(Adnkronos) - Non si ferma la protesta dei tifosi della Roma contro Dan e Ryan Friedkin. Un comunicato della Curva Sud ha annunciato altri 15 minuti di contestazione all'inizio di Roma-Inter, il prossimo big match in programma all'Olimpico. Non è servita neanche la sosta del campionato per riportare il sereno in un rapporto che l'esonero di Daniele De Rossi e le risposte che la proprietà continua a non dare rispetto al futuro sembrano aver ormai definitivamente compromesso. Il testo del comunicato è scritto con linguaggio e toni che fanno emergere un'analisi lucida prima ancora della rabbia del tifoso. “In occasione di Roma/Inter la Curva Sud resterà fuori - per far risaltare ancor più il dissenso vista l’importanza della partita - per quindici minuti ed in silenzio per protestare contro una dirigenza che, alle promesse, non sta facendo seguire i fatti. Bandiere vilipese, stemma mai restituito, disorganizzazione diffusa, merchandising approssimativo, scelta di persone inadeguate a rappresentare la Roma sotto tutti i profili, vista la loro non conoscenza della realtà romana, della storia dell’A.S. Roma, dei valori tradizionali dei Romanisti. Per guidare la Roma non è sufficiente spendere soldi ma è necessario creare e rappresentare una società in cui ciascun Romanista possa rispecchiarsi e della quale essere orgoglioso. Poiché questo non sta avvenendo, si invitano i Romanisti di tutti i settori ad unirsi nella protesta. Famiglia Friedkin, esigiamo un cambio di rotta”. Ci sono due frasi, in particolare, che evidenziano un disagio che non vuole farsi da parte e che affonda nelle scelte fatte: una dirigenza che, alle promesse, non sta facendo seguire i fatti, in apertura, e Friedkin, esigiamo un cambio di rotta, in chiusura. E sono tutte e due frasi che la proprietà della Roma non può sottovalutare, perché ruotano intorno al rapporto che c'è tra quello che è stato, tutti gli errori commessi culminati con l'esonero dell'allenatore bandiera (le bandiere vilipese), e quello che potrebbero fare per ristabilire un rapporto: un cambio di rotta che non può prescindere da un atto che possa riconciliare con la storia della Roma. I tifosi si aspettano un segnale che possa cancellare gli ultimi mesi e soprattutto le ultime settimane. La nomina del nuovo Ceo con un legame diverso con Roma potrebbe sanare una parte del problema (persone inadeguate a rappresentare la Roma sotto tutti i profili, vista la loro non conoscenza della realtà romana, della storia dell’A.S. Roma, dei valori tradizionali dei Romanisti) e il ritorno in panchina di Daniele De Rossi, soprattutto se i risultati in campo dovessero continuare a mancare e nonostante Ivan Juric abbia pochissime responsabilità, potrebbe riportare quel consenso che i Friedkin avevano ma che hanno disperso fidandosi di una manager, Lina Souloukou, che ha evidentemente sbagliato i suoi calcoli. I tifosi chiedono quello che la proprietà americana è stata capace di assicurare prima con Mourinho e poi con De Rossi e che ha inspiegabilmente rinnegato (una società in cui ciascun Romanista possa rispecchiarsi e della quale essere orgoglioso). (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - Dal 2019 le richieste di professionisti con competenze in AI sono aumentate del 157%, segnalando un'espansione significativa della domanda in questo settore. Il 2024 si profila quindi come un anno di svolta, con una crescita esponenziale di professionisti alle prese con l’AI, che passano da 40.000 a oltre 300.000. Questo sviluppo è accompagnato da un significativo aumento della partecipazione femminile nel settore, che è salita dal 30% a oltre il 40%, suggerendo un ruolo sempre più centrale delle donne nelle professioni Stem. E' lo scenario che emerge dal VI rapporto dell'Osservatorio di 4.Manager 'Intelligenza Artificiale. Cambiamento culturale e organizzativo per imprese e manager: nuove traiettorie della managerialità', presentato oggi in occasione dell'apertura dell'anno accademico della Pontificia Università Antonianum. I dati del Rapporto sono stati raccolti attraverso una combinazione di indagini campionarie e fonti istituzionali come Istat e Eurostat. Tuttavia, la diffusione dell'intelligenza artificiale nelle imprese italiane rivela una chiara disomogeneità tra le grandi aziende e le pmi. Le imprese di grandi dimensioni, grazie alle loro risorse e capacità di investimento, hanno un tasso di adozione dell'AI del 24%, mentre solo il 5% delle piccole imprese è riuscito a implementare queste tecnologie. Le città che trainano questa crescita, come Milano, Roma, Torino, Bologna e Napoli, sono i principali centri di adozione nei settori IT, sviluppo software e servizi di ricerca. "L'Italia possiede un patrimonio unico di intelligenze umane, filiere produttive e risorse culturali, ancora in gran parte da valorizzare attraverso l'AI"", commenta Giuseppe Torre, responsabile scientifico dell'Osservatorio 4.Manager. “Se sapremo potenziare le nostre industrie, combinando competenze umane di alto livello con l'intelligenza artificiale, potremo incrementare enormemente la nostra capacità di generare valore, mantenendo quel DNA che ci rende competitivi e riconoscibili sui mercati globali", conclude. Come consiglia Don Andrea Ciucci, segretario della Fondazione Vaticana RenAIssance: "Due scelte strategiche per una buona AI? Una riflessione etica by design, capace di coinvolgere non solo gli utilizzatori finali ma anche progettisti e costruttori. È fondamentale promuovere un approccio transdisciplinare al tema, che tenga insieme il punto di vista tecno-scientifico e quello umanistico, per garantire che l'intelligenza artificiale sia al servizio del bene comune e dello sviluppo sostenibile". “Il mondo dei media e dell’informazione è uno dei settori più impattati dall’avvento dell’Intelligenza Artificiale Generativa e ha scatenato grandi dibattiti sui rischi del deep fake e della misinformation. Per questo -ha spiegato l’amministratrice delegata del Gruppo 24 Ore Mirja Cartia d’Asero - nell’avviare progetti che prevedono l’implementazione dell’IA sui nostri contenuti di qualità abbiamo prima di tutto condiviso al nostro interno un Codice di Autodisciplina per l’applicazione etica delle intelligenze artificiali all'interno delle nostre attività editoriali, che punta in primo luogo sulla centralità del ruolo umano e professionale nel processo di sviluppo e adozione dell’IA”. I progressi quindi ci sono ma accompagnati da importanti ostacoli: nonostante la crescita esponenziale del numero dei professionisti impegnati con l’AI, la mancanza di competenze digitali rimane il principale freno, identificato dal 55% delle aziende. Inoltre, nel 2023, solo il 46% della popolazione italiana possedeva competenze digitali di base, un dato inferiore alla media UE del 56%. I costi elevati, in particolare per le pmi e per le aziende del Centro-Sud, rappresentano un'altra barriera significativa, segnalata dal 50% delle imprese. Anche la disponibilità e qualità dei dati per l'addestramento dei modelli di AI è un problema per il 46% delle imprese. Particolare attenzione merita l'ostacolo rappresentato dalle considerazioni etiche, che sono indicate come una difficoltà da 1 impresa su 4. Ostacoli culturali, come la scarsa chiarezza normativa e le preoccupazioni sulla privacy, completano il quadro delle difficoltà che frenano lo sviluppo dell'AI in Italia. Secondo Andrea Ricci, dirigente di ricerca in economia applicata all'Inapp "rimuovere gli ostacoli alla diffusione inclusiva della AI chiama in causa serie di fattori, tra questi: competenze manageriali, infrastrutture tecnologiche e sociale, nuove forme di organizzazione del lavoro. Questi fattori però vanno coordinati dentro una visione strategica e condivisa". Per affrontare le trasformazioni imposte dall'intelligenza artificiale, 4.Manager evidenzia la necessità di un nuovo paradigma che mette al centro la formazione continua, una leadership forte e una cultura aziendale orientata all'innovazione. Questi fattori sono cruciali per sbloccare il potenziale dell'IA, che oggi mostra un panorama frammentato: il 45,7% dei dirigenti e manager e il 55,2% degli altri lavoratori non hanno mai seguito alcun corso di formazione specifica sull'IA nell’ultimo anno, evidenziando un significativo divario di competenze a tutti i livelli aziendali. Non si tratta solo di quantità, ma anche di qualità: la formazione attuale non risponde pienamente alle sfide poste dall'IA. Con una valutazione media di efficacia di appena 3,3 su 5, i percorsi attuali sono percepiti come insufficienti. Questo scenario evidenzia l'urgenza di sviluppare programmi più mirati e di qualità, in grado di soddisfare le esigenze delle aziende italiane, alla ricerca di professionisti che uniscano competenze tecniche a leadership e gestione del cambiamento. Tra i profili più richiesti spiccano l'ai integration specialist (18,6%), il chief data officer (9,3%) e l'ai strategy director (8,9%). Oltre alle competenze tecniche specifiche – come la padronanza di IA, analisi dei dati, machine learning e deep learning – le aziende attribuiscono grande valore alle soft skills. Flessibilità al cambiamento, pensiero critico, capacità di problem solving e lavoro di squadra sono qualità indispensabili per affrontare le sfide della trasformazione Per colmare questi gap, 4.Manager metterà a disposizione delle parti sociali un sistema di Skill Intelligence , basato sull'analisi di quasi mezzo milione di offerte di lavoro e dati provenienti da INPS, Sviluppo Lavoro Italia e dal sistema europeo ESCO. Questo strumento consentirà alle aziende di identificare i bisogni formativi e progettare percorsi mirati per affrontare l'evoluzione tecnologica. In questo contesto il rettore della Pontificia Università Antonianum, Agustín Hernández Vidales, ha presentato una nuova proposta della Facoltà di Filosofia: un percorso di alta specializzazione in etica e intelligenza artificiale. Questo innovativo programma si ispira alla necessità di sviluppare un’etica non semplicemente "dell'IA", ma "per l'IA". “In tale direzione, è importante allargare lo sguardo formando l’AI Ethics Officer nella prospettiva dell’intelligenza integrale. L’ AI Ethics Officer rappresenta una figura imprescindibile per il futuro prossimo poiché garantisce un uso etico, trasparente e responsabile dell'Intelligenza Artificiale. In un'epoca caratterizzata da disuguaglianze crescenti e sfide globali, l'intelligenza integrale si propone come un modello di interoperabilità per promuovere un'innovazione tecnologica equa e inclusiva. Combinando competenze tecniche con una profonda consapevolezza etica e culturale, l'intelligenza integrale può contribuire a colmare il divario globale dell'AI e garantire che il progresso tecnologico sia al servizio dell'umanità e del pianeta”, ha concluso.
(Adnkronos) - "Siamo molto soddisfatti di questa dodicesima edizione del Salone della Csr e dell’innovazione sociale, che si chiude con 5000 presenze di pubblico in 3 giorni e una grande partecipazione anche da remoto attraverso lo streaming. L’affluenza del pubblico agli oltre 100 panel che si sono tenuti ci conferma che la formula funziona, con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder in un confronto continuo e vivace sui temi più attuali della sostenibilità". Così all'Adnkronos Rossella Sobrero, presidente Koinètica, fa il punto sulla tre giorni del Salone della Csr e dell'innovazione sociale che si chiude oggi a Milano. "Fra tutti abbiamo sentito un po’ la mancanza della Pubblica Amministrazione, che ci piacerebbe rispondesse di più al nostro invito a portare il suo contributo al Salone, su tematiche per le quali il ruolo del settore pubblico è cruciale. Continueremo a stimolare e coinvolgere tutti gli attori, perché il Salone continui a essere un luogo di dibattito equilibrato e costruttivo, l’occasione per fare rete fra imprese grandi e piccole e Terzo Settore, un’occasione di protagonismo per i giovani e le loro istanze per un futuro sostenibile", aggiunge.