INFORMAZIONINuova Tirrena (Società di Groupama sa) spa Assicurazioni, Banche e Finanza Ruolo: Amministratore Area: Top Management Paolo Aicardi |
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(Adnkronos) - Un hotel in provincia di Belluno a inizio novembre avrebbe rifiutato la prenotazione a un gruppo di turisti israeliani che stava prenotando su Booking un soggiorno sulle Dolomiti, perché "in quanto responsabili di genocidio, non sono clienti ben accetti nella nostra struttura". Lo screenshot della risposta in inglese data dall'hotel di Selva di Cadore è stato pubblicato sul suo sito dalla Comunità Ebraica di Milano, che parla di una "discriminazione palese" e ricorda che "non è la prima volta che, dall’inizio della guerra in corso tra Israele e Hamas, albergatori italiani suscitano polemiche per attacchi nei confronti di israeliani ed ebrei". “In attesa di conoscere qualcosa di più su una notizia che, se confermata, è di estrema gravità, mi sento profondamente turbato e allibito per quanto è accaduto. Il Veneto deve garantire le porte aperte a tutti. Continuo a sperare che quanto riportato non sia vero, poiché l’ospitalità veneta non è questa. Credo fermamente che la nostra offerta turistica debba essere inclusiva, apolitica e rispettosa di tutti. L’ho sottolineato più volte e ribadisco che episodi del genere sono inaccettabili: il Veneto non è questo. Da secoli, siamo un popolo aperto al mondo e rispettoso delle identità altrui. La Repubblica Veneta è stata un esempio di integrazione, ospitando comunità come quella ebraica e favorendo una contaminazione culturale anche con il Medioriente e il mondo arabo che ha arricchito non solo il Veneto, ma l’intero Paese”, il commento del governatore veneto Luca Zaia. “Mai confondere i popoli con i loro governanti e con gli errori degli Stati. Ciò vale per gli israeliani come per i palestinesi”, dichiara quindi il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, in merito al rifiuto dell'hotel. “Nessuno confonde il popolo afghano con i Talebani - aggiunge Ciambetti - né il popolo iraniano con l’oscurantismo dell’estremismo religioso degli ayatollah e via dicendo. Qui a Venezia ebbi l’onore di incontrare di persona Shimon Peres, uomo che credeva nella pace e che voleva la pace: credeva in due nazioni e due Stati per gli israeliani e i palestinesi e questo obiettivo mi sembra ancora oggi l’unico realistico e possibile. Dobbiamo lavorare tutti per questo obiettivo e non mi sembra che l’ostracismo riservato a turisti israeliani sia il modo migliore per affrontare questa svolta: trovo sbagliata la scelta dei gestori dell’hotel dolomitico". "Invito tutti a non confondere questi gestori con il sistema dell’accoglienza e ospitalità di Selva di Cadore e dell’intero Veneto, che è di ben altra pasta e lungimiranza” conclude Ciambetti. “Il messaggio dell’albergatore di Selva di Cadore, se verrà confermato nei termini denunciati dalla comunità ebraica, è grave e va condannato con forza", il commento del segretario del Pd Veneto, Andrea Martella, in merito alla polemica esplosa nel Bellunese. “Rifiutare ospitalità a un gruppo di turisti solo perché israeliani, e giustificarsi denunciando i massacri in corso a Gaza, è una manifestazione da manuale di razzismo. Denunciamo anche in questa occasione ogni forma di antisemitismo, che rischia di alimentare un clima di preoccupante intolleranza. Come continuiamo ad auspicare il ritorno alla ragione, al dialogo, all’umanità. Le Dolomiti e il Veneto sono e rimangono terra di accoglienza e di apertura al mondo, non di odio e chiusura”, conclude il senatore Martella.
(Adnkronos) - RS Italia annuncia la pubblicazione della terza ricerca sul procurement dei materiali indiretti, comunemente detti mro (maintenance, repair, operations), realizzata in collaborazione con Adaci (Associazione italiana acquisti e supply management) e l'Università Europea di Roma. L'indagine offre uno sguardo completo sui trend, le sfide e le opportunità che le aziende italiane stanno cogliendo, evidenziando il passaggio da spesa necessaria a leva strategica per la competitività aziendale. Due sono i concetti chiave che emergono dalla Ricerca MRO 2024: maturità e digitalizzazione dei processi aziendali. Si tratta di veri e propri pilastri strategici, attraverso i quali il procurement evolve da semplice gestione dei costi a leva competitiva. La maturità, intesa come maggiore comprensione delle dinamiche legate alla spesa MRO e soprattutto come una crescita strategica del ruolo dell'ufficio acquisti, che risulta sempre più centrale per l'adozione di un approccio integrato e strategico ormai essenziale in questo settore. Accanto a questa, la digitalizzazione agisce come forza trainante per la comunicazione tra i diversi attori e l'agilità decisionale. Con strumenti digitali avanzati, le aziende possono ottenere visibilità in tempo reale su spese e fabbisogni, riducendo tempi e costi operativi. In tal senso, un esempio di eccellenza sono le aziende che hanno saputo combinare processi evoluti di approvvigionamento con una piena integrazione tecnologica. Altamente mature sia sul piano operativo che tecnico, queste organizzazioni hanno ottimizzato le procedure di acquisto e investito in strumenti avanzati come sistemi ERP e piattaforme di automazione. Grazie all'efficace utilizzo della tecnologia, queste aziende hanno migliorato la collaborazione interna, sono in grado di gestire proattivamente i fornitori e garantiscono trasparenza lungo tutta la catena di fornitura. Inoltre, questa flessibilità e capacità di adattamento consentono loro di identificare e cogliere rapidamente nuove opportunità strategiche, rafforzando ulteriormente la loro posizione competitiva. Questi i principali risultati della ricerca sul procurement dei materiali indiretti nelle imprese italiane condotta da RS Italia, ADACI e l'Università Europea di Roma, che hanno indagato le prassi più comuni e le criticità condivise grazie al contributo di oltre 200 professionisti che hanno risposto anonimamente alla survey che ha dato origina alla ricerca. "Interfacciandoci quotidianamente con numerose aziende, abbiamo rilevato problematiche costanti che l'ufficio acquisti deve gestire in ambito MRO: dalla scarsa visibilità dei fabbisogni alla gestione di asset obsoleti, dalla numerosità dei codici prodotto all'inefficienza del loro monitoraggio", spiega Massimiliano Rottoli, managing director di RS Italia. "Queste difficoltà sembrano essere legate a dinamiche strutturali, comuni al sistema Paese, ma anche a comportamenti difficili da scardinare nelle gerarchie aziendali, come procedure operative poco chiare o una scarsa comprensione delle necessità dei vari reparti da parte dell'ufficio acquisti. In questo contesto, le aziende manifestano sempre più spesso l'esigenza di incrementare la produttività tramite processi automatizzati e tecnologie avanzate per la gestione degli ordini. Allo stesso tempo, mostrano il bisogno di ottimizzare la catena di approvvigionamento, riducendo i costi ma senza compromettere la qualità dei prodotti e dei servizi acquistati", specifica Rottoli. Il primo capitolo, 'Comprendere cosa rende critica la gestione degli MRO', delinea le complessità che caratterizzano il procurement MRO, spesso sottovalutate ma fondamentali per garantire la continuità operativa aziendale. In particolare, dall'indagine emerge che le principali criticità includono l'obsolescenza delle attrezzature e degli asset, la gestione di codici prodotto frammentati e una scarsa visibilità sui fabbisogni reali. Più del 45% delle imprese intervistate, ad esempio, investe tra il 3% e il 20% del budget totale in MRO; una spesa significativa ma spesso non tracciata con precisione. Senza contare che anche le emergenze, come i fermi macchina, aggravano queste difficoltà, rendendo la gestione efficace della spesa MRO una sfida strategica per molte aziende. Il secondo capitolo, 'Sviluppare competenze specifiche e creare un mercato dei talenti', evidenzia una crescente richiesta di competenze specifiche per affrontare le sfide legate alla gestione degli acquisti indiretti. Più del 45% delle aziende interrogate riconosce che le competenze attuali non sono sufficienti per razionalizzare la spesa MRO in modo efficace, allo stesso tempo, il 25% degli intervistati effettua acquisti senza un metodo strutturato, basandosi su stime approssimative. Questo capitolo sottolinea l'importanza di formare professionisti in grado di ottimizzare i processi decisionali, non solo in ambito tecnico, ma anche organizzativo, inserendo quindi competenze digitali e gestionali, indispensabili per ridurre i costi operativi e migliorare la tracciabilità della spesa. Il terzo capitolo, 'Sfruttare il potenziale della digitalizzazione', sottolinea come la digitalizzazione sia una leva fondamentale per migliorare l'efficienza operativa e ridurre i costi di gestione. Dalla ricerca emerge che il 65% delle imprese utilizza già sistemi informativi integrati per gestire gli ordini e monitorare le scorte, ma la piena digitalizzazione del ciclo di acquisto MRO è ancora lontana. Solo il 12% delle aziende, infatti, utilizza tecnologie avanzate come il cloud computing o l'intelligenza artificiale. Questo capitolo approfondisce, in particolar modo, le barriere che limitano l'adozione della digitalizzazione, come la scarsa qualità e quantità dei dati disponibili e la difficoltà di integrare i sistemi aziendali con quelli dei fornitori, sottolineando come le imprese più evolute riconoscano l'enorme potenziale delle tecnologie digitali per migliorare la trasparenza e prevenire criticità operative. Il quarto capitolo, 'Costruire relazioni strategiche con fornitori specializzati, dimostra invece come una gestione efficace degli acquisti MRO non possa prescindere da relazioni solide e a lungo termine con fornitori specializzati. In particolare, questa sezione esplora l'importanza di sviluppare partnership strategiche che vadano oltre la semplice transazione commerciale. Il 74% delle imprese intervistate, ad esempio, preferisce lavorare con un numero limitato di fornitori selezionati, in grado di offrire soluzioni a valore aggiunto e supporto tecnico specializzato. Inoltre, l'adozione di sistemi collaborativi come il Vendor-Managed Inventory (VMI), in grado di demandare al fornitore la responsabilità di riassortire le scorte in esaurimento, avendo visibilità dei fabbisogni e delle disponibilità dell'impresa acquirente, è indicata come una delle migliori pratiche per ridurre i tempi di inattività operativa e migliorare la disponibilità di prodotti. Anche la sostenibilità si sta affermando come un criterio di selezione fondamentale. A tal proposito, si evidenzia come il 77% delle aziende premia i fornitori che offrono packaging sostenibili e soluzioni eco-friendly. Infine, il quinto capitolo, 'Aumentare la trasparenza e la collaborazione con gli stakeholders', affronta l'urgenza di instaurare un dialogo tra l'ufficio acquisti, i diversi reparti aziendali e i fornitori. Il 45% delle imprese segnala una scarsa visibilità sui fabbisogni MRO, che spesso si traduce in acquisti non pianificati e costi fuori controllo. Per affrontare queste problematiche, molte aziende stanno investendo in sistemi di tracciabilità avanzati e in piattaforme digitali di e-Procurement, che consentono di monitorare i processi d'acquisto in tempo reale. La collaborazione strategica con fornitori e stakeholder interni è considerata essenziale per ottimizzare la gestione delle scorte e migliorare l'efficienza complessiva. "Questa ricerca costituisce un punto di riferimento essenziale per comprendere lo stato attuale e le prospettive future del procurement indiretto in Italia. Dal canto nostro, da oltre 30 anni affianchiamo i clienti in veste di partner unico e affidabile per gli acquisti MRO. Non solo offriamo prodotti di alta qualità, ma anche una vasta gamma di servizi a valore aggiunto che semplificano, accelerano e automatizzano i processi aziendali. Dalla digitalizzazione del ciclo di acquisto tramite sistemi di e-Procurement alle soluzioni per la gestione ottimale del magazzino, ci impegniamo a ridurre i costi e migliorare la disponibilità dei prodotti. Guardando al futuro, siamo pronti a supportare le aziende nella loro trasformazione digitale, contribuendo a migliorare l'efficienza e la sostenibilità nel settore MRO", conclude Rottoli. RS Group è un fornitore globale di soluzioni, prodotti e servizi per clienti industriali, che consente loro di operare in modo efficiente e sostenibile. Il Gruppo opera in 36 mercati, con un assortimento di oltre 800.000 prodotti industriali e specialistici, e offre un'ulteriore selezione di cinque milioni di articoli rilevanti per i clienti industriali, provenienti da oltre 2.500 fornitori. Questo ampio catalogo supporta i clienti lungo tutto il ciclo di vita industriale, dalla progettazione alla costruzione e alla manutenzione di attrezzature e operazioni. Migliora l'esperienza dei clienti grazie a un modello di servizio personalizzato, sfruttando in modo sostenibile un'infrastruttura fisica, digitale e di processo efficiente. La sua missione, 'Raggiungere risultati straordinari per un mondo migliore', riflette l'impegno nel generare risultati per le persone, il pianeta e il profitto. RS Group pic è quotato alla Borsa di Londra con il simbolo RS1 e ha registrato un fatturato di 2,942 miliardi di sterline nell'anno conclusosi il 31 marzo 2024.
(Adnkronos) - A2a ha aggiornato il proprio piano strategico 2024 - 2035, confermando investimenti per 22 miliardi di euro suddivisi in 6 miliardi per l’economia circolare e 16 miliardi per la transizione energetica, che permetteranno di raggiungere nel 2035 un Ebitda di 3,3 miliardi di euro e un utile netto superiore a 1 miliardo di euro. Sul fronte dividendi, la nuova politica del Gruppo prevede una crescita sostenibile del dividendo per azione di almeno il 4% annuo, rispetto al 3% annuo previsto nel precedente Piano presentato a marzo 2024. “Guardiamo al 2035 con un Piano che coniuga generazione di valore sostenibile, decarbonizzazione, innovazione e contributo all’autonomia energetica del Paese. Sono scelte strategiche che indirizzano i nostri business e trovano conferma nel Rapporto Draghi per il rilancio della competitività europea" afferma l'amministratore delegato di A2a, Renato Mazzoncini. "La nostra visione di lungo periodo - aggiunge - ci ha consentito di essere solidi di fronte alle incertezze geopolitiche ed economiche di questa fase storica, e di ottenere ottimi risultati, superiori alle previsioni. Per questa ragione abbiamo potuto fare nuovi investimenti anticipando cantieri e rivedendo al rialzo i dividendi per i nostri investitori”. L’ambizione del Gruppo nell’orizzonte di piano prevede il mantenimento dei principali target industriali, tra cui 3,4 miliardi di euro di Rab nelle reti elettriche, 5,7 Gw di capacità da fonti rinnovabili e oltre 7 milioni di tonnellate di rifiuti trattati al 2035. Il percorso di trasformazione industriale del Gruppo poggia sul costante incremento degli investimenti annui da 0,8 miliardi di euro medi nel periodo 2018-20 a 1,8 miliardi di euro medi nel 2031-35, con una progressiva focalizzazione verso business future-fit. "Dopo aver destinato importanti risorse per un ampio piano di welfare a supporto della genitorialità a favore dei dipendenti del Gruppo - conclude Mazzoncini - abbiamo deciso di proporre alla prossima Assemblea degli Azionisti un Piano di Azionariato Diffuso. Vogliamo coinvolgere tutti i colleghi nel percorso di crescita dell’azienda e condividere con loro i risultati di un lavoro costruito insieme." Alla luce dei risultati dei primi nove mesi A2a rivede al rialzo la guidance per l'esercizio in corso. Il Gruppo raggiungerà infatti per il 2024 un Ebitda compreso tra 2,28 e 2,32 miliardi di euro e un utile netto ordinario tra 0.80 e 0.82 miliardi di euro sulla base degli ottimi risultati dei primi nove mesi, in particolare grazie alle performance delle business unit Generazione & Trading e Mercato. A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con una posizione finanziaria netta al 30 settembre 2024 pari a 4.011 milioni di euro. Era di 4.683 milioni al 31 di dicembre 2023. Escludendo gli impatti delle variazioni di perimetro intervenute nell’arco del periodo in esame pari a 65 milioni di euro e l’emissione del bond ibrido per -742 milioni di euro, la posizione finanziaria netta si attesta a 4.688 milioni di euro, sostanzialmente allineata a quella del 31 dicembre 2023. Grazie alla generazione di cassa dei primi nove mesi è stata garantita la copertura di investimenti per 898 milioni di euro e dividendi per 300 milioni di euro. A2a ha chiuso i primi nove mesi del 2024 con un risultato operativo netto in crescita del 56%, attestandosi a 1.070 milioni di euro, rispetto allo stesso periodo del 2023, nel quale è stato di 685 milioni. La variazione è riconducibile all'aumento del margine operativo lordo in parte compensato dall'effetto netto dell'incremento degli ammortamenti e dalla diminuzione degli accantonamenti al netto dei rilasci, relativi, in particolare, a contenziosi fiscali. In calo, invece, gli oneri finanziari netti: dai 103 milioni registrati nello stesso periodo dello scorso anno, ai 95 milioni di euro attuali, principalmente per minori oneri per bond e finanziamenti scaduti. Le Imposte si attestano a 286 milioni di euro, con un tax rate al 29%, in linea con quello dello stesso periodo dell’anno precedente, in crescita di 117 milioni di euro rispetto ai primi nove mesi del 2023 per l’aumento della base imponibile. A2a ha chiuso i primi 9 mesi del 2024 con un margine operativo lordo pari a 1.804 milioni di euro, in aumento del 33% (+447 milioni) rispetto allo stesso periodo del 2023 (1.357 milioni di euro). Al netto delle partite non ricorrenti (+16 milioni di euro nel 2024, +7 milioni di euro nel 2023), il margine operativo lordo ordinario è pari a 1.788 milioni di euro, in aumento del 32% (+438 milioni di euro), rispetto ai primi nove mesi del 2023 (1.350 milioni di euro) grazie al contributo di tutte le business unit, in particolare la business unit Generazione & Trading e la business unit Mercato.