(Adnkronos) - Molti sono scettici sulla possibilità di un faccia a faccia tra Donald Trump e Kim Jong-un in occasione dell'attesa visita in Asia del presidente degli Stati Uniti, ma funzionari dell'Amministrazione Trump hanno parlato, in privato, dell'organizzazione di un possibile incontro. E' quanto rivela la Cnn. Non è stata ancora avviata la pianificazione logistica necessaria per un appuntamento del genere, dicono le fonti della rete americana che evidenziano le differenze con il primo mandato di Trump alla Casa Bianca. Fu quello dei tre incontri fra il tycoon e il leader nordcoreano, a cominciare dal faccia a faccia a Singapore del 2018, passando per i colloqui di Hanoi dell'anno successivo, fino alla stretta di mano a Panmunjom, sempre nel 2019. Tornato alla Casa Bianca Trump ha espresso sia in pubblico che in privato la volontà di incontrare Kim e i funzionari, riporta la rete americana, lasciano aperta la porta a un possibile incontro durante il viaggio del tycoon in Asia (a fine mese la Corea del Sud ospita il summit Apec). E, stando alle dichiarazioni riportate dai media di Pyongyang, anche Kim si è detto pronto a un incontro con Trump durante un discorso pronunciato il mese scorso di fronte al Parlamento nordcoreano. In ogni caso, riporta la Cnn, secondo il ministero dell'Unificazione sudcoreano non ci sono contatti tra Seul e Pyongyang per un possibile summit Usa-Corea del Nord. E, ha detto una fonte governativa sudcoreana, nonostante ci siano state due missioni di team della sicurezza della Casa Bianca in Corea del Sud in vista dell'imminente visita di Trump, la zona di Panmunjom non è stata tra quelle dei sopralluoghi. All'epoca del primo mandato di Trump alla Casa Bianca furono tre gli incontri con Kim. Cauta l'ambasciatrice sudcoreana negli Usa, Kang Kyung-wha. "Trump ha detto di essere aperto al dialogo e anche la Corea del Nord ha dato un segnale (in questo senso). Ma non ci sono sinora indicazioni che qualcosa del genere possa concretizzarsi in occasione del summit dell'Apec", ha affermato Kang in dichiarazioni riportate dalla stampa sudcoreana.
(Adnkronos) - “Casa Bice è un progetto di intergenerazionalità dove le ‘nostre giovani’, come chiamiamo le donne più anziane, vanno a incontrare altre giovani donne e neomamme, offrendo il loro sapere e la loro tradizione. Questa casa non è solo il sapere di queste donne, ma anche la forza della tradizione, delle cose semplici e il trasmettere dei valori dell’essere donna per cercare di guidare le nuove generazioni”. Così il responsabile della sede di Perugia della cooperativa sociale Pepita, Diego Buratta, alla conferenza stampa tenutasi ieri presso lo stabilimento Perugina di Perugia dove è stato premiato il progetto dell’organizzazione di cui fa parte, volto a promuovere l’inclusione e la tutela delle donne. “Con la possibilità che ci viene data vogliamo aumentare i nostri obiettivi e raggiungere altre ragazze. Vogliamo aiutarle e aiutare le loro famiglie. Ma non solo, vogliamo aiutarle anche nel lavoro. In questo modo, cerchiamo di educare un territorio importante come quello della nostra regione Umbria”, ha continuato Buratta. “All’interno di casa Bice c’è sicuramente uno scambio di competenze, ma c’è soprattutto uno scambio di qualità”, ha concluso.
(Adnkronos) - “In questo momento la mobilità sta vivendo una fase di grande trasformazione in Italia. I dati diffusi da Motus-E a giugno 2025 ci dicono che ci sono più di 67mila punti di ricarica diffusi su tutto il territorio italiano e solo nell’ultimo anno sono cresciuti di altri di 10mila. Anche le autostrade stanno facendo la loro parte, nel 60% delle aree di servizio troviamo stazioni di ricarica con una potenza maggiore di 150kw, che vuol dire soste brevi e viaggi più agevoli. Quindi, l’infrastruttura cresce e cresce bene. Ma da sola, non basta”. Lo afferma Daniela Biscarini, Ceo di Ewiva, intervenuta all’evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. “Abbiamo bisogno di più veicoli elettrici e di una nuova cultura di mobilità elettrica – sottolinea Biscarini -. Gli operatori del settore privato, come Ewiva, stanno anticipando molti investimenti per far sì di accogliere una domanda, ma c’è bisogno di un supporto a questa domanda. Quello che auspichiamo è che il settore pubblico, quello privato e i cittadini abbiano un’unica regia per far fronte a questa grande trasformazione del mercato. Anche in altri Paesi europei, la chiave della trasformazione è stata un’incentivazione più stabile a sostegno della domanda che ha creato maggiore confidenza nell’approccio al veicolo elettrico. Quindi, serve una regia unica per sostenere questo grande cambiamento”. “La mobilità elettrica non è solo una nuova cultura tecnologica ma è anche un cambio nella quotidianità di tutti. E per far sì che il cambiamento avvenga, bisogna lavorare tutti insieme per una maggiore informazione e sfatare i falsi miti sulla mobilità elettrica. È momento cruciale per questa trasformazione, o acceleriamo o rimaniamo indietro rispetto al resto del mondo”. "Per noi l'operazione di ricarica deve essere parte della quotidianità del guidare elettrico, per questo lavoriamo molto sulla semplificazione dell’esperienza utente. Siamo stati i primi Cpo in Italia ultraveloci a offrire la possibilità di ricaricare con pagamento contactless su tutte colonnine. E inoltre offriamo anche su tutta rete la funzionalità plug and charge, che consente di ricaricare semplicemente attaccando il cavo senza la necessità di scaricare una app o avere una tessera, questo per rendere la ricarica più accessibile e semplice. Lavoriamo molto sulla cultura della mobilità elettrica, investiamo sui giovani, andiamo nelle scuole per parlare di energie rinnovabili e mobilità sostenibile perché crediamo che il vero cambiamento passi anche da loro". “Ewiva si è data l’obiettivo di costruire una rete di ricarica ultraveloce diffusa sul territorio e alimentata al 100% da energie rinnovabili. Oggi abbiamo 1500 punti di ricarica su 400 siti diffusi su tutto il territorio. il 50% è al nord, il 27% al centro, il 23% al sud e isole. La collaborazione con i territori è fondamentale nella selezione dei siti dove costruire nuovi punti di ricarica. Infatti, i nostri partner sono sia privati sia le amministrazioni locali. Con loro selezioniamo e copriamo aree che prima non vedevano nessuna possibilità di ricaricare auto elettriche”. “Il 70% dei nostri siti ha 4 punti di ricarica e l’obiettivo è essere presenti per tutti i guidatori elettrici, da quelli che fanno lunghe percorrenze a quelli occasionali. Per questo, nella scelta dei nostri siti selezioniamo aree commerciali, tratte di lunga percorrenza o snodi strategici”, conclude Biscarini.