(Adnkronos) - “C’è una base scientifica che ci permette di avere ottimismo, per la prima volta abbiamo una direzione chiara, una ipotesi di malattia solida e uno strumento terapeutico potenziale che lavora esattamente su quel meccanismo. Non significa che la soluzione sia dietro l’angolo: serviranno tempo, investimenti e molto lavoro. Ma la strada adesso è definita e, per la prima volta, sembra davvero quella giusta”. Lo ha detto Mario Sabatelli, responsabile clinico del Centro Nemo Roma Armida Barelli al Policlinico Gemelli, ma anche referente Aisla per la Commissione medico scientifica intervenendo all’evento ‘La promessa 2025', la maratona live di musica, spettacolo e storie di vita promossa dall’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, per sostenere la ricerca sulla Sla, presso la sede dell'agenzia Adnkronos a Roma. “C’è infatti un’area nuova che si sta aprendo nella ricerca sulla Sclerosi laterale amiotrofica - aggiunge Sabatelli - ed è quella che riguarda in modo specifico la proteina Tdp-43. Oggi sappiamo che in quasi tutti i pazienti questa proteina risulta alterata. Normalmente Tdp-43 si trova nel nucleo della cellula, ma nella Sla scompare dal nucleo e si accumula nel citoplasma. Tdp-43 - chiarisce - ha una funzione fondamentale: regola centinaia di Rna messaggeri. Il processo è questo: i geni vengono copiati in Rna, e questi Rna, una volta nel citoplasma, sono tradotti in proteine. Tdp-43 controlla la maturazione, la stabilità e il destino di molti di questi Rna. Finora lo sapevamo in modo generico; adesso stiamo finalmente comprendendo quali Rna regola, con quali meccanismi e che cosa comporta la sua perdita dal nucleo. Certo, parliamo di centinaia di Rna - sottoliena Sabatelli - È un numero grande, ma finito, e dunque studiabile, uno per uno. Nel momento in cui riusciremo a capire quali tra questi Rna sono davvero cruciali nel determinare il danno neuronale, avremo già degli strumenti pronti per intervenire. Parlo delle nuove molecole chiamate Aso, gli oligonucleotidi antisenso: possono entrare nelle cellule malate e correggere il destino degli Rna alterati. Proprio un mese fa è uscito su Nature un articolo che mostra come questa alterazione influenzi profondamente la sintesi proteica. È un altro tassello fondamentale - conclude - che rafforza questa linea di ricerca”.
(Adnkronos) - 'Fare impresa e ricerca negli Stati Uniti'. Questo il titolo dell'evento che si è tenuto a Roma, nella sede del Centro Studi Americani, nell'ambito della IV edizione del Festival della Cultura Americana. In un mondo in continuo cambiamento come bisogna adattarsi a livello lavorativo e sociale per affrontare le sfide del futuro? Questa è la domanda alla quale cercano di rispondere tante realtà imprenditoriali differenti, in Italia e negli Usa, confrontandosi in un dialogo che arricchisce di spunti e di esperienze. Domanda anche al centro dei lavori moderati da Gianni Todini, direttore Askanews. Al tavolo hanno partecipato Davide Allegra, advocacy & Business Services Manager, American Chamber of Commerce in Italy, Clara Andreoletti, Ad Eni Next, Erica Di Giovancarlo, direttrice coordinatrice Rete Usa - Italian Trade Agency, Paolo Gaudenzi, consigliere per la Cooperazione Scientifica presso il Consolato Generale d’Italia a Boston, Matteo Lai, Ceo e fondatore di Empatica, Giorgio Resta, prorettore pro-tempore delegato al coordinamento delle attività di internazionalizzazione, Università degli Studi Roma Tre e Alessandro Vespignani, direttore fondatore del Northeastern Network Science Institute. Paolo Gaudenzi ha affermato che "l’impostazione di lavoro che hanno al Consolato Generale d’Italia a Boston risiede nel fatto di aver immaginato scienza, tecnologia e business come tre elementi strettamente collegati tra loro. La scienza attraverso lo strumento tecnologico dona un servizio alla Comunità, producendo benessere". L’esperienza progettuale 'Eni Next' è stata raccontata da Clara Andreoletti direttamente da Boston, indicando come vi sia “un dialogo continuo che gli scienziati hanno con i professori, sebbene gli scienziati siano molto formati e come si sia così arrivati alla creazione di nuove energie pulite sul mercato”. Matteo Lai ha riportato l’idea di un rapporto più stretto tra tecnologie e persone e di come, nel contesto di Empatica, azienda di cui è fondatore, siano riusciti a sviluppare strumenti innovativi in diversi ambiti. "La condivisione e il fare insieme" sono le fondamenta da cui partire secondo Erica Di Giovancarlo. “Il Sistema Italia, ricomprendente il ministero degli Affari Esteri, Ice, Sace, Simest Cassa Depositi e Prestiti, Camere di Commercio, agisce insieme proprio per dare massima assistenza alle aziende italiane in modo che possano inserirsi nei mercati esteri”. Davide Allegra ha introdotto la realtà di 'American Chamber of Commerce'. Specialmente per quanto riguarda la cooperazione ha segnalato “l’area della rappresentanza degli interessi guardando al piano transatlantico in cui aziende sia dal lato americano che italiano si riuniscono sei o sette volte in maniera ibrida per produrre alla fine dei lavori un paper dove evidenziano le prospettive e le problematiche”. Il punto di vista universitario è stato trattato da Giorgio Resta. “L’idea che il sistema dell’istruzione americano insegna l’idea di dover cambiare il mondo, il think out of the box, che, in giurisprudenza ad esempio, si differenzia dal nostro sistema basato sul conoscere e applicare le regole piuttosto che ripensarle”. Alessandro Vespignani ha puntato il dito sul problema del 'Brain Drain', in italiano i 'cervelli in fuga', affermando che “il problema non è perché le persone vanno via dal Paese, ma perché mancano le opportunità”. Riprendendo poi il discorso del 'think out of the box', ha affermato come “negli Stati Uniti il fare impresa è cultura, mentre in Italia ancora non abbiamo sanato il problema delle due culture, in cui la cultura umanistica continua ad essere considerata superiore a quella scientifica e quindi imprenditoriale”.
(Adnkronos) - "Il Cresco Award Città Sostenibili è un riconoscimento che da dieci anni valorizza l’impegno dei Comuni italiani nello sviluppo sostenibile dei territori, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite". Così Giorgio Germani, Consigliere Delegato di Fondazione Sodalitas, intervenendo alla premiazione del Cresco Award 2025 – Comuni sostenibili e Agenda 2030. Ogni anno, ha spiegato Germani, partecipano "circa 90 Comuni, spesso con più progetti, e vengono consegnati complessivamente 120 premi". I riconoscimenti sono assegnati sia dalla giuria di esperti – composta da accademici e personalità del mondo della sostenibilità – sia dalle imprese partner dell’iniziativa, che scelgono di sostenere direttamente progetti virtuosi. "Questo legame tra mondo privato e pubblico è un valore aggiunto fondamentale – ha sottolineato Germani – perché consente di creare sinergie concrete tra aziende e istituzioni locali". Dopo dieci anni, ha concluso, "registriamo una partecipazione stabile e convinta: i Comuni italiani mostrano una crescente consapevolezza ambientale e sociale. Certo, si può fare sempre di più, ma il percorso è tracciato e i risultati sono evidenti".