(Adnkronos) - "Siamo ormai entrati nel contesto di una rivoluzione che non è eccessivo definire epocale: è una rivoluzione che cambia pervasivamente i modi di produrre e la società stessa, nonché il modo di misurarla, in questo contesto. Nel mio libro 'Creatività o sottomissione? Il lavoro incontra la AI', consideriamo, ad esempio, la difficoltà di misurare la produttività grazie ai cambiamenti indotti dall'intelligenza artificiale. Di questa, a me piace una definizione, quella per cui se fino a ieri attraverso Google, avevamo a disposizione dei bibliotecari, che in tempo reale davano alcuni estratti da alcune fonti funzionali a un determinato contenuto, adesso disponiamo, a fianco di questi bibliotecari, un centro studi con tantissime persone, che in tempo reale elaborano quei contenuti”. Lo ha affermato da Maurizio Sacconi, ex ministro del lavoro e delle politiche sociali e presidente dell’Associazione Amici di Marco Biagi, durante il panel ‘Creatività o sottomissione? Il lavoro incontra la AI’, nell’ambito della nuova edizione di StatisticAll, il festival della statistica e della demografia che si sta svolgendo a Treviso. “I problemi che si pongono da questo punto di vista sono infiniti, dal punto di vista dell'offerta di applicazioni dell'intelligenza artificiale. Io ne segnalo soprattutto uno, che è il problema prevalente: la trasparenza ai fini dell'affidabilità dei contenuti - spiega - Ci si affanna a voler regolare l’Ai, soprattutto in Europa, mentre, invece, nelle due grandi aree economiche del mondo, Stati Uniti e Cina, prevale la scelta di non frenare questo fenomeno attraverso la regolazione”. “La Cina, per definizione è sregolata. Mi fanno sorridere gli scienziati che nei giorni scorsi hanno invocato una sorta di regolazione globale perché si dica almeno ciò che non può fare l'intelligenza artificiale e mi fa sorridere perché siamo reduci da una pandemia nella quale l'Organizzazione Mondiale della Sanità, appartenente al sistema Nazioni Unite, non ha potuto affatto entrare in Cina per cercare di comprendere le origini di quella pandemia - sottolinea Sacconi - quindi non ci sono le condizioni, a mio avviso, per una regolazione globale. Trump ha ritirato l'atto di Biden, che l'Europa addirittura considerava troppo morbido. L'Europa ha definito una disciplina molto incerta che determinerà molti problemi per le nostre imprese e per la loro competitività nel rapporto con quelle grandi aree”. “Il tema che ci interessa affrontare nel mio libro, però, non è tanto quello dell'offerta di questi servizi, per i quali mi preoccupano soprattutto i profili di trasparenza, in modo da innescare anche competizione fra le officine di intelligenza che si propongono al mercato, ma mi preoccupa soprattutto considerare il problema dal lato della domanda, cioè dal lato dei fruitori dell'intelligenza artificiale - continua - in modo particolare di coloro che la usano per la loro prestazione lavorativa, dipendente o indipendente che sia. E in questo caso, il libro considera questa drastica alternativa, quella tra la creatività, che è la potenzialità che l'intelligenza artificiale offre, una stagione di straordinaria creatività e la sottomissione, che è peggio della sostituzione dei lavori”. "Io e un collega accademico di pedagogia del lavoro abbiamo scritto un libro proprio sul lavoro e non abbiamo voluto nemmeno considerare il tema della sostituzione. La sostituzione c’è, come in tutte le trasformazioni, anche in quelle meno straordinarie come questa. Il problema è accompagnare il cambiamento e il fatto che muoiano dei lavori e ne sorgano altri - dichiara Sacconi - ma l'alternativa più drammatica è quella fra la possibilità di una bellissima stagione della creatività e l'altrettanto presente possibilità di un auto-annichilimento dell'uomo nel rapporto con le macchine intelligenti. La creatività si contrappone alla seconda rivoluzione industriale: l'ingegner Taylor, che ne fu il protagonista nel 1912 inventando le produzioni in serie, le catene di montaggio, assimilava le persone che realizzavano queste prestazioni, obbedendo a ordini gerarchicamente impartiti e le ripetevano continuamente, le assimilava a buoi, in quanto la postura, il modo di lavorare era quello dei buoi”. “Siamo fuori, per fortuna, da quella seconda rivoluzione industriale, l'abbiamo praticamente definitivamente abbandonata anche se paradossalmente sopravvive qualche volta nei servizi. Vediamo, infatti, dei servizi ancora organizzati secondo il modello fordista, secondo il modello dell'ingegner Taylor delle produzioni in serie, ma in questa nuova dimensione l'uomo può assumere molta libertà nel lavoro”, conclude.
(Adnkronos) - 'Università più imprenditoriale'. Con questo riconoscimento l’Università Lum è stata premiata in occasione della giornata finale della diciottesima edizione della Start Cup Puglia 2025, organizzata dall'Arti Puglia, l’Agenzia regionale per la tecnologia, il trasferimento tecnologico e l'innovazione. A valutare i progetti e decretare i vincitori è stata una giuria di esponenti del mondo imprenditoriale e scientifico. l premio è stato riconosciuto poiché la Lum ha partecipato alla competizione con il maggior numero di team con idee technology intensive, rispetto agli altri atenei pugliesi. “Il premio ricevuto - afferma il rettore della Lum Antonello Garzoni - rafforza la nostra identità di ateneo imprenditoriale e consolida l’impegno della Lum per la diffusione della cultura d’impresa e nell’innovazione a tutto campo. La presenza dei nuovi dipartimenti di Medicina e Ingegneria ci consente oggi di giocare un ruolo sempre più rilevante nello sviluppo di brevetti e di nuove spin-off accademiche originate dai nostri ricercatori, rafforzando la nostra attività di trasferimento tecnologico e di Terza Missione”. “Il riconoscimento di 'Università imprenditoriale' - evidenzia Giustina Secundo, pro-rettrice all'Innovazione e Terza Missione - è il risultato di un grande lavoro di squadra e della contaminazione di competenze mediche, ingegneristiche e di Innovazione Tecnologica, presenti nei Dipartimenti di Medicina e Ingegneria Lo spirito di imprenditorialità a connotazione tecnologica si base sull'impegno nella ricerca e pervade sia il corpo docente che gli studenti, attraverso le numerose attività di innovazione e Terza Missione, finalizzate al technology transfer sul territorio”. Sono tre i team che hanno preso parte alla finale. Team Myo.Fig, composto da Alfonso Savastano, Eugenio Lipari e Deborah Fratantonio, che ha proposto soluzioni innovative per la chirurgia oftalmica mini-invasiva e la prevenzione della miopia patologica, con l’idea di realizzare uno strumento per il cross-linking sclerale, modelli predittivi e software per diagnosi e follow-up, che si è classificato Terzo posto. Team PerioGPT, composto da Giustina Secundo, Giuseppe Troiano e Giuseppe Loseto che ha sviluppato un modello di AI applicato alla paradontologia, che si è classificato al quarto posto. Team iMensa, composto da studenti di Ingegneria gestionale magistrale, Demetrio Trunfio, Ferdinando Potenza, Antonio Tondi e Anna Mezzapesa, che ha sviluppato un’applicazione innovativa progettata per centralizzare e semplificare l’accesso ai servizi mensa nella Regione Puglia, sfruttando i dati aperti forniti da Adisu Puglia e dal portale regionale dati.puglia.it.
(Adnkronos) - "Se c'è un mercato che è fortemente in salute è proprio quello della second hand, il mercato dell'usato. Da 11 anni collaboriamo con Bva Doxa per un osservatorio sulla second hand che ogni anno ci fa scoprire un mondo che è in continua espansione ed evoluzione. Solo l'anno scorso, nel 2024, ben il 63% degli italiani si sono dati alla second hand per comprare o per vendere. Il settore ha rappresentato ben 27 miliardi di giro d'affari". Così Giuseppe Pasceri, Ceo Subito.it, intervenendo all’appuntamento Adnkronos Q&A, 'Sostenibilità al bivio', questa mattina al Palazzo dell’Informazione a Roma. Tra l'altro "questi 27 miliardi per la prima volta hanno visto l'online superare l'offline. Siamo passati dal 30% circa dell'online nel 2014 fino al 54% dell'online sull'offline". "Se poi pensiamo alle motivazioni che spingono gli italiani a fare questa scelta, sicuramente in primis c'è il risparmio ma è molto interessante vedere come la riduzione degli sprechi diventi un fattore motivante di primissimo piano e poi c'è il guadagno, che è comunque visto come un aspetto importante", aggiunge.