(Adnkronos) - Giorgia Meloni chiude la campagna elettorale a Napoli in vista delle regionali del 23 e 24 novembre e pone anche la manovra economica 2026 e le questioni nazionali al centro del comizio. "La verità è che con noi l'Italia è tornata una nazione seria, credibile e ammirata nel mondo - ha affermato – Abbiamo riacceso il motore di questa nazione, riportando i conti in ordine dopo decenni di sprechi e di soldi gettati dalla finestra. Abbiamo garantito una stabilità che è la precondizione di qualsiasi sviluppo e di qualsiasi crescita". Noi del centrodestra, aggiunge, "non siamo semplicemente una squadra affiatata. Noi siamo una comunità umana e politica". "Siamo persone che stanno insieme per scelta e siamo persone che stanno insieme per scelta e con orgoglio qui a Napoli, in Campania, per sostenere la candidatura di un altro grande militante politico che si chiama Edmondo Cirielli" dice. Al referendum sulla giustizia "non votate pensando di sostenere il governo o di andare contro il governo, per due ragioni. Il governo rimarrà in carica fino alla fine della legislatura e chiederà, poi, di essere giudicato sul complesso del lavoro che ha svolto. La seconda cosa è ricordare sempre che i governi passano, ma le leggi - particolarmente quelle costituzionali - rimangono e incidono sulla vostra vita". Quella sulla separazione delle carriere "è una riforma attesa da decenni, che nessuno era riuscito a portare a termine prima di noi. Una riforma di buon senso, necessaria, non per punire la magistratura, come qualcuno dice, ma al contrario per liberarla dal giogo delle correnti politicizzate e per valorizzarne il merito. Perché, come ci dice la nostra Costituzione, che tutti citano ma pochi hanno letto, ogni cittadino ha diritto a un giudice terzo e imparziale". Con la legge di Bilancio, ha poi spiegato, "abbiamo aggiunto la riduzione dell'aliquota per i redditi che vanno da 28 a 50mila euro. La sinistra si sbraccia, si straccia le vesti, perché stiamo aiutando i ricchi. Come se chi guadagna 2.500 euro al mese, ha un mutuo da pagare, magari mantiene tre figli e ci paga le bollette, fosse un ricco da mazzolare. È gente che, tendenzialmente, non si può permettere una barca da ormeggiare in un'area riservata e preclusa ai cittadini comuni, perché si sa che queste sono le prerogative di quelli che facevano la lotta alla casta...". Critiche poi alla proposta della sinistra di introdurre una patrimoniale: "La sinistra propone una novità: la patrimoniale. La patrimoniale perché bisogna colpire i ricchi. Ma la domanda che mi pongo è questa: siccome si dice che noi con la manovra abbiamo favorito i ricchi - e quindi per loro si intendono persone che guadagnano 2.500 euro al mese - a questa gente vogliamo applicare la patrimoniale? Chiaritecelo cortesemente dalla sinistra, perché sarebbe interessante. Fermo restando che, ovviamente, finché governiamo noi questa nazione, queste ricette bizzarre e tardo-comuniste non passeranno..." assicura Meloni. Per le regionali in Campania "niente è scritto. Siamo nati per stravolgere ogni pronostico. Lo abbiamo fatto molte volte. Dicevano che non saremmo mai arrivati a governare questa nazione, e invece la governiamo. Poi dicevano che saremmo durati al massimo sei mesi, e siamo diventati il terzo governo più longevo della storia d'Italia" conclude. "La Campania può essere il motore di sviluppo del Mezzogiorno e il Mezzogiorno in questi ultimi due anni ha dimostrato di poter essere la locomotiva d'Italia". E' quanto ha detto la premier Giorgia Meloni, chiudendo il comizio del centrodestra a Napoli in vista delle elezioni regionali del 23 e 24 novembre. "Troppo a lungo si è parlato di un Sud da compatire, da assistere, da sopportare. Beh, chi lo dice non conosce questa terra. Chi lo dice non conosce questa gente. Questa terra non è un problema da risolvere, è semmai una civiltà millenaria da celebrare, un patrimonio da difendere, una grandezza che va riconquistata insieme". "Grazie alla Zes unica, agli investimenti in infrastrutture, alla riforma delle politiche di coesione, alle misure per sostenere l'occupazione, grazie al dinamismo delle imprese e dei lavoratori di questo territorio, il Pil e l'occupazione nel Sud negli ultimi due anni sono cresciuti più della media nazionale". "L'energia che raccolgo qui oggi è un'energia particolare. È l'energia di una città magnifica, di una regione unica che non deve chiedere scusa a nessuno. Voglio dire anche questo perché noi abbiamo letto troppo a lungo le narrazioni che vedevano e che volevano questo popolo rassegnato, piegato" sottolinea. Dopo la decisione di abbassare la soglia per l'applicabilità della custodia cautelare a 14 anni "dissero che volevamo i bambini in carcere, ma la verità è che abbiamo un altro obiettivo. L'obiettivo è liberarli dal giogo della camorra, che usa come manovalanza ragazzi sempre più giovani proprio perché non sono punibili. Non consentiremo alla camorra di distruggere intere generazioni, non consentiremo che usi dei bambini per i suoi sporchi comodi". Edmondo Cirielli è "un padre amorevole, un militante instancabile, un amministratore capace, un uomo di governo autorevole, un carabiniere rigoroso, un patriota appassionato, un uomo orgoglioso del Sud e un mio amico. Una persona che da sempre sa mettere il destino della sua terra e della sua gente prima del proprio destino personale". "Andate in ogni piazza, in ogni quartiere, in ogni strada della Campania e parlate di questo: parlate di Edmondo Cirielli, del nostro programma, delle nostre idee, di ciò che desideriamo costruire anche in questa terra fiera e orgogliosa". "Raccontate che c'è un'alternativa alla rassegnazione, un'alternativa ai fallimenti, al clientelismo, alle prese in giro, alle fritture di pesce per ottenere voti, ai voltagabbana, a chi ha rinnegato tutto pur di sedere su una poltrona. E raccontate che quell'alternativa si chiama centrodestra, si chiama Fratelli d'Italia, si chiama Edmondo Cirielli" aggiunge Meloni. In territori come questo "troppo spesso la politica ha dimostrato di considerare i cittadini non così intelligenti, prendendosi gioco di loro, come ha fatto chi vi prometteva che potevate ristrutturare gratuitamente le vostre case" e poi ha lasciato "un debito da pagare di 120 miliardi di euro. Risorse che potevano essere investite in sanità, formazione, educazione per i vostri figli, lavoro e molte altre priorità". "Qualche giorno fa Vincenzo De Luca si vantava dei risultati strabilianti della Campania nella gestione delle liste d'attesa - ricorda Meloni -. Dice De Luca che qui, per le visite urgenti o brevi, la copertura è al 100% dei richiedenti e da questo deduce che la Campania è la prima Regione d'Italia per smaltimento delle liste d'attesa. E aggiunge che, testuale, 'la quantità di scemenze che ho dovuto ascoltare è insopportabile', perché evidentemente noi siamo tutti scemi e il genio si indispettisce. Solo che questo, per chi conosce i dati, si chiama gioco delle tre carte". De Luca "cita volutamente solo le prestazioni urgenti e brevi, che sono notoriamente una parte limitata del totale e in cui quasi tutte le Regioni hanno tassi di rispetto dei tempi prossimi al 100%. Quello che, invece, non dice è cosa accada nelle altre classi, cioè in quella differita e programmata, che normalmente costituiscono circa l'80% delle prestazioni totali. Lui non ve lo dice, ma io sì. In queste prestazioni, purtroppo, la Campania continua ad avere ritardi molto superiori alla media nazionale". "Diceva Roberto Fico che il modello De Luca non rappresenta il futuro della Campania. Oggi però è pronto a perpetuare quel modello. Vorrei chiedere a Roberto Fico se il modo di governare di De Luca va bene così com'è e se va perpetuato". "Il Movimento 5 Stelle lo ha descritto per anni come un sistema clientelare, che soffocava le persone oneste in Campania. Mentivano allora, oppure hanno deciso che alla fine era meglio far parte di quel sistema piuttosto che combatterlo, perché delle due l'una: le due cose non stanno insieme", ha rimarcato Meloni. "Se non fosse una cosa serissima, sarebbe quasi esilarante, perché oggi abbiamo quello che era ritenuto il più impresentabile degli impresentabili, che va a chiedere i voti per un altro che considerava un incapace. E quello che era additato come un incapace va a chiedere i voti per colui che diceva essere un impresentabile. Uno vorrebbe dire 'la commedia napoletana', ma la commedia napoletana è una cosa molto più nobile di quello che stiamo vedendo qui..." aggiunge riferendosi a Vincenzo De Luca e Roberto Fico.
(Adnkronos) - Un tema cruciale per il futuro del Paese: come ricostruire un clima di fiducia in Italia e la centralità dei corpi intermedi. E' quello messo oggi al centro del dibattito della 106° l’assemblea nazionale di Manageritalia svoltasi a Napoli, presso gli spazi dell’Hotel Royal Continental. In un contesto sociale ed economico segnato da incertezza e disillusione, Manageritalia, la Federazione nazionale dirigenti, quadri ed executive professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato ha chiamato a raccolta manager, esperti, rappresentanti delle istituzioni e del mondo produttivo per riflettere su come superare la sfiducia diffusa e promuovere una nuova narrazione del Paese, fondata su coesione, rappresentanza e responsabilità. In un contesto segnato da pessimismo diffuso, come evidenziato dalle ricerche internazionali condotte da Ipsos in oltre 30 Paesi, l’Italia si colloca stabilmente tra le nazioni con il sentiment più negativo, nonostante fondamentali economici superiori a molti altri. Il 74% degli italiani ritiene che il Paese stia andando nella direzione sbagliata, il 71% ha una visione negativa dell’economia. Tra le principali risposte sui problemi c’è proprio l’occupazione e l’economia (57%) anche se poi lo avverte meno incombente sul proprio territorio (34%). C’è una forte percezione sull’aumento della povertà (74% d’accordo) e diseguaglianze (75% d’accordo). Soltanto il 41% si considera parte del ceto medio o upper class e il 55% è insoddisfatto della propria situazione economica. Diffuso clima di sfiducia nelle istituzioni (49% ma il 42% dichiara di averne). L’indagine dimostra anche che l’Italia è il Paese in cui si registra il maggior divario tra percezione e realtà e compito di chi ha un ruolo dirigenziale in azienda è anche di contribuire a valorizzare ciò che funziona: il capitale sociale, il volontariato e il ruolo crescente delle imprese coesive, che investono in responsabilità sociale, formazione, welfare e relazioni con il territorio. Per il 77% degli italiani per rimanere competitiva sul mercato l’impresa dovrà essere necessariamente legata al benessere economico e sociale che genera nel territorio in cui opera. In questo scenario, il ruolo dei manager, della managerialità e della rappresentanza è cruciale. Per Marco Ballarè, Presidente di Manageritalia "ricostruire la fiducia non è solo un obiettivo politico o economico, ma una missione collettiva che interpella tutti: istituzioni, imprese, media, scuola, cittadini. Il Paese non cresce da troppo tempo, bisogna cambiare registro e mettere in campo una nuova visione dell’organizzazione del lavoro che metta in sinergia il senso per le persone e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie”. “Servono scelte di prospettiva – prosegue Ballarè - Riforme strutturali che aumentino la produttività, sostengano la competitività, e incentivino il lavoro di qualità. Serve una politica industriale che valorizzi i settori del terziario avanzato, la digitalizzazione, la transizione green, la formazione e la ricerca. E serve, soprattutto, ricostruire la fiducia: la fiducia dei cittadini, delle famiglie, delle imprese". “È tempo di raccontare un’Italia che funziona – conclude Ballarè – l’Italia che innova, che include, senza per questo nascondere ma al contrario denunciando ciò che non funziona come facciamo spesso quando ci scagliamo ad esempio contro l’evasione fiscale o portiamo avanti iniziative per introdurre misure specifiche a favore della natalità, con la conciliazione tra vita familiare e lavoro in un Paese in forte calo demografico. Dobbiamo uscire dalla narrazione del declino assoluto e tornare a credere nel potenziale italiano, valorizzando le esperienze virtuose, le imprese coesive, il capitale umano e sociale che ogni giorno contribuisce al benessere collettivo. Manageritalia vuole essere parte attiva di questo processo, rafforzando il ruolo dei manager e dei corpi intermedi come catalizzatori di dialogo, innovazione e inclusione", ha concluso. Come ha sottolineato Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Doxa: “Costruire relazioni di fiducia con dipendenti, stakeholder e comunità e guidare le imprese verso modelli più inclusivi, sostenibili e coesi è compito dei manager. Attraverso una managerialità consapevole e orientata al bene comune le imprese possono diventare motori di fiducia e innovazione”. Questo corrisponde con le aspettative manifestate nell’indagine: per il 41,2% della popolazione attiva i corpi intermedi devono contribuire alla crescita e al benessere sociale dell’intero Paese; per il 31,4% supplire alle carenze delle politiche pubbliche e dei servizi pubblici; per il 20,8% mediare tra le decisioni delle autorità pubbliche e le opinioni, per il 22,6% promuovere la cultura della collaborazione e della partecipazione “dal basso” e solo per 16,8% concentrarsi principalmente sulla tutela degli interessi degli associati. L’assemblea si è conclusa con un appello a guardare con lucidità e speranza al futuro, valorizzando ciò che ci unisce e investendo in conoscenza, coesione e responsabilità. Perché solo così sarà possibile uscire dal ripiegamento difensivo e costruire un Paese più forte, giusto e fiducioso.
(Adnkronos) - “La collaborazione tra pubblico e privato è la migliore via per avvicinare il mondo del lavoro delle aziende con quello dei Comuni e delle comunità locali”. Lo ha dichiarato Alberto Pirelli, presidente della Fondazione Sodalitas e business advisor di Pirelli, in un messaggio inviato alla cerimonia di premiazione del Cresco Award 2025 – Comuni Sostenibili e Agenda 2030, svoltasi oggi a Bologna nell’ambito dell’Assemblea annuale dell’Anci. “Cresco Award giunge al suo decimo anno, che coincide con il trentesimo anniversario della nostra Fondazione – ha ricordato Pirelli – nata nel 1995 su iniziativa di Assolombarda, con l’obiettivo di promuovere la sostenibilità sociale d’impresa sui territori.” Nel bilancio dei dieci anni del progetto, Pirelli ha sottolineato come “siano stati 900 i Comuni coinvolti e 1.300 i progetti realizzati”. E ha aggiunto: “I veri cambiamenti avvengono se fanno parte della cultura e diventano quotidianità, nel modo di affrontare con responsabilità la vita della propria comunità.” Tra i temi centrali emersi anche in questa edizione, il presidente Sodalitas ha citato “la mobilità sostenibile, la gestione efficiente delle risorse, l’inclusione sociale, il benessere e la riqualificazione dei territori, per valorizzare il patrimonio culturale e renderlo ancora vivibile e attrattivo per il futuro”. “Nel fondersi – ha concluso – il sapere aziendale con la tradizione e la cultura locale possono generare meravigliosi risultati, capaci di far vivere e crescere i nostri territori nel segno della sostenibilità.”