(Adnkronos) - Hamas afferma di essere pronto a liberare, in una sola volta, tutti i restanti ostaggi nelle sue mani durante la seconda fase dell'accordo con Israele per la tregua a Gaza. "Abbiamo informato i mediatori che Hamas è pronto a liberare tutti gli ostaggi in una volta durante la seconda fase dell'accordo, invece di procedere per tappe come è stato fatto durante la prima fase", ha detto all'agenzia Afp Taher al-Nounou, un esponente di Hamas, senza chiarire quanti ostaggi siano attualmente in mano a Hamas o ad altri gruppi nella Striscia di Gaza. Dal 19 gennaio, quando è iniziata la prima fase della tregua, sono stati rilasciati 19 ostaggi israeliani e più di 1.100 prigionieri palestinesi sono stati liberati dalle carceri israeliane. Al termine della prima fase, a Gaza resterebbero 58 ostaggi, comprese 34 persone che i militari israeliani ritengono siano morte. E' intanto prevista per domani la consegna dei corpi di quattro ostaggi. Ma la loro identificazione, ha riferito il ministro della Salute israeliano Uriel Buso, potrebbe richiedere del tempo. "Ho visitato l’Istituto di medicina legale per vedere i preparativi per il ritorno dei caduti", racconta il ministro a Walla sottolineando la necessità di stabilire, se possibile, le cause della morte. "I professionisti qui sono stati preparati in modo che l’identificazione possa essere effettuata il più rapidamente possibile". "Il processo può richiedere poco oppure molto tempo, perché non abbiamo informazioni precise sulle condizioni delle persone uccise - aggiunge - Pertanto, dobbiamo essere pazienti. La cosa più importante è che riceviamo un'identificazione chiara, che possiamo accertare la causa della morte e che li portiamo per la sepoltura in Israele". Hamas ha dichiarato che trasferirà i corpi di Shiri Silberman Bibas e dei suoi due bambini piccoli Ariel e Kfir, insieme al corpo di un quarto ostaggio. L'ufficio del Primo Ministro ha confermato che quattro ostaggi morti saranno rilasciati, ma non ha fatto i loro nomi. "Siamo nel mezzo di un processo molto delicato per riportare indietro i nostri figli e figlie da Gaza, dalle prigioni di Gaza. Le montagne russe emotive che la nostra nazione sta sopportando sono enormi. Dobbiamo sentire che ognuno di quegli ostaggi è un membro della famiglia di ognuno di noi. Li conosciamo non solo per nome, ma per le loro famiglie, per le loro storie", ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog incontrando al Quirinale il presidente Sergio Mattarella. "La Jihad islamica dice che consegnerà tre corpi della famiglia Bibas, la madre Shiri e i suoi bambini, Kfir e Ariel, e Oded Lifshitz, che aveva 86 anni, che è stato sequestrato dalla sua casa nel kibbutz - ha aggiunto Herzog - Quella dei Bibas e i suoi bambini è una storia che è nei nostri cuori. Quindi li abbracciamo e aspettiamo di vedere come sono andati i fatti. E speriamo che domenica ci siano il ritorno di altre 6 persone". Oggi il segretario di Stato americano Marco Rubio si è recato negli Emirati Arabi Uniti, ultima tappa del suo primo tour in Medio Oriente, dopo i colloqui di ieri con i funzionari russi a Riad. Rubio ha incontrato ad Abu Dhabi il presidente degli Emirati Mohammed bin Zayed Al Nahyan e il ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed Al Nahyan. Nel corso dell'incontro il presidente emiratino ha ribadito la sua ferma opposizione al piano statunitense di sfollare i palestinesi dalla Striscia di Gaza, ha riferito l'agenzia di stampa ufficiale Wam. Mohammed bin Zayed, si precisa, ha anche "sottolineato la necessità che la ricostruzione di Gaza venga collegata a un percorso che porti a una pace duratura e globale basata sulla soluzione a due Stati". La visita di Rubio negli Emirati si è tenuta due giorni prima del vertice di Riad a cui parteciperanno i sei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo, oltre a Giordania ed Egitto, e che sarà dedicato al piano Trump su Gaza L'amministrazione Trump, che respinge qualsiasi ruolo futuro di Hamas nel devastato territorio palestinese, ha invitato i paesi arabi, fermamente contrari a qualsiasi spostamento dei palestinesi da Gaza, a proporre alternative al piano del presidente degli Stati Uniti.
(Adnkronos) - "La Germania è da tre anni in recessione, e l’Italia ha da tempo una produzione industriale in calo in settori strategici. Questa emergenza se ne porta dietro altre: quella occupazionale, quella sociale, quella demografica. Il Parlamento che uscirà dalle urne avrà soprattutto il compito di rilanciare l’economia tedesca, la sua competitività, con strategie a lungo termine e quanto più possibile coordinate con quelle italiana, perché in diversi settori le nostre catene del valore sono fortemente integrate. Il nuovo governo dovrà porsi il tema del rilancio dell’industria europea, agendo su tre livelli: riduzione dei costi dell’energia, mobilitazione investimenti, stimolo all’innovazione e allo sviluppo delle competenze necessarie nei settori cruciali per i prossimi anni, dall’Ia alla transizione". Così, con Adnkronos/Labitalia, Monica Poggio, presidente di Ahk Italien, la Camera di commercio Italo-germanica, sulle richieste e le aspettative delle aziende associate in vista delle elezioni politiche in Germania del prossimo 23 febbraio. Secondo Poggio "in Italia come in Germania" alle imprese "serve un abbattimento della burocrazia e un quadro normativo chiaro. Ma non basta: oggi l’Ue sta perdendo competitività in quei settori che più saranno determinanti nei prossimi decenni e su cui si basano equilibri economici e politici. Penso allo spazio, alla difesa, all’intelligenza artificiale. Per non rimanere indietro serve mobilitare investimenti, come ci ha ricordato Draghi, creare un mercato sempre più interconnesso per facilitare la nascita di conglomerati europei, come ci ricorda Letta, e sviluppare innovazione e ricerca". "Abbiamo parlato molto di crisi dell’automotive, nel corso dell’anno passato, ma non possiamo non vedere anche le sfide che stiamo perdendo su altri settori semplicemente perché, allo stato attuale, abbiamo deciso di non partecipare", sottolinea. E per la presidente della Camera di commercio Italo-Germanica per cementare ancora di più il rapporto Italia-Germania "serve che i due Paesi si coordinino in maniera più stretta sulle loro politiche industriali, anche a livello europeo. Siamo i motori manifatturieri d’Europa, e possiamo svolgere un ruolo nel rilancio della sua produttività e competitività. Bisogna dare concretezza al piano d’azione firmato nel 2023, e nel brevissimo termine serve intervenire sui costi dell’energia e sull’attrazione degli investimenti", aggiunge ancora. "Di questo, tra l’altro -continua Poggio- parleremo il 26 febbraio al convegno 'Industria e competitività: Quali scenari dopo le elezioni tedesche?', che si terrà al Senato e che vedrà figure della nostra Camera di commercio, accademici e parlamentari discutere insieme al ministro Urso". "Come abbiamo visto in questi anni prima con il Covid e poi con la crisi dell’energia, Italia e Germania possono crescere solo insieme, perché sono due sistemi interdipendenti dove ogni scossa o effetto positivo si ripercuote sull’altro: ma in questa fase delicata, solo un coordinamento tra aziende e istituzioni renderà possibile il rilancio", conclude la presidente di Ahk Italien.
(Adnkronos) - "Il rapporto stima al 2040 un indotto dell’economia dello spazio in Veneto pari a 4 miliardi e mezzo di euro e, in termini di posti di lavoro un numero di addetti tra diretti e indiretti che arriva alle 2400 unità, tutte con un reddito decisamente superiore a quella che è la media”. Queste le parole di Alessandro Costa, direttore generale di Venice Sustainability Foundation (Vsf), in occasione della presentazione dell’analisi congiunta della Fondazione con Boston Consulting Group (Bcg). Il documento osserva lo sviluppo del mercato spaziale globale, che è passato dal 2020 al 2023 da un valore di 416 miliardi di dollari a 508 miliardi, con previsioni di crescita fino a 1.000 miliardi entro il 2040 e vede proprio in Veneto i margini per lo sviluppo di uno Space Hub regionale. “Il report nasce da alcune riflessioni fatte all’interno del partenariato della Fondazione sui settori innovativi di maggior prospettiva nell’area veneziana e veneta in generale. Da qui, poi, i ricercatori della Fondazione e del partner Boston Consulting Group, assieme ad un gruppo di soci interessati, hanno costruito il lavoro, adottando due metodi. Da un lato - spiega Costa - è stato studiato quali fossero le caratteristiche di successo dei cluster aerospaziali in diverse geografie globali e dall’altro abbiamo studiato questo tipo di applicazione sulle caratteristiche del tessuto imprenditoriale Veneto, coinvolgendo anche una serie di aziende venete che o si occupano già di questo settore o hanno prospettive di salto di filiera, elemento che le renderebbe in grado di operare in futuro in questo nuovo settore”. La filiera è importante perché in un settore come quello aerospaziale perchè “servono capacità e competenze per coprire tutte le esigenze che poi portano allo sviluppo delle tecnologie, dei prodotti e dei servizi del settore aerospaziale - conclude - Nel caso del Veneto, la nostra caratteristica di grandi specializzazioni consente di immaginare di poter aggiornare le competenze specifiche di alcune nicchie così che siano pronte ad entrare e a trarre beneficio dallo sviluppo del settore aerospaziale”.