(Adnkronos) - L'Unione Europea ha offerto agli Usa di portare reciprocamente a "zero" i dazi sui "beni industriali. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen lo ha annunciato in un punto stampa a Bruxelles con il primo ministro norvegese Jonas Gahr Store. I dazi annunciati dagli Usa "hanno un impatto massiccio sull'economia globale. Vengono colpiti duramente, in particolare, i Paesi in via di sviluppo. È una svolta notevole per gli Usa. Ciò nondimeno, siamo pronti a negoziare con Washington: abbiamo offerto dazi zero-zero sui beni industriali, come abbiamo fatto per molti altri partner industriali", ha detto von der Leyen. "L'Europa è sempre pronta a un buon accordo, quindi la teniamo sul tavolo. Siamo anche pronti a reagire con contromisure e a difendere i nostri interessi", ha concluso. Il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, in conferenza stampa a Lussemburgo, ha spiegato che l'offerta di dazi zero reciproci riguarda "chimica, farmaceutica, plastica e gomma, macchinari", oltre alle "auto" e agli "altri beni industriali". Per quanto riguarda le auto, il commissario ha spiegato che per gli Usa sembrano essere i dazi applicati dall'Ue sui "pick up e i van" importati nell'Ue dagli States, quindi l'Unione ha proposto di "lavorare" per vedere come azzerarli. Già qualche giorno fa Ursula von der Leyen aveva spiegato che l'Ue è pronta a negoziare con gli Stati Uniti ma anche a reagire ai dazi del 20% imposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. "Stiamo già ultimando il primo pacchetto di contromisure in risposta alle tariffe sull'acciaio e ora ci stiamo preparando per ulteriori contromisure per proteggere i nostri interessi e le nostre attività se i negoziati falliscono", aveva detto la presidente della Commissione Ue in una dichiarazione da Samarcanda, in Uzbekistan. Oggi il sottosegretario polacco Michal Baranowski, illustrando, in conferenza stampa a Lussemburgo, l'esito del Consiglio Commercio, ha confermato che per l'Ue "il piano A è impegnarsi in negoziati" con gli Usa dopo i dazi annunciati da Donald Trump, mentre "il piano B, una potenziale risposta, lo teniamo saldamente in tasca". A margine, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha informato che la lista dei prodotti Usa che verranno colpiti da controdazi in risposta ai dazi annunciati sull'import di acciaio e alluminio dall'Ue dovrebbe essere attiva "dal 15 aprile" prossimo. Il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, in conferenza stampa a Lussemburgo, ha confermato che sulle "contromisure" Ue nei confronti dei dazi su alluminio e acciaio decisi dagli Usa "abbiamo ricevuto dei pareri preziosi dai nostri Stati membri e dai portatori di interessi. Dopo averla rivista, abbiamo lavorato per presentare una robusta lista di contromisure, bilanciando gli oneri su tutti gli Stati membri. Il voto è previsto" in comitato "per il 9 aprile, con la lista finale adottata il 15 aprile". L'esazione dei dazi inizierà "il 15 aprile" stesso per "una prima serie di misure" e "il 15 maggio per le rimanenti", ha concluso. Sefcovic ha poi chiarito che "interagire con gli Stati Uniti richiederà tempo e impegno. In questo momento siamo nelle prime fasi delle discussioni, perché gli Stati Uniti vedono i dazi non come una mossa tattica, ma come una misura correttiva". "Siamo pronti a sederci al tavolo delle trattative - ha continuato il commissario- non appena i nostri partner americani saranno pronti. Inoltre, anche se l’Ue resta aperta e preferisce fortemente i negoziati, non aspetteremo all’infinito. Lavoreremo insieme per difendere i nostri interessi attraverso contromisure, diversificando il nostro commercio attraverso nuovi accordi e scoraggiando diversioni commerciali dannose".
(Adnkronos) - Raccogliere oltre 80 mila euro in 48 ore è un grande attestato di fiducia. Sei Ventures, startup impegnata nella valorizzazione delle aree interne italiane, ci è riuscita, superando l’obiettivo minimo della sua seconda campagna di equity crowdfunding, fissato a 50 mila euro. Il progetto è online su Wearestarting e punta ora al traguardo di 300 mila euro per aprire un nuovo innovation hub nel cuore del Veneto, a Bassano del Grappa (Vicenza). Città come Roma, Milano e Bologna, negli ultimi anni hanno visto un costante aumento della popolazione, mentre dal 2001 ad oggi, oltre 200 comuni italiani sono scomparsi. In Italia ci sono circa 4.000 centri abitati classificati come aree interne. Qui vivono oltre 13 milioni di persone spesso senza accesso a sanità, istruzione, trasporti e internet. Una condizione che costringe giovani e professionisti a emigrare verso le grandi città o all’estero. Eppure, è proprio da qui che può partire una rinascita sostenibile del Paese. E Sei Ventures è la prova di come questo sia possibile. Dopo il successo dei primi due centri in Campania, ad Avellino e Benevento, Sei Ventures rilancia il suo modello in una delle province più dinamiche del Nord Italia, portando con sé un ecosistema collaudato, fatto di co-working, progetti di innovazione con le pmi e investimenti in startup locali. "Molti dei problemi strutturali delle aree interne, primo fra tutti la fuga dei giovani, sono spesso conseguenza di un tessuto imprenditoriale fragile e poco stimolante, con servizi inadeguati per chi vuole innovare o fare impresa. Creare spazi aperti e accessibili, dove far nascere progetti e collaborazioni, è un modo concreto per innescare un cambiamento duraturo", spiega Vincenzo Vitale, ceo e co-founder di Sei Ventures. Prova tangibile della coerenza con cui Sei Ventures sta portando avanti il proprio progetto di crescita è l’acquisto, già avvenuto, di un immobile nel comune di Bassano del Grappa, destinato a diventare il terzo hub dell’azienda. L’obiettivo è replicare il modello già attivo nelle sedi campane, offrendo un punto di riferimento per imprenditori, giovani talenti e innovatori anche nel Nord-Est italiano. "Abbiamo creato - afferma Vitale - un modello che funziona, perché è pensato per rispondere ai bisogni reali delle comunità locali. In 4 anni abbiamo incubato oltre 60 startup, formato più di 600 giovani e investito direttamente in progetti imprenditoriali nati nei nostri hub. Ma soprattutto, abbiamo dimostrato che i centri minori possono essere luoghi di innovazione, non solo di tradizione". Il nome Sei è acronimo di sostenibilità, etica e innovazione: tre parole chiave che guidano ogni fase dell’insediamento sul territorio. Si parte dalla selezione dell’area, si passa all’apertura dell’hub in collaborazione con realtà locali, per arrivare infine all’applicazione di un modello operativo incentrato su open innovation, co-progettazione e sviluppo imprenditoriale. La campagna di equity crowdfunding in corso su Wearestarting servirà a far crescere l’azienda grazie anche alla realizzazione del nuovo hub di Bassano del Grappa. Tuttavia, "Sostenere Sei Ventures non deve essere un investimento visto nella mera ottica del profitto, quanto nella volontà di entrare a far parte di una community di imprenditori illuminati, uniti dalla volontà di contribuire concretamente allo sviluppo economico e sociale dei territori meno privilegiati del Paese", dice Vitale. Una scelta etica, sostenibile e ad alto impatto. Da segnalare che la società prevede di offrire ai propri investitori il beneficio fiscale al 65% almeno fino all'11 aprile 2025 e fino al raggiungimento di una raccolta di 100.000 euro.
(Adnkronos) - Un'ondata di colore, solidarietà e partecipazione sta attraversando la scuola primaria Leonardo Da Vinci di Milano grazie a 'Il bosco invisibile', un progetto promosso dall'associazione dei genitori 'Amici della Leonardo' e realizzato in collaborazione con l'associazione 'We Are Urban! Milano', che lo ha già portato a termine in quattordici scuole. L'obiettivo è semplice, ma potentissimo: migliorare la qualità dell’aria e degli ambienti scolastici ridipingendo tutte le 36 classi in uso nell’istituto con Airlite, una speciale pittura che purifica l’aria, elimina in modo permanente muffe e batterie migliora la vivibilità quotidiana. L’impresa sta coinvolgendo oltre 200 genitori e volontari, decisi a regalare, nei primi due weekend di aprile, tempo, energie, braccia e buona volontà per dipingere la scuola di oltre 700 bambini, che è anche un punto di riferimento per tutta la zona Città Studi con i suoi oltre 90 anni di storia. Il risultato atteso? Classi più sane, pulite e accoglienti per alunni e insegnanti: "Il bosco invisibile è un progetto che trasforma la scuola, ma anche la comunità che la abita -spiega il preside della scuola Leonardo Da Vinci, Antonio Re-. Non solo muri ridipinti, ma relazioni che si rafforzano, alleanze educative che crescono e un esempio concreto di cittadinanza attiva". "Vogliamo che sia prima di tutto un momento di aggregazione -spiega l'associazione genitori Amici della Leonardo, che ha coordinato il progetto e lo ha finanziato per la maggior parte-. Abbiamo messo a frutto le competenze di ognuno nell’organizzazione e abbiamo scommesso sulla volontà di reinventarsi pittori per qualche ora per la realizzazione. Abbiamo scoperto un forte senso di comunità che aspettava il progetto giusto per emergere". L’iniziativa viene realizzata con il supporto di Wau! Milano, associazione che promuove la cura del bene comune, comprendendo anche la risorsa 'aria', attraverso la partecipazione diretta dei cittadini. "Siamo felici di aver incontrato tutti gli studenti della scuola per un momento didattico che promuove la cultura del bene comune a partire dall’importanza di un elemento vitale che non vediamo e che non dovremmo sentire -commenta Andrea Amato, presidente di Wau! Milano-. Un progetto che deve essere spiegato per meglio comprendere il valore un gesto di volontariato che presenta molteplici aspetti positivi". Tra i sostenitori del progetto, anche YesMilano, l’agenzia di promozione del Comune, che ha abbracciato Il Bosco Invisibile come esempio virtuoso di integrazione e attivazione territoriale: "Abbiamo coinvolto la nostra rete di studenti internazionali, oltre 11.000 a Milano, per mostrare come i progetti di comunità siano uno straordinario ponte di integrazione -afferma la direttrice generale di YesMilano, Fiorenza Lipparini-. Il bosco invisibile è un modello da raccontare e replicare". Innamorata del progetto anche l’associazione Officine Rousseau (realtà educativa storicamente riconosciuta fra Milano e provincia come ex cooperativa Centri Rousseau dal 1968) che ha deciso di dare supporto al progetto Bosco invisibile degli Amici della Leonardo regalando due ore di attività nel parco della scuola per i figli dei volontari. Fondamentale anche il contributo degli sponsor e dei partner locali. Vittoria Pirovano di Leonardo Frontero-Frontero Case, ha scelto di sostenere con un contributo economico l’iniziativa: "Abbiamo creduto da subito nella forza di questo progetto. E' raro vedere così tanto entusiasmo, concretezza e impatto positivo in un’unica iniziativa. Era naturale volerla supportare". Anche i fornai di zona, da Viale Romagna a Piazza Piola, hanno voluto partecipare, donando teglie di pizza e focaccia per le giornate di pittura, mentre il Carrefour di via Spinoza ha offerto le bevande e gli snack per chi ha esigenze alimentari particolari, dimostrando la sua consolidata affinità elettiva con gli studenti di tutte le età che popolano Città Studi. Il progetto, realizzato nei primi due weekend di aprile,trasforma la scuola Leonardo Da Vinci in un esempio concreto di collaborazione tra famiglie, istituzioni, associazioni e attività del territorio. Un bosco invisibile che ha reso visibile la forza di una comunità unita.