INFORMAZIONIPaola Ugolini |
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(Adnkronos) - "Il caso Gergiev va ben oltre una semplice polemica su un concerto. Rappresenta un vero e proprio termometro di una società che ha perso il senso della misura, della proporzionalità e della giustizia". Lo dice all'AdnKronos, Roberto Vannacci, vicesegretario della Lega e eurodeputato del Carroccio, commentando il caso del direttore d'orchestra russo invitato a Caserta, al centro delle polemiche per il suo presunto filo-putinismo. Quanto avviene "è il simbolo di un'Europa che, nel tentativo di combattere l'autoritarismo altrui, ha finito per sviluppare un suo particolare tipo di autoritarismo, quello del pensiero unico mascherato da democrazia". Per Vannacci si torna a parlare di censura: "Ma questa volta non si tratta di social media o di trapper che cantano di droga e violenza. Questa volta il caso è più emblematico e grottesco. C’è un direttore d’orchestra, Valery Gergiev, che viene sottoposto a una gogna mediatica perché doveva esibirsi alla Reggia di Caserta, dopo un invito ricevuto dalla Regione Campania. Il suo crimine però è ben più grave: essere russo e non aver rinnegato pubblicamente Putin", avverte l'ex capo della Folgore. Nella valutazione di Vannacci il crimine di Gergiev "così come platealmente denunciato da eurodeputati del Pd come Pina Picierno, è quello di far parte della 'casta di sostenitori di Putin' insieme 'ai complici dei crimini di guerra'. È difficile pensare che Picierno abbia fatto questa dichiarazione senza un motivo preciso: evidentemente aveva bisogno di visibilità mediatica a buon mercato visto che, evidentemente, non ha altre occasioni per apparire. E infatti, l'Unione Europea ha dimostrato la sua straordinaria eleganza diplomatica 'avvisando' De Luca che 'non va dato spazio ad artisti che sostengono ad oltranza Putin'". "Ma il bello deve ancora arrivare -aggiunge- la vedova di Navalny, ben più quotata nei salotti progressisti, ha riempito i suoi canali social definendo Gergiev 'criminale' e 'complice'. Così, con la facilità con cui si ordina un caffè al bar si definisce una persona contraria all’ideologia di genere un omofobo, uno che avversa l’immigrazione clandestina un razzista, uno che rispetta le forze dell’ordine un fascista e un maestro della musica classica diventa un criminale", dice commentando l'intervento della moglie del dissidente russo morto in carcere. "Parliamo di un musicista che ha dedicato tutta la sua vita alla cultura e, semplicemente perché è russo, mancherebbe delle 'qualità' politicamente accettabili che l'Occidente richiede, quindi viene trattato come un criminale di guerra", replica il generale. E ancora: "Stiamo assistendo ad una modalità di razzismo culturale travestito da antifascismo. Gergiev subisce sanzioni non per ciò che ha compiuto, bensì per ciò che rappresenta un russo che non si è piegato al diktat occidentale". "Qui emerge tutta la mostruosa ipocrisia di questa gente: quelli che vorrebbero abbattere i muri e costruire ponti, quelli dell'accoglienza indiscriminata, quelli delle libertà, della democrazia, dell'abolizione delle frontiere, della tolleranza e dell'inclusione sono i primi a epurare chi non la pensa come loro. E non fanno eccezione settori come la cultura, l'arte e lo sport. Se appartieni ad Afd non puoi lavorare e se sei un artista russo non ti puoi esibire... però finanziamo le Ong che portano clandestini sulle nostre coste. Ecco la coerenza del pensiero progressista: apertura totale per chi serve alla loro agenda, ghigliottina immediata per chi osa dissentire". "Il caso Gergiev è emblematico dell'atteggiamento che la sinistra europea ha adottato in queste regioni del mondo, quasi come un nuovo braccio dell’Inquisizione. È necessario non solo eccellere nel campo dell’arte, ma anche passare il dovuto esame di conformità ideologica. Un artista non ha più la libertà di 'creare bellezza', ma deve imparare a ottemperare ai dogmi centrali propugnati dalla stampa progressista. E guai a chi ha l'ardire di dissentire, o ancor peggio, mantenersi nell’auspicabile e politico equilibrio di non schierarsi. È così che si scivola verso un regime di dittatura culturale: un tassello alla volta, un artista alla volta, una ragione alla volta e una conferenza sulla 'remigrazione' alla volta", aggiunge. "La sinistra si riempie la bocca con parole come 'diversità' e 'inclusione', tuttavia applica una delle esclusioni più spietate verso chi non si conforma alla sua visione del mondo. Mentre predica la tolleranza, mostra invece un'intolleranza totale. E mentre celebra il dialogo interculturale, elimina chiunque non segua i suoi dogmi ideologici -dice il leghista- . Il presidente De Luca, almeno, ha avuto il coraggio di difendere la sua scelta, parlando di 'dialogo culturale'. Ma è rimasto praticamente solo, circondato da una schiera di segugi dei media pronti a scatenarsi contro chiunque osi sfidare l'ortodossia del momento". "Quello che mi colpisce di più è la totale mancanza di senso critico in questa situazione. Nessuno si è preso un momento per riflettere su cosa significhi davvero escludere un artista a causa delle sue presunte idee politiche. Nessuno si è chiesto se sia giusto trasformare la cultura in un tribunale ideologico. Nessuno ha considerato che, in questo modo, si sta creando un precedente estremamente pericoloso per la libertà e per l’estro artistico. Ma forse è proprio questo il punto: instaurare un clima di terrore culturale in cui ogni artista, ogni intellettuale, ogni scrittore sa di dover 'camminare sulle uova' per evitare la scomunica mediatica. Un ambiente in cui l'autocensura diventa la norma e il conformismo l'unica via per sopravvivere", conclude.
(Adnkronos) - Con la Circolare 9/E del 24 giugno 2025, l’Agenzia delle Entrate interviene sul fronte della compliance fiscale, offrendo una visione più chiara del Concordato preventivo biennale (Cpb). Il documento interviene a dettagliare le nuove regole di adesione al concordato, che si applicheranno già a partire dal biennio 2025-2026 e lo fa disegnando un sistema più selettivo, ma al tempo stesso più flessibile e orientato al merito. Una riforma che chiama in causa il ruolo del professionista fiscale, sempre più strategico nel guidare imprese e contribuenti verso un rapporto più collaborativo e trasparente con il fisco. Secondo Raffaele Di Capua, fondatore dello studio Di Capua & Partners, la circolare rappresenta “un passaggio cruciale nel consolidamento del Concordato preventivo biennale come strumento di compliance evoluta". "L’introduzione di soglie massime per i contribuenti ad alta affidabilità fiscale e la possibilità di rimodulare la proposta in presenza di eventi straordinari - prosegue - segnano un’evoluzione verso una fiscalità più equa, trasparente e prevedibile. Di particolare rilievo è il nuovo regime opzionale di imposta sostitutiva, che, con aliquote graduate (10%-15%) in base al punteggio Isa, premia comportamenti virtuosi e continuità dichiarativa”. Ma non mancano le voci critiche. Secondo la visione di Proactiva, le modifiche introdotte rischiano di indebolire ulteriormente l’attrattività di uno strumento che, già nella sua prima versione, non aveva riscosso grande entusiasmo tra i contribuenti. “Dal punto di vista tecnico le novità rilevanti, che riguardano le nuove adesioni a partire dal biennio 2025 2026, prevedono l’introduzione di nuove cause di decadenza/cessazione introdotte al fine di contrastare possibili utilizzi distorsivi del nuovo istituto e una soglia massima relativa al maggior reddito non tassato eccedente quello concordato”, spiega Luca Bisignani, Partner di Proactiva Corporate & Tax. “Nel complesso si tratta di interventi solo parzialmente mitigati da altri di minor rilevanza, che inevitabilmente riducono l’appeal dell’Istituto il quale già di per sé non aveva incontrato particolari favori presso i contribuenti. Tali ulteriori limitazioni e restrizioni fanno ragionevolmente pensare che, nel corso dei prossimi anni, il Concordato preventivo biennale sia destinato a ‘sgonfiarsi’ al pari di altre agevolazioni che nel recente passato sono state introdotte con le migliori intenzioni per poi essere fortemente rimaneggiate e combattute all’esito delle prime verifiche sui dati di adesione e di gettito, come Industria 4.0 e 5.0 o il Superbonus al credito imposta R&S”, sostiene. Nella sua lettura Moore riconosce nella circolare un importante passo avanti verso un sistema di maggiore selettività, ma anche più maturo e orientato al merito. “L’introduzione di limiti quantitativi per i soggetti con elevato Isa è un messaggio chiaro”, aggiunge Paolo Borghi, partner dello studio Moore Professionisti Associati. “Il concordato - spiega - non è più solo uno strumento di semplificazione, ma diventa un vero e proprio patto di affidabilità tra contribuente e Amministrazione. Positiva anche l’apertura alla possibilità di comunicare eventi straordinari, che rende il meccanismo più flessibile e vicino alla realtà operativa delle imprese. Di contro, l’inasprimento delle cause di esclusione, penso soprattutto a operazioni straordinarie e partecipazioni incrociate, richiede una pianificazione ancora più attenta e consapevole. I controlli aumentano, ma crescono anche le tutele e i vantaggi per chi sceglie di aderire”. Un’evoluzione che rafforza ancora una volta il ruolo del consulente fiscale. “Dovremo guidare i clienti in scelte ponderate, valutando non solo la convenienza economica, ma anche la sostenibilità e la coerenza del percorso fiscale che intendono intraprendere”, conclude.
(Adnkronos) - Il Consiglio di Amministrazione di Fondazione Banco Alimentare Ets, recentemente insediato, ha nominato Marco Piuri nuovo presidente della Fondazione e Pietro Maugeri come vicepresidente. Contestualmente, è stato conferito l’incarico di direttore generale a Donato Didonè, già membro del Board of Directors di Feba (Federazione Europea dei Banchi Alimentari). Piuri succede a Giovanni Bruno, che ha guidato la Fondazione per due mandati, dopo un precedente impegno all’interno del Consiglio di Amministrazione, accompagnandola in un decennio di trasformazioni profonde, tra cui la pandemia e le conseguenti crisi economiche e sociali - spiega Banco Alimentare in una nota - Sotto la sua guida, Banco Alimentare ha rafforzato la propria identità e capacità di risposta, consolidandosi come riferimento nel Terzo Settore per il recupero delle eccedenze alimentari e il sostegno a chi è in difficoltà. Marco Piuri, classe 1960, laureato in Economia e Commercio all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, porta con sé un ampio bagaglio di esperienza manageriale a livello nazionale e internazionale e in società quotate. È noto per la sua capacità di coniugare rigore gestionale, visione strategica e attenzione alla persona. “Raccolgo con gratitudine il testimone di una grande esperienza, costruita con intelligenza, passione e dedizione in oltre trent’anni di storia - ha dichiarato Marco Piuri - Un patrimonio prezioso che va custodito e, allo stesso tempo, rilanciato e rinnovato profondamente: perché le sfide che ci attendono - dalla crescente povertà alimentare alla necessità di moltiplicare le occasioni di recupero lungo tutta la filiera - ci chiedono di innovare, collaborare, agire con sempre maggiore efficacia e responsabilità. Vogliamo intensificare la cooperazione con le aziende, le istituzioni e i territori, ampliando la capacità di recupero lungo tutta la filiera e sostenendo le oltre 7.600 strutture caritative convenzionate, che ogni giorno portano aiuto concreto a circa 1.800.000 persone. Il nostro obiettivo è duplice: alleviare i bisogni e generare cultura della condivisione”. A guidare operativamente la Fondazione sarà Donato Didonè, nominato direttore generale. Didonè ha maturato una lunga esperienza all’interno di importanti realtà della produzione agroalimentare, sviluppando una profonda conoscenza del settore. “Porto con me competenze nel settore food e una rete di rapporti e relazioni che potrà rafforzare la capacità di Banco Alimentare di recuperare più cibo, contribuendo in maniera incisiva alla lotta alla povertà alimentare mantenendo l'attaccamento all'origine del Banco - ha dichiarato Didonè - Dal giugno 2024 ho assunto anche il ruolo di delegato per Banco Alimentare all’interno della Federazione Europea dei Banchi Alimentari (Feba): un’occasione preziosa per condividere buone pratiche, dialogare a livello europeo e portare in Italia stimoli e strumenti utili per affrontare le nuove sfide che ci attendono”. Il nuovo Cda, che guiderà la Fondazione nel triennio 2025-2028, è composto da: Berni Leonardo, presidente Banco Alimentare Toscana Odv, Cfo Gruppo Teresa e Tommaso Becagli; Falcone Francesco Gerardo, presidente Banco Alimentare Calabria Odv, imprenditore settore alberghiero; Galbiati Emiliano, Partner Dgm Consulting Srl Sb, consulente di direzione; Maugeri Pietro, neo eletto vicepresidente del Cda di Fondazione Banco Alimentare, presidente Banco Alimentare della Sicilia Odv, dottore commercialista specializzato in diritto del lavoro e partner Studio Scacciante&Associati; Kron Manuela, consulente, direttore Corporate Affairs Nestlè Italia fino al 2024; Piuri Marco, presidente Fondazione Banco Alimentare Ets, Senior Executive Manager; Sacco Daniele, Gruppo Mondadori Srl_HR, Legal and Organisation Director; Seddio Pasquale, ricercatore e professore aggregato di Economia aziendale presso il Dipartimento per l'Economia e l'Impresa (Disei) dell'Università degli studi 'Amedeo Avogadro di Novara', docente Facoltà di Scienze Politiche e Sociali presso l'Università Cattolica di Milano/ricercatore e docente universitario; Tuzzi Alessandro, Università Cattolica del Sacro Cuore, vicedirettore Generale e direttore Area Pianificazione, Amministrazione e Controllo di Gestione.