INFORMAZIONIEsselunga spa Commercio e Distribuzione Ruolo: Head of Training and Development Area: Human Resource Management Barbara Abate |
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(Adnkronos) - Un nuovo attacco contro Hezbollah in Libano. Dopo i cercapersone esplosivi, ecco i walkie talkie e le radio: altro esplosivo nei dispositivi, altri 20 morti e circa 450 feriti. Come per l'offensiva hi-tech attuata con i pager, nessuna rivendicazione da parte di Israele: né conferme, né smentite. Hezbollah, così come Hamas e Iran, non ha dubbi sulle responsabilità. Tra le ricostruzioni, spicca quella del canale saudita all news al-Sharq, che cita una fonte di alto profilo della sicurezza libanese: "Sono stati piazzati dal Mossad" gli esplosivi all'interno dei walkie talkie saltati in aria. Ci sarebbero state 15-20 esplosioni nei sobborghi meridionali di Beirut ed altre 15-20 esplosioni nel sud del Paese. I walkie talkie sono nettamente meno diffusi tra i militanti di Hezbollah rispetto ai cercapersone esplosi in massa martedì. Vengono distribuiti, infatti, solo alle persone che organizzano eventi come funerali e marce. Nonostante ciò, il bilancio dell'attacco è considerevole e secondo fonti israeliane i numeri sarebbero superiori a quelli comunicati dalle autorità libanesi. "Questi attacchi saranno certamente puniti, ci sarà una vendetta sanguinosa", dice Hashem Safieddine, capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah, oltre che cugino del leader del gruppo, Hassan Nasrallah, che oggi dovrebbe tenere un discorso. "Condanniamo fermamente la rinnovata e continua aggressione sionista contro il fraterno popolo libanese", la posizione assunta da Hamas, con una nota nella quale si denuncia che le esplosioni degli ultimi due giorni "ora minacciano la sicurezza e la stabilità della regione". L'attenzione di Israele si sta spostando da Gaza verso il fronte settentrionale ed il confine con il Libano dal momento che sta iniziando una "nuova fase" della guerra, dice il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, rivolgendosi al personale dell'aeronautica militare israeliana presso la base aerea Ramat David, situata non lontano da Haifa. "Il centro di gravità si sta spostando verso nord. Stiamo dirottando forze, risorse ed energie verso nord", dice il ministro, secondo quanto riferito dal suo ufficio. "Credo che siamo all'inizio di una nuova fase di questa guerra e dobbiamo adattarci", aggiunge Gallant, ribadendo che gli obiettivi di Israele nel nord sono "chiari e semplici: riportare gli abitanti nelle loro case in sicurezza". I segnali vengono colti dal Libano, che si prepara a "possibili scenari" di guerra con Israele come dice il premier ad interim libanese, Najib Mikati, dopo una riunione della Commissione la gestione delle crisi e dei disastri. A capo della Commissione, il ministro dell'Ambiente Nasser Yassin afferma che in vista di un attacco di Israele stanno approntando rifugi per la popolazione e che ci sono un centinaio di scuole a disposizione. Quanto alle scorte di cibo, secondo Yassin "sono sufficienti per oltre tre mesi e una nave con 40mila tonnellate di cereali e farina sta per arrivare in Libano". Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà venerdì per discutere dell'ondata di esplosioni. Lo ha indicato un portavoce della presidenza slovena del Consiglio. La riunione, richiesta dall'Algeria, è in programma alle 15 ora locale (le 9 in Italia). Intanto il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres chiede uno stop agli attacchi hi-tech. "Penso che sia molto importante che ci sia un controllo effettivo degli oggetti civili, che non vengano armati. Questa dovrebbe essere una regola che i governi di tutto il mondo dovrebbero essere in grado di attuare", dice durante una conferenza stampa a New York. Secondo il segretario generale, "la logica di far esplodere tutti questi ordigni" sembra essere quella di "un attacco preventivo prima di una grande operazione militare”, motivo per cui questo incidente, attribuito a Israele, dimostra che esiste un "serio rischio" di escalation regionale. Da Washington, infine, la Casa Bianca ribadisce l'estraneità degli Usa: "Non siamo stati coinvolti in alcun modo negli incidenti" in Libano, dice il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un briefing con i giornalisti, ribadendo: "Vogliamo che la guerra finisca, tutto quello che abbiamo fatto è destinato a impedire l'escalation del conflitto".
(Adnkronos) - L'occupazione va, il turismo si consolida, l'industria cantieristica e navale cresce, ma altri settori soffrono, come il commercio e, dopo il boom dei bonus, anche l'edilizia. E' in chiaroscuro il bilancio sulla condizione delle imprese del tessuto produttivo della Camera di Commercio Venezia Giulia (Trieste e Gorizia), come spiega, intervistato da Adnkronos/Labitalia il presidente dell'ente Camerale, Antonio Paoletti. "Lo stato di salute delle imprese del territorio -spiega- è diciamo così a corrente alternata, ci sono alcuni settori in forte crescita, altri settori stabili e altri ancora in forte diminuzione. Chi sta peggio è il settore abbigliamento, calzature e complementi sia uomo che donna. A Trieste si salva un po' di più perché c'è un turismo ormai consolidato tutto l'anno, fatto per lo più di stranieri oltre che di italiani, un turismo che acquista nei negozi. Nel resto del territorio c'è forte crisi. I motivi? Il commercio on line, ma anche lo smart working visto che lavorando da casa si sta in tuta e si è perso quel modo di vestirsi elegante che portava a fare acquisti. E poi primo tra i fattori: gli stipendi, sono troppo bassi, c'è sempre meno potere d'acquisto", sottolinea. Ma non è solo il commercio ad arrancare."L'edilizia ha avuto il boom dei bonus, c'è ancora qualche strascico quest'anno, ma finito quello anche per questo settore si prospettano venti di crisi, specie se non si metteranno in campo bonus per le case green", sottolinea. A fare la parte del leone sul territorio è il turismo. "E' in piena crescita -sottolinea Paoletti- si trascina dietro la produzione agroalimentare, ma anche gli interventi di restauro delle strutture ricettive e altri comparti. C'è un movimento importante". E il territorio della Camera di Commercio Venezia Giulia è storicamente legato alla cantieristica. "L'industria cantieristica, con Fincantieri, si porta dietro un indotto di piccoli, medi e grandi artigiani, è veramente importante. E sulla scena di questo si è creato un distretto della nautica diffuso, con sede principale a Monfalcone, che sta andando alla grande. Con grandi imprese anche internazionali che si insediano nella zona". Note dolenti arrivano però dal porto di Trieste. "Il porto, il primo porto italiano, ha un momento non dico di stasi, ma con il blocco del canale Suez si stanno perdendo traffici, per cui se non cambia qualcosa lì veramente ci saranno altri problemi". In sostanza il bilancio sul tessuto produttivo del territorio "è in chiaroscuro, diciamo. In linea di massima l'occupazione tiene, anzi siamo in forte crescita nella regione grazie alle politiche regionali, sia sul tema della formazione, sia su quella degli incentivi alle imprese che assumono", sottolinea ancora. Centrale per il presente e il futuro è la formazione. "E' vero che da una parte stiamo perdendo mestieri, stiamo perdendo certi tipi di lavori, ma in un nostro studio che abbiamo presentato lo scorso maggio noi abbiamo selezionato ben 117 nuovi mestieri che stanno già arrivando e arriveranno", sottolinea. E la Camera di commercio è pronta fare la sua parte per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. "Noi chiediamo di dare la possibilità agli artigiani che escono dal mercato del lavoro di diventare tutor dei giovani che vogliono avviarsi verso questi mestieri artigiani. Parlo dei carrozzieri, falegnami, meccanici, elettricisti e chi ne ha più ne metta. Questo sarebbe un bel modo per incentivare l'artigiano che deve concludere e dare una mano a chi ha bisogno", sottolinea. Ma in un percorso verso un'economia sana per Paoletti non può mancare il contributo positivo dell'immigrazione. "Noi abbiamo un bisogno estremo di manodopera. Ormai tutti i settori economici, da infermieri, medici, ingegneri oppure semplici operatori, non si trovano. Secondo me dovremmo creare delle politiche che attraverso il mondo delle Camere di Commercio e le associazioni di categoria potrebbero intanto insegnare la lingua italiana a chi vuole rimanere da noi. Formarli nei vari mestieri e inserirli sul mercato del lavoro. Perché che piaccia o no, noi abbiamo bisogno degli immigrati", conclude.
(Adnkronos) - È stato inaugurato oggi, presso lo stabilimento Itelyum Regeneration di Ceccano (FR), l’innovativo impianto pilota capace di trattare in un anno oltre 20 tonnellate di magneti permanenti (Pm), materiali ampiamente utilizzati nei dischi rigidi dei computer e nei meccanismi di azionamento di motori elettrici e ibridi. Si tratta del progetto europeo New-Re, supportato da Eit RawMaterials, volto a migliorare la circolarità delle Terre Rare a livello europeo, garantendo una maggiore sostenibilità economica e ambientale della filiera. Il programma triennale (2022-2024) è sviluppato da un Consorzio coordinato da Erion e formato da altri sette partner: Itelyum, Osai, Ku Leuven, Treee, Smart Waste Engineering, Glob Eco e Università degli Studi dell’Aquila. In questa cornice, si è svolta anche la 20esima tappa della campagna nazionale di Legambiente 'I Cantieri della Transizione ecologica', un viaggio itinerante lungo tutta la Penisola, partito a maggio dello scorso anno con l’obiettivo di raccontare cantieri, progetti ed esperienze che hanno avviato un percorso virtuoso per contrastare la crisi climatica, promuovere l’economia circolare e costruire un futuro migliore. Progetti riportati anche sul sito, cantieridellatransizione.legambiente.it, con schede, approfondimenti, foto e video. La nuova infrastruttura di Ceccano tratterà Pm derivati dal disassemblaggio sia di motori elettrici (effettuato da Glob Eco), sia dai Raee provenienti dagli impianti di trattamento (come Treee), nonché dalla linea di smontaggio automatizzato di hard disk realizzata da Osai e Ku Leuven, integrata nel dimostratore stesso, e che si avvale di tecnologie di Ia. Nell’impianto pilota verranno trattate oltre 20 tonnellate all’anno di magneti permanenti grazie a un processo idrometallurgico, sviluppato e brevettato dall’Università degli Studi dell’Aquila, che prevede una pulitura (lisciviazione) a basso impatto ambientale delle Terre Rare, attraverso soluzioni acide organiche riutilizzabili fino a cinque volte. Le tecnologie messe in campo nell’impianto New-Re saranno impiegate per uno scale-up industriale nell’ambito di un altro importante progetto denominato Inspiree, finanziato da Cinea all’interno del programma Life e partecipato da un Consorzio formato da Itelyum, Erion, Eit RawMaterials, Glob Eco e Università degli Studi dell’Aquila. Inspiree sfrutterà il processo idrometallurgico sostenibile con l’obiettivo di trattare, a regime, fino a 2mila tonnellate di magneti permanenti all’anno, equivalenti a quelle presenti in più di 600mila motori elettrici e ibridi. Da questi materiali potranno essere recuperate oltre 500 tonnellate di composti di Ree (Rare Earth Elements, ovvero Terre Rare). Considerando che la produzione europea di magneti permanenti annua è di 1.600 tonnellate, l’Italia sarebbe già in grado di sviluppare una catena del valore circolare del riciclo degli stessi all'interno dei confini europei, riducendo così la dipendenza dalle importazioni extra-Ue, soprattutto da Russia e Cina. “La sfida strategica del recupero delle Terre Rare - dichiara il Ceo di Itelyum, Marco Codognola - rappresenta un’opportunità cruciale per l'Italia e l'Europa nella transizione ecologica. Il riciclo delle Terre Rare, attraverso pratiche come l'urban mining e l’idrometallurgia, può ridurre la vulnerabilità geopolitica, limitare l’impatto ambientale e favorire l’indipendenza economica. Per centrare gli obiettivi del Critical Raw Materials Act dell’Unione Europea le aziende innovative saranno centrali, favorendo l’indipendenza dell'Europa dalle importazioni e la nascita di un’industria del riciclo competitiva a livello globale. L'Italia, con il suo tessuto industriale dinamico e innovativo, può giocare un ruolo di primo piano in questo processo, contribuendo a costruire una filiera europea delle Terre Rare e rafforzando la propria leadership nella transizione ecologica”. “Per Erion è un motivo d’orgoglio aver sviluppato un progetto che sicuramente apporterà benefici ambientali ed economici non solo all’Italia, ma anche ad altri Paesi europei - dichiara Marco Sala, direttore Generale di Erion Compliance Organization - L’impianto che oggi si inaugura a Ceccano si candida ad essere un modello di sostenibilità e di innovazione nei processi di riciclo e recupero delle Terre Rare che, lo ricordiamo, rappresentano elementi fondamentali ai processi di produzione in diversi comparti industriali. Da sempre Erion si impegna nel diffondere in Italia una cultura della circolarità e quello che abbiamo compiuto oggi rappresenta un bel passo verso lo sviluppo di questo nuovo modello”. “Con la nostra campagna itinerante vogliamo far conoscere i progetti più innovativi sul fronte della transizione ecologica affinché vengano replicati, creando una vera e propria rete virtuosa di esempi nel campo dell’economia circolare, mobilità sostenibile, qualità dell’aria e conversione energetica - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale Legambiente - Ci auguriamo che il progetto New-Re sia il primo di una lunga serie di programmi innovativi per il recupero delle Terre Rare da componenti elettriche ed elettroniche, un percorso anche in grado di invertire la tendenza verso l’attività estrattiva di materie prime critiche. La nuova frontiera su cui bisogna puntare in Italia e in Europa è la ‘miniera’ urbana, ad esempio aumentando la raccolta di Raee e favorendo la realizzazione di più impianti di riciclo, anche attraverso l’accelerazione degli iter autorizzativi”.