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(Adnkronos) - Nozze tra Jeff Bezos e Lauren Sánchez a Venezia. In attesa dei lunghi festeggiamenti con tanti invitati vip per il matrimonio in Laguna, la città è divisa tra chi protesta e chi, invece, come i promotori del comitato spontaneo 'Yes Venice Can' vedono la scelta di Venezia come "un motivo d'orgoglio". "In qualità di cittadini, lavoratori, imprenditori, artigiani e rappresentanti di associazioni di categoria Veneziani, sentiamo il dovere di esprimere pubblicamente il nostro pensiero davanti alle proteste e alle polemiche sollevate in vista del matrimonio del fondatore di Amazon, Jeff Bezos, e di Lauren Sánchez, che si svolgerà nei prossimi giorni nella nostra città" sottolineano in una nota, firmata "cittadini, lavoratori, imprese e associazioni per una Venezia internazionale e inclusiva". "Venezia è una città che accoglie, non respinge! Da sempre è stata crocevia di culture, viaggiatori, imprenditori e grandi personalità" aggiungono. "Che una figura di rilievo mondiale abbia scelto Venezia per uno dei momenti più importanti della sua vita privata - viene rilevato - è motivo di orgoglio per tutti noi. Siamo indignati dalle voci di protesta che stanno emergendo da parte di alcuni sparuti gruppi ideologicamente ostili e disconnessi dalla realtà economica e sociale del territorio. Chi vive e lavora davvero a Venezia sa cosa significa attrarre attenzione positiva, investimenti e opportunità. Un evento come questo non è solo una celebrazione privata, ma una vetrina internazionale, una spinta all’economia reale, un segnale di fiducia verso la città. Non possiamo permettere che una minoranza rumorosa screditi l’immagine di Venezia nel mondo". "Ogni ospite che sceglie Venezia è un alleato nella tutela del suo valore - aggiungono dal comitato- della sua bellezza e della sua vitalità. Daremo il nostro miglior benvenuto a Mr. Bezos come sempre diamo a chi sceglie la nostra meravigliosa città come meta di vacanza o come cornice per celebrare eventi e ricorrenze importanti. Sarebbe superfluo elencare le personalità che negli anni hanno scelto Venezia come luogo ideale per dirsi 'Sì' e sottolineare come molti di questi eventi hanno visto la presenza di centinaia o migliaia di ospiti. Venezia è una città in grado di ospitare decine di migliaia di persone al giorno e non saranno certo 250 ospiti Vip a metterla in difficoltà. Giusto per citarne uno, ricordiamo il matrimonio di George Clooney che si svolse meravigliosamente e senza alcuna polemica da parte di chicchessia. Diciamo Sì a una Venezia viva, dinamica e rispettata - concludono -. Diciamo no a chi la vorrebbe chiusa, ostile e disconnessa dal mondo. Diciamo Sì a una Venezia meta di turismo di alta qualità, fuori dalle logiche del turismo di massa". I firmatari sono Cittadini, lavoratori, imprese e associazioni per una Venezia internazionale e inclusiva Federalberghi Venezia Assessorato al Commercio di Venezia A.E.P.E. Confesercenti Venezia Associazione L736
(Adnkronos) - "Il vertice di questa mattina tra Meloni e Von Der Leyen ha fatto seguito alla Conferenza organizzata lo scorso marzo, sempre a Roma, dalla Struttura di Missione Piano Mattei e dall'Ue, che ha riunito oltre 400 partecipanti tra istituzioni e privati, con un focus particolare nei settori delle infrastrutture fisiche e digitali, dell'agricoltura e dell'energia. Particolare attenzione è stata data alle potenziali sinergie tra Piano Mattei e Global Gateway ed al coinvolgimento delle imprese italiane nell’implementazione del Corridoio di Lobito, uno dei progetti strategici del Partnership for global infrastructure and investment (Pgii). Riteniamo che questi progetti e programmi europei e internazionali, in sinergia con le iniziative del Piano Mattei, potranno senz’altro essere un volano per una presenza più forte e strutturata delle imprese italiane nel Continente africano". Così, con Adnkronos/Labitalia, Patrizia Mauro, direttore generale Confindustria Assafrica & Mediterraneo, commenta il vertice di oggi Meloni-Von Der Leyen. "Dal lancio di questa strategia, gennaio 2024, abbiamo registrato una accelerazione da parte delle imprese nel volere essere partecipi e presenti nel Continente africano", ha continuato. Secondo Mauro "dobbiamo guardare all’Africa come ad un partner strategico con cui condividere conoscenza, tecnologia e opportunità. Le aziende che sceglieranno di investire in questo percorso troveranno non solo opportunità di crescita ma anche la possibilità di contribuire concretamente ad un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo", continua. Per Mauro "il ruolo che abbiamo voluto perseguire come Confindustria Assafrica & Mediterraneo è stato quello di rappresentare prontamente agli interlocutori istituzionali le priorità, i progetti e gli interessi delle nostre imprese. In questi ultimi mesi, abbiamo presentato alla Struttura di Missione Piano Mattei oltre 30 progetti delle nostre imprese associate, nei 14 paesi target, in diversi settori, tra cui la l’agroalimentare, le infrastrutture, l’energia, il digitale. Sempre nel quadro delle iniziative Piano Mattei, lavoriamo a stretto contatto con tutti gli attori del Sistema Italia che operano nel Continente, dal Maeci a Cdp, Sace e Simest, a Ice Agenzia, per organizzare e promuovere iniziative a supporto delle imprese in questi mercati, quali missioni di sistema, country presentation e webinar settoriali", ha concluso.
(Adnkronos) - "I dati ormai sono disponibili, sia dell'Istat sia dell'Asvis, e dicono che investire in sostenibilità, in economia circolare e in rinnovabili fa aumentare la produttività, la competitività e dunque stimola la crescita economica, non la riduce come alcuni dicono" . Sono le dichiarazioni di Enrico Giovannini, direttore scientifico Asvis, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, e già ministro delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, all’evento 'La transizione energetica. Tra innovazione e conservazione', organizzato a Roma da Wec Italia, Centro Studi Americani e Nazione Futura per promuovere un dialogo tra visioni conservatrici e progressiste dell’ambientalismo, esplorando le sfide energetiche e climatiche nei contesti italiano e statunitense. "Gran parte degli italiani - prosegue Giovannini - crede ancora nella transizione ecologica e nella necessità di lottare contro il cambiamento climatico, ma riceve continuamente messaggi che scoraggiano dicendo che bisogna rinviare, aspettare. Peccato che la crisi ecologica non aspetta le nostre discussioni". C’è attenzione anche per quanto succede all’estero, soprattutto negli Stati Uniti dove Trump ha criticato l’Agenda 2030. "Se gli Stati Uniti non vogliono seguire questa direzione – conclude Giovannini – mi viene da dire peggio per loro a livello economico, ma il loro disimpegno rende la lotta alla crisi climatica molto più difficile. L’Europa, invece, ha confermato i suoi obiettivi: riduzione del 55% delle emissioni al 2030, del 90% al 2040 e decarbonizzazione al 2050. Altre aree del mondo stanno andando in questa direzione perché conviene".