INFORMAZIONIVernazza Autogru srl Trasporti, Infrastrutture e Logistica Ruolo: Avv. Junior HR Legal Specialist, Stage Area: Altro Paola Amoretti |
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(Adnkronos) - Eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale per la cura dei tumori del sangue, l'Ematologia bolognese si riconferma all'avanguardia. L'Istituto del Policlinico di Sant'Orsola Irccs intitolato a 'Lorenzo e Ariosto Seràgnoli' abbraccia la grande eredità dell'ematologo Sante Tura, proseguendo il cammino da lui tracciato, come generatore di ricerca clinica e somministrazione di terapia cellulare Car-T, la frontiera più innovativa e promettente nella lotta ai tumori del sangue. "Il meglio però deve ancora arrivare", hanno sottolineato gli specialisti dell'Oncoematologia bolognese riuniti per un confronto promosso oggi a Bologna da Ail - Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma sul tema 'Car-T Cells, risultati e prospettive nei tumori del sangue', che precede l'apertura dell'Hematology Summit (13-15 maggio), meeting internazionale che ha il patrocinio di Sie - Società italiana di ematologia e che conta la presenza di oltre 60 tra i maggiori esperti internazionali delle diverse patologie oncoematologiche. L'Istituto di Ematologia 'L. e A. Seràgnoli' Irccs Azienda ospedaliero-universitaria di Bologna - riporta una nota - è capofila nell'utilizzo delle terapie Car-T in Italia con 240 pazienti trattati (190 linfomi, 46 mielomi e 4 leucemie acute linfoblastiche) e con più di 240 trial clinici, di cui un terzo sui linfomi, con farmaci sperimentali di fase 1, fase 2 e fase 3. Inoltre, nel centro è quasi ultimata la cell factory per la produzione accademica di nuove terapie cellulari avanzate. "Quando siamo partiti, più di 5 anni fa, i Centri Car-T autorizzati alla somministrazione di queste terapie cellulari erano non più di 5-6: ad oggi sono oltre 40 - afferma Pier Luigi Zinzani, professore di Ematologia Alma Mater Studiorum, università di Bologna, direttore Istituto di Ematologia 'L. e A. Seràgnoli' e presidente Sie - Noi siamo stati capofila nell'utilizzo delle Car-T. Oltre il 40% dei pazienti che vediamo proviene da fuori regione e questo perché da molti anni siamo il centro in Italia con il maggior numero di trial clinici di farmaci sperimentali di fase 1, 2 e 3, per cui diamo la possibilità, soprattutto a quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali, di poter essere trattati con farmaci innovativi sperimentali". "L'Ematologia bolognese - aggiunge Zinzani - è cresciuta nel tempo in maniera esponenziale nell'ambito della ricerca clinici innovativa, assistenziale e anche nella ricerca pura, ma questo è dovuto al lavoro del professor Sante Tura che, insieme al professor Franco Mandelli, rappresentano gli indiscussi padri fondatori della moderna ematologia italiana. Due personaggi a tutto spessore, due grandi profili di medico, due visionari che erano già nel futuro quando gli altri erano ancora nel presente. Ho ritenuto giusto e doveroso dedicare alla memoria del professor Sante Tura l'Hematology Summit, per ricordare la sua mitica figura, il segno che ha lasciato, la sua forza, la sua visione lungimirante". In questi ultimi 5 anni si è allungato l'elenco delle Car-T indicate in alcuni tumori del sangue: ad oggi sono più di 11 e stanno partendo studi di fase 1 per la seconda generazione di Car-T autologhe, quelle che vengono prodotte con i linfociti T del paziente stesso - prosegue la nota - ma sono in corso anche diversi studi per la produzione di Car-T allogeniche, prodotte da donatori sani o da cellule staminali pluripotenti. Ancora molto resta da fare: allargare le indicazioni, anticipare l'utilizzo nelle prime linee, diminuire la tossicità, accorciare i tempi di produzione e di ricovero, aumentare la potenza e la durata a dosi più basse, ridurre i costi di produzione e di manifacturing. In questo complesso e avvincente scenario si inserisce il progetto del Sant'Orsola di realizzare una cell factory, la prima in Emilia Romagna, per la produzione di Car-T accademiche, ovvero prodotte in ambito ospedaliero/universitario a scopo no profit e all'interno di studi clinici. "La cell factory è nella fase finale della sua realizzazione ed è sostenuta dalla ricerca traslazionale clinica e preclinica di nuovi costrutti - spiega Francesca Bonifazi, direttore dell'Unità complessa di Trapianto e terapie cellulari, Irccs Aou di Bologna - L'Irccs Sant'Orsola ha investito molto per realizzare questo progetto iniziato nel 2022 con una Piattaforma di ricerca denominata Laboratorio di immunobiologia dei trapianti e delle terapie cellulari (Ibt). Il nostro obiettivo è di produrre Car-T accademiche nuove e di trovare nuove indicazioni, possibilmente più efficaci, e che possano essere utilizzate anche per malattie del sangue che non sono attrattive per le company farmaceutiche. Importante la collaborazione in atto con il professor Franco Locatelli del Bambino Gesù di Roma per la ricerca sui prodotti Car-T, con cui lavoreremo appena pronti alla condivisone di alcuni studi con Car-T accademiche". Il Policlinico di Sant'Orsola è diventato Irccs nel 2020 a seguito del riconoscimento ottenuto negli ambiti dell'assistenza e della ricerca nei trapianti e nel paziente critico, così come per la gestione medica e chirurgica integrata delle patologie oncologiche. In questi ultimi anni l'attività di ricerca scientifica è stata ampiamente potenziata grazie anche alla maggiore capacità di attrarre finanziamenti. Nel 2023 i fondi destinati alla ricerca scientifica hanno sfiorato quota 30 milioni di euro, il 63% in più del 2022 e più del triplo rispetto al 2021. "Il bilancio non può che essere estremamente positivo - dichiara Chiara Gibertoni, direttore generale Irccs Aou di Bologna, Policlinico Sant'Orsola - con un ulteriore punto di svolta per un'eccellenza già riconosciuta tra le migliori a livello nazionale e internazionale, in particolare per lo sviluppo di settori pionieristici come le Car-T". "Le sinergie - continua Gibertoni - si sono sviluppate principalmente in due direzioni: la partecipazione a reti di ricerca europee e la collaborazione con altri Irccs e università italiane. A livello europeo, siamo attivamente coinvolti in programmi come Horizon Europe e EU4Health, che ci permettono di lavorare su progetti innovativi in ambito sanitario e tecnologico. Inoltre, siamo parte delle European Reference Networks (Ern), che ci consentono di condividere conoscenze e competenze su malattie rare e complesse. E' indispensabile garantire l'innovazione all'interno delle strutture pubbliche, perché la medicina senza innovazione e senza ricerca non può tenere il passo e fornire un'assistenza adeguata ai bisogni dei cittadini. Dobbiamo essere in grado di percorrere con convinzione le nuove strade della medicina. Le terapie cellulari avanzate, in questo senso, sono un esempio perfetto". Da oltre mezzo secolo, Ail è accanto ai pazienti e alle loro famiglie e sostiene la ricerca scientifica per offrire ai malati le migliori cure possibili, affiancandoli con il lavoro dei 17mila volontari sparsi sul territorio nazionale e le 83 sezioni provinciali. Le Car-T sono una grande opportunità per i pazienti oncoematologici, per questo l'informazione rigorosa è fondamentale. "Le Car-T - evidenzia Giuseppe Toro, presidente nazionale Ail - rappresentano più che una speranza concreta per quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali e il loro impiego sta ottenendo successi insperati in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica, dopo aver tentato tutte le cure disponibili. Ancora molte sono le sfide da affrontare per la ricerca e per i clinici. Ail, in questo scenario in continua evoluzione, è al fianco dei pazienti e delle famiglie, promuovendo un'informazione il più possibile esaustiva e corretta che sia in grado di aiutare pazienti e medici verso le scelte terapeutiche più sicure ed efficaci". La sezione Ail Bologna è attiva con una ampia rete di servizi gratuiti: l'assistenza domiciliare ematologica che nel solo 2024 ha permesso di assistere 197 persone ed effettuare più di 16.500 prestazioni, con un investimento di mezzo milione di euro; la Casa Ail, fondamentale per i pazienti che seguono terapie sperimentali o sono trattati con Car-T, nel 2024 ha ospitato 391 pazienti e oltre 6.500 presenze; il supporto psicologico con 293 persone per un totale di 1.400 colloqui e poi, tra gli altri servizi, il trasporto navetta con più di 1.100 viaggi di accompagno casa-ospedale. Infine, i tanti volontari che operano all'interno del Seràgnoli nelle aree di accoglienza, triage, day service e reparti di degenza. "Ail Bologna - rimarca il presidente, Gaetano Bergami - investe con determinazione nella ricerca scientifica. Nel corso del 2024 ha stanziato 1.215.402 euro a sostegno di 44 progetti focalizzati sulle principali patologie oncoematologiche. L'investimento ha permesso di finanziare 44 professionisti della ricerca, tra cui 14 biologi e biotecnologi, 16 data manager, 7 medici, 6 infermieri dedicati e 1 tecnico di laboratorio. Un impegno strategico è stato dedicato al progetto della cell factory, infrastruttura di nuova generazione per la produzione di terapie cellulari avanzate, che rappresenta un passo decisivo verso l'innovazione terapeutica e la medicina personalizzata. Attraverso questo sforzo, Ail Bologna conferma il proprio ruolo attivo nell'assistenza e nell'innovazione scientifica come alleato affidabile nella costruzione di un futuro in cui un giorno i tumori del sangue possano essere guariti".
(Adnkronos) - Una festa della musica che dal campus universitario abbraccia il territorio circostante. Ritorna l’appuntamento con il Bicocca Musica Festival (Bmf), la kermesse musicale ideata e promossa dall’Università di Milano-Bicocca per la comunità accademica e la cittadinanza, giunta alla quarta edizione. Ogni informazione e le modalità di adesione sono disponibile su www.unimib.it/bmf2025. Lo si legge in una nota. La manifestazione "si svolgerà dal 27 al 30 maggio e tutti gli eventi saranno ad accesso gratuito. Il Festival si aprirà martedì 27 maggio nell’Aula Magna dell’ateneo (Edificio U6 “Agorà”, Milano, viale Piero e Alberto Pirelli 22, ore 21) con lo spettacolo “S/Concerto”, originale performance del collettivo La Fabbrica del Gess e dei Solisti di Milano Classica. Un concerto-spettacolo “onirico” che unisce l’esecuzione di alcune tra le più belle colonne sonore di tutti i tempi alla lettura di testi tratti dalla letteratura colta e pop del secolo scorso, conducendo lo spettatore attraverso un itinerario che esplora i più forti stati emotivi dell’animo umano e che si avvale anche delle voci di una cantante jazz, Serena Ferrara, e di un’attrice/lettrice, Debora Serravalle". Il Bmf 2025 "proseguirà mercoledì 28 maggio con l’esibizione dell’Orchestra dell’Università di Milano-Bicocca che, all’auditorium “Guido Martinotti” (Edificio U12, Milano, via Vizzola 5, ore 21), eseguirà il Langsamer Satz per orchestra d’archi di Anton Webern, il Concerto per pianoforte, tromba e orchestra d’archi n.1 di Dmitri Shostakovich e la Serenata per archi in do maggiore di Pyotr Ilyich Tchaikovsky. Appuntamento da non perdere anche in Galleria della Scienza (Milano, piazza della Scienza, piano -1) con il concerto dell’Orchestra di Chitarre dell’Università di Milano-Bicocca". Toccherà quindi al Coro dell’Università di Milano-Bicocca, "impegnato, giovedì 29 maggio (ore 21), insieme alla Corale Polifonica Città Studi e al Coro Polifonico AEnigma nel Requiem in do minore di Luigi Cherubini, nella versione per Coro e Organo. Appuntamento nella Chiesa di Gesù Divino Lavoratore (Milano, piazza San Giuseppe 2, ore 21)". La serata di chiusura, venerdì 30 maggio, alle 21, "vedrà protagonista, ancora sul palco dell’Aula Magna dell’ateneo (Edificio U6 “Agorà”, Milano, viale Piero e Alberto Pirelli 22), Vasco Brondi. Il cantautore sarà impegnato in un talk che, passando per la sua musica, esplorerà tematiche legate all’ambiente e al rapporto tra l’essere umano, la terra che abita e la dimensione interiore". Al termine dell’incontro "l’artista eseguirà alcune sue canzoni. Come nelle precedenti edizioni, saranno protagonisti anche i solisti e le band “di ateneo”. Musicisti o gruppi musicali si esibiranno in un contest al Centro Commerciale Sarca (via Milanesi 10, Sesto San Giovanni), nella giornata di sabato 17 maggio (ore 16-19), con l’opportunità per i vincitori di esibirsi al BiM di Milano, durante la rassegna estiva". Presidente della giuria "sarà il cantante e produttore discografico, Luca Jurman. Sempre al Centro Sarca si terrà, sabato 24 e domenica 25 maggio (ore 16.30-18) l’evento “Piano in Centro”, performance pianistica con brani dal repertorio classico e dal cinema".
(Adnkronos) - “In Italia abbiamo una normativa molto evoluta in tema di luce naturale che però al tempo stesso non viene applicata in fase sia progettuale che approvativa. Di conseguenza abbiamo attivato un progetto di ricerca con La Sapienza Università degli Studi di Roma. La luce zenitale è il modo per velocizzare il raggiungimento delle soglie minime di salubrità attraverso la luce naturale". Così Lorenzo Di Francesco, Public Affairs Manager Velux Italia, in occasione del seminario 'Costruire il benessere, il ruolo della luce naturale e della luce zenitale nell’edilizia' presso il Senato della Repubblica a Roma. "Se si fa ricorso soltanto alla luce naturale bisogna essere un po' più creativi. Certamente la luce zenitale è una cosa che riguarda le parti alte degli edifici però con la nuova edilizia, anche europea, e con la direttiva 'Case Green', si parla di una revisione del testo unico dell'edilizia, che potrebbe portare a una revisione delle prassi progettuali con più luce zenitale. In ogni caso, riuscire a risolvere il tema del rispetto delle soglie minime di luce naturale, automaticamente migliorerebbe anche il ricorso alla luce zenitale”, chiarisce. “Non è sufficiente costruire edifici energeticamente efficienti, come stiamo imparando a fare, se poi però manca un altro tassello dell'evoluzione, ovvero un'edilizia pensata per le persone che ci devono abitare, studiare o lavorare. Non ci si può soltanto soffermare sul calcolo termotecnico. Anche a livello legislativo c'è stata una grande evoluzione in termini di certificazioni energetiche, forse sarebbe anche il caso di integrare queste certificazioni energetiche con certificazioni di salubrità che valutano, misurano e monitorano nel tempo anche la qualità degli ambienti interni”, conclude.