(Adnkronos) - Novak Djokovic ha perso, ancora, contro Jannik Sinner nella semifinale di Wimbledon 2025. Oggi, venerdì 11 luglio, il tennista serbo è stato battuto in tre set con il punteggio di 6-3, 6-3, 6-4 consegnando così all'azzurro il pass per l'ultimo atto dello Slam londinese, dove affronterà Carlos Alcaraz nella rivincita della finale-maratona andata in scena al Roland Garros. Nella conferenza stampa dell'immediato post partita Djokovic, oggi numero sei del mondo, ha parlato proprio della netta superiorità mostrata dal numero uno del ranking Atp, anche a causa di un problema fisico che ne ha condizionato la prestazione: "Non mi sentivo molto bene in campo, ma non voglio parlare del mio infortunio o lamentarmi per non essere riuscito a giocare al meglio", ha detto il serbo, "voglio congratularmi con Sinner per un'altra grande prestazione. Tutto qui. È in finale, è stato troppo forte. Sono deluso perché non sono riuscito a muovermi bene come pensavo o speravo”. Djokovic ha poi analizzato i motivi della sua sconfitta: "Non credo sia sfortuna. È solo l'età, l'usura del corpo. Per quanto mi prenda cura di me, la realtà mi colpisce in questo momento, nell'ultimo anno e mezzo, come mai prima, a dire il vero. È difficile per me accettarlo perché sento che quando sono fresco e in forma posso ancora giocare un ottimo tennis", ha spiegato, "quest'anno ho raggiunto le semifinali di ogni Slam. Devo giocare contro Sinner o Alcaraz. Questi ragazzi sono in forma, giovani, brillanti. Mi sento come se stessi affrontando la partita con il serbatoio mezzo vuoto. Non è possibile vincere la partita in questo modo. È così che stanno le cose, bisogna accettarlo e abbracciarlo in qualche modo. Affrontare la realtà così com'è e cercare di trarne il massimo.” Questo però non sarà il suo ultimo Wimbledon: "Spero che non sia la mia ultima partita sul Campo Centrale", ha detto Djokovic, allontanando così le voci sul ritiro, "non ho intenzione di concludere la mia carriera a Wimbledon oggi. Ho intenzione di tornare sicuramente almeno un'altra volta".
(Adnkronos) - Sono dieci, ricorda Assolavoro, i principali vantaggi della somministrazione di lavoro per le imprese. 1) Determina la riduzione dei costi di reperimento e gestione della forza lavoro. 2) Facilita l’individuazione di figure professionali difficili da reperire sul mercato, attraverso la selezione da un ampio database (sono stimati in circa 5 milioni i cv complessivamente presenti nelle banche dati delle agenzie per il lavoro). 3) Garantisce flessibilità nella gestione della forza lavoro per soddisfare esigenze aziendali di breve, medio e lungo periodo. 4) Tutela l’impresa sul piano legale attraverso l’unica forma regolare di fornitura professionale di manodopera. 5) Consente alle aziende di reperire risorse selezionate e formate e di coordinarle e dirigerle al pari dei propri dipendenti diretti, senza i relativi oneri di gestione contributiva, previdenziale, assicurativa e assistenziale. 6) Dà accesso a tutti i benefici economici e contributivi, così come previsto per le assunzioni dirette. 7) Permette di avere una maggiore disponibilità di personale attivo senza computarlo nell'organico dell'azienda. 8) Non è soggetta ai limiti legali previsti per il contratto a termine se si assume con contratto di somministrazione a tempo determinato, in particolare i limiti numerici previsti dal ccnl degli utilizzatori sono esclusi per legge in caso di assunzione di lavoratori svantaggiati e molto svantaggiati e di percettori di ammortizzatori sociali. 9) Consente di conteggiare i lavoratori in somministrazione disabili nella quota di riserva prevista nell’azienda in cui lavorano, in caso di missioni di durata non inferiore a dodici mesi. 10) Permette sia di 'esternalizzare' alcune fasi della produzione, sia di internalizzare figure caratterizzate da una elevata professionalità attraverso l’assunzione diretta in qualsiasi momento (le agenzie per il lavoro non possono opporsi alla volontà dell’azienda di assumere direttamente i lavoratori in somministrazione).
(Adnkronos) - L’88% degli italiani ritiene importante integrare fonti rinnovabili nei propri sistemi di riscaldamento domestico. Un dato che conferma la crescente attenzione verso tecnologie capaci di coniugare rispetto ambientale, risparmio e comfort abitativo. Sono i dati della recente indagine Bva Doxa per Ariston, condotta su un campione rappresentativo di cittadini italiani tra i 25 e i 64 anni; analizzando le percezioni e le preferenze degli italiani riguardo agli impianti di riscaldamento. Secondo lo studio, in particolare, il 58% degli intervistati individua nelle pompe di calore e nei sistemi ibridi le soluzioni ideali, in sostituzione delle caldaie tradizionali, mentre il 68% identifica l’efficienza energetica come il criterio principale nella scelta di un nuovo impianto. Ulteriormente, il 37% si orienta verso i sistemi ibridi, apprezzandone la versatilità, mentre un aggiuntivo 21% predilige pompe di calore autonome. Scelte che dimostrano come il tema della sostenibilità sia ormai radicato nella nostra quotidianità, anche grazie a una forte fiducia nella tecnologia: l’86% reputa questi impianti affidabili, e il 77% è convinto che garantiscano un comfort superiore rispetto ai sistemi convenzionali. Ma l’interesse non si ferma al solo aspetto ambientale. L’innovazione è sempre più vista come un’opportunità di valorizzazione economica del proprio immobile: l’85% del campione riconosce che l’adozione di un impianto innovativo può accrescere il valore della casa. Un investimento consapevole, dunque, che riflette una nuova sensibilità verso l’efficienza energetica come leva concreta di risparmio e miglioramento della qualità della vita. Tuttavia, permangono alcune barriere: il costo iniziale elevato è percepito come ostacolo dal 66% degli italiani, seguito dalla difficoltà di installazione (32%) e dalla scarsa conoscenza degli incentivi disponibili (30%).