(Adnkronos) - Strage di Capodanno a New Orleans, in Louisiana. Un'auto ha investito la folla a Bourbon Street nelle prime ore di oggi, 1 gennaio 2025, e ha aperto il fuoco: 10 morti e 30 feriti nel quartiere francese. Il killer è stato ucciso in uno scontro a fuoco con gli agenti intervenuti. Anne Kirkpatrick, sovrintendente della polizia, ha spiegato che l'aggressore "era intenzionato a provocare una carneficina". Due agenti di polizia sono stati feriti con colpi d'arma da fuoco e sono ricoverati e le loro condizioni sono giudicate stabili, ha aggiunto Kirkpatrick. L'Fbi ha confermato che il killer è morto dopo uno scontro a fuoco con gli agenti. Il decesso dopo che ha "iniziato uno scontro con le forze dell'ordine locali. L'attacco è stato "assolutamente intenzionale" e "non derivato da uno stato di ebrezza", ha sottolineato o Kirkpatrick, spiegando che "ieri sera abbiamo chiamato tutti gli agenti che avevamo. Ce n'erano 300 qui". La maggior parte delle 30 persone ferite sono residenti locali e non turisti, ha poi spiegato. "Abbiamo informazioni su chi è in ospedale in questo momento", ha detto. "Non sappiamo quanti potrebbero essere turisti rispetto alla gente del posto, ma dalle informazioni che ho in questo momento sembra che la maggioranza siano gente del posto", ha sottolineato. L'auto si è lanciata sulla folla in una zona affollata di cittadini e turisti impegnati a festeggiare il Capodanno, ha spiegato la polizia locale con un comunicato su 'X', "all'angolo tra Canal e Bourbon Street". L'attacco è avvenuto alle 3.15 ora locale. Secondo quando riferito alla Cbs da testimoni oculari, dopo essersi lanciato ad alta velocità contro la folla, l'autista è sceso dal mezzo e ha cominciato a sparare. I feriti sono stati trasportati nel Centro medico universitario, nell'ospedale Touro, nell'ospedale generale di East Jefferson, nel centro medico Ochsner Campus Jefferson e nel campus battista di Ochsner. La strage è avvenuta a poche ore da un evento sportivo di primissimo piano in programma a New Orleans. Nella serata di mercoledì, infatti, si gioca lo Sugar Bowl, sfida di football Ncaa tra Georgia e Notre Dame. La squadra vincente avanza alle semifinali dei playoff del college football. La sindaca di New Orleans LaToya Cantrell è stata la prima ad aver definito la strage un "attacco terroristico". Ma, pochi istanti dopo, l'agente speciale dell'Fbi Alethea Duncan ha dichiarato, in conferenza stampa, che "questo non è un evento terroristico". Solo in un secondo momento l'Fbi avrebbe iniziato a indagare per ''potenziale evento terroristico''. Due interpretazioni diverse della stessa tragedia che hanno creato incertezze nel pubblico, ma che, secondo l'ex vicedirettore dell'Fbi Andrew McCabe, ''non ha nulla di allarmante'' e non è segnale di reale mancanza di sintonia. Perché, ha spiegato McCabe alla Cnn, non c'è da preoccuparsi se i funzionari "forse non sono perfettamente in sintonia su come trasmettere la notizia e presentarla al pubblico in quest'ora così mattutina". A fargli eco è Juliette Kayyem, analista della Cnn per la sicurezza nazionale, l'intelligence e il terrorismo, secondo la quale è possibile che il sindaco abbia utilizzato il termine "attacco terroristico" in senso colloquiale, senza riflettere la definizione formale di terrorismo dell'Fbi. "Questo è un atto di terrore nel senso che sta terrorizzando una città. Dieci persone sono morte. La città è chiusa. E il sindaco potrebbe aver usato il termine "terrore" come riflesso e descrizione di ciò che questo tipo di violenza fa a una città, indipendentemente dall'intento del perpetratore", ha detto Kayyem. Ma affinché l'Fbi determini che un atto è terrorismo "bisogna provare un certo tipo di intenzione", ha spiegato Kayyem. L'Fbi, infatti, definisce il terrorismo interno come "atti criminali violenti commessi da individui e/o gruppi per promuovere obiettivi ideologici derivanti da influenze interne, come quelle di natura politica, religiosa, sociale, razziale o ambientale". La Cnn spiega anche che l'agenzia definisce il terrorismo internazionale come "atti criminali violenti commessi da individui e/o gruppi che sono ispirati da, o associati a, organizzazioni terroristiche straniere designate o nazioni (sponsorizzate dallo Stato)". L'Fbi "indaga su molte cose allo scopo di determinare se si tratti o meno di atti terroristici", ha sottolineato McCabe. Il governatore della Louisiana Jeff Landry ha definito intanto un "orribile atto di violenza" l'attacco della notte. Con un intervento su 'X', Landry ha invitato a pregare per le vittime e per i soccorritori. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è stato intanto informato della strage a Bourbon Street, ha reso noto la Casa Bianca dicendo di aver contattato il sindaco di New Orleans per offrirgli il suo supporto. Si prevede che Biden continuerà a ricevere informazioni durante tutta la giornata, ha aggiunto la Casa Bianca.
(Adnkronos) - Omnisyst, leader italiano nella gestione circolare dei residui industriali, annuncia un importante cambio alla guida dell’azienda: Enrico Meacci assume la carica di amministratore delegato, con l’obiettivo di accelerare e rafforzare il posizionamento strategico della società verso l’innovazione e la sostenibilità. L’ingresso di Meacci rappresenta una nuova milestone nel percorso di crescita di Omnisyst. La società, fondata nel 1995 e attiva da quasi trent’anni nel settore, è stata acquisita al 70% dal Green transition fund di Algebris nel 2022, con il fondatore storico, Ezio Speziali, in carica di Amministratore Delegato. Questa operazione ha segnato l’inizio di un progetto volto a trasformare Omnisyst in un player chiave per l’economia circolare, abilitata dall’innovazione digitale. Nel 2023, un ulteriore tassello strategico è stato aggiunto con la nomina di Chicco Testa a presidente del consiglio di amministrazione. Figura di spicco nel panorama italiano dell’economia circolare e della sostenibilità, Testa ha portato la sua vasta esperienza e leadership per supportare la governance e l’espansione della società. Ora, con Meacci al timone, Omnisyst si appresta a entrare in una fase di ulteriore accelerazione. In oltre dieci anni di attività nello sviluppo di strategie digitali e modelli di business innovativi, Enrico Meacci ha accompagnato aziende italiane e multinazionali nell’implementazione di percorsi di trasformazione digitale, combinando visione di business con un approccio innovativo al cambiamento culturale e tecnologico. Porta con sé una solida formazione nella gestione d’impresa e competenze nell'adozione di tecnologie avanzate. In Omnisyst, Meacci si concentrerà sull’ampliamento del portfolio servizi, anche attraverso operazioni di merger & acquisition, rafforzando ulteriormente la capacità di Omnisyst di rispondere alle sfide ambientali con soluzioni innovative e sostenibili. “Sono entusiasta di iniziare questa nuova sfida in Omnisyst, un’azienda che rappresenta un’eccellenza italiana nell’economia circolare”,afferma Enrico Meacci, che aggiunge: “In un contesto in cui la sostenibilità e l’innovazione sono sempre più determinanti per la competitività aziendale, sono fermamente convinto che Omnisyst possa giocare un ruolo di primo piano nell’evoluzione di questo settore. Il mio obiettivo sarà consolidare la posizione della società come leader di mercato, favorendo una crescita organica e attraverso operazioni di espansione strategica”. “L’arrivo di Enrico Meacci alla guida operativa di Omnisyst segna un passo decisivo per il nostro piano industriale”, spiega Valerio Camerano, Managing Director e Senior Partner di Algebris Green Transition Fund. “Con il supporto del Green Transition Fund di Algebris e l’esperienza di un team manageriale di alto livello, siamo pronti a consolidare la nostra leadership nell’economia circolare, spingendo sempre più sull’innovazione digitale e sulle pratiche sostenibili.” Omnisyst punta a diventare il riferimento italiano per le soluzioni circolari di gestione dei residui di produzione, in un settore che richiede competenze avanzate e la capacità di integrare tecnologia e sostenibilità. Con questa nuova leadership, l’azienda è pronta a rispondere alle sfide future e a cogliere le opportunità di un mercato in rapida evoluzione.
(Adnkronos) - Pesano sull'Italia gli effetti della crisi climatica: nel 2024, e per il terzo anno consecutivo, sono stati oltre 300 gli eventi meteo estremi che hanno colpito la Penisola, arrivando quest’anno a quota 351. Un numero in costante crescita negli ultimi dieci anni: il 2024 ha visto un aumento degli eventi meteo estremi di quasi 6 volte, +485% rispetto al 2015 (quando ne furono registrati 60). A pesare in questo 2024 l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+ 24%) e da allagamenti dovuti alle piogge intense (+12%), con un’Italia divisa in due tra poca e troppa acqua. Questo il bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato in collaborazione con il Gruppo Unipol, che mette in fila i numeri della crisi climatica in Italia nel 2024. Il 2024 è stato segnato, nel dettaglio, da 134 casi di allagamenti da piogge intense, 62 casi di danni da vento, 46 esondazioni fluviali che hanno causato danni, 34 eventi con danni da siccità prolungata, 30 danni da grandinate, 19 casi di frane causate da piogge intense, 9 danni alle infrastrutture, 8 da mareggiate, 2 al patrimonio storico e 1 caso di temperature record. Il Nord Italia risulta il più colpito con 198 eventi meteo estremi, seguito dal Sud, 92, e dal Centro, 61. A livello regionale, quest’anno l’Emilia-Romagna con 52 eventi, è la regione più martoriata dalla crisi climatica, seguita da Lombardia (49), Sicilia (43), Veneto (41) e Piemonte (22). Tra le province svetta al primo posto Bologna con 17 eventi meteo estremi, seguita da Ravenna e Roma entrambe a quota 13, Torino con 12 e Palermo con 11. Tra le grandi città, la Capitale è quella più colpita con 8 eventi meteo estremi, seguita da Genova (7) e Milano (6). Legambiente segnala anche le conseguenze che gli eventi meteo estremi stanno causando in generale sui trasporti: 22 quelli che nel 2024 hanno provocato danni e ritardi a treni e trasporto pubblico locale nella Penisola. In quota, gli effetti del riscaldamento globale sono sempre più tangibili, con impatti sui ghiacciai, sempre più sottili e in arretramento, ecosistemi e biodiversità. Nel 2024, in Piemonte, lo zero termico in quota è arrivato a 5.206 metri, sfiorando il record di 9 anni fa, quando era salito fino a 5.296 metri. “Nel 2024 l’Italia - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata. Il governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del Pnacc, fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata. Auspichiamo che nel 2025 da parte dell’esecutivo ci sia un’assunzione di responsabilità diversa nella lotta alla crisi climatica: servono più risorse economiche e interventi su prevenzione, mitigazione e adattamento. È urgente approvare anche una legge per fermare il consumo di suolo, problema affrontato in modo ideologico col Dl Agricoltura vietando il fotovoltaico a terra, e il Dpr per facilitare il riutilizzo delle acque reflue depurate sui terreni agricoli. Le vere minacce per l’agricoltura italiana sono, infatti, la crisi climatica e la cementificazione, non il Green Deal europeo”. “Tra gli eventi meteo estremi in crescita - aggiunge Andrea Minutolo responsabile scientifico di Legambiente - preoccupa il fenomeno della siccità che a più riprese ha colpito in questi anni l’Italia. Simbolo di quest’estate il lago Pergusa, in provincia di Enna, ridotto più o meno ad una pozza. L'emergenza in Sicilia è figlia della siccità del Po del 2022 e di un trend collegato alla crisi climatica in continua evoluzione che rappresenta un monito severo. Per questo è importante che il Paese definisca una strategia nazionale della gestione idrica, più attenta e circolare, con interventi concreti che favoriscano l’adattamento ai cambiamenti climatici e permettano di ridurre da subito i prelievi di acqua evitandone anche gli sprechi”. Classifica regioni più colpite da siccità, esondazioni e allagamenti: per quanto riguarda la siccità, le regioni più colpite sono state Sicilia (16 eventi), Sardegna (9), Basilicata (3). Sul fronte allagamenti spicca la Lombardia (con 25 eventi meteo estremi), seguita da Emilia-Romagna (22), Sicilia (15). In tema di esondazioni fluviali l’Emilia-Romagna è al primo posto (con 14 eventi), a seguire Lombardia (8), Veneto (5).