INFORMAZIONIClaudio Fabbi |
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(Adnkronos) - Se la giornata di lunedì può essere archiviata come il 'blu monday' di Donald Trump, per le perdite accumulate sia a Wall Street sia in tutte le piazze europee, quella di martedì conferma un trend che può diventare preoccupante non solo per il presidente degli Stati Uniti ma per l'economia globale. Quando parla assecondando il suo istintivo approccio ai principali dossier aperti, mettendo in fila minacce e prospettando scenari muscolari, la sentenza dei mercati è sempre la stessa: vanno giù i listini trainati dai titoli di volta in volta più esposti alla propaganda trumpiana. Oggi è il caso dell'ulteriore rilancio sui dazi al Canada, 50% su tutto l'acciaio e l'alluminio dal 12 marzo, e di una ulteriore ritorsione annunciata, altri dazi sulle auto che entrano negli Usa dal 2 aprile. L'approccio muscolare verso il Canada culmina nella madre di tutte le battaglie, l'annessione: "l'unica cosa che ha senso è diventare il nostro caro 51mo stato, questo farebbe sparire i dazi e tutto il resto". Questa notizia, l'ennesima che va nello stesso senso, ha ripercussioni immediate. In una giornata che è andata avanti tra alti e bassi, dopo il crollo di lunedì, l’annuncio di Trump che arriva in chiusura affossa le Borse europee: Milano chiude in netto calo, con il Ftse Mib che cede l'1,38% a 37.698,31 punti ma fanno male anche Francoforte, che segna -1,32%; Parigi -1,31%; Amsterdam -1,42%; Londra -1,23% e Madrid -1,51%. Stessa reazione per il mercato finanziario americano, ovviamente in apertura: dopo le parole di Trump tutti gli indici a Wall Street girano in negativo, con il Dow Jones che perde l'1,25%, il Nasdaq che cede lo 0,83%, mentre lo S&P 500 lascia sul terreno l'1,02%. Tutto questo è plasticamente incompatibile con il regolare andamento delle contrattazioni sui mercati finanziari. Sono parole a cui Trump sta facendo seguire ordini esecutivi e sono quindi parole capaci di orientare le scelte di investimento, e ovviamente anche quelle di disinvestimento, che spostano i valori di Borsa anche in maniera repentina. Il risultato è evidente, vengono 'bruciati' miliardi di dollari e di euro. Quanto potrà durare? Fino a che punto le perdite potranno essere considerate solo un danno collaterale? (Di Fabio Insenga)
(Adnkronos) - L’Istituto nazionale tributaristi (Int), rappresentato dal presidente nazionale Riccardo Alemanno e dal consigliere nazionale Salvatore Cuomo, su invito della commissione finanze e tesoro del Senato presieduta dal senatore Massimo Garavaglia, ha partecipato all’ audizione sull''Indagine conoscitiva sulla gestione del magazzino fiscale da parte dell’ente della riscossione e contestualmente l'esame del disegno di legge n. 1375 (disposizioni concernenti la rateizzazione di carichi fiscali)'. I rappresentanti dell’Int hanno anche depositato, sempre su richiesta della commissione, una memoria relativa sia all’impatto negativo sul bilancio dello Stato e quindi su tutti i contribuenti, del c.d. ‘magazzino dei carichi fiscali e contributivi' dell’Agenzia delle Entrate Riscossione, sia sull’apprezzamento del maggior numero di rate per poter onorare il proprio debito erariale e/o contributivo da parte del contribuente, sia la maggiore tolleranza circa eventuali rate non versate, previste dal Ddl 1375. “La nuova ipotesi di rateizzazione dei carichi fiscali e contributivi con le agevolazioni previste dal ddl as 1375, che supera gli ostacoli e le criticità di precedenti rottamazioni, deve essere letta a nostro avviso” scrivono Alemanno e Cuomo “quale atto disposto dal Legislatore non solo per venire incontro ai contribuenti in difficoltà, ma anche a corollario della revisione delle sanzioni tributarie attuata con il D.Lgs. 14 giugno 2024, n. 87”. “Inoltre -proseguono i rappresentanti dell’Int- la riedizione della rottamazione deve essere vista come uno strumento volto a ridurre il ‘magazzino fiscale’ che costituisce un debito che grava sul bilancio dello Stato e quindi su tutti i contribuenti, ovviamente nel contempo anche uno strumento che renda meno gravoso, ai contribuenti in difficoltà economica, sanare la loro posizione nei confronti dello Stato. Attenzione rivolta non solo al compendio di soggetti contribuenti gravitanti nel mondo del lavoro autonomo, partite iva e società, ma a tutti i cittadini contribuenti". Il consigliere Cuomo, componente della commissione fiscalità dell’Int, ha puntualizzato: "La rottamazione è uno strumento che, come ha già dimostrato in passato, ha assicurato interessanti flussi di liquidità alle casse dell’Erario e che anche in questa riedizione potrebbe alleggerire, facilitandola, l’azione di recupero dei circa 101 miliardi stimati quali effettivamente recuperabili e potendo pertanto destinare una più grande parte delle risorse disponibili della macchina della riscossione verso una più attenta gestione del corrente così da evitare ulteriori accumuli del non riscosso. Bene pertanto un maggior periodo di dilazione delle rate (10 anni) e una maggiore tolleranza rispetto al numero di quelle non pagate (8). I dieci anni di rateizzazione rendono meno pensante l’importo della rata e più compatibile con gli obblighi correnti del contribuente", ha sottolineato. "Ipotizzando un’adesione che interesserebbe il 50% del valore stimato, con le relative entrate ripartite in 10 anni come indicato nel Ddl, oggetto di audizione, assicurerebbe alle casse dello Stato circa 5 miliardi l’anno che si sommerebbero agli ordinari flussi di entrata", ha continuato. Il presidente Alemanno ha invece, pur apprezzando le finalità del venire incontro ai contribuenti in oggettiva difficoltà economica previste dal Ddl, ha ipotizzato uno scenario futuro per ridurre le iscrizioni a ruolo derivanti da mancati pagamenti dei contribuenti in difficoltà: "La tolleranza per situazioni di difficoltà, documentabili, dovrebbe essere applicata ex ante rispetto all’iscrizione al ruolo delle somme non versate. Se si vuole andare incontro al contribuente che ha dichiarato gli importi a debito ma non è riuscito a onorarli per situazioni soggettivamente e/o oggettivamente documentabili (es. ricavi verso la pa fatturati ma non incassati, ma ugualmente dichiarati e tassati per competenza, malattia del titolare nelle micro imprese, crisi conclamata di settore, ecc.), si dovrebbero attuare le cancellazioni di sanzioni e di interessi già nella fase collegata all’avviso di irregolarità", ha spiegato. "Il contribuente godrebbe dell’agevolazione nella fase di rateizzazione degli importi indicati sugli avvisi e l’Amministrazione finanziaria eviterebbe l’iscrizione a ruolo e ulteriori ritardi sull’incasso delle rate, senza andare a gravare ulteriormente sul c.d. ‘magazzino’. La tempestività è fondamentale per recuperare quanto dovuto allo Stato da parte degli Organi preposti, con interventi il più possibile a ridosso del mancato pagamento, i risultati positivi delle lettere di compliance dell’ Agenzia delle Entrate ne sono la dimostrazione", ha concluso. Nella memoria l’Istituto nazionale tributaristi affronta anche il tema della differenza tra chi pur non versando il dovuto non nasconde imponibile al fisco e chi invece in modo fraudolento non dichiara ricavi, evidenziando però che se uno degli obiettivi è la riduzione dei carichi iscritti a ruolo, la rottamazione deve essere più ampia possibile.
(Adnkronos) - Statkraft, primo produttore di energia rinnovabile d’Europa, ha ottenuto risultati solidi nel 2024, grazie a rilevanti investimenti, una solida gestione degli asset e significative operazioni di mercato. Nonostante prezzi dell'energia inferiori, l'Ebit sottostante è tra i migliori nella storia di Statkraft. I ricavi operativi netti sono stati di 4,6 miliardi di euro nel 2024 rispetto ai 5,7 miliardi del 2023, mentre l'Ebit sottostante è sceso a 2,3 miliardi di euro (3,6 miliardi di euro), a causa del calo dei prezzi dell'energia. Nel 2024, il prezzo medio del sistema nel Nord Europa è sceso di 21 Euro/MWh, arrivando a 36 euro/MWh, mentre il prezzo medio spot tedesco (base) è sceso di 15 euro/MWh, arrivando a 80 Euro/MWh nello stesso periodo. La produzione totale di energia di Statkraft è stata di 66,3 TWh (61,9 TWh) nel 2024. L'aumento del 7 per cento rispetto all'anno precedente è stato principalmente dovuto a nuovi impianti eolici in Brasile e Spagna e all'aumento della generazione delle centrali a gas in Germania. La produzione idroelettrica nei Paesi nordici è stata inferiore di 0,7 TWh rispetto al 2023. L'Ebit riportato è stato di 2,1 miliardi di euro (4,2 miliardi di euro); gli elementi finanziari netti sono stati di -0,5 miliardi di Euro (-0,1 miliardi di Euro), compresi gli effetti valutari di -0,4 miliardi di Euro, principalmente a causa di un indebolimento della valuta norvegese. L'utile prima delle imposte è stato di 1,8 miliardi di euro nel 2024 (4,5 miliardi di euro), mentre l'utile netto è stato di 0,6 miliardi di euro (2,3 miliardi di euro). Il Consiglio di Amministrazione ha proposto un dividendo di 0,8 miliardi di euro per il 2024.