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(Adnkronos) - Vladimir Putin ha ribadito oggi, domenica 18 maggio, di voler "eliminare" le "cause" del conflitto in Ucraina e "garantire la sicurezza" della Russia. "L'obiettivo di Mosca - ha dichiarato il presidente della Federazione Russa intervenendo alla televisione pubblica - consiste nell'eliminare le cause che hanno provocato questa crisi, creare le condizioni di una pace duratura e garantire la sicurezza dello Stato russo". Continua, intanto, il conflitto. E' di almeno due civili ucraini uccisi il bilancio di uno degli attacchi più intensi condotti dalla Russia dall'inizio della guerra, secondo l'Aeronautica militare ucraina, che ha segnalato l'impiego di 273 droni tra sabato sera e le prime ore di questa mattina. Un attacco notturno nella capitale ucraina, Kiev, ha ucciso una donna di 28 anni e ferito altre tre persone: un uomo di 59 anni, una donna di 61 anni e un bambino di 4 anni, ha dichiarato il governatore regionale Mikola Kalashnik in un post su Telegram. In precedenza, il governo regionale di Donetsk aveva riferito sulla stessa piattaforma che una serie di attacchi aerei militari russi sul suo territorio avevano causato la morte di una persona e il ferimento di almeno altre otto. La vittima è una donna di 27 anni, secondo un messaggio diffuso dal governatore della regione, Vadim Filashkin, che ha specificato che tra i feriti c'è anche un minorenne. In una dichiarazione pubblicata sul suo account Telegram, l'Aeronautica militare ucraina ha affermato che gran parte dell'attacco è stata respinta "da missili antiaerei, unità di guerra elettronica e gruppi di fuoco mobili delle Forze di difesa ucraine". "Alle 8 di stamattina, 88 droni d'attacco Shahed e altri tipi di droni sono stati confermati abbattuti nell'est, nel nord e nel centro del Paese", si legge nella dichiarazione militare ucraina, "e altri 128 droni sono stati persi in volo senza conseguenze negative".
(Adnkronos) - Il 18,6% delle imprese italiane ha già strutturato soluzioni intelligenza artificiale (Ia) con un interesse in forte crescita guidato dal riconoscimento del suo valore strategico, quasi una su due (43%) segnala già un miglioramento dell’efficienza operativa. L’impatto dell’intelligenza artificiale sui processi aziendali è destinato a crescere nel prossimo futuro con effetti rilevanti sul fatturato che potrà aumentare fino al 29% e sui costi che potranno ridursi del 17% nei prossimi 3 anni. Lo sottolinea la ricerca di Intesa Sanpaolo e Luiss Guido Carli sull’integrazione tra intelligenza artificiale e persone è il futuro. Accanto allo sviluppo tecnologico, fondamentale per le imprese il rafforzamento delle competenze: 8 su 10 investiranno in percorsi formativi specifici nei prossimi tre anni e il 42% lo farà in collaborazione con le università; tra le competenze trasversali necessarie, quelle digitali giocano un ruolo centrale per il 62% delle imprese Investire sulle persone è condizione necessaria per valorizzare appieno il potenziale della tecnologia, l’Ia è un'opportunità significativa per la crescita delle imprese italiane, ma deve accompagnarsi a investimenti mirati in formazione e a una visione strategica e organizzativa integrata, capace di trasformarla in una leva di creazione di valore sostenibile
(Adnkronos) - “Un punto di partenza fondamentale è il modello. Oggi si parla di Made in Italy, ma questo nostro modello italiano del Consorzio, senza fine di lucro, il sistema di responsabilità estesa del produttore funziona benissimo e fa sì che il Consorzio degli oli minerali in Italia abbia il record in Europa. Ci sono paesi terzi, come l'India ad esempio, che hanno mandato una delegazione per sapere come facciamo. Quindi il segreto è sì la tecnologia, ma soprattutto è il modello, che ha degli aspetti organizzativi e di gestione delle risorse economiche che sono importanti, e poi ha tutta una serie di standard e di regole di qualità che bisogna via via costruire e rafforzare”. Così Riccardo Piunti, presidente Conou, intervenendo alla settima Conferenza nazionale sull’economia circolare promossa dal Circular Economy Network presso la Biblioteca Nazionale a Roma. "La normativa europea a noi ha dato molto poco - dice Piunti - Quella italiana ci ha dato dei punti di partenza fondamentali che però abbiamo dovuto difendere e consolidare. Abbiamo delle tabelle di controllo in ingresso e in uscita che sono il nostro supporto alla gestione della qualità". “Se il prodotto rigenerato non ha qualità buona, non funziona e la circolarità si interrompe. Se il prodotto rigenerato costa troppo e non c'è un meccanismo interno, come abbiamo noi, l'economia circolare non funziona - spiega - Il modello ben gestito è la chiave di successo di tutto. Il Consorzio degli oli minerali usati raccoglie oltre 180mila tonnellate all'anno di oli minerali usati, che sono la totalità, in 103mila punti di raccolta in Italia. Queste tonnellate vanno tutte alla rigenerazione, viene scartato solo l'1,5%, che è veramente quell'olio che è così contaminato e inquinato che non può essere rigenerato. Le basi lubrificanti che si ottengono valgono un terzo del mercato italiano”. L'olio rigenerato è qualitativamente paragonabile all'olio vergine, tanto che Piunti conclude dicendo che “nessuno di noi sa se nel motore della sua macchina c'è olio rigenerato o no”.