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(Adnkronos) - Ascensore precipita con 4 persone a bordo: tutti feriti e sotto choc, ma salvati dal cavo di emergenza. È accaduto nella serata di ieri a Torre del Greco nel Napoletano. Secondo quanto si apprende, 4 persone sono rimaste ferite per la caduta di un ascensore, precipitato dal terzo al primo piano di un condominio di via Madonna del Principio. La caduta della cabina è stata interrotta dal cavo di emergenza, ma i 4 occupanti sono rimasti feriti, fortunatamente non in maniera grave. Tutti sotto choc, padre, madre e due figli sono tuttora ricoverati tra l'ospedale del Mare e il Cardarelli di Napoli, dopo essere stati soccorsi dai vigili del fuoco e dal personale del 118.
(Adnkronos) - E' uno dei pilastri dell'economia del nostro Paese, riconosciuto in tutto il mondo. Ma per far sì che mantenga la sua leadership servono investimenti in nuove tecnologie e innovazione. Che in Italia, invece, scendono sempre di più, penalizzando le tantissime startup, che, spesso vanno a cercare fortuna all'estero. Stiamo parlando dell'agroalimentare, settore di punta del made in Italy e traino del nostro Pil, che oggi però si trova davanti a sfide decisive, come spiega ad Adnkronos/Labitalia Michele Costabile, professore ordinario di Economia e gestione delle imprese (marketing) all'università Luiss di Roma dove dirige Luiss X.ITE - centro di ricerca su tecnologie e comportamenti di mercato, che ha realizzato il primo 'Rapporto sulla trasformazione tecnologica della filiera agroalimentare. Il contributo della startup economy', nell'ambito del progetto promosso da Federalimentare e sostenuto da Confagricoltura. "Noi come Italia -spiega Costabile- oggi arriviamo addirittura ad avere un peso dell'agroalimentare sul Pil che è stabilmente del 30%, con turisti che vengono in Italia attratti alla bellezza del Paese e dal cibo, prima di ogni altra cosa. Visto che il resto del mondo sta investendo tanto sull'agroalimentare per il futuro, per riuscire a soddisfare le esigenze di una popolazione che arriverà nei prossimi 20-25 anni a 9 miliardi di persone, se noi non facciamo questo stesso investimento oggi, il domani che si costruisce oggi ci vedrà con una posizione meno rilevante". E i numeri che emergono dal Rapporto evidenziano invece uno scenario negativo per il sostegno alle startup di settore. Nel 2024, infatti, sono stati investiti in startup agri&foodtech poco più di 100 milioni di euro, in calo rispetto al valore degli investimenti nel 2023 (poco più di 140 milioni di euro; -28%) e nel 2022 (poco più di 150 milioni di euro; -36% il decremento 2024 su 2022). Una situazione drammatica visto che, come sottolinea Costabile, "in tutti i settori del mondo ormai la gran parte dell'innovazione o arriva o è stimolata dalle startup, e non a caso si parla di startup economy". E senza innovazione si ferma la crescita. "I numeri sono da brivido, dobbiamo agire. Perché già oggi, per stare al passo con gli altri Paesi, non per stare meglio degli altri, dovremmo investire 5 volte quello che stiamo facendo", sottolinea Costabile. Confrontando infatti quanto investito in Italia con la media di quattro Paesi europei di riferimento, dal Rapporto emerge che per colmare il gap, per esempio, in rapporto al valore produzione agricola, il valore degli investimenti agri&foodtech dovrebbe essere oltre 500 milioni di euro annui, appunto en 5 volte di più rispetto al dato reale del 2024. Una situazione che sta portando tanti 'cervelli' ad andare a cercare fortuna, e investimenti, fuori dal nostro Paese se è vero che "sulle 2.500 start-up agroalimentari presenti in Europa circa il 10% potrebbe avere un fondatore, o co-fondatore, italiano. E' un dato che si riserviamo di validare in modo più puntuale nella seconda edizione del nostro Rapporto", sottolinea. Non c'è da perdere tempo, insomma, e servono azioni incisive per sostenere un comparto come l'Agri&foodtech che può essere decisivo nell'economia del nostro Paese nei prossimi anni. E per Costabile sono diverse le proposte che "riguardano il mondo dell'università, della ricerca, ma anche delle associazioni in categoria delle imprese. Ad esempio così come a Milano, dopo l'Expo, hanno fatto un investimento colossale per creare il Mind. E all'interno del Mind, la punta di diamante è lo Human Technopole, oggi bisogna creare un agri-food technopole. Qualcosa si sta facendo a Napoli, con il rettore dell'Università Federico II, molto capace e competente, che sta spingendo per lo sviluppo di questo agri-tech center, ma non basta. Data la nostra primazia nella filiera agroalimentare, ne dobbiamo avere almeno due in Italia. Oltre alla Campania penso alla food valley in Emilia, perché così c'è la prossimità con il mondo delle imprese", sottolinea Costabile. Per Costabile questi due agri-tech center sono fondamentali "perchè le persone devono vedere, devono andare a cena insieme, per poter partorire idee nuove e soprattutto per poter trovare la chimica necessaria per realizzarle. L'innovazione passa dall'interazione fisica del corpo delle persone, guardandosi in faccia", sottolinea. E poi per il docente della Luiss è necessario che startup e imprese si 'parlino'. "Bisogna fare in modo che il mondo delle start-up non sia staccato dal mondo corporate, che non siano due mondi separati. Il corporate guarda le start-up come quattro ragazzini fuori di testa e le start-up guardavano il mondo corporate come dei vecchi dinosauri. Non è così. Questi due mondi devono interagire strettamente, ricordando al mondo corporate che ogni grande azienda, prima di diventare grande era una start-up, era bambina, no? Quindi bisogna fare in modo che questi due mondi interagiscono di più. Con risorse economiche, con investimenti, con piani di lavoro congiunto, laboratori di sperimentazione, quindi cose concrete", ribadisce. Ma non basta. "Terzo elemento fondamentale, gli organi governativi e, diciamo, anche le aziende devono capire che gli investimenti devono essere fatti, non solo in misura rilevante, ma anche intelligente. Dobbiamo fare in modo che il mondo privato abbia dei vantaggi nell'investire in venture capital. E i vantaggi sono detrazioni vere e immediate. Io, per esempio, mi trovo a Londra, dove se un privato come me o come lei investe anche solo 10.000 euro in una start-up, gli arrivano 4.000 euro sul bonifico in banca, appena l'investimento viene registrato dalla banca. O come in Canada dove avevano gli stessi problemi dell'Italia e hanno fatto una legislazione per incentivare l'interesse dei privati", sottolinea. Oggi lo scenario in Italia non è esaltante, come spiega Costabile. "Oggi in Italia ci sono solo due Fondi che investono veramente sulle start-up. Uno grande e importante che si chiama 'Linfa Agrifoodtech innovation fund' e un altro, più piccolo, 'Maia'. Sono pochi, hanno una dotazione di 100 milioni di euro da investire in 5 anni, noi ne dobbiamo investire 500 milioni all'anno. Quindi mancano 2 miliardi e 300 milioni di euro per arrivare a quanto dovremmo investire per essere al passo con gli altri Paesi", sottolinea il docente della Luiss. E per salvare la competitività di un settore, l'agroalimentare, che "è -ricorda Costabile- un elemento essenziale della cultura italiana tanto decantata e apprezzata nel mondo. E gli investimenti in Agrifoodtech hanno un impatto straordinario sul clima perchè l'agricoltura e agroalimentare sono i principali responsabili di emissione di Co2 ed è normale che quando innovo abbasso queste emissioni con un impatto molto positivo sul clima. Moltissime innovazioni che arrivano dalle startup di questo settore hanno poi un impatto su energia, salute, su nuovi materiali circolari, sulla giustizia sociale rendendo più accessibile l'alimentazione", conclude
(Adnkronos) - Ichnusa lancia la nuova edizione della campagna contro l’abbandono del vetro nell’ambiente, partendo dalla Sardegna, cuore delle attività, per arrivare in altre città della Penisola e coinvolgere un numero sempre maggiore di persone. Così, quest’anno, il Birrificio annuncia una donazione diretta di 30mila euro a Legambiente Sardegna per sostenere le attività di tutela dell’isola e la promozione di percorsi di sensibilizzazione e formazione rivolti alle giovani generazioni. A completamento dell’iniziativa, prenderà il via un’asta benefica: 15 bottiglie Ichnusa, recuperate e decorate a mano da 6 muralisti sardi, sono state donate dal birrificio a Legambiente Sardegna che promuoverà un’asta online per supportare azioni a sostegno della cultura del rispetto. Non solo: per sensibilizzare le persone circa l’importanza di non abbandonare le bottiglie dopo l’utilizzo, Ichnusa ha deciso di regalare alla sua terra un murale che racconta il problema dell’abbandono di vetro nell’ambiente, invitando tutti ad un gesto di responsabilità. L’opera sorge a Quartu Sant’Elena (CA), a pochi chilometri dal luogo in cui la Birra Ichnusa viene prodotta. E, per dare il buon esempio, anche quest’anno alle iniziative di sensibilizzazione fa seguito l’impegno 'sul campo' delle persone del Birrificio che, durante i mesi di maggio e di giugno, saranno impegnate con Legambiente in giornate di raccolta del vetro abbandonato in luoghi simbolo della Sardegna (Cagliari, Nuoro, Olbia, Sassari e Carbonia) e, per la prima volta, anche nella Penisola, a Milano e Bologna. “Da anni siamo impegnati, insieme alla comunità, alle persone del birrificio e ai volontari di Legambiente, per proteggere la nostra terra - dice Paolo Ciccarelli, direttore del Birrificio Ichnusa - Per contrastare il fenomeno dell’abbandono del vetro ci siamo attivati con giornate di pulizia nelle principali zone della movida sarda e, per la prima volta, anche in alcune città della Penisola. Riteniamo essenziale fare la nostra parte, non solo con azioni concrete, ma anche con un contributo economico concreto a progetti che assicurino la tutela della nostra isola. Oggi, con l’annuncio dell’asta benefica e l’inaugurazione del murale a Quartu Sant’Elena, aggiungiamo un nuovo tassello al mosaico di rispetto per la Sardegna. Tutto questo portando un messaggio sociale estremamente importante e in cui crediamo profondamente. Lo abbiamo detto fin dall’inizio: se una bottiglia deve finire per terra, allora preferiamo che la nostra birra non venga bevuta affatto”. A suggellare l’impegno del birrificio di Assemini, è stato inaugurato a Quartu Sant’Elena, in collaborazione con Urban Center, il murale realizzato da Andrea D’Ascanio, in arte Sardomuto, illustratore, incisore e muralista sassarese, che racconta il problema dell’abbandono del vetro nell’ambiente e invita a un gesto di responsabilità per restituire bellezza e rispetto al territorio. L’opera, intitolata 'Polpo a Rendere', arriverà anche nella Penisola il mese prossimo a Milano, in Porta Ticinese. Il murale 'Polpo a Rendere' raffigura un grande polpo che avvolge nei suoi tentacoli bottiglie abbandonate. Il suo gesto simbolico diventa un invito collettivo alla consapevolezza e all’azione, che esorta ognuno a fare la propria parte. A dominare la scena, un monito diretto e senza appello: ‘Se deve finire così, non beveteci nemmeno’, lo slogan della campagna che porta la firma dell’agenzia creativa LePub. Il progetto è stato patrocinato dal Comune di Quartu Sant'Elena. “Abbiamo condiviso il progetto di Ichnusa - dice il vicesindaco e assessore all’Ambiente Tore Sanna - perché fermamente convinti dell’importanza di elaborare e sostenere campagne di sensibilizzazione volte alla tutela ambientale. Abbiamo un territorio bellissimo che prima ancora di esser valorizzato deve essere rispettato, sia per quanto riguarda la parte a terra che per quanto concerne il mare. Anche l’arte può fare la sua parte e questo nuovo murale non fa che confermarlo”. Non solo. Per dare una 'seconda vita' alle bottiglie di vetro abbandonate, rendendole simboli del rispetto per l’ambiente, Ichnusa, con LePub come partner creativo dell’iniziativa, ha deciso di trasformarle in vere e proprie opere d’arte. Dopo averle raccolte e sanificate, le ha affidate a 6 muralisti sardi, selezionati in collaborazione con Urban Center, un gruppo interdisciplinare di professionisti, con sede a Cagliari, che vede nell’innovazione e nella creatività gli strumenti per creare cambiamento e per generare miglioramento nei territori. Gli artisti, Maurizio Brocca, Chiara Foddis, Marinetti, Teresa Podda, Sardomuto e Stella Ziantoni, hanno decorato 15 bottiglie rendendole ciascuna un’opera d’arte. Questi pezzi unici sono stati donati da Ichnusa a Legambiente Sardegna, che promuoverà un’asta online sulla piattaforma Ebay per supportare azioni a sostegno della cultura del rispetto. Ichnusa sosterrà la promozione dell’asta online attraverso una campagna dedicata. L’iniziativa trova eco negli italiani che dimostrano di apprezzare quando alle bottiglie di vetro viene data una vita nuova. Più di 3 su 4 (78%) affermano di avere in casa oggetti nati grazie al riutilizzo di bottiglie (studio AstraRicerche per il birrificio Ichnusa). Tra le motivazioni, oltre la metà (56%) considera il riutilizzo una soluzione funzionale per ridurre la produzione di rifiuti, mentre il 31% apprezza l’aspetto estetico e artistico di tali oggetti. Anche l’impiego di materiali riciclati per creare un’opera d’arte è molto apprezzato: il 78% degli intervistati concorda sul fatto che sia una buona idea. “Questa iniziativa segna il terzo anno consecutivo di collaborazione tra Ichnusa e Urban Center. Attraverso questa partnership, rinnoviamo il nostro impegno a posizionare l'arte contemporanea ed il muralismo come strumento per la cura dello spazio pubblico e diventare portavoce di azioni volte a sensibilizzare la comunità sull’importanza di agire come protagonisti per mantenere in vita gli spazi in cui viviamo”, dichiara Daniele Gregorini, direttore artistico di Urban Center. “Da anni collaboriamo con il birrificio Ichnusa, con cui condividiamo valori profondi come la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del territorio sardo. Anche quest’anno, proseguendo in un sodalizio di cui Legambiente va sempre più orgogliosa, realizzeremo azioni concrete di sensibilizzazione in tutta l’isola”, dichiara Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna.