INFORMAZIONIAnna GionfriddoAnna Gionfriddo |
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(Adnkronos) - "Oggi è il giorno di riposo ed è il giorno dei primi bilanci. Certamente non sta andando come volevo andasse ma l’ambizione di essere all’altezza di una gara come questa è fondamentale per reggere lo sforzo della preparazione e degli allenamenti", inizia così il diario giornaliero di Iader Giraldi, che sta correndo nella Dakar rally, in scena in Arabia Saudita. "La gara dalla prima tappa, durissima a detta di tutti, così come la 48 ore crono e anche la tappa successiva, è diventata una competizione per professionisti. Quest’anno Io l’ho affrontata allenato come mai prima, con più esperienza rispetto al primo anno e con una ottima preparazione fisica e mentale". "Per qualcuno avrei potuto allenarmi di più o diversamente. Io più di così non ci riesco, perché ho una famiglia e un lavoro da mandare avanti. Quindi forza coraggio e proviamo a portarla a casa. Ora mi aspetta la seconda settimana e sono determinato a portarla a termine", ha raccontato in un post Instagram Giraldi, "il regolamento FIM prevede tre bonus (tappe non concluse) per restare in classifica ed io ci sono ancora. Pertanto oggi preparo la moto e domani riparto per portare a termine l’edizione 2025". "Domani però c’è una tappa durissima, definita la più dura della gara da David Castera, il direttore di gara. Sono 610 km di speciale con tutti i tipi di terreni, più 250km di trasferimento. In totale 860km. Il primo professionista e’ previsto in arrivo al bivacco alle 17.30. Considerando che io parto in fondo, un'ora e mezzo dopo, e tutto il resto, ci sarà da prevedere un altra nottata. Ma non ci spaventiamo e ci proviamo a portarla a termine. Fisicamente sto bene e anche mentalmente sono molto sereno. Sono alla Dakar e sono felice di poter ancora competere. Una buona giornata a tutti e da domani a soffrire con il live della race", conclude Giraldi.
(Adnkronos) - "Saremo presenti anche noi a Roma all’incontro interministeriale del 21 gennaio che inaugura i 'South 2 Corridor': da tempo insistiamo sulla necessità di intensificare i rapporti italo-tedeschi in termini di pianificazione economica e industriale. Siamo i due motori manifatturieri del continente, i settori che ci legano sono quelli al cuore dell’industria europea e affrontiamo sfide comuni, dall’energia all’automotive. In questo contesto, abbiamo esigenze compatibili, e una politica industriale comune è una necessità". Così, con Adnkronos/Labitalia, Jörg Buck, consigliere delegato della camera di commercio Italo-Germanica, Ahk Italien, giudica l'intenzione del ministro Pichetto Fratin di puntare su un'alleanza Italia-Germania per frenare i prezzi dell'energia e del gas. "Dopo il Piano d’azione sottoscritto dai due governi nel 2022, la proposta del ministro è interessante perché da concretezza a quel progetto sul fronte energetico. Non dobbiamo dimenticare che una maggiore coordinazione tra Italia e Germania vuol dire anche un’Ue più forte: sono anni decisivi per l’industria europea e la sua competitività, e i nostri due Paesi possono giocare un ruolo centrale nell’indicare una direzione", spiega Buck. E Buck rassicura anche sulla 'tenuta' delle aziende rispetto al boom del prezzo del gas. "I prezzi dell’energia hanno colpito in maniera significativa le nostre aziende nel 2022, ma le diversificazioni di fornitura intervenute negli ultimi anni hanno avuto effetti positivi. Prima dell’invasione dell’Ucraina eravamo i due Paesi più vulnerabili al ricatto del gas russo, oggi la situazione è molto diversa. Attualmente, il prezzo dell’energia rimane ovviamente un tema importante, ma i timori principali delle aziende sono soprattutto quello di un calo della domanda dovuto all’inflazione e alla caduta generale del potere d’acquisto e le scelte in materia politico-economica che i governi si troveranno a prendere", sottolinea. Positivo comunque lo scenario, secondo Buck, per i prossimi mesi. "Nel 2025 circa il 70% delle aziende tedesche in Italia si aspetta una chiara ripresa, anche se più probabilmente nel secondo semestre", conclude. (di Fabio Paluccio)
(Adnkronos) - Lavorare sulla transizione dagli ioni di litio a quelli di sodio per risparmiare e ridurre la dipendenza dai paesi in cui si estraggono e vengono lavorate le terre rare. È questa la sfida in cui si sono cimentati gli esperti del Canepa Lab e quelli del CNRS, in Francia, ottenendo buoni risultati. In tal senso, giocherebbero un ruolo chiave il fosfato di sodio e vanadio, che nei test di laboratorio hanno fatto registrare delle performance molto interessanti. I risultati della ricerca sono stati recentemente pubblicati su “Nature Materials”.