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(Adnkronos) - ' Ora o mai più' torna stasera, sabato 8 febbraio, in prima serata su Rai 1 con il quinto appuntamento. Lo show musicale, condotto da Marco Liorni, mette al centro della scena cantanti un tempo sulla cresta dell'onda e adesso lontani dalla luce della ribalta. Dopo la vittoria nella quarta serata di Loredana Errore, che ha cantato in coppia con il suo coach Marco Masini, il secondo posto di Pierdavide Carone a pari merito con Pago, e il terzo di Antonella Bucci, continua la gara tra gli otto concorrenti, assistiti e affiancati dai loro tutor. La quinta puntata sarà articolata in tre manche: nelle prime due i concorrenti canteranno come sempre con i loro coach, con la seconda dedicata a brani del Festival di Sanremo, mentre la terza avrà per protagonisti due interpreti che hanno segnato intere generazioni, Amedeo Minghi e Ivana Spagna. Che si esibiranno non solo come ospiti d'onore, ma anche come protagonisti di duetti inediti con i concorrenti, in un mix di emozioni, ricordi e nuove sfide musicali, per un incontro di generazioni e di stili. Il tutto sempre rigorosamente dal vivo, con l'orchestra diretta dal Maestro Leonardo De Amicis. Queste le coppie in gara: • Valerio Scanu con Rita Pavone • Matteo Amantia con Alex Britti • Pago con Patty Pravo • Pierdavide Carone con Gigliola Cinquetti • Carlotta con Donatella Rettore • Loredana Errore con Marco Masini • Antonella Bucci con Raf • Anonimo Italiano con Riccardo Fogli
(Adnkronos) - Il mondo delle discipline analogiche, del benessere e della crescita personale piange la scomparsa di uno dei suoi più grandi pionieri: Stefano Benemeglio. Analogista, psicologo e ricercatore instancabile nel campo della felicità umana, Benemeglio si è spento all’età di 79 anni, lasciando un vuoto immenso in quanti lo hanno conosciuto, seguito e ammirato per il suo lavoro rivoluzionario. Nato come ricercatore e psicologo, Benemeglio ha sviluppato, attraverso anni di studio e approfondimento, un metodo innovativo che ha cambiato il modo di approcciarsi alle dinamiche emotive e comportamentali: le discipline analogiche. Partendo dalla psicologia tradizionale, ha elaborato un sistema unico, basato sull’analogia e sulla comunicazione inconscia, che ha aperto nuove strade nei percorsi di crescita, nella ristrutturazione emotiva e nel percorso analogico, aiutando migliaia di persone a superare blocchi emotivi e a raggiungere un maggiore benessere interiore. La sua carriera è stata caratterizzata dalla dedizione alla ricerca della felicità e all’esplorazione delle potenzialità umane. Attraverso i suoi libri, corsi e seminari, Benemeglio ha trasmesso non solo conoscenze tecniche, ma anche una profonda saggezza pratica, diventando un punto di riferimento per analogisti, professionisti del benessere e appassionati di crescita personale in tutto il mondo. La notizia della sua scomparsa ha suscitato un’ondata di commozione e gratitudine tra coloro che hanno beneficiato del suo lavoro. Molti lo ricordano non solo come un maestro, ma anche come una persona capace di ispirare con la sua umanità e il suo carisma. "Stefano Benemeglio - sottolineano dalla sua Scuola - lascia un’eredità immensa, fatta di teorie innovative, strumenti pratici e una visione profondamente ottimistica delle potenzialità umane. Il suo contributo continuerà a vivere attraverso le sue opere e attraverso tutti coloro che, grazie ai suoi insegnamenti, hanno trovato la forza di trasformare la propria vita. Il mondo del benessere e delle discipline analogiche perde una figura di spicco, ma il suo messaggio rimarrà vivo, guidando future generazioni verso una maggiore consapevolezza e felicità. Grazie, Stefano Benemeglio, per tutto ciò che ci hai donato. Riposa in pace".
(Adnkronos) - Nel 2024, 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. In cima Frosinone (Scalo) con 70 giorni di sforamenti e Milano (Marche) con 68, seguite da Verona (Borgo Milano), 66, e Vicenza (San Felice), 64. Rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030, situazione ancora più critica: sarebbero oltre i limiti il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per l’NO2. È quanto emerge dal nuovo report di Legambiente 'Mal'Aria di città 2025' che l’associazione ambientalista lancia oggi, a Milano, nel giorno di avvio della sua campagna itinerante 'Città2030, come cambia la mobilità' che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per capire quanto manca alle aree urbane per avere un sistema di trasporto sostenibile, efficiente, accessibile e che renda le strade più sicure, a partire da pedoni e ciclisti. Il report Mal’Aria ha analizzato nei capoluoghi di provincia i dati relativi alle polveri sottili (Pm10) e al biossido di azoto (NO2). Nel 2024, 25 città, su 98 di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il Pm10 (35 giorni all'anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento, dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano. In cima alla classifica Frosinone (Frosinone scalo) per il secondo anno di fila con 70 giorni oltre i limiti consentiti, seguita da Milano (centralina di via Marche) con 68. Nel capoluogo lombardo, anche le centraline di Senato (53), Pascal Città Studi (47) e Verziere (44) hanno superato il tetto massimo. Al terzo posto si posiziona Verona, con Borgo Milano a quota 66 sforamenti (l’altra centralina, Giarol Grande, si è fermata a 53), seguita da Vicenza-San Felice a 64. Anche altre centraline vicentine hanno superato i limiti: Ferrovieri con 49 giorni e Quartiere Italia con 45. Segue Padova, dove la centralina Arcella ha registrato 61 sforamenti e Mandria 52, mentre a Venezia via Beccaria ha toccato quota 61. Nel capoluogo veneto altre quattro centraline hanno superato i limiti: via Tagliamento con 54 giorni, Parco Bissuola con 42, Rio Novo con 40 e Sacca Fisola con 36. Stando al report, non si sono salvate neanche le città di Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Treviso, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna. Una situazione di picco, quella dello sforamento del limite giornaliero di Pm10, che in molti casi ha riguardato molte centraline della stessa città. Un quadro, che secondo Legambiente, "rivela come l'inquinamento atmosferico sia un problema diffuso e strutturale, ben più esteso di quanto amministratori locali e cittadini vogliano ammettere". Se per le medie annuali di Pm10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell'aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il Pm10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero oltre la soglia prevista. Tra le città più indietro, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, si segnalano Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo. Il quadro non migliora con il biossido di azoto (NO2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/m3. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%. "Con soli cinque anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare drasticamente il passo - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città ma richiede il coinvolgimento di Regioni e governo. Servono azioni strutturali non più rimandabili: dalla mobilità, con un trasporto pubblico locale efficiente e che punti drasticamente sull’elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, particolarmente critico nel bacino padano. Le misure da adottare sono chiare e le tecnologie pronte: quello che manca è il coraggio di fare scelte incisive per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città”. "I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento - spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente - con troppe città ancora lontane dagli obiettivi target. Le conseguenze non si limitano all’ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia. Alla luce degli standard dell'Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti rispetto a quelli di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa è ancora più critica: il 97% delle città monitorate supera i limiti dell'Oms per il Pm10 e il 95% quelli per l'NO2. L'inquinamento atmosferico, infatti, è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature solo in Italia".