(Adnkronos) - "Il fumo rappresenta la prima causa evitabile di patologie croniche, seconda solo dopo l'alta pressione del sangue che ovviamente è meno evitabile del fumo. Non è una forma di vizio né una tendenza, ma una vera e propria patologia. Secondo alcuni studi condotti nel Regno Unito, un tabagista a causa del fumo perde 10 anni di vita rispetto a un non fumatore. In Italia le morti per tumore al polmone sono 35mila all'anno, l'equivalente di un aereo pieno di fumatori che ogni giorno cade a terra. E questo è un dato che deve far riflettere, come deve far riflettere il fatto che il tumore del polmone sta superando anche la mortalità per il cancro alla mammella, che era la prima causa di morte per neoplasie nelle donne". Lo ha detto Giulia Veronesi, membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Umberto Veronesi, chirurgo toracico, intervendo alla presentazione della proposta di legge di iniziativa popolare contro il fumo voluta da Aiom, Fondazione Aiom, Fondazione Airc e Fondazione Veronesi, in un convegno nazionale al Senato promosso da Aiom alla vigilia del suo XXVII congresso nazionale, su iniziativa della vicepresidente del Senato Mariolina Castellone. "Nei Paesi in via di sviluppo sappiamo che la mortalità per il tumore al polmone, per il fatto che l'abitudine al fumo è in aumento tra le donne, sta superando la mortalità dovuta al cancro della mammella - avverte Veronesi - I dati scientifici sono innumerevoli: sappiamo che i fumatori hanno 9 volte il rischio di tumore del polmone rispetto ai non fumatori, 7 volte quello di tumore alla faringe e laringe, ma anche delle vie aeree superiori. Quindi sostanzialmente ormai è una cosa ben nota la correlazione tra fumo, non solo di sigarette, e tumore". Sulla prevenzione, Veronesi non ha dubbi: "Ovviamente il primo passo è l'abolizione del fumo o la riduzione dell'esposizione e un'attenta valutazione dello stato di salute di polmoni e cuore. Dobbiamo dire che il tabagismo non è un vizio, la nicotina ha una vera e propria addiction, quindi è una patologia che necessita di un trattamento presso i centri del fumo anche con l'utilizzo di farmaci".
(Adnkronos) - Imprese, università, istituzioni, stakeholder di riferimento insieme per esplorare a 360 gradi gli scenari emergenti per il capitale umano offerti dall’intelligenza artificiale: questo l’obiettivo dell’incontro che si è svolto oggi, presso l’auditorium dell’università Campus Bio-Medico di Roma, dal titolo 'Future skills: capitale umano e ai per il lavoro che cambia', organizzato dal gruppo tecnico capitale umano di Unindustria in collaborazione con l’Università Campus Bio- Medico di Roma. Secondo i dati Unioncamere, oltre il 60% delle imprese italiane prevede nei prossimi anni un fabbisogno crescente di profili formati nelle tecnologie ai e digitali, ma segnala una difficoltà crescente nel reperirli. Il tema non è quindi “se” adottare l’ai, ma “con quali competenze” farlo. L’evento ha messo in evidenza un punto condiviso da imprese, docenti e istituzioni presenti: per colmare il divario tra domanda e offerta di competenze è importante creare un ponte stabile tra sistema produttivo e sistema educativo, capace di formare profili immediatamente inseribili nel mondo del lavoro. “L’intelligenza artificiale – dichiara Alda Paola Baldi vicepresidente di Unindustria con delega al capitale umano – può essere una leva straordinaria per la competitività delle nostre imprese, ma lo diventa pienamente, solo se investiamo sul capitale umano che resta il motore di ogni innovazione. Oggi più che mai serve un ecosistema di Education solido e veloce in cui imprese università e its collaborino in modo strutturale per realizzare percorsi formativi mirati e costantemente aggiornati per accompagnare questa evoluzione e governare il cambiamento con responsabilità". E per il rettore dell’università Campus Bio-Medico di Roma, Prof. Rocco Papalia: "L’evoluzione tecnologica impone una nuova alleanza tra università e impresa. L’intelligenza artificiale sta trasformando il modo in cui viviamo, lavoriamo e pensiamo, ma nessuna tecnologia può sostituire l’intelligenza, la creatività e la responsabilità dell’uomo. All’università Campus Bio-Medico di Roma crediamo che il futuro si costruisca investendo su persone capaci di integrare saperi diversi e di guidare l’innovazione con competenza e visione etica. La nostra vocazione è formare professionisti che uniscono eccellenza scientifica e centralità della persona, generando valore sostenibile per le imprese, per la società e per il Paese". Durante l’incontro sono stati presentati casi concreti su come cambierà il lavoro con l’intelligenza artificiale e quali competenze serviranno alle imprese per restare competitive, i trend di settore e percorsi formativi innovativi, sottolineando come la collaborazione tra aziende e mondo accademico sia cruciale per colmare il gap di competenze digitali. È emerso chiaramente che la formazione delle persone resta e diventerà sempre di più il vero fattore abilitante: senza le competenze giuste, upskilling e reskilling, la tecnologia rischia di diventare un’opportunità mancata.
(Adnkronos) - Novamont annuncia di aver ottenuto il certificato di conformità al Regolamento Fertilizzanti 2019/1009 per il telo di pacciamatura in Mater-Bi, utilizzato in agricoltura per il controllo delle infestanti, che biodegrada in suolo e a fine ciclo non necessita di essere smaltito separatamente. Secondo il Regolamento - spiega Novamont - il telo in Mater-Bi può essere considerato un ammendante inorganico, ovvero un prodotto fertilizzante con la funzione di mantenere, migliorare o proteggere le proprietà fisiche o chimiche, la struttura o l’attività biologica del suolo a cui è aggiunto. Il telo in Mater-Bi ha dimostrato di non accumularsi in suolo, di non rilasciare microplastiche persistenti e non provocare effetti ecotossici nell’ambiente. L’attività dei microrganismi ne determina la mineralizzazione completa e la successiva trasformazione in anidride carbonica e acqua. “Questa certificazione è una dimostrazione concreta che Mater-Bi, la pionieristica famiglia di bioplastiche di Novamont, non rilascia microplastiche persistenti nell’ambiente - spiega Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont - Novamont si è data l’obiettivo di adottare volontariamente gli stringenti criteri del regolamento fertilizzanti anche per lo sviluppo del Mater-Bi destinato alla produzione di shopper, sacchi frutta e verdura e tante altre applicazioni. L’applicazione dei criteri del Regolamento Fertilizzanti innalza il livello di garanzia delle caratteristiche di biodegradabilità, non accumulo in suolo e assenza di effetti ecotossici nell’ambiente di questi bioprodotti a tutela di tutta la filiera, dei nostri territori e delle comunità”.