(Adnkronos) - Vittoria di Rai1 nel prime time di ieri sera con la seconda puntata di 'The Voice Kids 3' che ha ottenuto 3.394.000 telespettatori e uno share del 21,3%. Secondo gradino del podio per Canale 5 con la serie 'Il Patriarca 2', vista da 2.125.000 telespettatori (share del 12,9%). Terzo posto per Retequattro con 'Quarto grado' che ha totalizzato 1.182.000 telespettatori e uno share dell'8,25%. Fuori dal podio, sul Nove il programma 'Fratelli di Crozza' è stato visto da 991.000 telespettatori pari a uno share del 5,41% mentre su La7 'Propaganda Live' ha realizzato 902.000 telespettatori e uno share del 6,5%. Su Italia1 il film 'Una notte al museo 2' ha interessato invece 857.000 telespettatori registrando uno share del 5,2% mentre il film 'Mia', trasmesso da Rai2, ha raggiunto 669.000 telespettatori (share del 3,7%). Su Rai3 'FarWest' ha intercettato 578.000 telespettatori (share del 3,5%) mentre su Tv8 il film 'Casino Royale' ha conquistato 314.000 telespettatori e uno share del 2%. Nell'access prime time, sulla rete ammiraglia di viale Mazzini 'Cinque Minuti' ha registrato 4.464.000 e il 22,8% di share mentre 'Affari Tuoi' è stato seguito da 5.183.000 telespettatori pari al 25,7%. Su Canale 5 'Striscia la notizia' su Canale 5 si è fermata a 2.776.000 telespettatori e a uno share del 13,74%.
(Adnkronos) - "La trasformazione digitale di Sisal è stata possibile grazie all'investimento in infrastrutture digitali e in formazione interna con un approccio più sostenibile e inclusivo. Abbiamo offerto a tutti la possibilità di acquisire le competenze digitali”, utili non solo, “al ruolo ricoperto in azienda, ma anche ad essere attivi sul mercato del lavoro”. Così Francesco Durante, amministratore delegato di Sisal, intervenendo a valle dell’evento ‘FutureS’, organizzato a Roma, proprio da Sisal, per creare un'occasione di confronto con istituzioni, aziende e opinion maker sulle sfide e le opportunità legate all'innovazione digitale. Al centro dell’appuntamento il tema delle infrastrutture digitali come motore di sviluppo per il sistema produttivo italiano: “Le infrastrutture digitali e i dati saranno sempre più rilevanti per la sicurezza e la competitività del Paese - sottolinea l’ad Durante - diventerà fondamentale investire in infrastrutture e progetti come il Polo strategico nazionale”, cioè il cloud per la gestione dei dati e servizi della Pubblica amministrazione italiana, “e diventa ancora più importante investire in competenze digitali per rendere il Paese più competitivo: in Italia circa il 50% delle persone non ha ancora competenze digitali di base, siamo uno degli ultimi Paesi in Europa - rimarca - Dobbiamo favorire un processo di inclusione sociale per dare la possibilità a tutti di acquisire le competenze oggi necessarie per essere attivi sul mercato del lavoro”. L’amministratore delegato di Sisal fa sapere che l’azienda ha lavorato “per costruire un modello diffuso di competenze digitali sul territorio” e lo ha fatto aggiungendo agli “hub di Milano, Roma e Torino anche l’hub di Napoli e Palermo”. Sempre sotto il profilo delle competenze digitali, Sisal ha stretto una collaborazione con il mondo accademico: “Abbiamo costruito delle partnership per fare in modo che le persone uscite dai percorsi di formazione”, universitari, “avessero le giuste competenze digitali. Un esempio è la partnership con il Politecnico di Torino per lo sviluppo del master universitario di secondo livello ‘HumanAIze’, che consente a persone con competenze umanistiche di acquisire anche quelle digitali e tecnologiche”, al fine di, “creare delle figure professionali ibride che oggi sono estremamente rilevanti, ma non disponibili sul mercato del lavoro”, conclude.
(Adnkronos) - La comunità scientifica è da tempo a caccia di un’alternativa sostenibile alle proteine della carne e potrebbe averla trovata nella lattuga di mare. È la tesi degli esperti della Chalmers University of Technology, in Svezia. Gli esperti sono convinti che le proprietà di questo particolare tipo di alga potrebbero fargli acquisire una certa importanza nella nostra dieta. Non è tutto: i processi legati alla produzione, alla raccolta e alla raffinazione avrebbero un impatto molto ridotto sull’ambiente rispetto alla ben più inquinante filiera della carne. Lo studio è comparso su “Food Chemistry”.