(Adnkronos) - "Papa Francesco è il pontefice che ha portato a compimento un ciclo storico della Chiesa cattolica, avviato con il Concilio Vaticano II e proseguito con i pontificati successivi". A dirlo all'Adnkronos è Francesco Clementi, ordinario di diritto pubblico comparato alla Sapienza e autore del volume "Città del Vaticano" (Il Mulino), che ha tracciato un bilancio delle trasformazioni introdotte da Jorge Mario Bergoglio. “Francesco ha chiuso un lungo processo di riforma ecclesiale avviato da Paolo VI”, spiega Clementi, individuando quattro grandi ambiti di intervento: le riforme strutturali e costituzionali, quelle in campo giudiziario e finanziario, l’apertura alla presenza femminile nei ruoli chiave della Chiesa, e infine la ristrutturazione del Conclave, che segnerà il futuro della Chiesa post-Bergoglio. "Con la nuova costituzione apostolica del 2023, che ha sostituito quella del 2000 voluta da Giovanni Paolo II, Francesco ha semplificato l’ordinamento della Santa Sede, rendendolo più coerente con la sua visione. Le riforme economico-finanziarie hanno reso il Vaticano più interconnesso e trasparente, ristrutturando il patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) e responsabilizzando maggiormente le entità giuridiche strumentali". Clementi ricorda in particolare la figura di Mario Draghi, come governatore Bce, presidente del Consiglio italiano e infine come membro della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, nominato da Bergoglio nel 2021: "E' anche grazie a lui se il Vaticano è rimasto all’interno dei circuiti economici globali dopo anni di opacità e scandali". Una seconda area riguarda la riforma dell’ordinamento giudiziario vaticano, con pene più severe per i crimini legati alla pedofilia e alla corruzione. È in questo contesto che si inserisce la condanna a cinque anni del cardinale Becciu. “L’impegno di Francesco è stato forte e serio”, sottolinea Clementi, ricordando come le cause legate a casi di pedofilia nella Chiesa valgano centinaia di milioni di euro e coinvolgano diversi Paesi, dall’Australia al Canada e agli Stati Uniti. Un terzo punto riguarda il ruolo delle donne: per la prima volta è stata nominata una presidente del Governatorato (suor Raffaella Petrini). Si tratta, secondo Clementi, di “un segnale che i cambiamenti non devono avere confini di genere”, in continuità con lo spirito del Concilio. Infine, Francesco ha trasformato radicalmente la geografia del Conclave. Oggi, su 135 cardinali elettori, 108 sono stati nominati da lui, superando il tetto dei 120 stabilito da Paolo VI. “È la prova che non si può più tornare indietro: servono 90 voti per eleggere un papa, ed è molto difficile farlo contro la linea politica di Bergoglio”, osserva Clementi. Tuttavia, aggiunge, la forza conservatrice nella Chiesa non si opporrà frontalmente, ma tenderà a rallentare la spinta impressa in questi anni, "a far depositare un po' di polvere sulle riforme bergogliane". “Non cercano un anti-Francesco, anche perché non passerebbe in Conclave, ma una figura moderata, che lasci sedimentare la sua eredità”. Il futuro? "Sicuramente un ruolo importante lo avranno i cardinali asiatici, visto che oltre il 62% di loro sono elettori, a differenza dell'Europa, in cui solo il 46% dei cardinali potrà votare". Clementi non si azzarda in pronostici, anche se si sente di escludere l'arrivo di un altro papa latinoamericano. (di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Nonostante la complessità dello scenario geopolitico internazionale con l’ulteriore elemento di incertezza legato ai recenti dazi, le aziende familiari italiane confermano la crescita e un ruolo di rilevanza a livello globale. Secondo il Global 500 Family business index 2025, l’indice biennale realizzato da EY in collaborazione con Saint Gallen University, che classifica le 500 migliori aziende familiari sulla base dei ricavi, l’Italia è al quarto posto su scala globale e al terzo in Europa per numero di aziende presenti nella top 500. Rispetto all’Indice elaborato da EY nel 2023, i ricavi combinati delle aziende familiari italiane sono cresciuti del 12%, raggiungendo 179 miliardi di dollari nel 2025. “L’analisi del Global 500 Family business index 2025 evidenzia la crescita e la rilevanza delle aziende familiari italiane nel panorama economico globale, posizionando l’Italia al quarto posto dopo Stati Uniti, Germania e Francia. Nonostante le sfide degli ultimi anni e i recenti dazi che hanno introdotto un ulteriore elemento di incertezza, le aziende italiane continuano a dimostrare una forte capacità di adattamento al contesto esterno e crescita, anche grazie ad una gestione attenta ed orientata agli investimenti in tecnologia, ricerca e innovazione. La resilienza e la flessibilità, già dimostrate durante la pandemia, sono ora più che mai qualità cruciali su cui far leva, oltre alla prontezza decisionale. Inoltre, in settori chiave come il consumer products e l’advanced manufacturing, tipici del panorama delle aziende familiari italiane, la focalizzazione sulla qualità del prodotto rappresenta un fattore differenziale che può aiutare ad affrontare l’attuale contesto economico”, ha commentato Massimo Meloni, EY Italy private leader and Italy audit & assurance market leader. Tra i dati principali che emergono dal 500 Global family business, la crescita del numero di aziende del nostro Paese: delle 500 aziende top a livello globale, 22 sono italiane, pari al 4,4% del totale, con 4 nuove entrate nell’indice del 2025, a fronte dell’uscita di due realtà incluse nella precedente analisi. Una crescita che si evidenzia ancora di più dal punto di vista dei ricavi combinati, aumentati da 160 miliardi a 179 miliardi di dollari, pari a circa il 12% in più rispetto all’indagine precedente realizzata nel 2023. Per contro, i ricavi medi delle aziende italiane, 8,1 miliardi di dollari, risultano inferiori sia rispetto alla media europea (16,1 miliardi di dollari) che a quella globale (17,6 miliardi). Un dato fondamentale che contraddistingue le imprese familiari italiane riguarda la loro longevità, infatti, il 36% delle società comprese nel Global 500 Family business index 2025 ha più di un secolo di storia. Circa la distribuzione territoriale, la Lombardia si segnala con 8 società family business nella top 500, mentre a livello di ricavi maggiori, le imprese lombarde e piemontesi contribuiscono per il 58% del totale nazionale. Limitata, invece, la presenza delle aziende familiari del Centro-Sud: solo il 27% delle imprese incluse appartiene a queste regioni, con una contribuzione sui ricavi combinati italiani del 23%, a testimonianza di un tessuto economico-imprenditoriale che in quelle aree del Paese presenta ancora significativi margini di crescita. In quanto al settore di pertinenza, le società familiari nazionali operano in 11 diversi macrosettori, principalmente nel consumer products, circa 23% delle società, seguito dall’advanced manufacturing e dal retail products, ciascuno con il 14%.
(Adnkronos) - Un'ondata di colore, solidarietà e partecipazione sta attraversando la scuola primaria Leonardo Da Vinci di Milano grazie a 'Il bosco invisibile', un progetto promosso dall'associazione dei genitori 'Amici della Leonardo' e realizzato in collaborazione con l'associazione 'We Are Urban! Milano', che lo ha già portato a termine in quattordici scuole. L'obiettivo è semplice, ma potentissimo: migliorare la qualità dell’aria e degli ambienti scolastici ridipingendo tutte le 36 classi in uso nell’istituto con Airlite, una speciale pittura che purifica l’aria, elimina in modo permanente muffe e batterie migliora la vivibilità quotidiana. L’impresa sta coinvolgendo oltre 200 genitori e volontari, decisi a regalare, nei primi due weekend di aprile, tempo, energie, braccia e buona volontà per dipingere la scuola di oltre 700 bambini, che è anche un punto di riferimento per tutta la zona Città Studi con i suoi oltre 90 anni di storia. Il risultato atteso? Classi più sane, pulite e accoglienti per alunni e insegnanti: "Il bosco invisibile è un progetto che trasforma la scuola, ma anche la comunità che la abita -spiega il preside della scuola Leonardo Da Vinci, Antonio Re-. Non solo muri ridipinti, ma relazioni che si rafforzano, alleanze educative che crescono e un esempio concreto di cittadinanza attiva". "Vogliamo che sia prima di tutto un momento di aggregazione -spiega l'associazione genitori Amici della Leonardo, che ha coordinato il progetto e lo ha finanziato per la maggior parte-. Abbiamo messo a frutto le competenze di ognuno nell’organizzazione e abbiamo scommesso sulla volontà di reinventarsi pittori per qualche ora per la realizzazione. Abbiamo scoperto un forte senso di comunità che aspettava il progetto giusto per emergere". L’iniziativa viene realizzata con il supporto di Wau! Milano, associazione che promuove la cura del bene comune, comprendendo anche la risorsa 'aria', attraverso la partecipazione diretta dei cittadini. "Siamo felici di aver incontrato tutti gli studenti della scuola per un momento didattico che promuove la cultura del bene comune a partire dall’importanza di un elemento vitale che non vediamo e che non dovremmo sentire -commenta Andrea Amato, presidente di Wau! Milano-. Un progetto che deve essere spiegato per meglio comprendere il valore un gesto di volontariato che presenta molteplici aspetti positivi". Tra i sostenitori del progetto, anche YesMilano, l’agenzia di promozione del Comune, che ha abbracciato Il Bosco Invisibile come esempio virtuoso di integrazione e attivazione territoriale: "Abbiamo coinvolto la nostra rete di studenti internazionali, oltre 11.000 a Milano, per mostrare come i progetti di comunità siano uno straordinario ponte di integrazione -afferma la direttrice generale di YesMilano, Fiorenza Lipparini-. Il bosco invisibile è un modello da raccontare e replicare". Innamorata del progetto anche l’associazione Officine Rousseau (realtà educativa storicamente riconosciuta fra Milano e provincia come ex cooperativa Centri Rousseau dal 1968) che ha deciso di dare supporto al progetto Bosco invisibile degli Amici della Leonardo regalando due ore di attività nel parco della scuola per i figli dei volontari. Fondamentale anche il contributo degli sponsor e dei partner locali. Vittoria Pirovano di Leonardo Frontero-Frontero Case, ha scelto di sostenere con un contributo economico l’iniziativa: "Abbiamo creduto da subito nella forza di questo progetto. E' raro vedere così tanto entusiasmo, concretezza e impatto positivo in un’unica iniziativa. Era naturale volerla supportare". Anche i fornai di zona, da Viale Romagna a Piazza Piola, hanno voluto partecipare, donando teglie di pizza e focaccia per le giornate di pittura, mentre il Carrefour di via Spinoza ha offerto le bevande e gli snack per chi ha esigenze alimentari particolari, dimostrando la sua consolidata affinità elettiva con gli studenti di tutte le età che popolano Città Studi. Il progetto, realizzato nei primi due weekend di aprile,trasforma la scuola Leonardo Da Vinci in un esempio concreto di collaborazione tra famiglie, istituzioni, associazioni e attività del territorio. Un bosco invisibile che ha reso visibile la forza di una comunità unita.