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(Adnkronos) - Sabotaggi ai treni in Francia, nel giorno della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Parigi 2024, e Israele accusa l'Iran. Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha accusato Teheran di essere responsabile del sabotaggio dei treni francesi avvenuto oggi e ha sostenuto che la Repubblica islamica sta preparando un attacco contro la delegazione olimpica israeliana durante i Giochi olimpici di Parigi. La Compagnia nazionale delle ferrovie francesi (Sncf) ha denunciato un "attacco massiccio" contro la sua rete di treni ad alta velocità, situazione che colpisce tre delle quattro linee della capitale, Parigi, e che si verifica poche ore prima della cerimonia di apertura Giochi Olimpici. "Il sabotaggio dell'infrastruttura ferroviaria in tutta la Francia prima dei Giochi Olimpici è stato pianificato ed eseguito sotto l'influenza dell'asse del male dell'Iran e dell'Islam radicale", ha dichiarato Katz tramite un messaggio sul suo account Instagram. Le autorità francesi non hanno ancora attribuito l'azione a nessun gruppo o Paese specifico e il primo ministro ad interim, Gabriel Attal, ha chiesto questo pomeriggio cautela su qualsiasi tipo di accusa. "L'indagine è ancora in corso", ha indicato in dichiarazioni riportate da 'Le Monde'. Tuttavia, Katz ha assicurato che "secondo le informazioni" che hanno in questo momento i servizi segreti israeliani, "gli iraniani stanno pianificando attacchi terroristici contro la delegazione israeliana e tutti i partecipanti alle Olimpiadi" e di aver informato il suo omologo francese, Stéphane Séjourné, questa settimana. "Occorre adottare maggiori misure preventive per contrastare il loro complotto. Il mondo libero deve fermare l'Iran adesso, prima che sia troppo tardi", ha aggiunto il ministro israeliano. L'Iran ha respinto le accuse in maniera categorica.. "Le operazioni terroristiche non hanno posto nella dottrina politica dei gruppi di resistenza" anti-israeliani, ha scritto in un comunicato stampa la missione iraniana delle Nazioni Unite a New York. Israele, hanno affermato, "non può usare queste bugie e distrazioni per passare dal ruolo di carnefice a quello di vittima", si legge nel comunicato stampa citato dall'agenzia di stampa iraniana Isna.
(Adnkronos) - In un momento storico in cui la diversità e l'inclusione sono diventati temi centrali per il progresso sociale ed economico, Cida, la Confederazione italiana dei dirigenti e delle alte professionalità, e Valore D, la prima associazione di imprese in Italia che promuove la diversità, annunciano la firma di un importante protocollo di intesa. Una partnership finalizzata a promuovere cultura e leadership inclusiva nel mondo dell’impresa e della Pa, attraverso attività congiunte di sensibilizzazione e comunicazione. Obiettivo principale di questo protocollo è unire le competenze e le risorse delle due organizzazioni per sviluppare e implementare iniziative che promuovano la parità di genere nel settore pubblico e privato al fianco di una dirigenza informata, consapevole e partecipe dei valori della Dei (Diversity, Equity and Inclusion). Tre gli ambiti di azione specifici: Policy e best practice per mettere a disposizione e diffondere i modelli di governance, le policy e le buone pratiche aziendali sviluppate sulle tematiche dell’empowerment femminile e delle diversità; Osservatorio, per realizzare e veicolare agli associati ricerche al fine di assicurare la costruzione di una cultura inclusiva della managerialità; Cultura e innovazione sociale, per lavorare contro gli stereotipi di genere nelle scuole secondarie di primo grado e sull’orientamento alle professioni più richieste per le scuole secondarie di secondo grado, grazie ai programmi di Valore D Inspiring Girls e Wanter volti a supportare l’empowerment femminile e a stimolare la scelta di percorsi di studio/formazione Stem. "Ecosistema è la parola chiave che sta alla base del piano strategico di Valore D: per la nostra associazione, infatti, costruire partnership rappresenta lo strumento per moltiplicare l’impatto del cambiamento culturale e sociale e ottenere risultati significativi sul fronte dell’inclusione. Cida condivide la nostra visione che i manager del settore pubblico e privato sono tra i primi agenti del cambiamento e devono saper cogliere e affrontare le sfide della diversità e della parità che la società chiede a gran voce e che rappresentano fattori chiave per la crescita del Paese”, ha dichiarato Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D “Promuovere la parità di genere è una questione di giustizia sociale non più rinviabile per il nostro Paese. Esistono ragioni di sostenibilità non solo economica che ci impongono, come manager e come persone, di attuare un cambiamento culturale dentro e fuori le aziende. In Cida crediamo fermamente che una leadership inclusiva e diversificata faccia la differenza tanto nel settore pubblico quanto in quello privato. Collaborando con Valore D, intendiamo mettere in atto iniziative concrete che incoraggino una cultura manageriale basata sui principi di Diversity, Equity and Inclusion. Solo attraverso un impegno collettivo e una visione condivisa possiamo accelerare il percorso verso la parità e costruire un’Italia più equa e competitiva", ha affermato Stefano Cuzzilla, presidente di Cida.
(Adnkronos) - “Sono in prima linea per un cambio di rotta nelle politiche energetiche comunitarie, per un’Europa che investa sui gas rinnovabili invece di vietarli, ma che punti anche su fonti energetiche pulite ed innovative come l’idrogeno e i biocarburanti, su cui Bruxelles finora ha investito poco e male”. Così Isabella Tovaglieri, Gruppo ID, nel corso del suo intervento all’assemblea Assogasliquidi-Federchimica, che si è tenuta oggi a Roma. “Gli ultimi cinque anni di lavoro qui al Parlamento europeo - continua - sono stati fondamentali per porre le basi del futuro industriale del nostro paese, anche in un settore strategico come quello del gas. Come membro della commissione industria sono stata relatrice di un dossier delicato come la direttiva Casa Green, che per primo regolamenta a livello europeo l’uso del gas nel contesto domestico. Si tratta di una direttiva problematica per il nostro paese, frutto di un’impostazione green fortemente ideologica e poco attenta alle reali necessità del nostro settore energetico, che prevede dal 2040 il divieto di vendere e acquistare caldaie a gas e dal 2025 qualsiasi incentivo per sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili fossili, compresi anche i gas rinnovabili a bassissimo impatto ambientale come il biometano”. “I prossimi cinque anni – conclude – saranno fondamentali per definire l’approccio europeo ai gas, che deve essere uno degli elementi chiave del nostro mix energetico del futuro, e per rivedere provvedimenti green radicali come il divieto”.