(Adnkronos) - "Sarebbe opportuno e assolutamente necessario fare educazione sentimentale e sessuale a scuola, non possiamo demandare l'educazione sessuale ai nostri ragazzi alle piattaforme del porno, credo sia fondamentale tirarli fuori da quello che non è l'amore, con quella modalità violenta e drammatica che molti ragazzi interpretano in quel modo perché non hanno altre possibilità di apprendere". A dirlo è Alessandro Gassmann, oggi alla presentazione della terza stagione di 'Un professore' nell'ambito di Alice nella Città', commentando l'approvazione dell'emendamento della Lega che vieta l'educazione sessuo-affettiva nelle scuole. Gassmann, che nella fortunatissima serie dà vita al professore Dante Balestra ("il professore che non ho mai avuto, quello in cui tutti gli studenti ‘capra’ come ero io hanno potuto ritrovarsi", scherza l'attore romano), sottolinea: "C'è da dire che anche molte famiglie hanno cessato, non so per quale motivo, di fare il loro lavoro genitoriale". La serie coprodotta da Rai Fiction e Banijay, riparte in sei prime serate su Rai1 a partire da giovedì 20 novembre, e vede tra i protagonisti ancora una volta i volti amati di Claudia Pandolfi, Nicolas Maupas, Damiano Gavino, Nicole Grimaudo e tanti altri. "E' una serie a cui devo tantissimo, perché mi ha regalato un personaggio che non pensavo mi assomigliasse così", dice Gassmann. A parte la preparazione, ironizza: "Vengo fermato per strada da gente che mi chiede consigli filosofici, a me…". Uno dei pregi, spiega l'attore, è che "sia genitori che ragazzi mi dicono che quando la vedono si apre una discussione, che credo sia la dimensione che manca, quella del confronto tra generazioni". Tra i temi della fiction non manca l'attualità. E Gassmann non si sottrae a quello delle guerre e della Palestina: "Non ho paura a chiamarlo genocidio - dice tra gli applausi di una sala gremita- Siamo circondati da fronti di guerra minacciosi e così vicini a noi che non escludo che la serie possa toccare in futuro anche questi temi, sarebbe importante. La filosofia ha anche questo di bello, può aprirsi a tutto". Claudia Pandolfi nel ruolo di Anita quest’anno sarà anche una delle insegnanti del liceo. "Il regista ha voluto tenere la naturalezza e anche la volgarità di Anita, lei è autentica, sincera, schietta. Una donna che continuo ad amare". L'attrice è d'accordo sull'idea di scuola di Gassmann: "La scuola dei miei sogni dovrebbe arrivare ai ragazzi in modo differente, insegnare ai ragazzi educazione sessuale e sentimentale molto presto, prima che arrivi qualcuno a metterci una pezza. La scuola dei miei sogni è lungimirante". Tra i personaggi più seguiti della serie quello di Simone, interpretato da Nicolas Maupas: "Simone ha avuto un po’ di sfortune negli anni, ma un particolare della sua crescita è che non si lascia abbattere e trova sempre un modo per rialzarsi. Sarà sempre un po’ inseguito dai suoi problemi d’amore", dice senza poter spoilerare troppo. E così Damiano Gavino, che presta il volto a Manuel: "Lui è sempre deciso, ed è la cosa che mi piace molto di lui perché molto diverso da me. In questa stagione ha avuto un’ulteriore crescita, si lascia andare ala sua vera età". La serie che racconta le storie della 5a B del liceo Da Vinci, scritta da Sandro Petraglia, Valentina Gaddi, Sebastiano Melloni e Fidel Signorile, è diretta per la prima volta da Andrea Rebuzzi, che sceglie la metafora culinaria per raccontare la sua esperienza sul set: "Abbiamo fatto degli innesti , e con le new entry la maionese non è mai impazzita. Io sto assaggiando la ricetta prima di voi e ha un sapore eccezionale".
(Adnkronos) - “A marzo, insieme a Nestlé, abbiamo costruito un bando che ha avuto due obiettivi: lavorare sull’empowerment al femminile e diffondere nel territorio umbro la cultura del dono. Questo secondo punto è importante perché il crowdfunding aiuta le organizzazioni a coinvolgere il territorio e a partecipare alla realizzazione dei progetti”. Così la presidente della Rete del Dono, Valeria Vitali, alla conferenza stampa tenutasi ieri presso lo stabilimento Perugina di Perugia dove è stato premiato il progetto della Cooperativa Pepita volto a promuovere l’inclusione e la tutela delle donne. “Il bando si è composto in diversi momenti. Il primo è stato quello della definizione degli ambiti dell’intervento. Abbiamo deciso che il focus era quello di potenziare le competenze delle donne. Il secondo è stato quello di selezionare le organizzazioni che presentassero i progetti interessanti sul territorio umbro; poi portare avanti un percorso formativo sul digital fundraising e il crowdfunding; infine arrivare alla selezione che abbiamo condiviso con Nestlé e i suoi lavoratori e le lavoratrici”, ha continuato Vitali. “Del progetto di Pepita ci ha convinto il fatto che è trasversale e intergenerazionale - ha concluso la donna - Un’idea che coinvolge non solo le giovani, ma anche le donne anziane che mettono a disposizione delle nuove generazioni, la loro esperienza e il loro background”.
(Adnkronos) - Scetticismo verso le strategie UE in materia di ambiente, preoccupazione per le conseguenze sull’economia della transizione green e un messaggio rivolto a istituzioni e imprese: la sostenibilità non può limitarsi a essere dichiarata o raccontata, deve essere dimostrata concretamente e integrabile nelle pratiche quotidiane. È quanto emerge dalla rilevazione condotta tra gli utenti delle piattaforme digital dell’agenzia di stampa Adnkronos tra il 18 agosto e il 29 settembre 2025 e presentata questa mattina al Palazzo dell’Informazione nel corso dell’evento Sostenibilità al Bivio promosso da Adnkronos Q&A. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin partecipando all’evento ha dichiarato: "Quando parliamo di sostenibilità e strategie da ripensare, penso al biocarburante. I biocarburanti sono un percorso per abbattere notevolmente le emissioni, per la crescita del Paese, per la trasformazione delle raffinerie. il green Deal definito dalla normativa europea di cinque anni fa non prevedeva questo percorso, prevede percorsi non più attuali. Il Green Deal originario non prevedeva il nucleare e poi lo ha ammesso. Si possono trovare dei punti di equilibrio”. Ha poi aggiunto: “Se va bene tra oggi e domani chiudiamo la questione sulle aree idonee e il dl energia potrebbe andare in Cdm la prossima settimana. Il primo nodo riguarda la rete elettrica: la nostra rete elettrica è intasata, anche se non occupata. Noi abbiamo una rete elettrica che non è più ricettiva perché è virtualmente occupata; quindi, ci sarà una norma sull'occupazione virtuale della rete elettrica, una norma sui data center e sulle aree idonee. sulle bollette un primo effetto potrebbe esserci da una norma che elimina il perverso sistema di passo Gries. Per quanto riguarda il nucleare invece -conclude- in questa legislatura dobbiamo dare il quadro giuridico: pertanto la legge delega e le norme di attuazione che devono vedere le procedure di permitting, le valutazioni sulle tecnologie, l'agenzia di controllo, una grande formazione e istruzioni”. All’evento è intervenuto con un video messaggio il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso: “La transizione energetica rappresenta una delle sfide più rilevanti per il nostro Paese e per l’Europa, una sfida difficile anche perché ingabbiata dalla logica ideologica del Green Deal che ha tarpato le ali alle imprese europee. Fin dal nostro insediamento abbiamo scelto di assumere un ruolo da protagonisti rispetto al governo di questo processo proponendo in Europa un approccio equilibrato, responsabile, realistico, che si discosta completamente dall’ideologia del Green Deal orientata in via esclusiva all’elettrificazione, cioè a una tecnologia dominio di altri – della Cina- e sulla quale siamo terribilmente indietro. Abbiamo già ottenuto risultati concreti salvaguardando comparti chiave come l’automotive e riportando l’Italia al centro delle scelte europee sui dossier strategici. Proprio la questione centrale dell’auto ci fa capire che non basta fare i compiti a casa: è necessario cambiare le regole europee come finalmente anche la Germania vuole fare con noi”. Sono intervenuti all’evento i rappresentanti delle Istituzioni europee: Brando Benifei, Europarlamentare Pd, Carlo Corazza, Direttore dell’Ufficio del Parlamento europeo in Italia ed Enrico Giovannini, direttore scientifico ASviS. Top manager e rappresentanti del mondo accademico si sono invece confrontati su tre tavoli tematici. Il primo, sul tema 'Mobilità un approccio realmente sostenibile' ha visto protagonisti Daniela Biscarini, Ceo Ewiva, Francesco Calcara, President & CEO Hyundai Italia, Diego Cattoni, Amministratore Delegato Autostrade del Brennero, Caroline Chabrol, Direttrice Generale SNCF Voyages Italia. Hanno discusso, invece, di Economia circolare, la sostenibilità che fa crescere partendo dal primato italiano in materia, Paola Aragno, Vicepresidente Eikon SC, Domenico Calcaterra, Responsabile scientifico Fondazione Return, Giuseppe Pasceri, CEO Subito.it, Marco Versari, Presidente Consorzio Biorepack. Infine, Andrea Diamanti, Head of Wholesale Banking ING Italia, Alfredo Galletti, Corporate vice president e General manager Novo Nordisk Italia, Antonello Giunta, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fs Energy, Fabiana Marchini, Head Sustainability & of Corporate Affairs Gruppo Sanpellegrino, Federico Odella, CEO Bonduelle Italia, hanno preso parte al panel Le imprese, la sostenibilità nel core business mostrando come, nonostante il contesto incerto, le imprese continuino a investire sulla sostenibilità in tutti i settori. Nel dettaglio, dei circa 4.600 rispondenti alla rilevazione, il 69% pensa che il Green Deal europeo vada eliminato, segno di una forte disillusione. Solo il 10% ritiene, invece, che sia una priorità. Rispetto alla transizione green, il processo di trasformazione dei modelli economici, produttivi e sociali attuali verso un sistema più sostenibile, il 68% dei rispondenti dichiara che possa danneggiare l’economia. La percezione prevalente è che la transizione ecologica rappresenti un ostacolo allo sviluppo economico. La transizione verde passa anche attraverso una mobilità più sostenibile, in cui la diffusione delle auto elettriche rappresenta un elemento chiave: per i rispondenti alla rilevazione l’acquisto di un’auto elettrica è subordinata al prezzo e alla disponibilità di ricarica. Il 37% non compra vetture elettriche a causa del costo elevato e il 38% per i problemi legati alla ricarica. Sul versante delle aziende, comunicare il proprio impegno in verso la sostenibilità è per il 59% una strategia di greenwashing mentre per il 34% è un aspetto al quale dedicare maggiore attenzione. La responsabilità delle aziende in materia di sostenibilità per il 64% dei rispondenti non incide significativamente sulle scelte d’acquisto. La comunicazione delle aziende deve essere trasparente e basata sul dato: la fiducia si conquista con dati verificabili per il 65% dei rispondenti e con la coerenza (30%) con le azioni introdotte.