questa edizione pubblica le stime per tutte le regioni, le province e i Comuni italiani relative al 2023. Cambia, intanto, la classifica dei comuni 'Risparmia suolo', quelli in cui le trasformazioni della copertura del suolo sono limitate o assenti: sul podio del 2024 salgono Trieste, Bareggio (MI) e Massa Fermana (FM). Nelle aree, dove il nuovo regolamento europeo prevede di azzerare la perdita netta di superfici naturali e di copertura arborea a partire dal 2024, si trovano nuovi cantieri (+663 ettari), edifici (+146 ettari) e piazzali asfaltati (+97ettari). In calo costante quindi la disponibilità di aree verdi: meno di un terzo della popolazione urbana riesce a raggiungere un’area verde pubblica di almeno mezzo ettaro entro 300 metri a piedi. Secondo l'analisi, proseguono le trasformazioni nelle aree a pericolosità idraulica media, dove la superficie artificiale avanza di oltre 1.100 ettari, mentre si sfiorano i 530 ettari nelle zone a pericolosità da frana, dei quali quasi 38 si trovano in aree a pericolosità molto elevata. La Valle d’Aosta e la Liguria sono le uniche regioni sotto i 50 ettari: la Valle d’Aosta, con +17 ettari, è la regione che consuma meno suolo, seguita dalla Liguria (+28). Gli incrementi maggiori per l’ultimo anno si sono verificati in Veneto (+891 ettari), Emilia-Romagna (+815), Lombardia (+780), Campania (+643), Piemonte (+553) e Sicilia (+521). Escludendo le aree ripristinate (operazione da cui si ricava il consumo di suolo netto) segnano gli aumenti maggiori Emilia-Romagna (+735 ettari), Lombardia (+728), Campania (+616), Veneto (+609), Piemonte (+533) e Sicilia (+483). La capitale perde meno suolo: a livello comunale per la prima volta Roma (+71 ettari) registra una significativa riduzione dell’incremento rispetto ai dodici mesi precedenti (+124 ettari), ma si conferma tra i Comuni con il consumo di suolo più alto (tenuto conto che si tratta del Comune con la maggiore superficie in Italia), insieme a Uta (+106 ettari), comune della città metropolitana di Cagliari e Ravenna (secondo Comune per superficie totale in Italia, +89 ettari). La stima - si legge nel rapporto - dei costi totali della perdita del flusso annuale di servizi ecosistemici (dallo stoccaggio e sequestro di carbonio alla qualità degli habitat fino alla regolazione del regime idrologico) varia da un minimo di 8,22 a un massimo di 10,06 miliardi di euro persi ogni anno a causa del consumo di suolo avvenuto tra il 2006 e il 2023. Il valore più alto di perdita è associato al servizio di regolazione del regime idrologico. Analogamente, a questo servizio è connesso anche il valore più alto di perdita tra il 2022 e il 2023 (vale intorno ai 400 mln l''effetto spugna', ossia la capacità del terreno di assorbire e trattenere l’acqua e regolare il ciclo idrologico), mentre complessivamente nell’ultimo anno si stima una perdita del flusso di servizi ecosistemici da 410 a 501 milioni di euro all’anno. Il valore perso di stock (ossia la perdita assoluta di capitale naturale) tra il 2006 e il 2023 varia tra 19 e 25 miliardi di euro.