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Hitachi Europe srl Elettrodomestici, Elettronica e Hardware Ruolo: Corporate Communication Area: Communication Management Candida Cereda |
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(Adnkronos) - Cresce tra i cittadini, soprattutto tra i più giovani, la consapevolezza che il futuro dell’Italia passerà da due direttrici essenziali: infrastrutture moderne e una Pubblica Amministrazione capace di decidere. È quanto emerge dalla nuova indagine Swg-EY su un campione rappresentativo della popolazione nazionale. Dal sondaggio emerge con forza una domanda di concretezza e progettualità. Alla domanda “su quali infrastrutture dovrebbe investire l’Italia nei prossimi dieci anni?”, il 45% degli italiani indica i trasporti, il 43% l’energia (con una nuova apertura al nucleare) e il 30% nell’efficientamento della rete idrica. Non si tratta solo di priorità tecniche: si afferma una visione strategica che unisce competitività, indipendenza energetica e concretezza climatica. Ma il vero dato di rottura riguarda la fiducia dei giovani nella trasformazione del sistema pubblico: per quanto tra gli italiani sia prevalente una visione negativa e stereotipata della Pubblica Amministrazione, i giovani tra i 18 e i 34 anni esprimono un’opinione decisamente più positiva (36% contro il 25% degli over 35). Una nuova generazione che guarda alla PA non tanto come strumento di garanzia dei diritti, quanto come fornitore di servizi efficienti e capaci di abilitare e generare valore sia a livello individuare che collettivo. “Il titolo che ci accompagna oggi non è solo uno slogan, ma una vera e propria sfida culturale e organizzativa. In un’epoca in cui la normalità sembra spesso sinonimo di routine, di stabilità apparente, ci viene chiesto di ripensarla come terreno fertile per l’innovazione, la qualità e la crescita” - commenta Roberto Talotta, Partner Real Estate, Construction and Infrastructure Services EY Italia e Ad EY Engineering and Technical Services. E anche sul piano delle grandi opere, i cittadini esprimono un forte bisogno di efficienza che passa innanzitutto dalla richiesta di modelli di cooperazione tra pubblico-privato sia per quanto riguarda la progettazione, realizzazione e gestione delle opere (il 55% chiede una cooperazione tra pubblico e privato contro un 27% che vorrebbe una gestione essenzialmente pubblica), sia per quanto riguarda gli organi decisionali (solo il 19% vorrebbe che la gestione delle infrastrutture si appoggiasse unicamente a consigli di amministrazione di nomina pubblica). Inoltre, il 36% è favorevole all’impiego di commissari speciali nei contesti più critici, dove la rapidità è decisiva. Se si volge lo sguardo al futuro, invece, i dati ci raccontano di una crescente consapevolezza su cosa serve per cambiare. Il 60% dei cittadini individua nella formazione del personale la prima leva per migliorare l’azione della PA, seguita dalla digitalizzazione dei processi (48%). Per i cittadini, il tempo è ormai la variabile strategica: la lentezza delle procedure non è più percepita solo come un disagio, ma come un costo collettivo che limita lo sviluppo. L’idea di uno Stato che decide e realizza non è un auspicio astratto, ma una condizione che può garantire competitività e coesione. “Le giovani generazioni, in particolare, chiedono un deciso cambio di marcia che vada nella direzione di una maggiore efficacia e di una maggiore capacità di generare valore e crescita. Pubblica Amministrazione e Infrastrutture non sono interpretate solo come servizi per i cittadini e le imprese, ma come risorse capaci di abilitare e quindi strumenti indispensabili per la competitività e la crescita del Paese” - conclude Riccardo Grassi, Head of Research Swg.
(Adnkronos) - “Il sistema di formazione professionale è largamente sottoutilizzato dalle persone e dalle imprese. C'è una perdita di grandi opportunità, sia economiche sia di implementazione del capitale umano delle aziende. E’ un sistema che va migliorato e va promosso mettendo a fattor comune le migliori competenze di operatori privati e di soggetti pubblici”. Così Agostino Di Maio, neoeletto presidente di Assolavoro Formazione, intervenendo durante l’Assemblea pubblica di Assolavoro Formazione, oggi a Milano. L’incontro ha offerto l’occasione per analizzare i dati della ricerca 'Il mercato dei servizi per la formazione in Italia' condotta da Assolavoro DataLab, l’Osservatorio dell’Associazione nazionale delle agenzie per il lavoro, da cui emerge che il potenziale di crescita del settore è enorme: il mercato della formazione professionale per adulti ha generato nel 2022 un fatturato di oltre 3,2 miliardi di euro. “La formazione professionale nel mondo del lavoro - riflette Di Maio - è il vertice di una piramide rovesciata sul quale poggia tutto il mercato del lavoro. E’ fondamentale per l'aggiornamento delle competenze, per l’upskilling e il reskilling, per la riduzione delle transazioni, per il rapporto con la scuola e per la gestione delle pratiche fragili dei lavoratori, oltre che per ridurre il tasso di inattività, la vera piaga del nostro mercato del lavoro. La formazione serve sempre, in ogni fase, e oggi in Italia ci sono ampi margini di miglioramento”. Dall'incontro emerge una frammentarietà regionale quando si parla di formazione professionale. Un aspetto dovuto a “un'impostazione costituzionale che nell'attribuire alle Regioni la competenza esclusiva in materia di formazione professionale non favorisce l'adozione di standard uguali sul territorio nazionale", spiega Di Maio, che aggiunge: "Su questo lavoriamo proficuamente con molte Regioni e cerchiamo di condividere le buone pratiche. È un lavoro molto faticoso che potrebbe essere svolto con più efficacia”. Infine, il neoeletto presidente esprime la sua visione di Assolavoro Formazione, “un'associazione che raccoglie i migliori player sul mercato”. “La nostra formazione è orientata al placement. Il nostro contratto collettivo prevede che almeno il 35% dei discenti trovino un lavoro e riteniamo che il placement sia un elemento di qualità e di misurazione dell'efficacia della formazione, che dovrebbe essere anche estesa ad altri contesti”, conclude.
(Adnkronos) - “Il rapporto tra l’amministrazione comunale e A2a è più che storico. A2a, infatti, nasce dalla fusione di una delle nostre municipalizzate e abbiamo sempre lavorato per dare migliore qualità ai nostri lavoratori, con investimenti in welfare e territoriali”. E’ quanto affermato da Laura Castelletti, sindaca di Brescia, nel contesto dell’evento di A2A dal titolo 'WelLfare. Il Welfare fa davvero bene’. Un’occasione di confronto e presentazione dei servizi di welfare, dei Premi di produttività e del nuovo piano di azionariato diffuso, a Milano. "Per noi qualità della vita, benessere dei lavoratori e dei cittadini sono aspetti fondamentali - spiega Castelletti - In tale contesto, in particolare, c'è un'attenzione ad accompagnare le famiglie e il tema della natalità con risposte efficaci ed investimenti importanti”. Quando si parla di maggiori investimenti territoriali, prosegue la sindaca di Brescia “si intende maggiore lavoro sul nostro territorio. Un lavoro qualificato capace di creare anche un legame intenso con l'azienda. Poniamo, quindi, uno sguardo nella direzione della nuova sede, negli investimenti in innovazione sul tema dei rifiuti, per i quali siamo sempre stati riconosciuti come città all’avanguardia e capaci di essere precursori - conclude la sindaca di Brescia - Nei giorni scorsi, infatti, abbiamo inaugurato il recupero di calore da data center per immetterlo nel teleriscaldamento a sottolineare un’attenzione nei confronti del tema del gas e della Co2. Più lavoreremo in tale direzione, più riusciremo a sottrarre gas perché espandiamo il teleriscaldamento”.