(Adnkronos) - Nuova vita per Diego Forlan. L'ex attaccante di Atletico Madrid e Inter, dopo essersi ritirato nel 2019, ha cominciato una nuova carriera, questa volta nel tennis. L'uruguaiano, da sempre grande amante della racchetta, ha fatto il suo esordio nel circuito Atp ieri, mercoledì 13 novembre, all'Uruguay Open, torneo Challenger che si tiene a Montevideo. Forlan, 45 anni, ha giocato nel doppio insieme all'argentino Federico Coria, 33enne al 101esimo posto nel ranking Atp, ma ha perso contro i boliviani Boris Arias e Federico Zeballos. La partita si è infatti chiusa in due set con il punteggio di 6-1, 6-2 e appena 46 minuti giocati. Il debutto di Forlan è stato accolto con entusiasmo dal pubblico uruguaiano, che ha riempito gli spalti e tifato per l'ex centravanti della Nazionale. Dopo la partita Diego ha preso il microfono e ringraziato tutti i presenti, mentre Coria si è detto "onorato di aver condiviso il campo con una leggenda del calcio uruguaiano". Diego Forlan è solamente l'ultimo di un lungo elenco di atleti che hanno cambiato sport. Il più illustre è senza dubbio il caso di Michael Jordan. Dopo aver vinto tre titoli Nba e altrettanti Mvp con i Chicago Bulls, quello che è considerato il più grande giocatore di basket di tutti i tempi decide, nel 1993, di lasciare i parquet americani per dedicarsi al baseball. Jordan viene quindi ingaggiato dai Chicago White Sox, una delle più importanti squadre della Major League Baseball, ma la sua avventura non è molto fortunata e dura soltanto un anno e mezzo. MJ torna quindi in Nba e vince altri tre campionati con i Bulls. In Italia un esempio di versatilità sportiva è senza dubbio Valentino Rossi. L'ex pilota, nove titoli vinti in MotoGp, una volta abbandonate le moto si è infatti reinventato pilota di rally, passione che ha coltivato anche durante la sua carriera sulle due ruote. Rossi aveva infatti già esordito nel Mondiale nel 2002, riuscendo poi a vincere per ben sette volte il Rally di Monza, l'ultima volta nel 2018. Dopo il ritiro Valentino ha partecipato al Campionato del mondo endurance, al GT World Challenge Europe e ad alcune gare Endurance della 24H Series e dell'Intercontinental GT Challenge. Anche Usain Bolt, dopo essersi ritirato dall'atletica, ha provato a cambiare vita. Il velocista giamaicano, che in carriera ha conquistato ben otto ori olimpici tra 100 metri, 200 e staffetta, ha deciso di seguire il sogno di diventare calciatore professionista. Bolt, da sempre grande tifoso del Manchester United, giocò una partita di beneficenza all'Old Trafford e venne ingaggiato da diversi club in giro per il mondo, che fiutaro l'occasione soprattutto per ragioni di marketing. Prima Bolt giocò in Norvegia con lo Stromsgodset, poi si trasferì in Australia con i Central Coast Mariners. Alla fine però, dopo essersi allenato anche con il Borussia Dortmund, decise di ritirarsi ammettendo: "Non voglio dire di non averci creduto, ma penso che non l’abbiamo fatto nel modo in cui avremmo dovuto. Ho comunque imparato la lezione, si vive e si impara". Breve esperienza nel tennis professionistico anche per Paolo Maldini, che debuttò in doppio nel Challenger di Milano, ma si ritirò subito dopo la sconfitta. È ancora in attività l'ex portiere del Chelsea Petr Cech, che ha difeso i pali dei Guildford Phoenix, squadra inglese di hockey su ghiaccio. Si è reinventato anche Gareth Bale, che dopo le polemiche per il suo "prima il Galles, poi il golf e dopo il Real Madrid", è diventato un golfista professionista. Rio Ferdinand, leggenda del Manchester United, una volta appesi gli scarpini al chiodo si dedicò alla boxe, mentre l'ex Inter Ivan Perisic ha esordito nel beach volley. Un'altra vecchia conoscenza della Serie A, Gabriel Omar Batistuta, si è dilettato nel polo, con una breve parentesi anche tra i professionisti. Primoz Roglic, prima di diventare ciclista, si stava affermando sugli sci. Tyson Gay invece lasciò l'atletica per lo slittino. L'ex pilota di Formula 1 Jenson Button oggi si diverte con il triathlon, disciplina IronMan. Storie incredibili sono quelle di Bo Jackson e Deion Sanders, che negli anni '90 furono capaci di giocare contemporaneamente a football americano e a baseball.
(Adnkronos) - Importante traguardo per il Centro studi del consiglio nazionale degli ingegneri. L’istituzione, infatti, compie quest’anno 25 anni e il Cni ha deciso di celebrare questa significativa ricorrenza attraverso un evento che si terrà a Roma il prossimo 15 novembre. La storia del Centro studi CNI si è intrecciata con una lunga stagione di trasformazione e crescita del sistema ordinistico e del nostro Paese. A metà degli anni ’90 il Cni aveva avvertito la necessità di dare vita ad una svolta rispetto alle evoluzioni che erano in atto sia all’interno del sistema ordinistico che nel sistema economico e sociale del Paese. L’ingegneria diventava sempre più “poliedrica” con l’affermarsi di nuovi ambiti di specializzazione. Tuttavia, il sistema ordinistico era messo in discussione e visto sostanzialmente come un ostacolo al libero dispiegarsi delle dinamiche concorrenziali e di mercato. Da allora il Cni ha cercato di intercettare e di comprendere i cicli evolutivi del paese, con il preciso intento di acquisire un più marcato status di corpo sociale intermedio e di organismo di rappresentanza in grado di cogliere le istanze degli iscritti all’Albo e di interloquire in modo autorevole con le Istituzioni, con le forze politiche e con numerosi altri attori del contesto economico. Il Centro Studi ha accompagnato il Cni in questo percorso di crescita e di affermazione come organo di tutela degli interessi collettivi e come organo di rappresentanza degli iscritti all’albo e dell’ingegneria nel suo complesso. C’era poi un obiettivo che andava ben oltre l’istituzione del Centro Studi. Chi governava allora il Consiglio nazionale degli ingegneri si proponeva di diventare struttura di rappresentanza della classe dirigente. Per esserlo davvero, però, era necessario possedere conoscenza, competenza e capacità di visione, doti che certamente ai ranghi dell’ingegneria italiana non sono mai mancate. In questo senso, il Centro Studi ha rappresentato un supporto determinante. Con le sue analisi e i suoi rapporti è riuscito a scandagliare i molteplici fenomeni che hanno attraversato la società, contribuendo ad elaborare le migliori strategie per affrontare il futuro degli ingegneri. “Ormai da 25 anni il Centro Studi accompagna e supporta il Consiglio Nazionale nella sua attività politico-istituzionale – dice Angelo Domenico Perrini, presidente del Cni- l’adeguata rappresentanza dei nostri iscritti e, più in generale, dell’ingegneria italiana deve appoggiarsi necessariamente sulla conoscenza puntuale dei fenomeni e delle tendenze che attraversano il Paese, nelle sue diverse fasi storiche. In questo senso, le analisi e i rapporti del Centro Studi per noi hanno rappresentano e continueranno a rappresentare un elemento irrinunciabile”. “Quello che celebriamo quest’anno è un anniversario importante che rappresenta contemporaneamente uno sguardo sulla strada percorsa e uno stimolo per l’avvenire", afferma Gianni Massa, presidente della Fondazione Cni. "La cultura tecnica e le rappresentanze di categoria hanno necessità, per continuare a costruire il ruolo di congiunzione tra professione e politica, di approfondimento scientifico e di valutazioni di impatto sociale, economico e professionale. In questo senso, il Centro Studi offre un supporto indispensabile”, spiega ancora. “I 25 anni del Centro Studi rappresentano un momento di riflessione importante per tutta la categoria – dice Marco Ghionna, presidente del Centro studi Cni - guardare con l'esperienza del passato, il presente e il futuro sarà un esercizio molto importante ed utile per tutti gli ingegneri. L’evento è un momento di osservazione dei nostri motivi identitari con sguardo socio-filosofico, proprio per apprezzarne confini differenti. Un traguardo importante e di tutti”. L’evento celebrativo, che avrà per titolo 'Un lungo percorso guardando al futuro. 25 anni di Centro studi Cni', prenderà avvio con i saluti del presidente del Cni Angelo Domenico Perrini, del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Marina Calderone, del Vice Ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto e del Vice Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Galeazzo Bignami. In seguito Gianni Massa, Presidente della Fondazione CNI, introdurrà uno spazio di riflessione dedicato ai professionisti e all’idea di classe dirigente cui parteciperanno Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, e il filosofo Silvano Tagliagambe. Quindi spazio alle testimonianze con gli interventi dei past president del Centro Studi Paolo Stefanelli, Romeo La Pietra, Luigi Ronsivalle e Giuseppe Maria Margiotta. Infine, ci si proietterà verso il futuro dell’istituzione con gli interventi di Ylenia Colella del Network Giovani Ingegneri e dell’attuale Presidente del Centro Studi Marco Saverio Ghionna. L’appuntamento è per venerdì 15 novembre a partire dalle ore 15 presso lo Spazio Eventi “La Lanterna” in Roma.
(Adnkronos) - "L’impatto del settore agricolo sull’ambiente sta migliorando secondo i dati del settore. Abbiamo analizzato l’evoluzione delle vendite degli agrofarmaci che segna una diminuzione dei volumi dei prodotti venduti ma raddoppiano i principi attivi negli ultimi dieci anni dei prodotti di tipo biologico". A dirlo dichiara Enrica Gentile, ceo & founder Areté srl, società indipendente di ricerca responsabile scientifica del report sugli agrofarmaci presentato oggi dall’Osservatorio Agrofarma a Roma presso Palazzo Ripetta. "In realtà - ha spiegato - all’interno del mercato degli agrofarmaci che è in contrazione, in risposta alla domanda di sostenibilità, abbiamo un aumento dei principi attivi biologici che salgono. Bisogna sottolineare la contrazione delle grandi colture italiane, spicca tantissimo quella del mais, con un -32%, penalizzato dagli andamenti produttivi degli ultimi anni che ha lasciato spazio alla soia e ad altre colture sostitutive. Inoltre va segnalato per le colture frutticole l’espansione del nocciolo come superficie coltivata dovuta agi investimenti di aziende capo filiera". "Un dato da segnalare - ha sottolineato - è un caso di rese proprio del nocciolo perché molte delle superfici nuove non sono ancora in piena produzione. Dal punto di vista meteorologico abbiamo osservato l’incremento delle temperature, l’aumento dei giorni molto caldi nell’arco degli ultimi dieci anni, costantemente sopra la media nell’ultimo trentennio. E anche la forte variabilità per quanto riguarda le piogge tra annate molto siccitose e annate molto piovose che impatta sulle tecniche agronomiche e di difesa delle colture”.