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(Adnkronos) - Il Papa ha aperto e varcato la Porta Santa. Comincia, così, il Giubileo dedicato alla speranza. Dopo di lui hanno varcato la porta i concelebranti e una cinquantina di fedeli in rappresentanza del mondo. Alla cerimonia ha partecipato anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni seduta accanto al ‘ministro degli Esteri’ vaticano Paul Richard Gallagher. Le immagini, trasmesse in tutto il mondo, hanno composto una sequenza che verrà impressa nella storia. Sono i momenti in cui Papa Francesco si è avvicinato alla Porta Santa in sedia a rotelle, aprendo la Porta in silenzio e pregando. Dopo Francesco, hanno attraversato la Porta Santa i cardinali, i vescovi e alcuni rappresentanti del popolo di Dio provenienti dai cinque Continenti. In questo Giubileo della Speranza, il passaggio del popolo di Dio attraverso la soglia della Porta Santa lancia un messaggio di pace e rinnovamento per tutta l'umanità. Il Pontefice ha celebrato la messa della vigilia di Natale. Al di fuori della Basilica, migliaia di fedeli hanno seguito la celebrazione dai maxi-schermi di piazza San Pietro. "Questa è la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo. Questa è la notte in cui Dio dice a ciascuno: c'è speranza anche per te!" ha detto Papa Francesco nella messa di Natale. "Tra lo stupore dei poveri e il canto degli angeli - osserva il Pontefice - il cielo si apre sulla terra: Dio si è fatto uno di noi per farci diventare come Lui, è disceso in mezzo a noi per rialzarci e riportarci nell’abbraccio del Padre. Questa è la nostra speranza. L’infinitamente grande si è fatto piccolo; la luce divina è brillata fra le tenebre del mondo; la gloria del cielo si è affacciata sulla terra, nella piccolezza di un Bambino. E se Dio viene, anche quando il nostro cuore somiglia a una povera mangiatoia, allora possiamo dire: la speranza non è morta, la speranza è viva, e avvolge la nostra vita per sempre!". Bergoglio ha invitato a non perdersi d’animo: "Per accogliere questo dono, siamo chiamati a metterci in cammino con lo stupore dei pastori di Betlemme. Il Vangelo dice che essi, ricevuto l’annuncio dell'Angelo, ‘andarono, senza indugio’. Questa è l’indicazione per ritrovare la speranza perduta, rinnovarla dentro di noi, seminarla nelle desolazioni del nostro tempo e del nostro mondo: senza indugio. Non indugiare, non rallentare il passo, ma lasciarsi attirare dalla bella notizia. Senza indugio, andiamo a vedere il Signore che è nato per noi, con il cuore leggero e sveglio, pronto all’incontro, per essere capaci di tradurre la speranza nelle situazioni della nostra vita". "La speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente: è la promessa del Signore da accogliere qui e ora, in questa terra che soffre e che geme" ammonisce il Pontefice. "Essa ci chiede perciò di non indugiare, di non trascinarci nelle abitudini, di non sostare nelle mediocrità e nella pigrizia; ci chiede – direbbe Sant’Agostino – di sdegnarci per le cose che non vanno e avere il coraggio di cambiarle; ci chiede di farci pellegrini alla ricerca della verità, sognatori mai stanchi, donne e uomini che si lasciano inquietare dal sogno di Dio, il sogno di un mondo nuovo, dove regnano la pace e la giustizia", ha scandito Francesco. Il Pontefica ha chiesto di portare speranza nei luoghi profanati da guerra e violenza. Bergoglio ha riflettuto sulle condizioni umane nelle quali si è smarrita la speranza. Il suo dolore per le popolazioni profanate dalle guerre. "A noi, tutti, - ha detto Francesco - il dono e l’impegno di portare speranza là dove è stata perduta: dove la vita è ferita, nelle attese tradite, nei sogni infranti, nei fallimenti che frantumano il cuore; nella stanchezza di chi non ce la fa più, nella solitudine amara di chi si sente sconfitto, nella sofferenza che scava l’anima; nei giorni lunghi e vuoti dei carcerati, nelle stanze strette e fredde dei poveri, nei luoghi profanati dalla guerra e dalla violenza”. “Il Giubileo si apre perché a tutti sia donata la speranza del Vangelo, la speranza dell’amore, la speranza del perdono. E guardando al presepe, - ha detto Francesco citando l’omelia del Natale 1980 del cardinal Martini - alla tenerezza di Dio che si manifesta nel volto del Bambino Gesù, ci chiediamo: 'C’è nel nostro cuore questa attesa? C’è nel nostro cuore questa speranza? Contemplando l’amabilità di Dio che vince le nostre diffidenze e le nostre paure, contempliamo anche la grandezza della speranza che ci attende. Che questa visione di speranza illumini il nostro cammino di ogni giorno’”. Bergoglio si rivolge a ciascun fedele: “Sorella, fratello, in questa notte è per te che si apre la “porta santa” del cuore di Dio. Gesù, Dio-con-noi, nasce per te, per noi, per ogni uomo e ogni donna. E con Lui fiorisce la gioia, con Lui la vita cambia, con Lui la speranza non delude”. Il Pontefice ha chiesto di alzare la voce contro il male e le ingiustizie sui poveri. "Impariamo dall'esempio dei pastori: la speranza che nasce in questa notte - non tollera l’indolenza del sedentario e la pigrizia di chi si è sistemato nelle proprie comodità; non ammette la falsa prudenza di chi non si sbilancia per paura di compromettersi e il calcolo di chi pensa solo a sé stesso; è incompatibile col quieto vivere di chi non alza la voce contro il male e contro le ingiustizie consumate sulla pelle dei più poveri. Al contrario, la speranza cristiana, mentre ci invita alla paziente attesa del Regno che germoglia e cresce, esige da noi l’audacia di anticipare oggi questa promessa, attraverso la nostra responsabilità e la nostra compassione”. Bergoglio ha citato Alessandro Pronzato, il prete scrittore tra i più letti del 900 che spiegò il Vangelo a Fidel: "Guardando a come spesso ci sistemiamo in questo mondo, adattandoci alla sua mentalità, un bravo prete scrittore così pregava per il Santo Natale: 'Signore, Ti chiedo qualche tormento, qualche inquietudine, qualche rimorso. A Natale vorrei ritrovarmi insoddisfatto. Contento, ma anche insoddisfatto. Contento per quello che fai Tu, insoddisfatto per le mie mancate risposte. Toglici, per favore, le nostre paci fasulle e metti dentro alla nostra 'mangiatoia', sempre troppo piena, una brancata di spine. Mettici nell’animo la voglia di qualcos'altro'. Non dimentichiamo che l'acqua ferma è la prima a corrompersi". “La speranza cristiana - ha detto Bergoglio - è proprio il 'qualcos'altro' che ci chiede di muoverci 'senza indugio'. A noi discepoli del Signore, infatti, è chiesto di ritrovare in Lui la nostra speranza più grande, per poi portarla senza ritardi, come pellegrini di luce nelle tenebre del mondo. Fratelli e sorelle, questo è il Giubileo, questo è il tempo della speranza! Esso ci invita a riscoprire la gioia dell’incontro con il Signore, ci chiama al rinnovamento spirituale e ci impegna nella trasformazione del mondo, perché questo diventi davvero un tempo giubilare: lo diventi per la nostra madre Terra, deturpata dalla logica del profitto; lo diventi per i Paesi più poveri, gravati da debiti ingiusti; lo diventi per tutti coloro che sono prigionieri di vecchie e nuove schiavitù". Il Papa ha dato voce al dolore per le tante “desolazioni del mondo”. In un passaggio a braccio dell’omelia, Bergoglio ha chiesto di pensare “ai bambini mitragliati, alle bombe sulle scuole e gli ospedali”. In un altro passaggio a braccio, il Pontefice ha ricordato che “Dio perdona sempre. Questo è un modo di capire la speranza del Signore”. Al termine della messa di Natale, sulla sedia a rotelle, il Pontefice, affiancato da una delegazione di bambini di tutto il mondo, ha portato il Bambinello nel presepe di San Pietro. Nella giornata di Natale Bergoglio terrà l’Urbi et Orbi rilanciando l’appello per la pace nel mondo dilaniato dalle guerre. Bergoglio, durante l’omelia nella messa di Natale, ha dato voce a tutta la sua preoccupazione in un passaggio a braccio nel quale ha denunciato le "tante desolazioni in questo tempo. Pensiamo alle guerre, ai bambini mitragliati, alle bombe sulle scuole e sugli ospedali. Non indugiare, non rallentare il passo, ma lasciarsi attirare dalla bella notizia". "Senza indugio - ha osservato ancora -, andiamo a vedere il Signore che è nato per noi, con il cuore leggero e sveglio, pronto all'incontro, per essere capaci di tradurre la speranza nelle situazioni della nostra vita. E questo è il nostro compito: tradurre la speranza nelle diverse situazioni della vita. Perché la speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente, non è l'happy end di un film: è la promessa del Signore da accogliere qui, ora, in questa terra che soffre e che geme”. “Sono stata in piazza San Pietro tutta la sera al freddo nella speranza di varcare la Porta Santa" ha raccontato delusa una turista sudamericana. "Non me lo hanno permesso, e io domani devo partire". Erano venticinquemila i fedeli in Piazza San Pietro per l’apertura ufficiale del Giubileo della speranza, fa sapere il Vaticano, mentre nella Basilica di San Pietro c'erano seimila fedeli. Dalle 8 di mattina di Natale la Porta Santa di San Pietro sarà aperta ai fedeli. "Essere qui oggi con mio figlio e mio marito è un sogno che si avvera" racconta Inga, giovane lettone, mentre porta in braccio il suo bambino. "Da tempo sognavo di riuscire a venire a vedere il Giubileo e l’apertura della Porta Santa a Roma - conclude - che è una città straordinaria". "L’emozione è grande per un evento unico. Sono venuta apposta per l’apertura della Porta Santa nella speranza di varcarla. L’unica paura è non riuscire a entrare in piazza San Pietro,", racconta Gaia, turista che per il Giubileo è venuta da Pisa. ‘’Sono una pellegrina romana" racconta un'altra fedele dal quartiere Centocelle nella Capitale. "Sono uscita alle 16 - racconta - ho parcheggiato a Trionfale e poi fino a qui a piedi. Non me la voglio perdere". Non solo da Roma. Arrivano dalla Francia, dall’Iraq, e un gruppo di una ventina di persone, con berretto di Babbo Natale per non perdersi, dal Venezuela. "Fa molto freddo ma credo che rimarrò fino alla fine. Chissà quando mi ricapita" racconta in piazza San Pietro Kenzie, studentessa originaria di Minneapolis, negli Stati Uniti, in vacanza a Roma per Natale. "Non sono una molto religiosa e avrei voluto fare qualche altro regalo, ma credo - prosegue - che ormai sia troppo tardi, ci ho messo troppo a superare i controlli di sicurezza". Per quanto riguarda proprio la sicurezza "qualche paura la ho, soprattutto dopo quanto accaduto in Germania: stavo per rinunciare a passare qui, ma ora mi sento abbastanza al sicuro". " Vedere il Papa sulla sedia a rotelle mi dispiace tanto, sta bene?" si chiede Kelly, originaria di Guam ma che da anni vive in Colorado, in vacanza con la sua famiglia a Roma. "È la prima volta che veniamo in Italia - racconta - e non volevamo perderci la possibilità di vedere il Vaticano. L’unico neo, sono stati i controlli, molto lunghi: prima abbiamo dovuto lasciare le nostre borracce (a via della Conciliazione, al primo varco, ndr.) e, poi, un'altra fila per entrare nella piazza. Ma - conclude - ne è valsa la pena". "Non sono cattolica, ma capisco l’importanza dell’evento: ho prolungato la mia vacanza per rimanere e assistere al Giubileo. L’atmosfera è unica" dice Lao Zhen, cinese di Chengdu. Come lei, tanti hanno un cappello rosso da Babbo Natale in testa, per coprirsi dal freddo e per farsi riconoscere. "Peccato che la porta sia coperta da una tenda e non si possa vedere con i nostri occhi Papa Francesco", racconta. "Purtroppo non conosciamo il latino e non abbiamo seguito le parole della messa, ma abbiamo sentito la cerimonia dentro di noi", dicono Ricardo e Estrella, che sono venuti a Roma dal Perù per l’apertura della Porta Santa ed essere presenti a quello che loro stessi definiscono "un evento fortissimo". "La religione, mia e degli altri, qui e oggi è relativa. L’evento è invece qualcosa di universale. Magnifico" dice Ramesh, indiano di Mumbai, in piazza San Pietro. "L’atmosfera che si respira - dice - è qualcosa di unico, è indescrivibile". "Qualunque cosa mi faccia sentire più sicura è più che okay. Rispetto ad altre occasioni abbiamo passato rapidamente i metal detector", dice Carlie, turista americana in vacanza con il marito, dopo essersi scattata un selfie sotto l’albero di piazza San Pietro. "E anche il clima non è male: da noi in Florida è molto più umido, il freddo ti entra davvero nelle ossa. Qui - conclude - al massimo c’è un po di vento". Due le novità di quest'anno. Una webcam installata sulla Porta Santa di San Pietro permetterà a chi non potrà viaggiare di attraversarla quantomeno virtualmente. La seconda sarà che il 26 dicembre Bergoglio ne aprirà simbolicamente una per tutte nel carcere di Rebibbia. Si tratta di una prima volta nella storia degli Anni Santi. Il 29 dicembre il Vicario di Roma, cardinal Baldo Reina, su mandato del Papa, provvederà ad aprire la Porta Santa a San Giovanni in Laterano. Il 1 gennaio 2025 sarà aperta la Porta Santa della Basilica di Santa Maria Maggiore. Il 5 gennaio toccherà a quella di San Paolo fuori le Mura.
(Adnkronos) - Con l’arrivo delle vacanze molte famiglie italiane si preparano a partire e lasciare incustodite le proprie abitazioni. Secondo i dati contenuti nella 3° edizione del Rapporto dell’Osservatorio Censis-Verisure sulla Sicurezza della Casa, realizzato con il contributo del Servizio analisi criminale del Ministero dell’Interno, i periodi di vacanza sono quelli caratterizzati da una maggiore incidenza di furti nelle case degli italiani. Buio e case vuote sono, infatti, i due ingredienti principali per tentare di compiere un furto: il 30,8% dei furti in abitazione denunciati alle forze dell’ordine nel 2023 sono avvenuti di pomeriggio prima delle 20. Il mese con più denunce è stato dicembre con 18.864 furti. Tra coloro che hanno subito almeno un furto, il 68,9% dichiara che al momento del reato non c’era nessuno in casa; nel 52,8% dei casi i ladri sono entrati da finestre e porte finestre, nel 44,6% da una porta, principale (33,2%) o secondaria (11,4%). Alla luce di queste evidenze, Verisure, azienda leader in Europa nel settore degli allarmi monitorati e della sicurezza di case, famiglie e attività commerciali, ha stilato una lista di linee guida sulla sicurezza, che fornisce consigli da mettere in pratica per prevenire le intrusioni di malintenzionati. Per prevenire le intrusioni dei ladri durante le vacanze e garantire la sicurezza della propria abitazione, ecco i consigli di Verisure. Primo: sicurezza di porte e finestre. Assicurarsi che tutte le porte e le finestre siano chiuse e bloccate, inclusi accessi secondari, finestre del seminterrato e portefinestre. Impianto elettrico e gas: scollegare gli elettrodomestici non essenziali e verificare che il gas sia chiuso per prevenire incidenti. Simulazione di presenza: utilizzare timer per luci e dispositivi elettronici per creare l'illusione che la casa sia abitata. Discrezione sui social media: evitare di annunciare le vacanze sui social media e di condividerne gli aggiornamenti in tempo reale, per non rendere nota l'assenza da casa. Sorveglianza di amici e vicini: chiedere a un amico e a un vicino fidato di raccogliere la posta e di segnalare eventuali attività sospette. Verifica dell'assicurazione: controllare che la polizza assicurativa sia attiva e copra eventuali furti o danni durante l'assenza. Contatti di emergenza: lasciare un numero di emergenza a una persona di fiducia per essere contattati in caso di necessità. Telecamere di sorveglianza e app di controllo da remoto: Installare telecamere di sicurezza ben visibili all’esterno per scoraggiare i ladri, utilizzando anche l’app di controllo da remoto per monitorare in tempo reale la situazione all’interno della propria abitazione. Attivazione dell'allarme e collegamento alla centrale operativa: valutare l’installazione di un sistema di allarme che includa il collegamento a una centrale operativa, che offre vantaggi quali il controllo h24, l’intervento immediato in caso di emergenze o intrusioni, intervento in loco delle guardie giurate e avviso delle forze dell’ordine. Se già si è in possesso di un sistema di allarme, ricordarsi di attivarlo prima di partire, controllando che tutti i sensori funzionino correttamente e aggiornando i contatti di emergenza. Adottare tecnologie di sicurezza avanzate: un sistema di allarme moderno, collegato a una centrale operativa attiva 24/7, non solo rappresenta un deterrente efficace, ma garantisce un intervento immediato, sia che ci si trovi in casa o meno. Può essere utile anche l’installazione di una serratura intelligente in grado di resistere alle tecniche di scasso più comuni, rafforzando la protezione contro i tentativi di intrusione.
(Adnkronos) - Un chicco di caffè che può trasformarsi in un chicco di riso per chi ne ha bisogno con il supporto di Banco Alimentare della Puglia e della Daunia e Fondazione Progetto Arca con il progetto Cucine Mobili a Bari. Tutto grazie all’impegno di chi sceglie di riciclare le capsule di caffè in alluminio di Nespresso, che dal 2011 ha attivato il progetto “Da Chicco a Chicco” per consentire di rigenerare i due materiali di cui sono composte le capsule, alluminio e caffè, e sopperire a una dinamica di riciclo che non consente alle capsule di essere conferite nella raccolta differenziata, nonché di essere rilevate dagli impianti di riciclo in Italia perché piccole e leggere come altri oggetti in alluminio. È infatti dal recupero dei due materiali, alluminio e caffè, questo poi usato per il fare compost per la coltivazione di riso, che nascono i circa 110 quintali di riso (circa 120.000 piatti) donati quest’anno a Banco Alimentare della Puglia e della Daunia, beneficiari del progetto di economia circolare dal 2023, a cui partecipano i clienti Nespresso, che possono riportare le capsule esauste presso le Boutique e le isole ecologiche partner, in Puglia e in tutta Italia. Una collaborazione che unisce solidarietà e circolarità e che dallo scorso anno ha consentito di raggiungere oltre 240.000 piatti di riso distribuiti in Puglia. Quest’anno il progetto si amplia ulteriormente includendo anche le Cucine mobili di Fondazione Progetto Arca che nella città di Bari distribuiranno, a partire dal 18 dicembre, piatti di riso caldo direttamente sulle strade. Nato a Milano durante la pandemia per rispondere alla chiusura obbligata delle mense per i poveri e per garantire cibo sano e adeguato a chi non può permetterselo, il servizio di Cucine mobili è attivo a Bari dal 2022 ed entra a far parte del progetto “Da Chicco a Chicco” di Nespresso anche nelle città di Milano, Roma e Torino. Un primo aiuto molto importante perché, oltre a fornire un piatto caldo e nutriente, è funzionale a creare un rapporto di fiducia e ad accorciare le distanze tra chi è in difficoltà e chi può fornire supporto, ponendo le basi per un percorso di reintegrazione sociale. Allestita su un food-truck attrezzato con fornelli, forno e bollitori, la Cucina mobile a Bari serve oltre 60 pasti caldi ogni sera per 5 giorni alla settimana, all’interno dei quali si inserirà una volta la settimana anche il riso prodotto dalle capsule di caffè. Una produzione totale che quest’anno conta oltre 100.000 chili di riso, distribuiti a persone, famiglie e associazioni in 5 regioni italiane grazie alle sedi regionali di Banco Alimentare in Lombardia, Lazio, Piemonte, Puglia ed Emilia-Romagna e alle Cucine mobili di Progetto Arca. Grazie a un incremento, anno dopo anno, delle associazioni coinvolte nel progetto, in questi 13 anni “Da Chicco a Chicco” ha rappresentato un supporto concreto per oltre 500.000 persone in difficoltà, ogni anno, sul territorio italiano, attraverso la donazione di riso a più di 2.500 strutture caritative tra case di accoglienza e mense, oltre a consegne dedicate e pacchi solidali. Attraverso “Da Chicco a Chicco” Nespresso dal 2011 promuove e consente la raccolta e il riciclo delle capsule di caffè in alluminio esauste, con l’obiettivo di riportare a nuova vita i due materiali di cui sono composte, e facendo in modo che possano trasformarsi in una risorsa non solo per l’ambiente, ma anche per la comunità, con un impatto concreto sul territorio e le persone. Grazie a una collaborazione sancita da un protocollo di intesa con CIAL, Utilitalia e CIC (Consorzio italiano Compostatori), “Da Chicco a Chicco” permette infatti ai clienti di riconsegnare le loro capsule esauste in alluminio nelle Boutique Nespresso o in isole ecologiche partner in tutta Italia, per un totale di oltre 200 punti di raccolta in più di 100 città italiane. Una volta raccolte le capsule esauste vengono trattate affinché i due materiali che le compongono vengano separati e avviati a riciclo: l’alluminio viene fuso e trasformato in nuovi oggetti, come penne, biciclette o coltellini, mentre il caffè può diventare compost per fertilizzare il terreno di una risaia italiana, da cui nasce il riso che Nespresso riacquista e dona al Banco Alimentare e, da quest’anno, a Fondazione Progetto Arca Un progetto di economia circolare che ha permesso in 13 anni di donare oltre 6.600 quintali di riso, l’equivalente di oltre 7 milioni di piatti (1 piatto = 90gr). “Attraverso il programma Da Chicco a Chicco, ci impegniamo a trasformare gli sforzi di tutte le persone che riconsegnano le capsule esauste in un aiuto concreto per il territorio, ha dichiarato Silvia Totaro, Responsabile Sostenibilità di Nespresso Italiana. Quest'anno, l’ampliamento del progetto al servizio Cucine Mobili di Progetto Arca a Bari, oltre al Banco Alimentare della Puglia e della Daunia, partner del progetto dal 2023, ci permette di raggiungere ancora più persone con un aiuto concreto, unendo economia circolare e sostegno sociale. A partire dalla serata del 18 dicembre, contemporaneamente in 4 città, Milano, Roma, Torino e Bari le Cucine mobili di Progetto Arca distribuiranno i piatti di riso caldo alle persone in strada, con la possibilità di raggiungere nel corso di tutto il 2025 oltre 60.000 piatti distribuiti alle persone che usufruiscono di questo servizio diventato parte strutturale della presenza in strada con oltre 6.300 pranzi, cene e prime colazioni servite ogni settimana dai volontari. “A Bari siamo presenti ogni sera con i nostri volontari per portare in strada con la Cucina mobile un sostegno alimentare completo, accurato nella preparazione e continuo nella distribuzione. Da oggi, grazie alla donazione di Nespresso, le persone che si rivolgono a noi vedranno un nuovo piatto inserito nel menù, gustoso e versatile, che si adatta bene a tutte le esigenze alimentari, sia per cultura che per dieta. Una novità concreta per continuare a essere al fianco delle persone fragili ogni giorno” ha dichiarato Alberto Sinigallia, presidente Fondazione Progetto Arca “Ora più che mai, il Banco Alimentare della Puglia è impegnato nel recupero del cibo, che destina quotidianamente a più di 47.000 persone in difficoltà – dichiara Luigi Riso, Presidente del Banco Alimentare della Puglia. Grazie alla collaborazione con Nespresso saremo in grado di donare riso a 174 strutture caritative. Siamo grati a Nespresso per averci coinvolti in questo progetto di economia circolare, un approccio che condividiamo e che è da sempre parte integrante della nostra azione quotidiana. " Siamo molto contenti che il progetto Da Chicco a Chicco abbia allargato i suoi confini, affiancando a Banco Alimentare nuove realtà che si adoperano per il bene comune sul territorio" ha aggiunto Stefania Menduno, Presidente del Banco Alimentare della Daunia. I dati sulle donazioni di riso si sommano a quelli relativi al riciclo delle capsule Nespresso che, nel primo semestre del 2024, hanno segnato un +8% a livello nazionale rispetto allo stesso periodo del 2023, consentendo di rimettere in circolo oltre 600 tonnellate di caffè e più di 55 tonnellate di alluminio, entrambe risorse pronte per essere riutilizzate. “Da Chicco a Chicco” è parte del programma “Nespresso per l’Italia” che racchiude progetti e iniziative per un impatto positivo e concreto sul territorio italiano, a favore non solo dell’ambiente ma anche delle persone e delle comunità.