RICERCA AZIENDE
RISULTATI RICERCA AZIENDEOrdina i risultati per
178 record trovati.
|
RISULTATI RICERCA AZIENDEOrdina i risultati per
178 record trovati.
|
(Adnkronos) - "L’intelligenza artificiale avrà un impatto sulla competitività delle nostre imprese, occorre quindi lavorare per rafforzare la filiera europea dell’IA che ha ancora delle debolezze, soprattutto in tema di investimenti a confronto con Stati Uniti e Cina. Bisogna costruire un contesto favorevole alla nascita e crescita di applicativi e strumenti che possano competere con i giganti mondiali del tech. In Italia, il Governo ha presentato recentemente la Strategia italiana per l’intelligenza artificiale 2024-2026 che ha individuato alcune linee strategiche di azione, ma soprattutto che ha sottolineato l’importanza di non rimanere indietro. Per l’industria questo è essenziale, perché ormai Industria 5.0 bussa alle porte di tutte le imprese italiane e su questo si gioca la nostra competitività a livello globale". Così Riccardo Di Stefano, presidente Giovani Imprenditori Confindustria. "Il nodo è l’utilizzo dei dati per una IA a forte declinazione industriale: con i dati possiamo efficientare i processi e arricchire i nostri prodotti, proprio come facciamo col design. L’utilizzo dei dati richiede nuove figure professionali specializzate nel saperli selezionare, interpretare e proteggere, e quindi nuove competenze. Per questo la formazione gioca un ruolo cruciale nello sviluppo dell’IA, dobbiamo lavorare insieme scuola, università e imprese per un dialogo sempre più proficuo e concreto", conclude.
(Adnkronos) - "Qui non siamo di fronte a un contratto pirata ma a un contratto di diversa impostazione. Io ho studiato le norme e consiglio a tutti di farlo. Ad esempio il lavoro domenicale è più disponibile rispetto ai contratti confederali. Bene fissazione di un salario minimo tabellare". Così l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, intervenendo alla presentazione del primo contratto di lavoro multimanifatturiero Confimi-Confsal.
(Adnkronos) - La comunità scientifica si è messa sulle tracce dei furbetti del miele, dopo che un rapporto della Commissione Europea pubblicato lo scorso anno aveva suonato il campanello d’allarme. Un gruppo di ricercatori inglesi propone una soluzione originale, con l’obiettivo di prendere in castagna i truffatori. Visto che a venire spacciati per miele sono dei comuni sciroppi ricavati da barbabietola, riso e grano, sarebbe sufficiente sottoporre i prodotti a un esame del DNA per verificarne l’autenticità. Lo studio è stato recentemente pubblicato su “Food Control”.