(Adnkronos) - Migliorare la vita dei pazienti nel rispetto della loro privacy e sicurezza. Questo possono fare i dati sintetici, nuova frontiera dell’innovazione sanitaria e al centro del dibattito ospitato in ‘Casa Novartis’ nel contesto della Milano Digital Week. Esperti di Intelligenza artificiale (Ai), privacy dei dati, ricerca e innovazione medico-scientifica hanno messo in luce le potenzialità dei dati sintetici per generare nuove evidenze cliniche e favorire l’emergere di nuovi percorsi diagnostici e terapeutici, garantendo la piena protezione dei dati personali e della sicurezza dei pazienti. A guidare il dibattito, la presentazione del paper realizzato da Aindo e Istituto italiano per la Privacy. Il documento di approfondimento - spiega una nota - si sofferma sugli aspetti giuridici legati all'utilizzo dei dati sintetici e sottolinea la loro capacità di coniugare le necessità di innovazione scientifica e di utilità dei dati stessi, con la protezione dei dati personali, soprattutto in un ambito sensibile come quello medico-sanitario. “In qualità di azienda leader focalizzata nell’innovazione - afferma Giulia Conti, Head of Innovation, Business Excellence and Mature portfolio di Novartis Italia - crediamo di avere una forte responsabilità nel supportare l’evoluzione del Sistema sanitario attraverso la messa a disposizione di competenze nostre e dei nostri partner tecnologici per abilitare un dialogo multidisciplinare che possa favorire una reale revisione dei modelli di cura e gestione dei pazienti, con l'obiettivo ultimo di migliorare la loro vita e contribuire ad una sanità sostenibile più equa e personalizzata nel pieno rispetto della loro privacy e sicurezza”. L’impegno di Novartis si concretizzerà nei prossimi mesi con il supporto di alcuni centri di ricerca italiani per applicare concretamente le potenzialità dei dati sintetici alla ricerca clinica. Attraverso la generazione di un set di dati capace di mantenere le caratteristiche di quelli originali, nel rispetto della sicurezza e della privacy delle informazioni personali, si potranno così tracciare e comprendere l’andamento, ad esempio, di alcune patologie croniche, come quelle cardiovascolari, con l’obiettivo di migliorare i percorsi di cura. Non solo, i dati sintetici hanno il potenziale di supportare la pratica clinica e diagnostica per evolvere in un’ottica di personalizzazione della cura, consentendo lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie avanzate. Il paper scientifico sul futuro regolatorio dei dati sintetici indaga gli aspetti giuridici legati al loro utilizzo e alle loro implicazioni nel contesto medico-sanitario. Nello specifico, la pubblicazione individua in questa tecnologia uno strumento efficace a uso della ricerca scientifica, dell'innovazione e delle politiche pubbliche nel panorama giuridico europeo. Oltre a fornire una panoramica tecnica e giuridica rispetto ai dati sintetici, analizza le normative attuali e future (compresi i recenti Ai Act e European Health Data Space). Infine, suggerisce interpretazioni ed evoluzioni delle politiche pubbliche in materia: il documento, infatti, si conclude sottolineando l'importanza delle certificazioni europee come strumento efficace per valutare le tecnologie di miglioramento della privacy. “L'evento di oggi - sottolinea Davide Ruffo, Chief Institutional Relations Officer di Aindo - segna l'inizio di una nuova fase nella riflessione sulla tecnologia applicata alla generazione di evidenze cliniche e allo sviluppo di metodi diagnostici e terapeutici innovativi. Nel corso degli ultimi anni, i progressi tecnologici hanno trasformato profondamente il settore della salute, in particolare attraverso l’utilizzo dell’AI per raccogliere, analizzare e interpretare grandi quantità di dati clinici con precisione e rapidità. In questo contesto, il nostro obiettivo specifico è investigare come i dati sintetici possano essere integrati nel sistema sanitario in modo efficace, etico e sicuro, tutelando la privacy degli individui. Per Aindo il settore delle scienze della vita è di primaria importanza per l’impatto che può generare nella società. Dal 2024 siamo la prima azienda in Europa a essere certificata per la protezione dei dati per le attività di trattamento legate alla generazione di dati sintetici in ambito sanitario; questa certificazione riconosce specificamente l’impegno di Aindo nel settore sanitario per innovare la ricerca medica e farmaceutica grazie alle potenzialità dell’Intelligenza Artificiale. I riconoscimenti recenti sull'impiego dei dati sintetici da parte dell'Autorità garante per la protezione dei dati, insieme alle proficue interazioni con le Agenzie regolatorie e i Dipartimenti governativi competenti - conclude - ci rendono molto fieri del grado di maturità tecnologica che sta emergendo nel sistema Paese in questo settore”.
(Adnkronos) - "Uno dei temi principali che verranno affrontati nella Riunione dei ministri della Salute del G7, oggi e domani ad Ancona, sarà la prevenzione lungo tutto l'arco della vita, a partire dalla fase prenatale, attraverso strategie di prevenzione e la promozione di stili di vita sani. Il pastificio Spinosi, sensibile da anni proprio alla promozione di stili di vita sani, sarà presente come partner del G7: i ministri della Salute, infatti, verranno omaggiati con un box degustazione Spinosi Zero+, la nuova linea Spinosi di alimenti funzionali, pensata per atleti e per pazienti affetti da malattie metaboliche, ideale anche per ritrovare la perfetta forma fisica dopo un lungo periodo di sosta". E' quanto si legge in una nota del pastificio Spinosi. "Nata dalla collaborazione con il professor Fabrizio Angelini, endocrinologo e presidente della Sinseb, è una specialità senza glutine, ad alto contenuto di fibre e proteine. Grazie ai carboidrati complessi delle farine di legumi, insieme a un buon numero di proteine vegetali, garantisce un minor impatto sulla glicemia e sulla secrezione insulinica. Non provoca oscillazioni glicemiche e se assunta con moderazione, in una dieta equilibrata, può aiutare a perdere peso", spiega. "Le uova garantiscono, inoltre, elasticità al prodotto, preservandone il sapore e le prestazioni. Tutti i prodotti della linea Zero+ sono realizzati seguendo un’apposita filiera, e rispettando le tradizioni che da sempre contraddistinguono il pastificio: uova da galline allevate con mangimi non Ogm, rotte a mano, lavorazione con farine di mulini certificati, estrusione lenta della pasta con essiccazione di 36 ore. Innovazione e tradizione si sono fuse per dare vita al 2.0 dell'artigianato italiano", conclude la nota dell'azienda.
(Adnkronos) - In 50 anni (1970-2020) c'è stato un calo del 73% della dimensione media delle popolazioni globali di vertebrati selvatici oggetto di monitoraggio: in America Latina e nei Caraibi il calo più marcato (-95%) seguite da Africa (-76%) e Asia-Pacifico (-60%). E' quanto emerge dal Living Planet Report (Lpr) 2024 del Wwf. Il Living Planet Index (Lpi), fornito dalla Zsl (Zoological Society of London), si basa sui trend di quasi 35mila popolazioni di 5.495 specie di vertebrati dal 1970 al 2020. Il calo più forte si registra negli ecosistemi di acqua dolce (-85%), seguiti da quelli terrestri (-69%) e poi marini (-56%). Il report avvisa che, mentre il Pianeta si avvicina a pericolosi punti di non ritorno che rappresentano gravi minacce per l’umanità, nei prossimi cinque anni sarà necessario un enorme sforzo collettivo per affrontare la duplice morsa della crisi climatica e biologica. "La perdita e il degrado degli habitat, causati principalmente dai nostri sistemi alimentari, rappresentano la minaccia più frequente per le popolazioni di specie selvatiche di tutto il mondo, seguita dallo sfruttamento eccessivo, dalla diffusione delle specie invasive e di patologie. Il cambiamento climatico rappresenta un’ulteriore minaccia in particolare per la biodiversità in America Latina e nei Caraibi, regioni che hanno registrato un impressionante calo medio del 95%. Il calo delle popolazioni di specie selvatiche è un indicatore di allerta precoce del crescente rischio di estinzione e della potenziale perdita di ecosistemi sani", avverte il Wwf. Quando gli ecosistemi vengono danneggiati, "cessano di fornire all’umanità i benefici da cui dipendiamo, aria pulita, acqua e terreni sani per il cibo, e possono diventare più vulnerabili e sempre più vicini al punto di non ritorno. Un ‘tipping point’, infatti, si verifica quando un ecosistema viene spinto oltre una soglia critica, determinando un cambiamento sostanziale e potenzialmente irreversibile. I tipping point globali, come il deperimento della foresta amazzonica e lo sbiancamento di massa delle barriere coralline, creerebbero onde d’urto che andrebbero ben oltre l’area interessata, provocando un impatto sulla sicurezza alimentare e sui mezzi di sussistenza. Il segnale d’allarme è arrivato con gli incendi in Amazzonia che ad agosto hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi 14 anni, mentre all’inizio di quest’anno è stato confermato un quarto evento globale di sbiancamento di massa dei coralli". Per Kirsten Schuijt, direttrice generale del Wwf Internazionale, "la natura sta lanciando un vero e proprio Sos. Le crisi collegate alla perdita della natura e al cambiamento climatico stanno spingendo le specie animali e gli ecosistemi oltre i loro limiti, con pericolosi punti di non ritorno globali che minacciano di danneggiare i sistemi che supportano la vita sulla Terra e di destabilizzare le società. Le conseguenze catastrofiche della perdita di alcuni dei nostri ecosistemi più preziosi, come la foresta amazzonica e le barriere coralline, colpirebbero le persone e la natura di tutto il mondo”. "Il sistema Terra è in pericolo, e noi con lui - dice Alessandra Prampolini, direttrice generale del Wwf Italia - Il Living Planet Report ci avverte che le crisi collegate alla perdita della natura e al cambiamento climatico stanno spingendo le specie animali e gli ecosistemi oltre i loro limiti. Le decisioni e le azioni dei prossimi cinque anni segneranno il futuro della nostra vita sul pianeta. La parola chiave è trasformazione: dobbiamo cambiare il modo in cui tuteliamo la natura, trasformare il sistema energetico, il sistema alimentare, uno dei motori principali della perdita di biodiversità globale, il sistema finanziario, indirizzandolo verso investimenti più equi e inclusivi. La Conferenza sulla biodiversità di fine ottobre e quella sul clima a novembre sono occasioni preziose: servono azioni coraggiose e leadership forti da parte dei governi. Servono piani nazionali più ambiziosi per il clima e la natura e chiediamo al governo italiano di riconoscere la centralità di questa sfida che riguarda il futuro di tutti". Tra le popolazioni di specie monitorate nell’Lpi è segnalato, ad esempio, un calo del 57% tra il 1990 e il 2018 nel numero di femmine nidificanti di tartaruga marina embricata sull’isola Milman, nella Grande Barriera Corallina in Australia; un calo del 65% dell’inia (un delfino di fiume) nel Rio delle Amazzoni e un calo del 75% della più piccola sotalia tra il 1994 e il 2016 nella riserva di Mamirauá sempre in Amazzonia. Lo scorso anno, durante un periodo di caldo estremo e siccità, oltre 330 inie sono morte in soli due laghi. L’indice rivela anche come alcune popolazioni animali si siano stabilizzate o siano aumentate grazie agli sforzi di conservazione, come è accaduto per la sottopopolazione di gorilla di montagna, aumentata di circa il 3% all’anno tra il 2010 e il 2016 all’interno del massiccio del Virunga nell’Africa orientale, e per il bisonte europeo, che ha visto un ritorno delle popolazioni in Europa centrale. Tuttavia, questi successi isolati non sono sufficienti. Kirsten Schuijt, continua: “Nonostante la situazione sia disperata, non abbiamo ancora superato il punto di non ritorno. Disponiamo di accordi e soluzioni globali per portare entro il 2030 la natura sul percorso di ripresa, ma finora ci sono stati pochi progressi sia in termini di risultati che di urgenza. Le decisioni e le azioni intraprese nei prossimi cinque anni saranno cruciali per il futuro della vita sulla Terra". Per Andrew Terry, direttore Conservation Policy presso la Zsl, "il Living Planet Index evidenzia a livello globale la continua riduzione delle popolazioni animali selvatiche e questo assottigliamento dell’albero della vita rischia di farci arrivare a pericolosi punti di non ritorno. In questa perdita non siamo inermi. Sappiamo cosa fare e sappiamo che, se ne ha la possibilità, la natura può riprendersi: ciò di cui abbiamo bisogno ora è un aumento dell’azione e dell’ambizione. Abbiamo cinque anni per raggiungere gli impegni internazionali volti a ripristinare la natura entro il 2030. I leader mondiali si riuniranno presto per la Cop16 e abbiamo bisogno di vedere risposte forti da parte loro e un aumento immediato delle risorse necessarie a raggiungere tali impegni e rimetterci sul percorso verso la ripresa”.