INFORMAZIONIGraphimedia srl Comunicazione e Marketing Ruolo: Direttrice Creativa Area: Creative & Design Management Cinzia Bernardi |
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(Adnkronos) - Il fronte della guerra tra Russia e Ucraina "si muove verso ovest", sia pure "lentamente" e non "verso est". Tradotto, Vladimir Putin avanza nel conflitto in corso da oltre 1000 giorni. I messaggi che arrivano dal segretario generale della Nato, Mark Rutte, hanno un tono decisamente diverso, rispetto a quelli che arrivavano dal quartier generale di Evere, alla periferia di Bruxelles, fino a qualche mese fa. Kiev si prepara ad affrontare "un inverno difficile" e avrà bisogno di tutto l'aiuto possibile da parte dell'Occidente per poter arrivare al "tavolo negoziale in posizione di forza". Pertanto, ha sottolineato Rutte, servono "meno discussioni su come potrebbe configurarsi un accordo di pace e più aiuti militari", che è quello di cui a Kiev hanno veramente bisogno. Ancora più indicativi, se possibile, sono i messaggi che arrivano off the record. Le linee del fronte in Ucraina, ha spiegato un alto funzionario Nato, sono sottoposte ad una pressione "crescente" da parte delle forze russe. Il ritmo dell'avanzata delle truppe di Mosca aumenta: se prima "le forze russe avanzavano dieci metri al giorno", oggi ci sono giornate in cui "guadagnano terreno al ritmo di dieci chilometri al giorno". Il cambiamento nel tenore dei messaggi segnala, con ogni probabilità, che a Bruxelles hanno deciso che è opportuno mettere al corrente l'opinione pubblica della serietà della situazione. Ad oggi in non pochi Paesi europei, specie in quelli più a ovest, che si sentono meno minacciati dalla Russia, l'opposizione all'invio di armi all'Ucraina in lotta contro l'invasore è molto diffusa. Nella regione russa di Kursk, ha riferito la fonte Nato, le forze ucraine "controllano tuttora circa due terzi degli 8-900 km quadrati di territorio" che avevano conquistato nello scorso agosto, malgrado la "controffensiva russa" in corso da tempo nell'area. La Nato si attende che le forze di Mosca "continueranno a tentare di fiaccare le forze ucraine, usando la massa" per conquistare le "posizioni difensive" dei nemici e conseguire così "guadagni tattici" sul campo. Le condizioni stagionali, ha osservato la fonte, "non hanno ancora prodotto alcuna riduzione delle operazioni offensive delle forze russe, che mantengono un significativo vantaggio quantitativo" rispetto a quelle ucraine in termini di "munizioni, uomini ed equipaggiamento". I russi, secondo le stime dell'Alleanza, "reclutano probabilmente 30mila nuovi soldati al mese e, in questo modo, sono in grado di "assorbire perdite massicce", mentre tentano di "affossare" le forze ucraine usando la forza d'urto della massa. I russi hanno anche "intensificato i bombardamenti contro le infrastrutture critiche", in particolare le centrali elettriche. "Senza dubbio", comunque, si è assistito ad un "aumento del ritmo dell'avanzata russa e gli attacchi che si sono visti contro le infrastrutture ucraine fanno chiaramente parte di una campagna orchestrata per aumentare la pressione" che il popolo ucraino avverte nella "vita di tutti i giorni", mentre "l'inverno avanza". Per Rutte, dunque, il presidente ucraino Zelensky "ha ragione a chiedere aiuti militari non solo offensivi, ma anche difensivi", per proteggere le infrastrutture energetiche, che i russi prendono di mira per fiaccare la popolazione civile. "Concordiamo sul fatto - ha proseguito Rutte - che dobbiamo rafforzare l'Ucraina perché oggi, mentre parliamo, il fronte non si sta muovendo da ovest verso est, ma da est verso ovest. Lentamente, con molte perdite sul lato russo". Per la Nato, oggi sono "700mila" le vittime russe, tra "morti e feriti gravi". Mosca "sta pagando un prezzo molto elevato, ma è un fatto che il fronte non si muove verso est", bensì "verso ovest". Il segretario generale ha tenuto a concentrare l'attenzione sulle necessità immediate: gli alleati, ha detto, "concordano sul fatto che il futuro dell'Ucraina è nella Nato. Al summit di Washington abbiamo parlato di 'percorso irreversibile' verso l'Alleanza". Ma, ha aggiunto Rutte, "penso che dobbiamo concentrarci molto su quello che è necessario ora. E quello che serve ora è che gli aiuti militari arrivino all'Ucraina, perché per loro sono cruciali: se decideranno di parlare con i russi, lo faranno da una posizione di forza". La Nato, ha aggiunto, accoglie "con favore gli ulteriori aiuti militari" all'Ucraina "annunciati da parte di Usa, Germania, Svezia, Estonia, Lituania e Norvegia", ma "tutti dobbiamo fare di più: più forte sarà il nostro supporto in questo momento, prima potremo porre fine all'aggressione russa una volta per tutte in Ucraina". Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha detto che il decimo pacchetto di aiuti militari dell'Italia è "pronto" e che verrà inviato "entro fine anno". Per Rutte, inoltre, "il coinvolgimento della Corea del Nord in questa guerra, in aiuto alla Russia, è una enorme escalation, che minaccia non solo l'Ucraina, ma anche Corea del Sud, il Giappone e gli Usa". Perché "la Corea del Nord non dispiega truppe senza ottenere soldi, su questo non c'è dubbio, ma anche tecnologia missilistica. Questo avvicina il teatro atlantico e quello dell'Indopacifico". Secondo fonti Nato, i soldati nordcoreani presenti nella regione russa di Kursk sono "oltre dodicimila", anche se "non possiamo confermare" che siano stati già impegnati in battaglia. Zelensky ha dichiarato all'agenzia giapponese Kyodo News che alcuni soldati di Pyongyang sono già caduti in battaglia, senza dare ulteriori dettagli. La grande incognita sono le intenzioni sulla guerra in Ucraina del neo presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump, ma il segretario generale ha riferito di aver concentrato il suo colloquio con il tycoon, a Mar-a-Lago in Florida il mese scorso, su pochi punti, tra cui le spese militari degli Alleati europei (il 2% del Pil "non basta", ha insistito Rutte) e sulla necessità che l'Ucraina concluda un "buon accordo" con la Russia, perché la conclusione del conflitto in corso verrà guardata con attenzione anche in altre parti del mondo.
(Adnkronos) - Alessandro Galazzi, professore associato di Scienze Infermieristiche del dipartimento di Medicina e chirurgia dell’università Lum Giuseppe Degennaro, ha ricevuto nel corso del workshop annuale della Società italiana di scienze infermieristiche, il premio per la miglior ricerca nelle scienze infermieristiche 2024. Il riconoscimento è stato attribuito a seguito della pubblicazione dell'articolo 'Thematic analysis of intensive care unit diaries kept by staff: insights for caring'. Lo studio 'che ha rappresentato un grande lavoro di squadra che ha coinvolto più professionisti, dalla implementazione dei diari allo studio vero e proprio', afferma il professore Galazzi, ha esplorato i temi ricorrenti scritti nei diari digitali dallo staff medico mentre si prendeva cura di pazienti adulti ricoverati in terapia intensiva durante la pandemia di Covid-19. “Dall'analisi tematica dei diari di terapia intensiva - sottolinea Galazzi - è emersa una panoramica delle cure in un reparto di rianimazione durante la pandemia, con risorse scarse e nessuna possibilità di accesso dei familiari, riflettendo sul paziente come persona e sulle cure erogate quotidianamente. Un'importante novità che è emersa, riguarda il personale che ha scritto dei messaggi di addio ai pazienti morenti anche se non li avrebbero potuti leggere”. I diari delle unità di terapia intensiva (Icu) stanno riscuotendo un'ampia accettazione in tutto il mondo. Il concetto di creare e tenere un diario è nato nell'Europa settentrionale, inizialmente coinvolgendo gli infermieri nella stesura di una narrazione di ciò che stava accadendo ai loro pazienti incoscienti gravemente malati. La scrittura del diario è stata in seguito estesa per includere medici, familiari dei pazienti e pazienti stessi. L'obiettivo di tenere un diario è aiutare i pazienti in terapia intensiva a riprendersi durante e dopo una malattia critica. Leggere le voci del diario può aiutare i pazienti a comprendere meglio le proprie percezioni e orientare la memoria fattuale. Inoltre la scrittura di un diario offre all'intero team della terapia intensiva, in particolare al personale infermieristico, l'opportunità di personalizzare l'assistenza ai pazienti della terapia intensiva. Al link https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0964339723000095 è possibile leggere lo studio.
(Adnkronos) - Sempre più centrale nella routine di giovani e adulti, la skincare e la sua industria pongono sfide inedite alla comunità scientifica. I suoi processi produttivi hanno infatti un notevole impatto sull’ambiente. Gli esperti della NYU Tandon School of Engineering, negli Stati Uniti, avrebbero risolto il problema, con lo sviluppo di un gel a base di proteine che, grazie alle sue proprietà, potrebbe rappresentare un’alternativa sostenibile agli ingredienti più tradizionali. Lo studio è stato pubblicato su ”ACS Applied Polymer Materials”.