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(Adnkronos) - “La comunicazione digitale è uno strumento che dobbiamo imparare a gestire bene. I canali che la veicolano hanno un grosso potenziale, ma nascondono anche parecchie insidie. Recenti fatti di cronaca dimostrano quanto siano pervasivi i media digitali e i social network che talvolta mettono una pressione così forte da portare, purtroppo, alcuni ragazzi e alcune ragazze al suicidio”. A dirlo Dario Bolis, direttore della comunicazione di Fondazione Cariplo, in un’intervista rilasciata all’Adnkronos in occasione della prima edizione del Digital journalism fest, un evento ideato e prodotto dal giornalista Francesco Oggiano e dedicato al futuro dell'informazione e della comunicazione digitale. L’evento si svolge oggi fino alle 22, al centro culturale Base Milano. A stimolare la nascita del festival l'esigenza di mettere in contatto chi innova il settore della comunicazione con chi desidera comprendere meglio il mondo dell'informazione. In questo contesto “Fondazione Cariplo pone attenzione ai temi della comunicazione digitale per diversi motivi - spiega Bolis - il primo è educativo: un recente studio realizzato dall'istituto Toniolo dell'università Cattolica di Milano ha messo in evidenza, tra le altre cose, che 1 ragazzo su 3 mette like a notizie o contenuti fake”. Ciò contribuisce, inevitabilmente, a "distribuire contenuti fasulli, che minano alla base la cultura della verità e della correttezza, della costruzione del sapere di ciascuno di noi. Con evidenti effetti che sono sotto gli occhi di tutti - dice - Dobbiamo, quindi, promuovere una cultura della formazione e dell’educazione all’utilizzo di questi media che ristabilisca da un lato la verità delle cose e dall'altro che utilizzi questi strumenti per il potenziale positivo, non negativo”. Per Fondazione Cariplo la comunicazione digitale “è una grande opportunità per tutti. Soprattutto per gli enti del terzo settore che hanno bellissimi progetti e storie da raccontare, ma che non hanno competenze adeguate per utilizzare certi strumenti”, sottolinea Bolis. La comunicazione digitale “può essere fondamentale anche come strumento di raccolta fondi - aggiunge - Oltre che uno strumento utile per sensibilizzazione su certi temi a volte difficili”. Un esempio è la “campagna di comunicazione mondiale, promossa da Coordown, ‘Non prendete decisioni senza di noi’, che punta a lanciare un messaggio sulla disabilità: il vero coinvolgimento, la vera inclusione si fa laddove si creano spazi di decisione anche per chi è il proprietario del problema. Spesso invece sono le persone normodotate a scegliere per loro. La campagna ha già fatto milioni di visualizzazioni in tutto il mondo - fa sapere - Funziona perché utilizza media e linguaggi moderni” ed è un esempio di come ci sia bisogno di “raccontare determinati argomenti nella maniera più moderna ed efficace possibile - sottolinea - Il Digital journalist fest con Francesco Oggiano - aggiunge - è anche l'occasione per imparare a fare una migliore comunicazione digitale”. Infine, Bolis si focalizza su una delle iniziative che testimonia l’attenzione di Fondazione Cariplo alla comunicazione digitale come strumento per ingaggiare le persone: “Abbiamo da poco lanciato un'iniziativa che si rivolge ai Neet, quei giovani che non studiano e non lavorano - annuncia - Sono circa 1 milione e 400mila in Italia, 57mila in Regione Lombardia. Con il progetto ZeroNeet Fondazione Cariplo e altri partner vorrebbero occuparsi di almeno 20mila di questi ragazzi. Sappiamo che esistono e sappiamo che li troveremo in un contenitore virtuale. Metteremo in atto tutti i metodi possibili, anche di comunicazione legati al digitale, per raggiungerli e far sapere loro che ad attenderli c'è un’opportunità”, conclude.
(Adnkronos) - "Gli assistenti di alto livello sono sempre più frequentemente chiamati a supportare un team di manager e non una sola figura, come accadeva in passato. Dimentichiamo la segretaria che risponde al telefono, stampa le presentazioni e porta i caffè: oggi un'assistente deve avere capacità organizzative, conoscenze di marketing e comunicazione, capacità di gestire relazioni istituzionali, padronanza delle lingue (si occupano spesso di mantenere i rapporti con stakeholders e filiali estere e spesso parlano 3 o 4 lingue a livello avanzato) e familiarità con le nuove tecnologie. Non devono mancare, poi, anche riservatezza, affidabilità, garbo, standing, flessibilità, problem solving e capacità di fronteggiare situazioni di stress. E' evidente, dunque, quanto queste professioni abbiano ottenuto, finalmente, un riconoscimento e un valore ben superiore a quanto si credeva, erroneamente, qualche tempo fa". A dirlo Silvia Movio, director di Hunters group, società di ricerca e selezione di personale qualificato. L’evoluzione del ruolo, dai margini al centro dell’organigramma aziendale. Il ruolo dell’assistente è sempre più centrale e vario: è in contatto con clienti e fornitori, condivide le informazioni con i dipartimenti aziendali e si interfaccia quotidianamente - sempre più spesso – con team di persone, a volte anche a livello internazionale. Basti pensare che in alcune aziende questa figura professionale viene denominata 'business assistant', proprio per la sua componente cruciale nelle dinamiche aziendali. Per rispondere alle crescenti richieste del mercato che ricerca, sempre più spesso, figure professionali specializzate in assistenza direzionale e supporto agli uffici, Hunters group ha recentemente aperto la nuova divisione professional assistant & office support. I dati dell'Osservatorio Hunters group, infatti, parlano chiaro: + 15% di assistenti di direzione/business assistant e +10% di office manager negli ultimi 24 mesi, in possesso di titolo universitario e con ottima padronanza delle lingue straniere, con particolare incidenza nei settori della consulenza strategica e organizzativa, negli studi legali, oltre che nelle multinazionali del comparto oil&gas e farmaceutico. Le competenze di una figura sempre più strategica in ogni azienda. La chiave di successo per questa categoria professionale risiede nell'acquisizione di competenze trasversali, che spaziano dalla gestione delle agende, all'elaborazione di dati e report, fino alla comunicazione e alla gestione di relazioni internazionali. Le competenze organizzative sono fondamentali per chi deve gestire la complessità della vita quotidiana e professionale di un dirigente, ma non bastano. Sono indispensabili anche la capacità di raccogliere, interpretare e rielaborare i dati per redigere presentazioni aziendali e la proprietà di linguaggio, una dote indispensabile per rappresentare un top manager.
(Adnkronos) - Il Giro d’Italia della Csr, l’evento itinerante del Salone della Csr e dell’Innovazione sociale, ha scelto Gorizia, Capitale europea della Cultura 2025 con Nova Gorica, come seconda tappa dell’edizione 2025. L’appuntamento è in programma all’Università di Udine lunedì 24 marzo alle 10 all’Auditorium Fogar, in Corso Verdi 4. Il titolo della tappa è 'Il futuro oltre la frontiera'. “La sostenibilità non può avere confini - dichiara Rossella Sobrero, del Gruppo promotore del Salone - Dobbiamo prendere esempio dagli ecosistemi naturali, che non percepiscono le frontiere come separazione fisica. Nelle persone e nelle comunità deve crescere la consapevolezza che siano tutti coinvolti e interconnessi: un messaggio quanto mai attuale che il Salone della Csr propone da anni”. Ad aprire i lavori della tappa saranno, insieme a Rossella Sobrero, Francesco Pitassio, delegato per la sede di Gorizia dell’Università di Udine; Patrizia Artico, Assessora a Go!2025 del Comune di Gorizia e Valeria Broggian, presidente di Animaimpresa, network votato all’innovazione e alla sostenibilità e partner della tappa di Gorizia. “La tappa di quest’anno è espressione tangibile del valore della collaborazione tra Paesi, organizzazioni e persone - commenta Broggian - È un piacere essere partner di questa occasione d’incontro che mette in luce eccellenze locali, sottolineando quanto la dimensione transfrontaliera possa essere volano d’innovazione”. Il programma della tappa di Gorizia, consultabile online sul sito del Salone dove è anche possibile iscriversi per partecipare, proseguirà poi con due momenti dedicati alla riflessione e all’ispirazione con Andrea Bellavite, direttore della Basilica di Aquileia, e Franco Spanò, presidente dell’associazione Prologo, prima di entrare nel vivo della presentazione di esperienze e nuovi progetti dal territorio. Con l’appuntamento del 24 marzo, il Salone punta a far emergere le sinergie di intenti nate sulla scia dell’entusiasmo per Go!2025 e destinate a cambiare il futuro di questi territori. “Questa seconda tappa del Giro d’Italia della Csr a Gorizia, fortemente voluta dall’Università di Udine e dal Comune di Gorizia, ha il sapore del futuro. Verrà infatti presentato un panel straordinario di casi con il compito di raccontare la visione del territorio goriziano oltre la frontiera, ovvero un futuro sostenibile di integrazione transfrontaliera compiuta, un futuro di valore”, dice Renata Kodilja, docente dell’Università di Udine, che coordinerà i lavori insieme a Gloria Catto, titolare di Ufficine Sb. Il primo progetto a essere raccontato sarà #Go2025Fenice, finanziato dal Programma Interreg Italia-Slovenia (Fondo per piccoli progetti Go!2025) e promosso dal Comune di Venezia e dalla Zpgš Associazione delle scuole di musica del litorale sloveno (Slovenia) con il patrocinio del Comune di Gorizia e del Comune di Nova Gorica. Il progetto, presentato da Vittorio Baroni, project manager di #Go2025Fenice e da Roberto Giuffè, chef della Pasticceria Milady, è rivolto alle nuove generazioni: centinaia di bambini delle scuole primarie veneziane, goriziane e slovene sono stati coinvolti nella produzione e diffusione di contenuti digitali culturali bilingue. Assieme al Teatro La Fenice e alle scuole di musica slovene è stato attuato un innovativo programma di attività tra cui la produzione di un dolce bio a forma di nota musicale, realizzato da chef pasticceri veneziani e sloveni con ingredienti locali di alta qualità. Il dolce sarà presentato il 23 maggio 2025 al Teatro Verdi di Gorizia, in occasione del grande concerto europeo legato al progetto #Go2025Fenice, che vedrà l’orchestra del Teatro la Fenice di Venezia esibirsi insieme ai bambini delle scuole veneziane e slovene. Dalla valorizzazione delle eccellenze musicali e gastronomiche si passa a quella del patrimonio naturalistico, pedalando verso il futuro grazie alle ciclovie transfrontaliere della cultura. Il progetto Isonzo-Soča di Gect Go, presentato al Giro d’Italia della Csr da Tomaž Konrad, vicedirettore di Gect Go e da Marko Marinčič, socio Fiab - Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta, prevede la realizzazione di una rete ciclabile e pedonale fra i comuni di Gorizia, Nova Gorica e Šempeter-Vrtojba, a partire dalla passerella sull'Isonzo presso il centro di kajak a Salcano fino all'ex valico di Via San Gabriele. Nel tratto dell’area verde lungo la Kolodvorska pot, la pista ciclopedonale è costruita in granulato compresso con dettagli fluorescenti, accompagnati da lampade artistiche per l'illuminazione del paesaggio e delle pietre di confine. Il terzo progetto presentato all’interno del panel ha come oggetto le interconnessioni energetiche transfrontaliere tra Slovenia e Italia. Un nuovo cavo interrato unirà le città italiane di Zaule e Redipuglia con quelle slovene di Dekani e Vrtojba, con l’obiettivo di migliorare la qualità, la sicurezza e l'affidabilità dei sistemi di elettricità interconnessi e di integrare le energie rinnovabili, così da poter garantire accesso all’energia a minor costo e proveniente da produzioni più efficienti. A parlarne sarà Livio Filippo Colasanto, ad di Adria Link, società italiana con sede a Gorizia impegnata in partnership con due società slovene. Dal sottosuolo arriva anche l’ultima storia raccontata a Gorizia, che riguarda il lato più nascosto e misterioso della città, custodito da una fitta rete di cunicoli, camminamenti, rifugi antiaerei e cripte riportati alla luce dal Gruppo Speleologico Seppenhofer, che dal 1993 è al lavoro per ottenere la completa ricostruzione del percorso dell’antica 'grappa', un lungo canale nato come opera di difesa alla base del colle del Castello nel periodo compreso tra il 1300 e il 1500. Il suo percorso parte da via Rastello e si snoda fino a via Rabatta, inglobando edifici religiosi che da sempre intrecciano la propria storia con la crescita dell’agglomerato urbano e rifugi antiaerei dalla classica forma a ferro di cavallo costruiti nel periodo bellico. La storia di questi canali, cunicoli e camminamenti si mescola con la leggenda: a raccontarla sarà Paolo Visintin, ricercatore del Centro Ricerche Carsiche Carlo Seppenhofer, che insieme a Giovanni Macchini ha dedicato mesi a una meticolosa ricerca archivistica esplorando documenti storici e mappe antiche. I segreti del sottosuolo di Gorizia chiuderanno la seconda tappa del Giro d’Italia della Csr: il prossimo appuntamento è a Napoli il 3 aprile 2025. Seguiranno Roma, il 14 aprile 2025, e Torino il 12 maggio 2025.