INFORMAZIONIAnita FabbrettiQuattroemme spa Informatica e Software Ruolo: Marketing & Communication Manager Area: Marketing Management Anita FabbrettiChi è: Responsabile delle attività di: Marketing Operativo Comunicazione Relazioni Pubbliche |
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(Adnkronos) - Guanyu Zhou torna in Ferrari. Il pilota cinese, dopo aver detto addio all 'Alfa Romeo, sarà il pilota di riserva della Rossa, pronto a subentrare in caso di necessità a Charles Leclerc e Lewis Hamilton. Ad annunciare l'arrivo di Zhou a Maranello è stata la stessa Ferrari, con un post sui propri canali ufficiali: "Diamo il benvenuto a Guanyu Zhou nella famiglia Ferrari, che si unirà ad Antonio Giovinazzi come nostro pilota di riserva ufficiale! Zhou ha trascorso quattro anni con la Scuderia Ferrari Driver Academy dal 2015 al 2018 e dividerà i compiti di pilota di riserva con Antonio per la stagione 2025". Zhou e Giovinazzi saranno quindi i due piloti di riserva della Ferrari per il mondiale 2025 di Formula 1, al via nel weekend del 16 marzo in Australia. Il cinese è stato protagonista di un ottimo finale di stagione, tanto da battere spesso il compagno di squadra Valtteri Bottas e attirare le attenzioni di Vasseur.
(Adnkronos) - Presentato oggi nella sede Git spa di Grado 'Estate 2025. Una stagione da raccontare'. Presenti il presidente della società Roberto Marin, l’assessore regionale al Turismo e alle Attività Produttive, Sergio Emidio Bini e il sindaco Giuseppe Corbatto. Git, società a partecipazione pubblica per il 90% della Regione e per il 10% del Comune, ha 194 dipendenti e 134 anni di storia turistica nel settore balneare. Sono 1622 i metri di arenile in gestione di Git, 7564 i lettini a disposizione e 3100 gli ombrelloni installati. Alla spiaggia sono state riconosciute 36 bandiere blu. Dal 2022, è stato raggiunto il +25% di fatturato. Nel 2024 sono stati raggiunti i 10 milioni di euro di volume. Il trend si dimostra quindi progressivo con un utile migliorato che, come affermato dal presidente di Git, Marin, "permette più investimenti e più occupazione". Entro il 2028, la previsione di crescita del fatturato atteso è di 13 milioni di euro con una crescita annua del 10%. Rispetto al 2022, nel 2024 i ricavi generati dalle prenotazioni on line si attestano sul +63% che si traduce nel +28% sulle prenotazioni totali. Aggiornata l’App Git – Grado per le prenotazioni. Incrementato del +177% il servizio sharing dell’ombrellone. I clienti fidelizzati sono cresciuti dell’88%. "Grado - ha ricordato il presidente Marin - è la prima spiaggia in Italia prenotata dai turisti stranieri è la tredicesima miglior spiaggia d’Europa e la seconda in Italia dopo Vieste". La 'famiglia Git' ha 101 dipendenti annui. Si registra il +7% di dipendenti annui, la maggioranza proveniente dalla provincia di Gorizia. Restano invariati i prezzi eccetto l’aumento della tariffa per la 'Spiaggia di Sissi' dove l’ombrellone giornaliero in prima linea costa 67 euro. "Nel 2025 - ha aggiunto Marin - raggiungiamo il 100% di rinnovamento della spiaggia i campi da tennis e di padel si presentano ampliati. Aprirà la Baby beach. Previste più serate a tema al parco acquatico e alle Antiche Terme".
(Adnkronos) - Nel 2024, 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato i limiti giornalieri di Pm10. In cima Frosinone (Scalo) con 70 giorni di sforamenti e Milano (Marche) con 68, seguite da Verona (Borgo Milano), 66, e Vicenza (San Felice), 64. Rispetto ai nuovi target europei previsti al 2030, situazione ancora più critica: sarebbero oltre i limiti il 71% delle città per il Pm10 e il 45% per l’NO2. È quanto emerge dal nuovo report di Legambiente 'Mal'Aria di città 2025' che l’associazione ambientalista lancia oggi, a Milano, nel giorno di avvio della sua campagna itinerante 'Città2030, come cambia la mobilità' che, fino al 18 marzo, attraverserà le città italiane per capire quanto manca alle aree urbane per avere un sistema di trasporto sostenibile, efficiente, accessibile e che renda le strade più sicure, a partire da pedoni e ciclisti. Il report Mal’Aria ha analizzato nei capoluoghi di provincia i dati relativi alle polveri sottili (Pm10) e al biossido di azoto (NO2). Nel 2024, 25 città, su 98 di cui si disponeva del dato, hanno superato i limiti di legge per il Pm10 (35 giorni all'anno con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo), con 50 stazioni di rilevamento, dislocate in diverse zone dello stesso centro urbano. In cima alla classifica Frosinone (Frosinone scalo) per il secondo anno di fila con 70 giorni oltre i limiti consentiti, seguita da Milano (centralina di via Marche) con 68. Nel capoluogo lombardo, anche le centraline di Senato (53), Pascal Città Studi (47) e Verziere (44) hanno superato il tetto massimo. Al terzo posto si posiziona Verona, con Borgo Milano a quota 66 sforamenti (l’altra centralina, Giarol Grande, si è fermata a 53), seguita da Vicenza-San Felice a 64. Anche altre centraline vicentine hanno superato i limiti: Ferrovieri con 49 giorni e Quartiere Italia con 45. Segue Padova, dove la centralina Arcella ha registrato 61 sforamenti e Mandria 52, mentre a Venezia via Beccaria ha toccato quota 61. Nel capoluogo veneto altre quattro centraline hanno superato i limiti: via Tagliamento con 54 giorni, Parco Bissuola con 42, Rio Novo con 40 e Sacca Fisola con 36. Stando al report, non si sono salvate neanche le città di Cremona, Napoli, Rovigo, Brescia, Torino, Monza, Treviso, Modena, Mantova, Lodi, Pavia, Catania, Bergamo, Piacenza, Rimini, Terni, Ferrara, Asti e Ravenna. Una situazione di picco, quella dello sforamento del limite giornaliero di Pm10, che in molti casi ha riguardato molte centraline della stessa città. Un quadro, che secondo Legambiente, "rivela come l'inquinamento atmosferico sia un problema diffuso e strutturale, ben più esteso di quanto amministratori locali e cittadini vogliano ammettere". Se per le medie annuali di Pm10 e NO2 nessuna città supera i limiti previsti dalla normativa vigente, lo scenario cambierà con l’entrata in vigore della nuova Direttiva europea sulla qualità dell'aria, a partire dal 1° gennaio 2030. Per il Pm10, sarebbero infatti solo 28 su 98 le città a non superare la soglia di 20 µg/mc, che è il nuovo limite previsto. Al 2030, 70 città sarebbero oltre la soglia prevista. Tra le città più indietro, che devono ridurre le concentrazioni attuali tra il 28% e il 39%, si segnalano Verona, Cremona, Padova e Catania, Milano, Vicenza, Rovigo e Palermo. Il quadro non migliora con il biossido di azoto (NO2): oggi, il 45% dei capoluoghi (44 città su 98) non rispetta i nuovi valori di 20 µg/m3. Le situazioni più critiche si registrano a Napoli, Palermo, Milano e Como, dove è necessaria una riduzione compresa tra il 40% e il 50%. "Con soli cinque anni davanti a noi per adeguarci ai nuovi limiti europei al 2030, dobbiamo accelerare drasticamente il passo - dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - È una corsa contro il tempo che deve partire dalle città ma richiede il coinvolgimento di Regioni e governo. Servono azioni strutturali non più rimandabili: dalla mobilità, con un trasporto pubblico locale efficiente e che punti drasticamente sull’elettrico e più spazio per pedoni e ciclisti, alla riqualificazione energetica degli edifici, fino alla riduzione delle emissioni del settore agricolo e zootecnico, particolarmente critico nel bacino padano. Le misure da adottare sono chiare e le tecnologie pronte: quello che manca è il coraggio di fare scelte incisive per la salute dei cittadini e la vivibilità delle nostre città”. "I dati del 2024 confermano che la riduzione dell’inquinamento atmosferico procede a rilento - spiega Andrea Minutolo, responsabile scientifico di Legambiente - con troppe città ancora lontane dagli obiettivi target. Le conseguenze non si limitano all’ambiente, ma coinvolgono anche la salute pubblica e l’economia. Alla luce degli standard dell'Oms, che suggeriscono valori limite molto più stringenti rispetto a quelli di legge attuali e che rappresentano il vero obiettivo per salvaguardare la salute delle persone, la situazione diventa è ancora più critica: il 97% delle città monitorate supera i limiti dell'Oms per il Pm10 e il 95% quelli per l'NO2. L'inquinamento atmosferico, infatti, è la prima causa ambientale di morte prematura in Europa, con circa 50.000 morti premature solo in Italia".