INFORMAZIONIVillaggio Inglese - Diverbo Business School ed Enti di Formazione Italiana Ruolo: Managing Director Area: Top Management Alysia Xirinachs |
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(Adnkronos) - E' sempre dominio McLaren. Oscar Piastri partirà dalla pole position nel Gp di Spagna di domani, domenica 1 giugno, grazie al tempo di 1.11.546 davanti al compagno di squadra Lando Norris e alla Red Bull di Max Verstappen, terzo. E' la quarta pole per Piastri. In quarta posizione partirà la Mercedes di George Russell, davanti alla Ferrari di Lewis Hamilton e all'altra Mercedes di Kimi Antonelli. Settimo posto per la Ferrari di Charles Leclerc, seguito da Gasly, Hadjar e Alonso. Ecco la griglia di partenza del Gp di Spagna: 1 Oscar Piastri McLaren 2 Lando Norris McLaren 3 Max Verstappen Red Bull Racing 4 George Russell Mercedes 5 Lewis Hamilton Ferrari 6 Kimi Antonelli Mercedes 7 Charles Leclerc Ferrari 8 Pierre Gasly Alpine 9 Isack Hadjar Racing Bulls 10 Fernando Alonso Aston Martin 11 Alexander Albon Williams 12 Gabriel Bortoleto Kick Sauber 13 Liam Lawson Racing Bulls 14 Lance Stroll Aston Martin 15 Oliver Bearman Haas F1 Team 16 Nico Hulkenberg Kick Sauber 17 Esteban Ocon Haas F1 Team 18 Carlos Sainz Williams 19 Franco Colapinto Alpine 20 Yuki Tsunoda Red Bull Racing
(Adnkronos) - Per favorire il ritorno dei ricercatori e dei professionisti in Italia "cerchiamo di dare loro ragioni per tornare, perché il fatto di andare a contaminare le proprie conoscenze, a condividere i propri saperi all'estero è una cosa positiva. Almeno io la considero una cosa positiva, visto che tutte le volte che l'ho visto succedere ho visto tornare persone molto arricchite. Però devono tornare. Quindi il nostro dovere è quello di creare un ambiente, una condizione di capitale umano e infrastrutturale che sia accogliente e dia loro la voglia di tornare". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova. "E questo noi lo stiamo facendo -ha continuato Bernini- con degli investimenti importanti sulle infrastrutture di ricerca, perché i ricercatori seguono le infrastrutture di ricerca, sono come le rondini, seguono i progetti di ricerca in qualsiasi parte del mondo. Noi stiamo investendo tanto capitale, abbiamo cominciato con 11 miliardi, parte del Piano nazionale di ripresa e resilienza e parte di fondi nostri, domestici, proprio in infrastrutture di ricerca su temi molto innovativi, come il supercalcolo, le tecnologie quantistiche, la mobilità sostenibile, i farmaci a tecnologia Rna, quindi life science, biofarma, agritec, agricoltura tecnologica, subacquea, biodiversità, contrasto alla perdita di biodiversità". Secondo Bernini, "questi sono i temi del futuro e solo creando infrastrutture che studiano, elaborano e creano comunità scientifica intorno ai temi del futuro si consente ai ricercatori di tornare, si dà loro una ragione per tornare", ha concluso il ministro. Sulla distanza tra mondo della formazione e mondo del lavoro, e su come agire "non esiste una ricetta magica. Quello che noi stiamo cercando di fare è prima di tutto lavorare sull'orientamento, il più precocemente possibile. Fare orientamento a partire dalla scuola, a un livello, il più precoce possibile, spiegando che cosa sono le nuove tecnologie, come possono essere utilizzate, come ci si può formare sulle discipline scientifiche, su quelle umanistiche, dando loro la possibilità di identificare da subito un'idea, quantomeno un'idea di percorso. Poi, ed è fondamentale, interfacciarsi con i territori e con le imprese, con le imprese intese in senso lato, cioè con tutti i potenziali destinatari del lavoro, del capitale umano che noi stiamo formando". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova. Secondo il ministro, "quindi, quello che l'università deve fare, e sta facendo, ma che forse non ha fatto abbastanza in passato, è quello di formare la qualità della propria offerta sulla base della richiesta del mercato del lavoro, del mercato di un'impresa che sta crescendo moltissimo sotto il profilo tecnologico e innovativo. Fare, quanto possibile, una combinazione, un collegamento tra quello che si sta studiando e quello che il mercato del lavoro chiede", ha sottolineato. E per Bernini "poi ci sono discipline umanistiche che non hanno un mercato del lavoro, quello è un altro tema, però anche su quelle si applicano nuove tecnologie: la papirologia, per esempio, disciplina umanistica per definizione, o l'archeologia, sono stati stravolti dall'intelligenza artificiale, dalle nuove tecnologie". "Quindi anche su quello bisogna creare un contenuto di offerta formativa che sia sempre agganciato al principio di realtà e soprattutto sufficientemente flessibile per governare i processi di cambiamento, accompagnare e governare i processi di cambiamento, che sono velocissimi", ha concluso il ministro. GenL è un bellissimo progetto che abbiamo fatto insieme al Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro, che ringrazio, perché ha proposto a tutti i livelli la gamification, cioè il learning by gaming, che è molto interessante perché giocando, divertendosi, si creano dei percorsi formativi che rimangono più impressi nella memoria. A tutti i livelli, partendo dalla legalità fino alla sicurezza sul lavoro, possono essere applicati a qualsiasi ambito. Noi puntiamo e investiamo moltissimo su questo, non solamente come università, ma anche a livello di formazione superiore, di formazione tecnica, professionale, perché abbiamo visto che il modello funziona. Diverte, funziona e crea una cultura della legalità e del lavoro orientata nella direzione giusta". Lo ha detto Anna Maria Bernini, ministro dell'Università e della Ricerca, in una video intervista trasmessa alla sedicesima edizione del Festival del lavoro, in corso ai Magazzini del cotone a Genova.
(Adnkronos) - In occasione della XIII Edizione del Festival dell’Energia di Lecce, in programma fino al 31 maggio il vicepresidente della Commissione Europea Raffaele Fitto ha rimarcato nel corso del suo intervento l’augurio che il Festival dell’Energia diventi un luogo di dibattito, discussione e proposte di cui l’energia ne sia il tema centrale. “Il ruolo dell’Europa nel contesto mondiale deve essere centrale, da protagonista. Il tema evidenziato dai rapporti Draghi e Letta, rispetto al potenziamento del mercato unico, è centrale - ha affermato Fitto - La capacità di affrontare le grandi questioni geopolitiche deve essere vista in ottica prospettica, evitando che le grandi questioni sul futuro dell’Europa possano essere affrontate di volta in volta. Ritengo che il tema centrale che racchiude tutte le questioni sia la difesa come sicurezza. L’immediatezza degli scenari di guerra è un tema che tutti vivono in modo drammatico, ma il punto centrale è capire come l’Europa possa investire sulla difesa come strumento di sicurezza per individuare le modalità di crescita, di sviluppo e del suo protagonismo". "Occorre anche considerare la questione dell’autonomia strategica, ossia di come l’Europa possa essere in grado di avere al suo interno una capacità di autonomia rispetto a questioni fondamentali. Non si possono costruire soluzioni se si ragiona solo sull’oggi, ma è necessario trovare le giuste modalità per una programmazione adeguata capace di dare una prospettiva per il futuro - ha detto - In questo approccio, la memoria deve essere un punto di riferimento. Con la guerra Russo-Ucraina abbiamo scoperto una cosa che sapevamo tutti: la dipendenza energetica dalla Russia, ed è iniziata una stagione di recupero di questo ritardo che ha visto l’Europa adeguarsi attraverso una strategia diversa". "L’Unione Europea deve mettere in campo azioni, non per rispondere a urgenze, ma per trovare una programmazione adeguata capace di offrire una prospettiva per il futuro. Gli obiettivi da raggiungere sono molteplici: dalla riduzione delle emissioni all’integrazione delle fonti energetiche, alla riduzione dei combustibili fossili. Occorre adeguare le politiche europee, da una parte per essere più autonomi dal punto di vista energetico, e in secondo luogo mettere in campo un’azione mirata per ridurre le emissioni senza perdere di vista la valutazione dei costi, che rimane un aspetto centrale”, ha concluso il vicepresidente della Commissione Europea.